Nuova Repubblica - anno V - n. 19 - 12 maggio 1957
4 I L A v o R o E s i N ·o A e A 'r 1, BRASCHI DIFENDE I BORBONI di - FRANCO VERRA . ' Q . UALCHE sdtimana fa, in tema di agitazione dei pa- rastatali, ~Cl'ivcvo che questa categoria, nella cotÌ– traddittol'ia e contoi-la situa:r,ìone del sindacalismo italiano, è• divonutv, una delle categorie «·di punta·»- In– fatti in ·qu!~Sle , ultime setti111ane il « fronte del lavoro :t ha regi:-,trato un importante sr·iopero dei dipendenti degli enti providen,,;iali: s"ci~pe1·0 duro, conclotlo con consape– vole;-,za ·e con gran e -volont.'.t nella ~forma più unit.uia, 110nosla~t~ la· grandissirna frammentarietà Ol'gani;,,zativa della c,;Ì:ego1·ia, _ove accanto alle tre organi;,za'l,ioni onnai t1·adi;,;io1~ali ptdlula una variet.\ di sindacati autonorni accanto acf u1~a non jncOnsislente CISNA L. I pinastati,1.i non solo hanno sostenuto mirnbilrnente la loro agitazione, 111a non.·· tutti hanno accettato l'accordo raggiunto sulla vertenza dalle Confedcrazi~ni in sed~ di· ministero del la,voro, ed ha.nnçi conti11uato a scioperare. In questo caso, p,er ima valuta~ione. sull'accordo concluso, mi. pai-e che i p,Hastatali che io h,Ìnno respinto abbiano avut() torto; rna la loro ribellion~ all'a11to1·ità confederale, corne fatto nuovo di un costume nel quale trnppe « ml'lgagne »– del nostro sindacalismo si devono ricercare, ..... merit-a la più atte_nta considera;,,ione. E' ver-o che liic vi~ione strate{JiC? ddla lotta cli chi.sse deve por·tat.e a conside1·are i lavo• 1·atori nel loro insicnw, ma non è men vel'O che nel :-;inùacato non semp1·e e. non in ogni caso il dogma d<:I classismo~ stn}t~ •gi.co de_ve. !r.-enai-e i ~bc~·i movinwnti. è oslacola1:e le. 11npostoz1on1 delle catP:go1·1e su _unfl base di auton·omia. Ma perchè lo sciopei-o dei parastatali è riuscito tanto bene? Si .trntta, in fondo, cli dipendenti che han_no un ottimo tr.=\tta,nento fìnum:iat·io, pe,· lo' 111eno co1))rnisurato a quello· dei loro collPghi' delle nltre arnministn:,,-,iùnT LA CLASSE ACERDOTALE (conti-nuaz; da pag. 3) di abbandonare in punta dei piedi - e'gli aveva, salu– tato la « dissidenza » jugoslava come una affermazione della «soggettività» nel processo storico. Per q1,1anto strana appai'a la spiegazione, ciò gli co·nsentiva di non fare previsioni sul futuro, anche se questo accadeva - come vedremo - in virtù di on principio restrittiva: splo · il successo giustifica 1'3.zione sul piano storico, e non è in potère dell'intellettuale influirvi in un modo quals_i.;isi. .In conseguenza ·di questo principio. oggi sia Beria cry.e .Stalin possono esser condannati con tutta tranquHlità, dato che hanno il torto di non esser più in condizione di << aver successo». Ma Courtade, bene .inteso, non aveva di tali esitazioni né di. tali finezze, e seguiva dfrettame"nte la logica di Vischinsky: Stalin è il padrone, du.nque è onesto. E; proprio vero: « non c'è niente Che possa fermare un intellettua'le staliniano ». Neanche, 9.uandO Stalin e Beria non saranno più i' pa– droni, il rinnegarli poco a poco, come il truffatore che l'ha .fatta franca torna-, a piegarsi poco alla volta ·a1 ri– spetto del codice penale. Il principio del successo por– terà 1'inteUighenzin staliniana, così « onesta», a rinne– gare Stalin, quando vJ. sarà costretta dall'apparato sulle cui « posizibni >> essa' si è collocata. L'onestà st.iliniana consisté' duntj_ue nel definire Stalin C< tiranno sangui– nario» quando occorra, e nel « riabilitare» le vittime di ·s·talin. E perChé? Questi individui avevano rinun– ziato a ogni aspetto della dialettica rivolu·zionaria per rifugiarsi nel quietismo della loro classe, della loro isti– tuzione: sia lodato Iddio, chiunque esso sia! Per questi 1< intellettuali >> Stalin era soltanto un mito: era il sim– bolo della ragion di Stato, del potere poliziesco, della storia capace di assicurare un riparo sotto la còmoda stola del « lavoro intellettuale»; .a questo mito era dovuto un solo incenso: l'adulazione. Allora 1'«.