Nuova Repubblica - anno V - n. 13 - 31 marzo 1957
(156) •R!fflVll ~epubh!ir.a 3 L'INUUSrrHIA PETUOLlfERA NEL MONHO IL PETROI~IO --D-ELSAHARA Le previsioni pelrol.ilere moncliali sono state sensihilmenle modificale dalle recenti scoperte di giacill'cnli nel Sahara centrale: un enorme scatolone. di s<ihlia e cJj ·J'occia' 1na, da ,·ggi in poi, di sabbie e di roccie che, co111e quelle del Medio Oriente, possono valere pii, dell'oro di FRANCO FES1'I A NCHE l'opinione p~litica meno iniziala si è_ inle– ressata del problema , petrolifero mond_iale, du– rante la crisl P.el Medio-Oriente scatenata nello scorso luglio, e aricora ben }ungi dal sembrar.e r{solta in un mcdo qualsiasi, salvo il dato stabilito della più ampia presenza e responsabilità americana. L'estromissione dell'influenza anglo-francese dal Me– dio Oriente ha dimostrato che, come del resto anche noi avevamo sostenuto in precedenza (v. NR, nn. 38, 39 e 40 del 16, 23 e 30 settembre 1956), le riserve petro– lifere di quella zona e la transitabilità di Suez sono al centro. sia. delle preoccupazioni strategiche del Penta– gono che di quelle economiche del carteUo ,petrolifero internazionale _.:.. o alrrieno delle· cinque sue maggiori diramazioni -, al punto di spingere gli 'stati Uniti a calpestare senza alcun riguardo _gli interessi particolari dei più importanti alleati atlantici, pur di salvaguarda·re l'obiettivo principale per cui la NATO è sta"ta creata --.– che é e resterà anti-sovietico. La chiusura temporanea· del Canale, poi, ha confer– mato che la so,$tituzione eventuale delle fonti ·di approv– vigionamento medio-orientali con l'aumento della pro– duzione americana è un problema di difficile, se non impossibile, risoluzione, poichè si viene a rompere un dehcato equilibrio protezioni.Stico, stabilitosi a cura del cartello, tra tutta quanta la produzione petrolifera mon– diale. I produttori minori àel Texas, non appena è venuta meno, sia pure per poco, la possibilità da parte del cartello di pesare in modo decisivo sul n:iercato cdn le importazioni dal Medio Oriente, hanno subito chiesto un aumento dei prezzi, dato che i loro margini di pro– fitto sono notoriamente molto inferiort a ·quel~i dei grandi complessi' e, una volta che v_j:!:nivaloro chiesto di aumen– tare la produzione precedentemente sottoposta a razio– namento, si sono sentiti in cohdizione di_ fare la voce grossa. Un eccessivo aumento del prezzo mondiale del petroliQ non rientrerebbe d'altronde 'nei desideri del cartello, poichè aumenterebbe violentemente l'inSoddi-sfa– zione già diffusa verso la politica petrolifera del mortopolio e le tentazioni per molti paesi produttori di affrancarsi dal– la pesan.tissima tutela, e questo è un rischio inutile quando i prezi:1 attuali sorto tanto remunerativi. Dal canto loro, i nazionalisti siriani, mentre sabota– vano gravemente gli oleodotti iracheni - appartenenti ai complessi anglo-francesi - lasciavano indenne la grande pipe-line transarabiana dell'ARAMCO e, proprio durante le giornate di Porto Said, grossi esponenti delle diramaz.ioni americane del carte11o - dov.e èvidenteme"nte gti interessi britannici vengono messi ogni ,tanto a ta– cere, da qualche tempo a questa parte - se ne stavano ttanqudlamente al Caii-o per trattare concessioni petro– lifere con· Nasser, in modo da rafforzare sensibilmente· il di lui prestigio in un momento delicatissimo. Non ul– timo, poi. il caso del re Saud, il quale, dopo aver fatto dieci giuochi alla volta con Io scopo precipuo di salvare la miseria dei felicissimi sudditi insieme agli harem personali, é stato ricevuto da Eisenhower con onori cosi smaccati, da parere perfino ironici o ridicoli a chi ·non sappia