Nuova Repubblica - anno V - n. 14 - 7 aprile 1957
4 SOCIOLOGIA. CONTEMPORANEA. LAFOLLA SOLITARIA u C HE SIANO- un tipo ra sé· stante, omogeneo e totale, l'« etero-diretto», il «conformista», ,l'« ansioso»; che tale tipo possa tingere di sé un'epoca e fomen– tare una civiltà nuova, legandosi o meno, per un rapporto di causa-effetto, alla curva dello sviluppo demogi·aiico, può essere credibile o meno; resta il fatto· cli alcune ma– nifestazioni. macrosociali, le quali richiedo.no un inter– vento ponderato, legato a criteri nuovi di azione. E' as- , surdo, in questi casi, richiamarsi ai valori e ai. modelli di comporta.mento che sono valsi nel passato. Riesman tenta di dirci qualcosa di nuovo. Vorrei limitarmi ad accennare, in sintesi, due soli punti che nell'analisi di Riesman si rivelano carich.i di una problematica attuale, tutta da affrontare ancora. Il primo punto è l'indicazione della progressiva im– portanza del «consumo», cioè, globalmehte, d~l tempo libero, in relazione alla diminuita importanza della « pro– duzione». La cosa va intesa in due sensi: da un punto di vista economico e da un punto di vista, diciamo pure, spirituale. E' relativamente facile capire che l'ipotesi clella progressiva importanza dell'area del consumo è suggel'ita da una serie di osservazioni e di datJ, partico– lari extrapolati e lradotti in tendenza. Tanto per citare, intendo riferirmi alla diminuzione delle ore di lavoro, all'aumento 'delle festività e delle ferie, a!Panticipazione della data del pensionamento, così come al prolungamento dell'età preparatoria di studio e di formar,ione. :Ma. olhe a tutte queste cose· che possono essere considerate effetti marginali di un capovolgimento più profondo, intendo riferirmi alla tendenza centrale dello sviluppo tecnolo– gico che si impernia attorno alla prodw:',ione di massa, la produzione in grandissima se;·ie, la quale ha bisogno di un mercato molto vasto e rnolto stabile, per cui· quasi si invertono, nel rapporto produziOJl"e-consumo, le posi– zioni di relativo pI'edominio, la prima dipendendo gra– dualmente sempre pili dal secondo. Riesman ha colto bene questo fatto, avvertendone an– che le implicazioni •Culturali e morali. La mornle pud– tana del periodo pionieristico del capitalismo si può sin– tetizzare nelJa espressione « il tempo è moneta». Quella specie di nuovo decalogo che Benjamin Franklin avevn. a suo tempo indirizzato all'uomo d'affari moderno, era una variazione suggestiva attorno al tema della valoriz– zazione del lavoro e del risparrnio di teffipo e di denaro. Anche per la povera gente, priva çlel potere di decidere del proprio destino, si predicava la stessa morale del la– voro e del risparmio. Il lavoro batteva il ritmo al fluire della vita; esso era il modello entro cui si plasmavano personalità e carattere, la maschera attraverso cui si giu– dicavano i problemi e se ne proponevano soluzioni. Inci– den-talmente bisogna dire che tutto questo è in gran parte il mo-~.o d'essere del mondo d'oggi. Tuttavia non dimen– tichiamo che Rie.sman scrive in USA, per gli Americani. Egli iileva che o~gi ci si è acco1·ti che il lavoro non basta più - nella sua frammentarietà operativa - a riempire la vita di nn uomo. 1 La personalità di ogni uomo ha più occasioni -di formarsi fuori del proprio ruolo particellal'e imposto dalla vita la.yorativa; la sna avventura tende a svolgersi attorno a id"ea1i ,o miti che si fa.nno più forti quanto più forte diventa· la costrizione della organizza– zione formale. In questo senso la teoria delle Rela~ioni Umane nella lndnstria rnpprNoenta l'indice di un punto di crisi, poiché essa ripropone, anche nell'organizzazione · formale, la presenza dell'uomo intero, che è al di là di ogni rllofo specializ:zato. ' Per di più, mentre rimane ancora vero, nelle fabbri– che e negli uffici, che « il tempo è ·moneta~. fuori del lavoro ma,ggior valoré di verità. si trasferisce nella frase invertita « la moneta è ternpo ». Ma l'iniportanza -di tale verità non è iiel fatto che sia evidente, bensì nel fatto che lo è per tutti, sia per i lavoratol'i che per i datori di lavoro; sia per il di1·igente politico chè per