Nuova Repubblica - anno V - n. 14 - 7 aprile 1957

(157) nuova rermbbli11a Giappone: il terrore della primavera (Dis, di Dino Boschi) SETTE GIORNI NEL MONDO DIFFICOLTfl' DIMflCMILLf.l~ I L GOVERNO conservatore· costituito dall'on. Mac– millan per sfuggire alle numerose passività lascìate dal governo Eden sta dando la dimostrazione aper– ta che ciò che occorreva per esonerare la Gran Breta– gna da queste .Passività non era un semplice alternarsi di esponenti conservatori alla direzione del governo britannico, ma una vera e propria svolta politica. Macmillan era stato designàto dalla regina Elisa– betta II su. consiglio di Churchill e di. Lord Salisbury, i due maggiori esponenti del partito conservatore che non avanzassero pretese alla ,successione di Eden, il primo perchè si è ritirato dalla politica attiva, il se– condo perchè, come membro della Camera dei Lords, viene escluso. per una consuetudine politica·· formatasi dopo la prima guerra mondiale, dalla possibilità di dirigere il -governo. II suo nome era stato preferito a quello di Butler, considerato fino al momento dell'annuncio ufficiale della nomina di Macmil1an come il più probabile successore di Eden, perchè si riteneva che solo su di esso potessero conver_gere i suffragi dell'intero partito conservatore, profondamente diviso in seguito all'avventura egiziana. Macmillan era infatti l'uomo che riscuoteva la fiducia della destra imperialista, del cosidetto «gruppo di Suez», per la sua politica interna, della corrente europeista churchilliana per la sua politica europea e della sinistra per la sua larvata ostilità all'impresa militare in Egitto. Ma dopo alcuni mesi di tregua le scadenze stanno accumulandosi e l'opinione reagisce sempre più vigo– rosamente contro la continuazione dell'esperienza con– servatrice. Tutte le ultime elezioni politiche parzial~ attestano una flessione della forza elettorale dei conser– vatori che è paragonabile a qllella che consentì l'ondata vittoriosa dei laburisti nel 1945. l) La classe operaia britannica, la quale, anche sotto i governi conservatori, aveva finora preferito servirsi della minaccia dello sciopero piuttosto che dello scio– pero stesso per strappare concessioni ai ceti padronali, si è resa conto che ormai bisogna tornare alla sospen– sione vera e propria del lavoro per costringere il pa-· dronato (e il governo conservatore di destra che lo appoggia) a cedere. Due milioni di lavoratori sono stati parecchi giorni in sciopero e la decisione di sospenderlo ha incontrato vive resistenze in seno a larga parte degli scioperanti. Ma la vìa degli scioperi è riaperta dalla permanenza al potere di Macmillan. 2) La liberazione dell'arcivesçovo Makarios, dovuta probabilmente alla pressione americana, ha compensato largamente, d'altra parte, per il gruppo degl'imperia– listi, i benefici dei quali erano pronti a riconoscere il merito a Macmillan, con l'adesione degli Stati Uniti al comitato militare del patto di Bagdad, strappata alle Bermude. Le dimissioni di Lord Salisbury dal governo non sono soltanto un atto di protesta contro la li',e ..-a– zione dell'arcivescovo cipriota o contro la possibilità di un ritiro degl'inglesi da Cipro (cui Macmillan non pensJ. neppure) ma sono bensì il preannuncio che essi reagi– ranno vigorosamente al Comuni contro ciò che essi còn– siderano una p◊litica di arrendevolezza del governo ·Macmillan di fronte agli ame.ricani nellii difesa degì1 interessi imperiali della Gran Bretagna. 3) Macmillan viene così a trovarsi con le mani le– gate nelle d~,~ç,!li trattative in .corso con Nasser. Qua– lunque atto di Saggezza da parte deg1i Occidentali, su .. scettibile di mettere in imbarazzo Nasser, r.;schia di essere bloccato dalla pressione sul governo del « gruppo di Suez,,, diventato di nuovo aggressivo dopo le dimis– sioni di Lord Salisbury. 4)' Ahche la ricostituzione· de] blocco politico e stra– tegico anglo-americano, che era il risultato più palpa– bile che Macmillan si vantava di avere otter~uto alle Bermude, con l'impegno americano a ,..oncedere alla Gran Bretagna i suoi missili telegWdati e con l'ade– sione al Patto di Bagdad, viene ~~riamente compr~ messa, poichè si comincia ad avere l'impressione che l'amicizia americana venga a costare alla Gran Breta– gna più di quanto non le renda e in particolare che le imponga un'adesione senza riserve alle ini:,iative di Eisenhower o di Foster Dulles. 5). La politica europea di Macmillan e 1 ·adesione della Gran Bretagna alla crèazione di una zona di libero scambio sono anch'esse vivamente criticate dopo che gli accordi fra i sei per la costituzione di un mE::rcato co– mune hanno previsto l'inclusione dei te!'ritJri d'olti-e– mare degli stati aderenti. Questa estensione del mer– cato comune europeo ai paesi d'oltremare mette infatti in serio imbarazzo il governb britannico, che ne paventa la concorrenza ai propri territori coloni3li, e che va • incontro al malumore e alle diffidenze dei paesi del Commonwealth. Le difficoltà élll'interno del partito conc;P.r1ctore, le agitazioni sociali, l'abbandono di un marg;ne imponente del suo elettorato, la crisi nei rapporti internazionali della Gran Bretagna con gli Stati Uni.ti e ccn i suoi alleati europei r'endono dunque il compit0 dP.1 governo Macmillan sempre più difficile e avvkin:mo la pro– spettiva di un'alternativa laburista. Il pot~re di scio– gliere la Camera dei Comuni e di chiamare gti elettori alle urne è sempre in mano al gov~rno