è;~està » equivale alla capacità di giun– gere fino a.Ila· più profondtf' .turpitudine e di voltar gab– bana ad ,ogni occasiof!e, purché la polizia lo voglia: è"_ la disonestà. -Durante gli ultimi anni, questa psetrdo– dialettica· non pareva .,suscitare più in Sartre né inquie– tudine né disgusto: -égli aveva C< scelto»: JVIalaugurata– mente aveva scelto 'troppo tardi, in un mnmento sba– gliato e in una situazione' sfàVoreVdle. Di· qui il cattivo umofe· che oggi ?-il)1~St~~ I• e le su·e piroette, quando mi qualifica _in . modo ass~i comico f< l'ultimo staliniano», quando censura. Hervé, qu~ndo rimane interdetto da– vanti alle rovine. dello stalinismo. Ma, non dubitiamone, egJi .resta ancora capace di darci una. nuova -.«spie- gazione ». PIERRE NAVILLE p;1bbliche'e dt'gli stessi ·i'm1;ieghi ptiw1.ti; che lutto hanno in testa fuorchè 'la ·polifica è le àgitazioni; che .... f lnzj, per rnenta,lit.à rifnggono dal cretne troppo rumote attorno a .se stessi. La dòmanda sorge quindi legittima e .spontane.1, e mi par~, che le risposte che essa cornpoi-ta siano queste: prirna cF tutto non è affattQ vel'O che sia.no i lavo,·at,ori pe~~gi~ tratt~ti ad essere combattivi; anzi, è pl'oprio yero ·• il contrario·: il sindacalismo, qnando non sia inteso poli. ticamente, è t1n '="fficaCfe stnnnento di conservazione e di migliorarnento per i lavorator·i che godono già di un cei-to benessere- (ed è ap}Jtinto il c~so dei parastatali). Seconda– ria~.1ente: perch~ uno .sciopero 1-i~sca è n~ces:-iario che coloro che vi prendono parte conoscano in ogni pintico– lare le ragioni Che lo lianno determin~to e le approvino, le i-itengano valide. Ciò che si è verificato per i dipendenti p1·eviclenziaU. Lo sciopero dei parastatali è stato bene organizzato, preceduto cla decine e decine di asiàernblee, nel corso _delle quali i problerni e le rivendicaz.ioni sono state oggetto di attento esame. Dopodichè si è avuta una p1·ima. astensione dal lavoro, e poi una seconda., più lunga. Il dis~1gio di tale agitazione è stato enorme per i Javo- 1·ato1·i, ed è anche in· consi.clerazione di questo che sarebhe st.-1to auspicab"fle, da pa1·te degli sciope1·1mti, un maggior senso degli interessi Vl'lsti e gene1·ali della classe lavora– .h-icé che la lom azione veniva 3. colpire. :L'accordo cu·i abbiJtn\O accennato potevn essere. acçolto da tutti sià pel'éhè in sè è buono," sia pel~hè pone\,a fine senza null;t p1·egiudicare: per l'avvenir·e alle diff\colt;t iu cui si sono Yenuti a tr~)Var·e molti lavoi-atori inrortunati, malati o disoccupati. Le rivendicazioni relative al conglobamento sono state 8ancite in larga misura. Infatti l'accordo riba– disce il pi-incipio del 111antenirnento dei clitifti acquisiti dalla catego1·ia con la con·eBponsione dei miglioi-amenti clei-ivanti dal conglobamento percepito dagli statali, mag– gior-ati del J8%, a partire dal l.o luglio J!l5G. Non solo, ma il mini:~tl"O ha 1·iconosùiufo il dit·itto alle organi:r,za;,,ioni interessate c1·intervcnire con suggerimenti ed erhenda• ·menti in sPde di elaborazione del disegno di legge che