Nuova Repubblica - anno V - n. 22 - 2 giugno 1957

NECESSlT-A' '.DI. U,-NA>: PRESEN.ZA CR ITICA 1·SOCIALISTI NEI S NDACATI Il convegno sil\da'calè di Milano · S ABATO e domenica 11 e 12 maggio u.,s, si è. svolto a Milano il convegno provinciale de! PSI dedicato al problema sindacale, convegno quanto · mai atteso data la situazione a volte di disagio e di incertezza in cui si trovano i militanti socialisti nella CGlL. Bisogna senz'altro concordare sulla spregiudicatezza ed elevatezza con - cui determinati argomenti sono stati . affrontati e dibattuti ·dai• delegd,ti· di nov,dntatrè fabbri– che milanesi. Già rielle note ind,icativ•z · stilate a cura della Federàzione· milanese· del PSI come traccia di di– scussione affioravano elementi pòlemici e. talun-2 amare constatazioni ( « ,,,la CGIL malgrado il quarto congresso non ha ancora saputo svincolarsi da ogni ingerenza di Partito. La corrente comunista è ancora troppo ubbi– diente alle ragioni di Partito,,, »). Ciononostante stra– namente, si è addivenuti alla formulazione· di u~a mo– zione finale dai più giudicata generica ed elusiva: qual– cuno si è chiesto se valeva la pena di dibattere per due giorni argomenti e situazioni con tant-a sincerità ed impegno per poi giungere alle ormai note e solite con– siderazioni già fatte proprie dai· sindacalisti del PSI in preeozdenti convegni e riunioni, E' parso particolar– mente strano, per esempio, che; dop.o aver così a lungo e vivacemente , discusso sull'opportunità o meno della presenza della' CGIL nella -FSM, propendendo i più per ·l'uscita da que·sto orgàn'ismo _saldan:ienie inserito in quel– la politica dei blocchi dai socialisti oggi vigorosamente' rifiutata, nessun riferimento a tale problema sia con– tenuto nella mozione conclusiva dei lavori, (A questo punto non si- potrebbe fare a meno di porre due do– mande: da .chi e com'è stata formata la commissione che ha. steso la risoluzione finale del com;•egno? Perché una mozione presentata da un gruppo di persone è stata -interamente respinta dalla suddetta commissione senza che d•zl suo contenuto fosse data nemmeno cono– scenza · al Convegno malgrado esplicite richieste in tal senso -di più delegati?). Resta comunque di positivo il fatto che malgrado alcuni dirigenti non abbiano voluto tener presenti gli umori e gli orientamenti della base, questa si è espres– sa con una schiettezza certo non mai finora registrata in manifestazioni di questo tipo, Anche se gli interventi ·non concordavano su alcune proposte di soluzione (li– ste social'iste o no?), · su una ·constat,azione si è regi-• strata l'unanimità: il sindacato se vuole inserirsi nella nuova .realtà che va configurandosi nella fabbrica deve :rinnovarsi,, abbandonando una volta per sempre le vec– chie strutture e le vecchie formule. Tutti d'accordo su questo, ripetiamo, ad eccezione del sen, Franco Mariani, ispettore regionale della CGIL, il quale, con stanch•e e vuote parole, ha tentato di dimostrare che finora tutto è andato per il meg_lio e che quindi non c'è aitro da fare che seguire il cammino fin qui per.corso, Non solo, ma, sempre per il vecchio sen. Mariani, il processo au– tocritico in atto all'interno del sindacato sarebbe « una manifestazione di sadismo». I temi di discussione sono stati quelli d,ell'autonomia del sindacato dai partiti e dai governi, e della Commissione Interna dello stesso sindacato, delle nuove _Mrutture produttive, delle vie per giungere al conseguimento d•zll'unità sindacale, e dell'adesione della CGIL alla FSM. Notevoli e 'signifi– cativi gli interventi di A lini ( « il sindacato per affron– tare la nuova situazione ha_ bisogno di