quale cisterna di petrolio controlli 'e quanto oro abbia puntato e punti ancora sulla carta esplosiva del nazionalismo arabo. Non mancano accenni a tentativi di rivincita, da parte inglese e francese, nei confronti sia degli odiati Nasser e Saud che dei dispotici fratelli maggiori del car– tello petrolifero - il cartello, infatti, può ben consentire al suo interno contese di spartizione e di predominio -: un tentativo sarebbe la guerra dello Yemen,· dove però la presenza del petrolio ·sembra limitarsi a favorevoli indizi., altro tentativo il progetto della nuova pipe-tine israeliana Elath-Haifa, per mettere fuòri giuoco il pedaggio di Nas– ser. A parte il fatto che il. progetto Elath non riguarda il problema delle f0nti, ma soltanto quello dei trasporti, esso è di tal natura da non poter fare a meno di deter– minare un ulteriore inasprimento dei contrasti .... medio-– orientali, per cui è molto probabile che resti nel limbo delle intenzioni. Le posizioni ancora solidamente in mano degli anglo-francesi paiono quindi, a tutt'oggi, sol– tanto l'Iraq, dove il regime di Nuri es Said si- dimostra abbastanza stabile, e, limitata~ente agli inglesi, gli emirati di Kuweit, Kater e limitrofi. Sono tutte posi– z;oni, però, il cui pacifico sfruttamento petrolifero è legato a:I benestare della Siria,· per gli oleodotti, e dell'Egitto . per la navigazione, e quindi ad una re:ativa tranquil- lità politica di tutto quanto il Medio Oriente, impen– sabile ormai senza una stretta subordinazione alle su-· periori direttive americane ed •una tempestiva soddisfa– zione -delle istanze nazionaliste più immediate ed urgenti. Non sono, quindi, carte risolutive. Invece pochi harino fatto attenzione a quanto è acea– duto di molto più risolutivo agli effetti del prossimo · sviluppo detrindustria petrolifera mondiale: stmpre nel corso .del 1056 un vero e proprio' a~o neUa manica è Ca– pitato alla Francià, a quel paese, cioè, che· fino al 1955, con poco più d1 300 mila tonn.-anno di produzione na·– ·zionale e.•con la COmpagnie Française d•.!S Pétroles, che era soltanto, l'ottava soreJlina - miilorenne e sotto tu– tela - delle sette grandi sorel1e crirtellatè, non dete– neva certamente una pòsizione di prirrio piano neJ mer– ,ç·ato petrolifero mondia.le , almeno per la produzione. Soltanto è una carta che. per ragioni politiche europee e mon<liali, · è molto diffic.ile i francesi possano o sappiano ben giuocare, benché non ne manchi rerto, almeno ad alcunr pionieri, la volontà. -, La produzione nazionale francese è salita, nel corso del 1956, od un milione e mezzo di tonn .. dovute pril1- dpa1mente ai nuovi p0zzi di Parentis, peì.-forati dalla Standard of New Jersey, ·mentre un gi~cimento di metano capace. per ora, di fornire fino a 4 miliardi di mc.-anno è stato messo in ve te a Lacq, sempre nel bacino della Gart>nna S1 tratta. quindi, di una produzione lievemente sllpe1•;ore a quella,-pur cospicua, dell'ENI in Val Padana. Ma. dove si sono avuti resultati di tale entità, .. così incoraggianti per il futuro, da determinare addirittura un mutamento sensibile neUe previsioni ·petrolifere mondiali, è stato in Algeria, e più precisa'mente nel Sahara C~n– trale, in quella vastissima region'e ufficialmente 1 deno– minata Territorio del Sud, che ha inizio circa 300 km. a sud di Algeri e giunge, nella parte più profonda, fino a ni.ezza strada tra il Mediterraneo e il Golfo di Gùinea, confinando largamente, oltre che con l'Ali;:eria propria– mente detta, col Marocco, la Turiisia, la Libia, i territori dell'Alto Niger, del Sudan Occidentale e della Mauri– tania - facenti parte tutti dell'Africa Occidentale Fran– cese - e il territoriÒ spagnolo del