c-onservatore, il quale ha ancora coStituzionalmente ire anni d~ vita, ma la crisi interna del partito di governri pi;trebbe avvicinare notevolmente questo term,ne: La visita in Italia del leader laburista Gaitskell nei prossimi giorni è dunq~e la visita ddl'uomv che fra breve potrebbe inaugurare una nuova nolìti ~a in Gran Bretagna, alla testa di un nuovo governo. Queste, fatto conferisce dunque un peso ancor maggiore o,l 5uo inte– ressamento ai problemi del socialismo .italtano. PAOLO VITTORELLI 5' M-OSAIC SUD-AM.ERI La "lep;alizzazione,, della dittatura columhiana L 'ASSEMBLEA costi tu.ente della Columbia si è sciolta su decisione propria. Essa era stata nominata dal generale Rojas Pinilla, presidente della Repùbblica dal giugno 1953, quando con un colpo militare aveva cac– ciato dal potere i conservatori che portavano il paese verso una guerra civile. La grande speranza çhe il po– polo riponeva nel generale Rojas Pinilla non è stata giustificata. Il generale è diventato un dittatore peg– giore dei conservatori al punto che questi si sono uniti ai loro tradizionali avversari, i liberali, per resistere alle sopraffazioni dell'esercito. Il generale Rojas Pinilla ha infatti commesso il peg– giore misf.atto che si potesse immaginare nella situa– zione latino-americana: introdurre .l'esercito nella poli– tica. Il suo r~gime è in effetti un governo di militari a profitto dei militari, e al di fuori dei partiti politici. I membri socialisti dell'Assemblea costitueqte. ave– vano dato le dimissioni qualche giorno fa per non es– sei:e complici della ni.anovra che già si stava profilando. Nella seduta in cui l'Assemblea decise di sciogliersi, an– che i liberali e i conservatori si dimisero. Ma la mag– gioranza dei membri dell'Assemblea - che non sono stati capaci di mettersi d'accordo su un testo di Costi– tuzione - si sono trovati d'accordo nel raccomandare al generale Rojas di nominare un'altra assemblea, e che questa proroghi il suo mandato fino al 1962 (doveva scadere nel 1958). Così il generalè resterebbe al potere ancora per quattro anni e con lui i militari e i gruppi dei cattolici falangisti che lo appqggiano. Rojas Pinilla certamente ha il merito di aver messo fine alla lotta armata tra liberali, e conservatori che durò dal 1949 al 1953. Ma facendo questo dette all'eser– cito il, ruolo dirigente della vita politica nazionale. E in questo continente i militari non sono mai stati di– sposti ad abbandonare volontariamente il potere. Per mantenervisi, Rojas non ha esitato a imbava– gliare la stampa che, a parte il su.o proprio giornale, gli era interamente ostile. La censura è rigidissima e i giornali che riescono a sopravvivere mancano di earta, perchè il governo non dà loro il permesso di importarne in quaTltità sufficiente. I libeYali e i conservatori si sono uniti - con a capo sei ex-presidenti - peÌ' opporsi alla rielezione di Rojas Pinilla. Ma il paese è stanco della politica di due partiti che hanno entrambi fallito. Il paese desidera un rin– novamento deÌla classe dirigente. Un giovane partito 1 socialista sta prendendo campo, anche se per ora non esercita una, grande influenza. La tragedia in Columbia - come a Cuba - consiste nel fatto che i vecchi diri– genti hanno perduto il loro prestigio, e che non sono emerse personalità nuove. Ma dai popoli latino-ameri– cani bisogna attend~rsi delle sorprese, e non è raro il c·aso di un leader politico che appare d'improvviso ad esprimere le speranze e i desideri delle masse. Quando questo accade, nè i militari nè le vecchie formazioni politiche sono capaci di impedire un rivolgimento ge- . nérale della situazione. Ciò è possibile che avvenga, un giorno o l'altro. anche in Columbia. ,Reazione in Argenlin-a? D A~ QUALCHE settimana gli elementi reazionari ar– gentini -- antiperonisti, ma favorevoli ad una politica di ritorno alla libertà totale dell: economia - avevano preso il sopravvento. Il nuovo mirtistro delle finanze, Robert Veri·ier, aveva annunziato un piano contro l'inflazione consistente nel blocco dei sa– lari e nel ripristino dell'assoluta libertà dei prezzi allo scopo di limitare il consumo. Questo eqllivaleva, eviden– temente, a ridµrre automaticamente il livello di vita della classe operaia e media. Ed equivaleva anche a dare ai residui del peronismo - in alleanza con i co– munisti - una notevole « chance » di recuperare una parte del loro ascendente sulla classe operaia e di con– quistare delle posizioni in seno alla .classe media, sem– pre avversaria finora del peronismo. Le forzè conservatrici, di fronte al vantaggio im– mediato, ndn esitavano a far correre al paese questo grave rischio. Ma la reazione dei partiti democratici e specialmente del partito socialista è stata rapida ed energica, e Verrier ha dovuto dare le dimissioni. E' evidente che la crisi economica dell'Argentina è una eredità della politica caotica e di immoralità ammi– nistrativa di Peron. Ma è anche evidente che essa non può migliorare abbassando il livello di vita delle masse. I socialisti suggeriscono l'adozione di un salario minimo mobile, invo'cano alcune nazionalizzazioni, e chiedono una rapida soluzione della provvisoria situazione poli– tica;· cioè le elezioni. Sembra che il ~en~rale Aramb_ur~ deciderà di arrivare presto alle elez10m e che sara 11 governo uscito dalle urne che dovrà stabilir~ un piano a lunga scadenza di riassestamento economico del paese. VICTOR ALBA.

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