nuovi quadri, quadri che · non possono certo uscirè dalle scuole sin– dacali della CGIL forgiate e modellate sull'esempio delle scuole di partito del PCI con i medesimi testi, inse– gnanti e metodi didattici »), di Di Pol (riferimento a ta– lune posizione della FSM. inconciliabili con gli interessi attuali dei lavoratori itàliani e totalmente estranee a quanto di nuovo si sta verificando nei paesi dell'Europa Occidentale), di Natali (in occasione del rinnovo delle Commissioni Interne nelle fabbriche- i sòcialisti dovreb– bero farsi promotori della presentazione di un'unica H– st~ aperta a tutti i lavorator,i, non realizzandosi la qua– le per il veto d~lle altre correnti e centrali sindacali si dovrebbe giungere alla presentazione di una lista so– cialista), di Panini (l'impegno di « spartitizzare » il sin– dacato deve sì essere preso da noi socialisti all'int~rno della CG-IL, ma altrettanto deve essere fatto dai c"omu– nisti, del che è legittimo il dubitare assai), del rappre– sentante della Pirzlli (in questa fabbrica, visto il per- * A BUENOS AIRES, sçrive un nostro lettore, funziona, a •,_ cura della « Dante Aligliier i», una scuola di lingua ita– liana frequentata particolarmente da stravieri, Nell'ultima set– 'lim~_na . di marzo· è stato assegnato, come tema di versione daU italiano, un brano dt Mussolini, e precisamente la nota pseudo-poesia « Amate il pane», La direzione della scuola ha respinto le rimostranze di alcuni allievi italìani dato che, a suo avviso, trattavasi di « te~ sto comunque non politico», Poichè la «Dante» è Ente Morale sovvenzionato -dallo Stato e s_oggetto a vigilanza governativa, i già citati allievi hanno indirizzato formale reclamo t"ramite l'Ambasciata. manere, della coì-rente· di maggioranza della CG:IL su ce,_rte posizioni d~l passato, i :5cicialisti hanno preso per loro conto alcune iniziative a favore dei lavoratori ten– _denti a sbloccaré una difficile s'ifai\.zione); di Lusiardi , (riferimento a talune -forze all'interno della CGIL ·che sono sì ~•accordo su una politica di rinnovamento e di ade_guamento, . ma sÒlJanto formal~ente. La Segreteria responsabile della 'cd"L di Milano non ha, per esem– pio, tenuto alcun conto di proposte ed indicazioni degli organi -direttivi formulate in tale direzione), _ Al termin-e dei lavori del convegno, dopo die il se– gretario della CdL di Sesto San Giovanni, Biagi, an– nunciava il suo voto contrario alla mozione conclusiva già commentata • sopra proprio per rion avere. la stessa affrontato il prpblema -della FSM, si è avuto un inter-' · vento del segretario della fed•erazione milanese del 'PSI - Mazza li, il. quale; 1·iferendosi al profondo mutamento i~ atto della realtà -dei paesi dell'Europa Occidentale e alle insospettate capacità e possibilità di rilancio del capi– talismò, ha puntualizzato la funzione del sindacato ed indicato i compiti cui lo stesso deve assolvere. Termi– nata l,a parte cronachistica, non ci rimane ancora che constatare, con amarezza,, che i socialisti milanesi ap– porteranno al prossimo convegno nazionale sindacaloe del. PSI che si terrà in giugno a Roma, un ben scarso contributo: questo se si considera che a Roma, spentosi per stracLa l'eco di due giorni di proficua discussione giungerà soltanto ima castigata e prudent>e mozione eh~ nulla di originale e di nuovo può offrire. Molte do11_1ande, poche risposte GUELFO ZACCARIA I L CO~".'EGNO p,rovin~iale dei _sindacalisti socialisti che s1 e svolto 1 11 e 11 12 maggio c,a: a Milano ha alla fine deliberato una mozione che vale la pena di commentare in dettaglio. Il cappello introduttivo della mozione, richiaman– dosi