l'uomo delll\ strada, diventando così un denominatore comune di at– teggiamento e comportamento di fronte alla vita. E' chiaro infatti che se il produttore vorrà vendere, dovrà preoccu– parsi di porre il me1·cato in cond.i~ioni d,i compe1·are, per soddisfare non solo i bisogni essenziali, ma anche tutti gli alti-i bisogni Cl'eati dal p1·ogresso della civiltà. ÙJ'a mentre l'importanza un tempo preponderante del lavoro favoriva il sorgere di spidti individualistici, forti o deboli, dominatori o frustrati, accondiscendenti o ri– belli, ecc., tutti dediti ad -accumulare ricchezza o soggetti all'ansia di sopravvivere, l'in1portanza crescente del tempo libero e del consumo favorisce il formarsi di tipi etero– diretti, rivolti all'esterno, anch'essi ansiosi, ma di un'an– sia che non ,cerca la solitudine e nel gruppò può risol– vet·si terapeuticamente in forza • di adesioni volontarie. E' a questo punto che vorrei inse1·ìre la second~ osser– vazione, relativa all'indica:1,,ione dell'esàurirsi del nucleo familiare cÒnie orga-ni~rno di « socia1izzazione » e cent-ro di controlfo socjale e la sua progressiva sostituzione con il cosiddetto « gruppo dei pari » o gruppo degli eguali, coetanei e amici, per indicare in quale altro centrq si trasferisce la scena dei processi cli formazione e socializ– zazione fondamentali. IL PROBLEMA:,,.,_TEDESCO '' ·-~ CONFORMISMO INTELLETTUAl1E di MARGHERITA JSNARDI Q UELLA che in Italia nel 1955 è stata la celebrazione del decennale della Resisfenza, ha preso in Ger.ma– nia l'aspetto più strettamente connesso al problema capitale del paese nel momento storico attuale: il decen– nale della sventura nazionale, de1la separazione delle due Germanie, celebrato appositamente in quella data del 17 giugno (giorno de1la rivolta di Berlino Est nel 1953) che, elevata a festa dell'unità nazionale, silTl.boleggia la più viva e pressante esig~nza della nazione tedesca. Il volumet– to Bewiihrung in Widerstand - Gedanken zum deutschen · Schiksal (a cura di W. W. Schiitz), edito nel 1956 dalla DeutscJie Verlags-Anstalt di Stuttgart, e consistente in una raccolta di discorsi tenuti in ocm,sione del 17 giugno 1955 in varie località della Repubblica federale, pur essendo di per sè di non rilevante valore culturale o politico, è in– teressante quale documento dell'atteggiamento attuale cor– l'ente nella Germania occidentale a proposito dell'unifica– zione, oltre che quale documento dell'attuale congit_mtura europea di cui la Germania è, sia pur in senso più pas– sivo che attivo, pal'te cos1 importante. Il ·carattere acca– demico dei vari discorsi non stupisce se si pensa ch'essi son tutti desunti da celebrazioni ufficiali, e tenuti per lo pii'1 presso istituzioni universitarie e da uomini rappre– S.entativi del mondo universitario, Ci si può chiedere piut– tosto se questa sia solo una occasionale circostanza di fatto, o se quel gusto dei frequenti excursus storici, delle citazioni e -delle esemplificazioni ,culturali, che il volumetto attesta in abbondanza, non risponda a certo gusto tedesco per l'impostazione sistematica e metodica delle questioni, per la seria e accurata lezione cattedratica, per l'esposi-· zione diligente che ama partire ordinatamente dagli ante– .fatti. Tale atteggiamento è anche un'attestazione del ca– rattere volutamente «metapolitico» degli scritti qui rac– colti, del tono di engagement superiore e non direttp che queste affermazioni di opinione Vogliono avere. L'afferma– zione culturale è però assai trasparente; basti notare l'in– sistenza con la quale è affermata e ribadita l'appartenenza della Germania al mondo della civiltà occidentale (v. in part. a p. 81, con la debita contrapposizione al mondo t>chiavistico slavo), fatto di indubbia veridicità storica :'.l'la qui facilmente impiegato a giustificazione teorica di solidarietà. più concrnte cui per.altro non si vnolP l'lccr.mnn– re dir·ettarnente. Ce1·care in queste pagine, così come cerca1·e in genere nell'opinione tedesca, un'impostazione sprngiudicata, in ba– se a criteri valutativi nettamente anticonformi8tici, sareb– be fatica vana. Leit-motiv di quasi tutti i discorsi-saggi