Nuova Repubblica - anno V - n. 18 - 5 maggio 1957
(J6J)· nuova\rrrpubblica 3 p n, OB LE M I DE L s IN DA e A LI s Mo A M·ERI e A No UN ANNO 0·1 UNITA' AFL-CIO La convergenza organizzativa dell'AFL e della CIO fu sostanzialmente determinala dalla pressione cons~rvalrice della societi, statunitense. I pericoli cli urta eccessiva grandezza elci nuovo fronte sindacale sono fortemente limitati dal ca– rallere iucliviclualistico dei larnralori americani e dalla elevata percentuale (ben 48 milioni su 65) dei non organizzali di MJNO V/ANELLO L E PROSPETTIVE che si apr~no al mo 1 vimento operai? americano, dopo che la fusione del1 AFL col CIO e un fatto compiuto, meritano alcune considerazioni e riflessioni (1). E' noto che nei paesi di tradizione anglosassone le trasformazioni nascono e acquistano corpo strutturan– dosi con i bi~gni giornalieri, fìnchè poco a poco ne emerge un'architettura di iniziative operanti, che doman– dano un ordinamento. La « codificazione » consiste non nel creare l'architettura, ma nel riconoscerla e nell'adot– tare alcune regole rispondenti ai bisogni. Tale· è stato anche il caso di questa fusione: tutto il gruppo dì uomini - Jeaders e esperti - che si diedero da fare per redigere la nuova costituzione, nient'altro intesero fare che rico– noscere lo stato delle cose e interpretarne le esigenze. La fusione stessa, dunque, ,non fu un fatto nuovo: Ja prima spinta palese al processÙ di unificazione si deter– minò quando Meany fu eletto _presidente dell'AFL, e - come suo primo atto - riattivò il comitato che da tempo era stato costituito a codesto scopo. Il suo deciso intervento fu possibile, perché }e cose Jo richiedevano. Nella corrente degli avvenimenti, che premevano nel senso della unificazione, s'inserì il propo– sito organico di un leader, la cui autorità s'estendeva su una larga parte del mqvimento operaio e la cui posizione era ·audace e realista al contempo. Meany comprese, infatti. che le cose richiedevaho questa soluzione, e lavorò in tal senso. Reuther, dal canto suo, capì che tale solu– zione s'imponeva, se non voleva che il CIO restasse schiacciato, e la sua stessa posizione di presidente fosse minacciata nel seno del CIO da McDonald, j} nuovo esponente degli operai dell'automobile. Il primo passo fu un armistizio sulle reciproche posi– zioni. Se questo avesse funzionato, se cioè fosse stato pos– sibile sottrarre i leaders locali alla tentazione di allar– gare la sfera del loro potere con incursioni nei campi avversari, allora si sarebbe potuto andar oltre. Ci vollero circa quattordici mesi prima che· l'armistizio diveqisse effettivo. Ma alla fine fu chiaro che andar oltre era pos– sibile. Si preparò allora una nuova costituzione, che fu accet– tata senza grandi difficoltà dai due gruppi. L'assenza di difficoltà è il fatto chè merita di essere più sottolineato in questo avvenimento. Se è infatti normale l'esistenza di difficoltà nel portare a termine una contrattazione con i datori di lavoro, è pure .normale la presenza di diffi– coltà in negoziati tra leaders, che sono dalla stessa parte. Perchè ci sia stata assenza di difficoltà è discorso che esula da questo articolo; basti qui far rilevare che è questo un sintomo sufficiente della condizione di disagio, in cui i sindacati si sono venuti a trovare in America da qualche anno, e sottolineare che, per dare ragione di un simile fenomeno, tutta la struttura di .una società do– vrebbe essere presa sotto esame. La costituzione dell'AFL-CIO è quella di una « loose federalion ». Poche sono le ·possibilità d'imbroglio reci– proco: ogni due anni c'è una convention; tra l'una e l'altra funziona un Comitato Centrale di 27 membri, che è il corpo supremo, da cui si esprime \.n Comitato Esecu– tivo, che è privo d'autorità nei confronti dei singoli sin– dacati adei-enti, come del résto lo è il terzo organo, l'As– semblea generale, dove essi sono r-appr~sentati. In altre , parole, i singoli sindacati cedono uria piccola parte della loro sovranità in f,avore della politica coordinatrice dei tre corpi superiori• (che dev'essere ragionevole, perché essi possono sempre rifiutarla)., onde ottenere quello che loro i preme, e cioè una « chai·ter » dell' AFL-CIO, ~he deter– i mina la sconfessione di qualsiasi altro sindacatç> e una ).giurisdizione assoluta sui rispettivi settori. ) .Vi sono, poi, delle disposizioni,_ che a prima vista po– ; trebbero sembrare di principio, ma che in realtà non sono •(1) Oltre al Volume di Arthur Goldberg (AFL-CIO, Labor J United, MCGraW-Hill Book co·:;·1956), non ag"giornalo e di i carattere divulgativo. ma interessante perché l'A. ha avuto !, parte diretta.'