clovl'i.i.:~Dìre attua:r,ione ai vantaggi conseguiti. Quelli che l'accordo hanno i-espinto 1·i,·endicano il beneficio del con– globttniento pat·ziale dal Lo luglio 1!)55 al 30 ghigno 195(;; sostengono che non v'è, in esso, nessuna yalida garnrl:,,,ia per nna defìnitiv.a soluzione della vertenza.; e 1·ilevano cbe vi è prevjsta la trattenuta per le giornate di sciopero. Questa posizione è in contrnsto con quella della UH,, della. CISL e della OOTL che l'accordo conside– t"ano, nel compresso. vantaggioso anche se, alla fine, hanno dovuto pi-ende1·e atto delle 1·esi.,'itenz.e. Poi è anivata lii c1·isi cli governo .... A LORO VOLTA, i postelegrafonici hanno scioperato compattamente due giorni: dalle ore O del 6 allfl ore 24 dell'S. E' il terzo sciopero della categoria nel giro di qualèhe mese: uno lo abbiamo avuto, da parte della sola CGI L, il 18 febbraio, ed un· altro, con la partecipazione delle ti·e confodera:r,ioni, il 2 e il 3 marzo. Che ognuna di tali agitazioni, compresa l'ultjma di cui• ci stiamo occu. pando, sia riuscita è ben noto, ché tutti hanno avuto mo-. do di constatarlo pe~- diretta espe1·ienza. Pe1:.,_.la verit~, sulla va.lidit.,\ del prirno noi avevamo a.vanz-ato delle ri• sei-ve, a suo tempo. E questo perchè la categoria dei po• stelegrafonici è quella sulla quale maggior-n1entè ha ·]nfie. rito il ricatto e la connz.ione scissionistica· dell'ammini. strazione democristiana. ~Ci siRrno sbagliati: quando una categor-ia è consapevole e convinta delle rivendicazioni ché pone trova semp,·e modo cli reagire alla faziosità. ciel pa1·• tito dominante e riesce comunque a cementare· la propria unità d'a.,,ione. • Ne sanno qualche cosa la CJSL e la UI.L che allo sciopero del!' l e 2 mar·zo hanno dato la loro adesione -i.n cxtreniis, quando avevano capito che anche i lçiro orga• nizzati R.vrebbern scioperato. E;' tanto vero che .i p1·oblerni sono sentiti e FunitA naturale e spontanea che, questa volta, le cose sono andate lisce come l'olio e non vi sono stati tentenn8menti astensiòuistici né nella CJ.SL, né nella UJL. Quest'ultima poi, abbracciate da ·poco le tesi •antigovernative di ma1·ca..mat.teottiana, non avrebbe avuto motivo di coi;i1_po1tarsi di,·ersamente, e _;, ciò appa1·ve chiaro - pervasa dal « sacro furore» del neofita, avrebbe finito per scendere in campo anche con la sola CGIL. Tn questa condi;,,ione di cose, la CISL - se qualche scru– polo av ~s.se a:vuto - non ,poteva cone1·e il rischio, di front.e ai 100.000 postelegrafonici « lanciatissimi », di ri– manere sola, a .difendere il ministi-o Braschi, che, <leso- . .lato, non ·è riuscilo a spiegarsi il pe1·ché dQlla ... « i•nopi.– nata» i-ottll!'a delle trattative dq parte d_ei sindacati. A .Bi·aschi piacciono gli eufemismi! Si posso110 ·chia- ' (162) nuova · repubblica mare ti-attuti,·e quelle- in cui non si 1·isolYe ne;:;;:;un problema e che hanno ir•-solo SC?PO di"' frattare pe1· 1111 tempo iude.ter-nlinato, senz;a concludere nuJla? Non sfug!:i.-.\. a chi ha sentito acuto il disagio dell'azione dei poste.le. grafonici che per sett~, m~si )l gpvel,)10, nelle fa,nose trnt. tative, ha cercato eh .-.gus~iat:~ coni.e un'anguilla sulla quo: stione fondamen·tafe post;;~ dai dipendenti delle ~P.TT ; ,,__ la rivalutazione y delle funzioni e del t·rattwnento ec0110• mico secondo la particolare natura e 1·elponsabilità dei servizi lJosluli, telegrafici, di ban.co 1J08ta, ecc. C1·iterio (Juesto Che'. è contenuto P,ersino nell'ai-t. !) 