è la festa dell'unità nazionale quale dil1JOStru--1:ioneevidente del deside1·io comprnsso di libertà e dignità umana della popolazione della Germania or·ientale; la contrapposizione dei due mondi, della libertà e dell'oppressione, della ci– viltà e cultura occidentale e dello schiaviSmo russo, ritor– na più ,volte in termini radica.li; 18 Weltan.'fchauung e la metodologia marxista sono J"espinte e.on condanna glo– bale, tanto. assoluta quantr, non intimamente comprensiva e volta solo a bollare quelli che. del marxismo sono gli aspetti più pesantemente ortodossi {v. in part. p. 62 e ss.,- contro .l'intei·pretazione marxista della storia). Per Jo pili, il mondo culturale di questi esponenti ufficiali del mondo accademico tedesco ci sembra contennto nei limiti di un umanesimo astratto - quel tipo di umanesimo che eone così spesso il pericolo, prop1·io in virtù di questo suo carnttere. meramente teorico, di piegarsi all'acquiescen– za acritica, a Schlagw01·te di carattere pesantemente pra– tico. C'è, sì, il pi-oblerna se si possa., oggi, chiedere agli intellettuali di un' paese quale la Germania ~ttuale qual– cosa cli diverso da una presa di posizione recisa fino ad atte.ggiamenti che possono a noi sembrare ingenui o con– fonnistici, quando si pensi quale concreto carattere di peA santezza pratica assume ìn Germania la divisione dei due mondi. Allo stesso tempo, è chiaro che non tutto in tali atteggiamenti può venire addebitato puramente alla situa– zione attuale. Le radici di simili contrapposizioni assolute affondano più lontano, in quell'ingenuità politica del po– polo tedesco che ha le sue Tagioni nella storia tedesca degli ultimi secoli _(vorrei ricordare a qu'èsto pl'Oposito le parole di nn grande amico della Germania umanista che pure fu, sulla scol'ta della ste.c;:sac.pscienza critica di intel– lettuali tedeschi, acuto nel rilevarne le carenze su pla– no politico, di Giorgio Pasquali); e rispondono a una situazione dell'intellettuale tedesco diversa da quella che_ caratterizza spesso l'intellettuale dei paesi latini, a una (157) iiuo,11a repubblica Le I"ilevazioni che il Riesman fa a questo proposito possono essere riassunte- grosso rnodO nei seguenti tre punti: 1. Il nucleo familiare che vive nei centri urbani è diventato. piccolo, come ·pure è diventato limitato lo spa– zio del suo regno (il tipo di abitazioni moderne). 'li « gruppo dei pari» riempie una più larga parte d~lla vita del bambino. I giardini d'infanzia,~ le scuole pub– bliche, i centri ricreativi, assieme .ai grandi rrlezzi di c.orpunicazione come la televisione, la:. rad.io _ ... e i •giornali per l'infanzia, sono tutte cose che .:diminui~conO ..,l'impo·r– tanz:a specifica dei genitori nella .sua forfnazione. 2. L'accelerazione dei mutamenti sociali e tecnologici allarga la frattura che si è soliti· ri-1~~a~re "tr·a una' ge.ne – razip1~e e un'altra. Il sapern dei_,genito1:i ·P!'esto · d.iventa Superato, m·entre il « gruppo dei pari » si àssume sempre più la funzione importante di veicolo di trasmissione dei valori morali e sociali e delle norme pratiche del « saper vivere». 3. Nell'attuale alto grado di mobilità sociale, i gio– vani tendono a salire nella scala sociale, specie per mezzo dell'educa~.ione universitaria. La famiglia non è pili in grado e còmpetente a istruire i giovani per introdurli· nella nuova condi:do11e sor.iale, e perciò anche in questo . compito sì sostituisce il « g1·uppo dei pari»: Lo spazio i10n consente di sviluppare pe;· intero questi tre punti: Penso però che la loro stessa formulazìone sin– tetica sia _già suffìciepte a farne avvertire tutte. le im– plicazionj, Per riassumere e concludere, secondo Riesman la · gente, nella società attuale, tende a farsi guidare dagli • alti-i, a riçercare di preferenza l'approvazione e la stima dell'ambiente circostante, a conside!'are precipui valori le forze che portano fuori_ di se stessi, come, ad esempio, la socialità, che minimizza le differenze e massimizza le somiglianze, la cooperazione e il pi·ocedere con g1i altri. Ora tutto questo nasconde la minaccia di un « confor– mismo» non augurabile, e per questa ragione molti