. come consulente legale, nelle trattative per la ! fusione delle due maggiori organizzazioni sindacali ameri- - i. cane. e ollre a pochi, succinti e cauti articoli sparsi qua , e là in Fortune Mag,azine e in Business Week, non mi consta 1 che niente sia stato scritto su questo avvenimento, inter– pretato generalmente come una mossa difensiva, suggedta . dall'irdgidirsi della società americana. <?he l'espressione generalizzata delle prati-che esistenti. Il loro fine è di stabilire e perfezionare dei mezzi capaci di dare sempre maggiore consistenza alle rivendicazioni ope– raie: così, per la prima volta si stabiliscono le funzioni dei vari comitati (Previdenza Sociale, Alloggi, Politica Estera, etc.), che esistevano anche prima, ma non svol– gevano un'azione coerente nel tempo; si dispone che i capi responsabili dell'organizzazione sono tre: il presi– dente, il tesoriere e il segretario organizzativo; si fissano i limiti della autonomia, che - come accennato - resta sempre amplissima, dei sindacati aderenti, etc. In sostarµa, niente di nuovo, per· chi conosca il mondo operaio americ3no e le precedenti costituzioni del– l'AFL-CIO. Ma è piuttosto una chfara e decisa acquisi– zione - davanti alla società americana - di quello che i sindacati Considerano loro inattaccabile patrimonio: la common law, come si è sviluppata in loro favore nel XX secolo. Da ciò discendè un grado di maggiore stabilità e chiarezza circa l'autonomia dei singoli sindacati e i suoi limiti: per la prima volta, per esempio, si è detto in una costituzione che un sindacato può essere obbligato a se– guire certi procedimenti nella sua vita interna (che è oligarchica per forza di Cose, e resterà tale, ma che almeno si libererà di alcuni casi estremi di autocrazia). Essere membri dell' AFL-CIO significa che il sindacato membi-o s'impegna a seguire certe pratiche di tipo demo– cratico, pepa l'espulsione e una campagna conseguente (questa è la novità) per la forma:iione di un nuovo sin– dac3to. La scottante questione della giuri~dizione unica ha ricevuto una soluzione 'temporanea, ma non ìncoerénte, tale da lasciar adito a sostanziali sviluppi. Invece del dogma « U r,indacato, una giurisdizione», la costituzione ammette du'e-gìurisdizioni (e, naturalmente, un solo sin– dacato). Ciò implica çhe un sindacato può avere una 1·elazione contrattuale diversa dalla giurisdizione che gli appartiene. Gli sviluppi di questa affermazione meritano d'essere esaminati a parte. Comunque sia per l'immediato luturo, è ovviamente legittimo attendersi una maggiore unità _nel seno di que– sta nuova, grande organizzazione, pur restando inalte– rato il carattere individuale e autonomo dei sindacati singoli. La divisione era nata da un~ dissidio di carattere teorico-organizzativo, sfruttato dall~ forti personalità del momento, ma una volta che l'organizzazione verticale aveva finito per imporsi anche all'interno dell'AFL e che gli interessi della maggior parte dei leaders erano andati convergendo, nessuna ragione sussisteva più che' le due organizzazioni rimanessero divise. La morte quasi con– .temporanea di Murray e· di Green sembrò un simbolo; e un crescente rimpianto per un movimento operaio, che non era più quello dei giorni gloriosi dei due grandi leadérs, a poco a poco si 1ece strada, favorito da un lato dal desiderio dei giovani di mettersi in luce e dall'altrò, e molto pfù concretamente, dalla pressione conservatrice dell'amministrazione repubblicana. Queste, nelle loro grandi linee, le forze che hanno operato nel processo di unificazione, un anno e mezzo fa suggellata dalla nuova costituzione. U NA delle occasioni più feconde per la realizzazione dell'unità fra le due organizzazioni fu l'abbattimento della linea di divisione che correva tra le alte sfe~e del CIO e dell'AFL, in seguito all'espulsione dei sindacati comunisti dal CIO. I dirigenti delle due organizfazioni si incontrarono allora per Ja prima volta; non si cono– scevano prima, e erano diffiden_ti e sospettosi funo del– l'altro: quell'oper~zione creò un buon numero di amicizie personali, distese gli animi e dissipò i sospetti di sinistre macchinazioni. D'altronde, poiché jl CIO è la meno numerosa delle due organizzazioni, e i posti al vertice sono iipar.titi in base al numero degli iscritti, ne viene di conseguenza che il CIO ha accettato una posizione di subordinazione verso l'AFL. Né si creda che quest0 sia dovuto a mollezza o a tradimento de( capi, oppure -a un ingenuo romanti-. cismo: semplicemente, pur valutando i sacrifici imme– diati, i leaders del CIO hanno compreso, che, in una situazione di sfavore come la presente, è più facile soprav– vivere e 'forse acquistare nuovo potere avendo alle