ai deliberati del XXXII congresso nazionale di Venezia, riafferma « la permanenza dei socialisti nella CGIL, considerandola l'organizzazione più idonea a ma– turare~·bprocesso di unità e di unificazione sindacale ». Secondo la stessa mozione, le pregiudiziali necessarie all'avverarsi di un sindacato unitario sono le seguenti: 1. abbandono della concezione del si_ndacato « cin– ghia di trasmissione» di un partito o di un governo, e riaffermazione della sua natura autonoma di orga– nismo di classe al di soprçi di ogni distinzione id_eologica; 2, apertura di un dibattito vasto e profondo fr-a t~tte le organizzazioni sindacali esistenti ed a tutti i li– velli d'organizzazione sindacale, al fine di reperire punti di incontro per l'unità sindaç;i)"ii, sulla base dei postu– lati sanciti dalla· Costituzione repubblican·a; _ 3. rivalorizzazione delle C.L, organi di rappres.en – tanza delle· maestranze aziendali, libere da « ogni inge– renza dei padroni, dei partiti e delle organizzazioni sin– dacali», 1. Un pùmo commento da fare al primo punto della mozione è che essa adopera un linguaggio entrato ormai nel repertorio comune a tutte le_ mozioni, siano esse fatte da sindacalisti comunisti, democristiani, socialde– mocratici, ecc. L'identità del linguaggio formale è cer– tamente uno dei pericoli più sottili da cui ci si deve ben guardare, perché esso serve a camuffare le inten– zioni o i sottofondi pregiudiziali più disparati. Ai « balli in maschera » è più facile tentare una violenza, Dato che il convegno provinciale milanese .vuol for– nire solo indicazioni di massima per il prossimo con– vegno nazionale della corrente sindacale socialista si è an_cora in tempo a raccomandare una più precisa ~uh~ tualizzazione dei discorsi e delle mozioni. Si .ha bisogno di estrema chiarezza per uscire dalla crisi, I sindacalisti socialisti dichiarano di rimanere· nella CGIL per maturare un processo di unificazione sinda– cale, cioè per creare condizioni nuove di struttura e fun~iona_mento _della CGIL che permettano a ·tale or– gamzzaz1?ne d1 presentarsi, senza ombra di sospetto, in un J;)ross1mo o lontano futuro, al tavolo delle trattative per ·una 'fusione con la CISL e la UIL, Non sfugge a nessuno che il proposito è estremamente impegnativo. Perché? La CGIL è un organismo sindacale i cui quadri, fun– zionari e dirigenti, sono nella maggioranza iscritti al PCI. La concezione del sindacato come « cinghia di tra– smissione » del part;to si riallaccia ad uno dei fonda- . mentali postulati del leninismo, La stessa struttura del PCI· è immutatamente tale da garantire al suo apparato un rigido controllo sulla fedeltà ideologica dei suoi rriem– bri, anche quando tali membri operino fuori dell'area del partito, nelle cooperative, nei sindacati, e altrove, Può accadere_ - è accaduto - éhe la fedeltà al sinda– cato si dimostri inconciliabile con la fedeltà al partito. Finora è sempre accaduto che la fedeltà al partito pre- (165)< nuòya,:•r.epub&lica ,,,, valesse: sulla_ fedeltà sindacale e soffocassè' gli accennati ' disse~si. · Perché ·ciò• 'nòn accada più: occorre, ,che il PCI ,abbandoni il--posfu.latb-:leninista e trasformi ,la. sùa strut– tura interna, ,EJ'' :possibile·· questo? Grosso interrogativ:o,· Vi soFJo ottimisti-, i"; :« gi·oJit– tiani »,, tanto per intenderci,· che ràgionano -in,.termini di lunga scadenza tentando• una trasformazione dall'in– terno. Vi sotto· ottimisti, 'i · sindacalisti sociàlìsti-- ed •altre, minoranze, che Tagìonano in termini" di •breve scadenza– pr?ponendosi di -sollecitare · una- trasformazione -dal~ l'esterno o, quanto meno, di tentate 'lm-a sostanziale mo- . difica,- nellà CGIL, degli attuali, rnppurti, di forza e di potere.