cri– tici non hanno condiviso l'ottim.ismo di Riesman relati– vamente a1lo svilupl)o· sociale del prossimo futuro. Per quanto mi riguarda, a parte la riserva contenuta nella prima parte di questo discorso lntroduttivo, ritengo che bisogna essefe ottimisti e operare con ottimismo. Accanto alla minaccia di un reale conformismo vi è la possibilità di uno sviluppo sociale positivo se, avendo perfezionato gli stnnne'nti della previsione, riusc;remo a prèpa.rare le form0 adatte di intervento; Cosc.iente ,nella società:, di partecipazioni democratiche attrave1·so la pe– dagogia, la politica, l'arte, la scienza, ma, soprattutto, attraverso la fede ]n qualche cosa che ci accomuna, per la quale condividere il rischio di viv~re la vita piuttosto che trasferir1o in alfri e perdere così del tutto il senso della propria appartenenza, ANTONIO CARBONARO situazione, cioè, .di ordinato inserimento nell'« organizza– zione » o nel « sistema », che favorisce la sua composta adesione a una delle 01-todossie vigenti - in conti-asto con la situazione di demciné o di «eretico» così spesso tipic:1. dell'intellettuale in Italia o in Francia e tale da confe– rirg1i un'instabilità pill accentuata ma anche un'acutezza. spregÌudicata di giudizio tanto più viva e sensibile. Ma questo non vuol essere t1n giudizio globale e asso– luto: nella raccolta non mancano pagine più positive, ove si tenta u~ approfondimento dell'assunto in base a un Sel'0no esame di coscienza. Come il prof, Bergstraesser cni appartengono Je pp. 50 e ss., siamo anche noi convinti che es~en½iale presupposto per la positivitii della vita futura dé'lla Ge1·mania unificata sia• la rieducazione inte– riore déi popolo tedesco al sentire democratico e alla re– sponsabilità politica, la sua Progressiva libe1·azione dalle ·' vecchie tare autoritaristiche. In queste pagine l'autoctìti(~a tocca punti veramente ijensibili; esse ci insegnano corno anche alla. coscienza tedesca, a.Imeno in alcuni suoi espo– nenti più illnminati, sia pl'esente il pericolo insito nelìa genet·ale tendenza del paese a produrre perfetti funzio– nari pi;ofessionali. piuttosto che cittadini politicamente co– scienti (v. a p. 55, in particolare), il pericolo della tec– nicizzazione assoluta, così sensibile in un popolo per troppo tempo livellato e Compresso e privato della diretta re!'ipon– sabilità politica da ferree oligarchie autoritarie. Il carattere culturale-astràtt'o che abbiamo ·sopra rile– vato nella raccolta ci pone infine un altro interrogativo - se esso non risponda, in sostanza, alla situazione ef– fettuale in cui si trova oggi la questione della unificazione tedesca. Problema. di politica concreta, o so1o diffuso senti– mento popolaee cui gli intellettuali conferiscono un pai-ti– colare rilievo? l.,1·opendiamo piuttosto per questa seconda ipotesi, guardandoci" bene peraltrO dall'adde9itare in primo luogo alla politica tedesca· una simile responsabilità, dato che oggi questa politica è, più di quella di qualsiasi altro paese di Europa, strettamente condizionata dalla politica dei grandi blocchi internazionali. La rigidità di contrap– posizioni che spira da molte pagine del nostro volumetto ci rafforza comnnque nella' convinzione che un incontrn fra rappi;esentanti delle due Cel'manie oggi darebbe pro– babilmente risultati ancqr più negativi çhe non lo sterile incontro del giugno 1947 a Monaco, che diede la dimo– stra~ione palmare dell'assoluta intransigenza e della non concreta volontà di trattative delle due parti in causa. Non è da una simile atmosfera che si può sperare l'avvio a una soluzione pratica del Problema tedesco. D'altronde il nosti·o volumetto ci riporta piuttosto. l'atmosfera uffici~le c.he quell'opinione di opposizione che s'incarna in un gran– de p·artito politico quale la SDI=>; e in quest'opposizione è dato sperare per ·una volontà più concreta e fattiva di risoluzione del problema dell'unificazione nel prossimo fu- . turo, se veramente, com'è da augurarsi, la. SDP potl':Ì. succedere al pefsonale politico attuale, a breye scadenza, . nella direzione della politica tedesca.
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