spalle una forte organizzazione. Una delle ragioni della nascita del CIO nel 1936 fu che l'AFL non intendeva moltipli– care il numero dei propri iscritti. Da allora, le cose sono cambiate. Se c'è la possibilità di conservare e di aumen– tare il proprio potere, ai leaders am~ricani poco importa la denominazione sotto cui ciò avvenga, purché ciò av– venga, e non ne nascano fastidi. Tanto più,. che i « Comi- • tati per Forganizzazione », che costituirono la forza ori– ginale del CIO, sono stati assorbiti e potenziati nel nuovo « Dipartimento dei Sindacati Industriali » dell'AFL-CIO, cui spetta, sotto la direzione di Wa1ter Reuther, di coor– dinare 1e contrattazioni con i datori di lavoro e Je tlisput.e con i sopravviventi sindacati dì m_estiere. Piuttosto, è facile che si moltiplichino i conflitti tra i sindacati del CIO e dell'AFL circa l'attribuzione dei nuovi membri. Ma questo è un problema, che vedremo a parte, e non costitu.i.sce uria difficoltà vera e propria, come non costituisce una difficoltà quello delle relazioni tra i vari dipartimenti delle due organizzazioni. Un terzo problema, che non può essere ignorato, è quello del significato politico della lusione. Non già che si potesse pensare al!a formazione di un terzo partito, perchè il centro dell'attività sindacale resta il CoUective Bargaining. Ma si sarebbe potuto pensare ad uno sposta– mento di forze considerevoli in favore dei gruppi libe– rali, che non riescono a liberarsi dal1a crisi. Molto dipen– derà dal futuro del partito democratico, ma per il mo– mento non v'è una schiarita in tal senso. ~ur restando, dunque, per sua natura, fuori dei partiti, la funzione poli– tica dei sindacati non è ancora emerSa nel suo pieno vigore. Volerla accelerare, significherebbe rischiare, que– sta volta su un terreno ben più pericoloso, l'unità del movimento. Meglio, per ora, aver delle concezioni nega– tive e minime sulle possibilità di accesso al governo, in attesa che il potere interno si redistribuisca nella nuova gerarchia sindacale e i propositi si facciano più definiti. Ma, se è vero che lo sviluppo_ ·della società indu– striale richiede' dai sindacati una presa di posizione posi– tiv~ di fronte ai .grandi problemi della vita nazionale, sarebbe il principio della loro fine il giorno, in cui i loro leaders vo·iessero anche essere deputati. Fortunatamente, è così ben radicato nel costume pubblico americano che non ·si vota per un esponente dei sin~aCati, che J'esporsl a un tale rischio significherebbe, oltre a non essere eletti alla Camera, perdere la fiducia della base operaia stessa. I dirigenti sindacali ci sono, e sono ·dai" lavoratori pagati, per contrattare con i padroni. P ER IL MOMENTO, la preoccupazione è che a1cuni sin!.. dacati possano appoggiare delle richieste in favore di certi gruppi economici e pericolose per altri si.ndacati, u– sando dei fondi considerevoli di cui dispongono. Per esem– pio, in materia di commercio internazionale, alcuni sinda– cati potrebbero finanziare e sostenere l'attività dei gruppi che hanno. interesse a basse tariffe. A parte questa perico– losa concentrazione ·di potere, è da considera1·e che gli iscritti pagano delle forti quote, non perchè queste siano poi incanalate verso sbocchi incerti e incontrollabi.li , bensì per tenere in piedi un·organizzazione, il cui compito è quello di difenderli e aiutarli sul lavoro. Dal punto di vista della compattezza deU'AF'L-CIO è evidente che que– sta è un'oscura, potente minaccia, cui sarà ben difficile ovviare, senza inasprire i già esistenti conflitti interni. D'altro canto, l'organizzazione dispone ora di mezzi più efficaci per rendere operanti de11e misure preceden– temente rimaste inattuate (tipico il caso del gangsteri-– smo); e per evitare un dispendio di energia nell'espli– cazione di certe lunzioni, precedentemente doppiate. Il CIO, sempre sotto la guida di Reuther, tenderà a identifi– carsi con un dipartimento, quello industriale (come un qualsiasi altro dipartimento nel senso della AFL), ma porterà con sé una nota simbolica, e disporrà di una staff più larga dell'ordinario. Adesso, a diStanza di un anno dalla prima convention, tutti questi restano problemi, cui non si può dare rispo– sta. Si può soltanto cercare di vedere in quale senso que– sta enorme macchina ha mosso i primi passi. Grazie alla pressione del Comit.1ito esecutivo, si è fatt@ qualche· passo in avanti nel campo dei sindacati paral– leli: quello dei barbieri e manicures CIO si è fuso con l'omonimo AFL; il $indacato dei mac~llai AFL si è fuso in questi giorni con l'omonimo CIO (comprendente anche (segue a pag. 5, 3.a col.)
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