'c_lt:dJa legge de• lega, impostà 8.i dipendei1ti-dello Stato. Le trattative poi e1·:-tno pe1·venute or-ma.i al nocciOlo ~!ella questione, n<"I senso che i_ sindacati a\·evano indicato, chi.arendone le ra– gioni, !I modo per comporre la Yertenz.a: « qu.attro car– riei·e » avrebbero potuto essei-e equiparate alle nonn::ili « cai-r-iere, burqcrat iche » delle altre pubbliche ammini• strnzioni, ·data la loro carnttei·istica -shuttura airnninistra• tiva: por i se1·viz.i tecnico•indus.triali, bancari ed eleLho• nico.contabili, che si differen:r,i~no~ CQm'è evidente, in_ modo assai netto cla.1 lavoro delllt b.~vocra;,,ia, àvi-eb– bel'O dovuto essere istituite tre part"icolai-i categori"e di esercizio. 11 go,;Nno, attaccato ai vecchi pi·incipi di uniformità per- q,_1a11toconcerne le mansioni ed il t1·rtlta• mento dei suoi dipendenti, a questo punto delle tratta– tive ha detto un bel «no» tondo tondo. Eviclente111entP., :per i sindi-1cati non restava da fai-e altro cÌ1e scende;·e in agitar,ione. E così è stato. Lo sciopero sÒlleva lii\ problema che è destinato ad R.Yere, in fl1turo, 11ote,1oli svih1ppi, giacchè a·p-pare .chiaro che, man ma.no che lo Stato industrializzerà ed ammo• derner~~ i suoi servizi, dov1·à valersi di persona.le tecnico altamente qualific1-1to. I passacarte diminuiranno, gli ar– chivi ,verranno microfotografati, i calcoli aritmetici, sem– prn più diff11samenté, sAranno eseguiti con macchi11a1·io elettronico. Fa.talmente buona parte dei bnl'Ocra.ti sai-ù sostituita da specialisti che 1·ichiederanno il riconosci• mento delle lorn particolati attività sul piano dell'inq11a• d,·ame,ito e delle canie1·e. E' quello che sta avvenendo con i postelegrafonici che, in un momento in cui la mec• canizzazione postale sta compiendo progressi giganteschi, vogliot10 essere vahitati e pagati per quello che fanno. ln fonc!o, anche la lent~ e sonnecchiant'! bu1·ocJ'azia sta• tale non rimane estranea alla ventata violenta dell'evo– .luzione tec.ni ,ca, ed ~ giocofo,:za rivedere principi e rego. lamenti che, nonostante la· legge del<"ga, traggono 01·igine dai pl'imi decenni ~ell'unità d'Jtalia, quando addi,·ittur:a non risalgano ai Bo1·boni. Qneste cose, gli ultimi a capii-le sono gli uomini di governo che non vogliono i-innovare nienté: sono semp1·<;, consei-vatori, ancorché la realtà che li cii-conda imponga riforn1e di metodi e cli crite1'i e soprnttutto nna radicale riforma del modo. di pènsai-e. ·Lo sciopero dei 100.000 postelegi-afonici s'inquadra in questa realtà e forse, C1Jn ciò stesso, l1a. un significato pol'itico di fondo che cer-tiJ– mentc è ben lnngi dalla volontà pui·amente sindacale degli scioperanti. St.ai-emo a veaere come la vei-t.enza si svilup– pel'à. La nostra impressione è che finisca come quella dei fe1Tovie1·i: ne 1·isentiremo ogni tanto parlare e ogni tanto un nuovo scioper-o deste1·à le meraviglie del rni_nist.ro in in cai-ica. Avete provato o"1Crlve~ ""to .C...1tero Z2 r Vno 1trimum10 e!lflrglco • veloo. ,c,ukladaUineo. ... ie.po.role:• l• Imprime ·aon la nitidezza. che in rkhiooe o.q un pen,iero preoiao. Avete provato o 1011,ware la Leuera 221 Vn dito la tro.Bportc., ogni ~11-9oi.• del ~volo IIdella ca.o pUO di!efl• tare il ,ua. ,I &J)Oll-a oon fpeilit4 .io uno etanzo c:ill'o.ltra, ~pio I ·I :aon.-oi· OHvettlLettera 22 / ,.... ,11.,.ii,t-Ga,.,.., __ ,. :::1:/~l, co"i.n:,_ 42.000 • ..e.E. ' ,.,._ .... ,.•• '" 3.800 • ":' f'.. acqùÌIII •nch• • pa9am•n1a.••H•I• ,IIIOlgolHI •t flOQO>I OU•etll • • q1>ellldl m..echlM pt,• 1>tllclo. ei.tl• òdomutkl é urtolor+o shouDOI\OOMlo Loll<lta22
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