· Ài -fini di una augurabile « riabilitazione » sindacale bisognerà che i socialisti si, battano, a viso aperto· che il «mugugno», di° certa critica diventi documento' e si p1,1bblicizzi al massimo, non permettendo la delimita– zione delle discussioni in « camera caritatis » o· la for– mulazione di deliberazioni collegiali, forzosamente ed artificiosamente unitarie. In ogni organismo· democra– tico deve pur esserci uµ esecutivo che si assume la re– sponsabilità di eseguire le decisioni della maggioranza, ed - un organo derla minoranza che esprime le ragioni del suo dissenso di fronte a tutti i lavoratori, Altri– menti la. democrazi::i interna è solo finzione e non si· ga– rantisce il ricambio __dei quadri e, eventualmente, la modificazione dei rapporti di forza, -Ma è i;-isaputo ._ che la distribllzione degli organi di governo e di sottogoverno nella CGIL vien fatta secondo proporzioni rappresentative del numero degÌi iscritti di diverso colore politico (i senza co,lor-e non hanno mai avuto peso) in base ad un censimento che risale al '48, · Nonostante il tempo trascorso, nonostante gli avveni– menti intervenuti, si suppone che la formula sia a~– cora valida, l;'ersonalmente non chied~rei il ridimen– sionamento della formula, ma la sua abolizione. Tuttavia, mi rendo conto che l'opÌnione ·di un si~– golo non ha soverchia importanza. Tanto più che ben altro ancora bisognerebbe abolire per' realizzare la de– mocrazia interna nel .sindacato e l'autonomia dai partiti, Ad esempio, è risaputo che non esist'ono nella CGIL garanzie istituzionali per la elezione dal basso delle di-· verse cariche sindacali. E' di dominio pubblico che la designazione, lo spostamento o il siluramento dei quadri sindacali vengono fattt da organi di partito, e cioè: dall'Ufficio lavoro di massa del PSI e dall'Ufficio qua– dri del PCI. E'_ vero che tali uffici avanzano solo for– malmente le <J proposte », poniamo, al direttivo provin– ciale del sindacato di categor.ia ; ma nessuno può dimo– strarci che un direttivo di categoria abbia mai potuto non accettare le ·«proposte», Anzi, poiché in tale di– ~ettivo, come in altri, la maggforanza dei _seggi è sempre m mano alla corrente comunista, si continua a verifi- · .care ch'e, in pratica, l'Ufficio quadri del PCI eserciti un diritto di veto sulle « designazioni » non gradite fatte dall'Vfficio lavoro di massa del PSI. I sindacalisti so– cialisti C}\noscono così bene l'andazzo che spesso evitano già in_ p_artenza di fare designazioni che sanno non gra– dite, pro bono pacis, Dicano i socialisti se sÒno vere queste cose. Non si chiede loro di spaccare la CGIL. Si chiede soltanto di parlare anche in nom·e degli iscritti senza col~re ·poli– tico che, come si va dicendo dagli stessi dirigenti sin~ dacali, sono la maggioranza, 2. Sul secondo punto della mozione non ho da ag– giungere che un rilievo a commento, Sono _del parere che i veri· punti di incontro tra organizzazioni sinqacali di– verse siano solo le lotte combattute insieme, vinte o perdute insieme, E' chiaro ormai che la CGIL non pos– siede più il monopolio sindacale e non può più conti– ni.iare a vantarsi « unitaria » soltanto per la presen– za di sparutissime minoranze di varia denominazio- 'j I I E la piccola ·macchina per l'uf- ficio , e p 7 r lo studio privato. -.i ~· Fprmsce un lavoro di qualità elevata e costante, Unisce le caratteristiche di stabilità e di robusta struttura dei modelli maggiori alla mobilità ed el<,- gan;,:a .della portatile, - I !) Olivetti Studia 44

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