Sahara Occidentale. Uno scatolone di sabbia e di roccia, ma da oggi in poi,~di sabbie e rocce, che, come quelle del Medio Oriente, possono valere più dell'oro. Le ricerche vi erano cofldotte, da diversi anni, a cura del Bureau de Recherches de Pétrole. . .,)!,.._ I dati .. riportati nel rapporti di André Labarthe al consiglio dei_ ministri e al parlamento, sono per ora i s~– guenti. Riserve presunte 500 milioni di t., e si tratta soltanto di una p1:ima rapida induzione certamente infe– riore alla realtà; possibilità di produzione a breve- sca– denza (2-3 anni) fino a 25 milioni di t.-anno, da é1sse– gnarsi per circa la metà alla zona di Hassi Messaoud, si– tuata a sud-est di Ouargla, 650 ·km. da Algeri e circa 600 da Bona, e per il resto, in parti uguali, alle zone di Hassi R'Mel, a sud di Laghouat, 450 km. da Algeri, e di Edjelé-Tiguentourine, posta sul confine tra il Sahara Cen– trale e lo stato federato libico de-1>--Fezzàn, 1300 km. da Algeri e· soltanto 675 km. da Tripoli, in Libia, dove sa– rebbe più conveniente avviare la produzione. Da notare altresì il grande giacimento di metano a 1n·-salah, verso il sud del territorio, dove però le distanze, e il prodotto meno pregiato, sconsigliano lo sfruttamento. S E CONSIDERIAMO che il Marocco e l'Alger.ia insieme erano stimati, nel 1955, per appena 3 milioni di t. quan– to a rise1:ve, e che proàucevano in tutto sì e no 200.000 t.– anno e ·che il consumo annuo della Francia metropoUtana ragg1ungE., per ora, soltanto il livello di 18 milioni di t., possiamo subfto concludere che, nel giro di due o tre anni, l'equilibrio di tutto il mercato mondiale del p'e– trolio potrebbe essere profondamente alterato ad opera del Bureau de Rech•uches de Pétrole o di chi altro riuscisse, direttamente o indirettamente, a mettere le mani sui giacimenti· algerini o, sulla· b.ase degli indizi~ a met– tere in valore altre risorse nei territori circostanti. Le prospettive Sono particolarmente favorevoli se si pensa che ad Hassi Messaud-, località destinata a passare alla storia accanto a Bakù, _Kerkuq, Kuweit, Maidàn-i-Naftun, Daharan, Ba·rhein e via dicendo, si Sta ancora trivel– lando, e non si è finito, un giacimento di 140 metri di spesso-re ininterrottamente produttivo, quando si consi– dera già ottimo uno strato produttivo di 30 m. e, negli Stati Uniti; si ricercano anche g1i strati di un metTo o due! Anche se la profondità richiesta ·per perforazioni oscilla sui 3300 m., una tale ricchezza di strati produt– tivi fa già prevedere al Labarthe che il costo di produ– zione non 5arà superiore ai 560 franchi· per t., vale a dire a meno di 1000 ·lire, quando il costo di estrazione in Italia è previsto per 4000 lire e il prezzo •interna– zionale è di 12.500. Un costo inferiore anche a quel!o medio, già bassissimo, del Medio Oriente (1600), e. tale da permettere di coprire le spese di oleodotto con lar– ghissimi margini di profitto, da:i 3000 ai 4000 franchi la t., più di 6000 lire. Ma c'è di più: le esplorazioni sono, come già abbiamo detto, appena all'inizio, e, poiché le strutture geologiche del Sahara, se pure quasi del tutto iriesplorate, appaiono fondamentalmente uniformi, e l'estensione del Sahara Centrale si aggira circa sulla quarta parte della superfi_cie totale del Medio Oriente, se. Ìle può dedurre che, pur sup– pon~nd~ .la pr:oduttività medio-orientale doppia di quella sahariana, le Piserve sz.rebbero di due miliardi di t., pari. a'l ·7,5% delle riserve mondiali, quando il· Medio Oriente ne ha 17 miliardi (60%) e l'America anglosassone 4 mi– liardi appena. E inoltre la zona geologica sahariana non finisce col Sa·hara Centrale: il deserto è compreso Per larga parte anch~ nel :Marocco, nel territorio spagnolo del Sahara Occidentale, nei territori dell'Africa Occidentale Francese (Mauritania, Sudan Occidentale, Alto Niger), dell'Africa Equatoriale Francese (Ciad), nel Sudan ora indipendente (Sahara Orientale), nell'Egitto, nella Tunisia, nei tre s-tati della. Libia dove ltnZi nel Fezzàn la zona. sicuramente petro– lifera di Edjelé si spinge in parte entro i confini. In tutto il Sahara ci può essere petrolio, e se per ora soltanto Egitto e Marocco stanno promuovendo ricerche, alle qua'tl pare ·partecipi 3nche l'ENI, è ormai certo che, oltre al Medio Oriente, esiste un secondo grande scrigno petroli– fe1'o mondiale, di illimitate p~sibilità. Presenta il suo sfruttàmento minori difficoltà tecniche e politiche? Non ne siamo affatto sicuri. I NTANTO le difficoltà tecniche: nel Sahara non esistono quasi assolutamente infrastrutture di sorta, come alJ'ini– zio non ne esistevano nel Medio Oriente; quindi strade, · aeroporti, pozzi d'acqua, abitazioni, servizi di ogni genere, in un clima ugualmente disastroso, se non peggiore per la g1:ande lontananza dal mare. Enormi Je esigenze finanziarie ~- le attrezzature neçessarie per lo sfruttamento, Almeno 400 perforazioni in due anni, per 50 · miliardi di franchi, con grandissima difficoltà di disporre di sonde e di tecni.ci in misura sufficiente. A tale riguardo il rapportd Labarthe consiglia di ricorrere almeno fn parte a mezzi di perfo.– razione stipendiati, preferibilmente italiani o canadesi, e soltanto in .mancanz·a di meglio tedeschi o americani (!!). Poi la necessità di moltiplicare le squadre ge0logiche e geofisiche: oggi ce ne sono soltanto dieci, mentre ne occor– reranno settcmta, nel giro di due anni. Anche in questo caso il contributo straniero sarà largamente richiesto. Oc-: correranno pure almeno tre oleodotti (Hassi R'Mel-Algeri, Hassi Mes,saoud-Bona, Edjelé-Tripoli), per un totale di almeno 50 miliardi di franchi: H· rapporto citato indica le acciaierie lorenesi come pienamente in grado di produrre le tubazioni necessarie; si tratta comunque di 150.000 t. di acciaio. In totale, si tratterà di investire dai 12f) a{ 150 miliarçli ài franchi - vale a dire fino a 250 miliardi di lire - nei giro di dwz-tre armi. Notiamo che· Ernesto Rossi prevedeva, due anni fa, dai 100 ai 150 miliardi di lire, ripartiti in cin(lue anni, per le sole esplorazioni in Italia. Il Labarthe prorompe: << Dunque sarebbe del tutto assurdo alienare questa immensa ricchezza potenziale col pretesto della nostra incapacità a valorizzarla. Una nazione ... il cui red– dito annuo è di 17.000 miliardi (di franchi) e che nasconde 2.000 miliardi di franchi-oro nelle sue calze di lana (!), può trovare agevolmente nel giro di due o tre anni i 150 miliardi necessari per assicurarsi un destino conforme alla sua storia! Esitare o aver p<mra nel momento in cui l'avventura audace diviene vittoria sar•2bbe una colpa di fronte nUa storici! >>. E qui, con una fraseologia che con– giunge il maresciallo Lyau'i:ey a Mendès-France ( « ... si la France voulait ... ») e che ha, comunque, il merito di bat- . tere in breccia la grettezza dell'odierna classe tjirigente francese, si adombra il problema .di fondo, quello politico. Il Lq_barthe non ne parla esplicitamente, però, dopo aver– cene cond~tti fino alla soglia. lllllllllllllllllllllltllllllli111Ìllllll\\11111111111111Ulllllllllllllllllllll1111111UUUllllllllllllllllll111Ulln ABBONATEVI, FAH/ABl:ONAHE A ,nuova repubblica t.500 (annuo) 800 (semestrale) 450 (trimestrale) Ullllllllllllllllllllllllllll\41111111111111\llllllllllllllllllllllllllllUIIUllllllllllll!ltUIIIIIIIIIIHIUIIIIIIIII
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