Nuova Repubblica - anno V - n. 12 - 24 marzo 1957
6 COMUNISMO E GEOGRAFIA SOCIALE UNA CARTA D'ITALIA Il facilé dilemma di "lerrone o polentone,, si complica in virtù dell'inatteso terzo uomo del Centro-Italia. Proprio sul ceto mezzadrile emiliano e toscano si sviluppa la tesi di Giorgio Braga, di un comunismo che non nasce dalla miseria ma da una più complessa costetlaz:one di fattori psichici e sociali di DOMENICO NOVACCO I L PRIMO abbozzo per la redazione di una carta so– ciale d'Italia: ecco il contribL1.to maggiore che que– .sto libro di Giorgio Braga - n comunismo tra gli italiani (Saggio di sociologia), Milano, Edizioni di Comu– nità_, 1956 - reca agli studi politici. Una carta sociale d'Italia costruita ad una scala ragionevolmente approssi– mata. Una carta sociale che ci presenta un panorama an– tropico, ed economico del nostro paese assai più concreto e determinato dei grossolani schèmi correnti nella quo– tidiana pubblicistica (ad esempio: nord industriale, sud depresso). Una carta sociale che ci permette di cogliere sfumature ed angoli morti, di intendere le ragioni di talune apparenti anomalie dell'elettorato. Qui non staremo a discutere del metodo di lavoro. Bisognerebbe usare parole e concetti grossi: sòciologia e storia, scienza e verità, obiettività e statistica. L'uso di una terminologia astratta ha certo rinserrato in uno schematismo complesso talune intuizioni .notevoli sulla società italiana. L'intreccio dei criteri guida (tensioni o spinte, di tipo ora paretiano ora dialettico ora trau– matico,; inadeguazioni tra forme e matrki; rapporto tra microsociale o componente psicologica e macrosociaM o componente strutturale; comunione e massa; super Ego; strati, distinti in superiore, medio e inferiore, e attività, distinte I in primarie, secondarie e te1~ziarie; v"Ttt.ppi. chiusi, insediamenti., aggregati, regioni, subre– gioni, aree) è spinto ad un grado di discutibile prati– cità e di indiscutibile confusione. Conviene comunque rifarsi al fatto: al libro, cioè, e all'Italia che esso ci presenta.' Si tratta di un libro sti– molante, ricco di pensiero, di ambizioni, ~i prospettive. ILFACETO NEL SERIO (continuaz. da pag, 5) zioni si fanno più gravi. Si trova che Guy Mollet non è più abbastanza energico, e si complotta per rovesciarlo. Ma come rovesciarlo sulla· questione algerina, nena quale ha portato la c;orresponsabil~tà piena · e intera della povera SFIO? S'era pensato di rovesciarlo sulla questione del pre·zzo del latte, che Guy Mollet e Rama– dier, rìcordandosi di essere socialisti (di tanto in tanto è lecito), non vorrebbero aumentare di qualche franco al litro ... Ma siccome l'Algeria non acconsente a pacificarsi, è sulle riforffie ·che il governo si accanisce. Come dividere °l'Algeria? I nu.ovi dipartimenti creati sono sufficienti o · oècorrerà suddividerli a loro volta? Esso ha respinto come un tradimento· contro la patria il curioso progetto di creare una repubblica algerina indipendente nel ter– ritorio d~ Costantina, lasciando il resto• dell'Algeria .ai francesi. In quanto ai « ribelli », si dice che sono stati scoperti dalla polizia dei documenti da cui risulterebbe. che essi sarebbero disposti a trattare. Perciò vorrebbe dire che ormai sono alla fine. 'Se non ci fossero tutti questi morti (ammesso pure che i francesi ne esagerino il numero) la tragedia sta– rebbf! per cambiarsi in una farsa. Credo di averlo· detto altre volte: gli algerini hanno vinto. Quello che reSta da decidere, è il modo come questa vittoria possa es5ere resa pubblica salvando quello che si potrebbe chiamare l'amor proprio dei francesi. M;a l'Algeria oggi non è, in fondo, che uno dei punti nevralgici dell'orgoglio nazionale francese. · Domani; ri– solto bene o male ·il problema algerino, resterà l'Africa Occidentale, e l'Africa Equatoriale, e il Madagascar (200.000 morti dieci anni or sono ...). · Il faceto nel serio - per dire il contrario di quello che scrisse un secolo fa Nicolò Tommaseo - è nel fatto che Guy Mollet st·a creando grossi imbarazzi aI suo col– lega Macmillan con le sue proposte di estendere al Com– monwealth britannico il• mercato unico. Macmillan, in una situazione politica disastrosa, deve risolvere il pro– blema se estendere al Commonwealth .britannico la zona ae1 mercato unico, riducendo sempre più il prestigio e l'autorità inglese sui Dominion, o lasciarli fuori. Iri que– sto caso i paesi e le colonie dell'orbita britannica sareb– bero danneggiati, trovando sempre maggiori ostacoli ai loro· sbocchi sui mercati europei: con le conseguenze po– litiche facilmente prevedibili. Guy Mollet trasmette a Macmillan una parte dei suoi guai.. .. Gil'SEPPE ANDRICH Considerazioni storiche, geografiche, sociali, economiche, politiche, metodologiche, si accumulano con la viva• cità propria in chi ha molto da dire. La pressione con– tradd-ittoria dei · motivi · nasce dall'urgenza di una ri– cerca vasta, seria e in gran parte nuova. Il libro non studia il comunismo né sotto l'aspetto ideologico né sotto il profilo organizzativo: e di questo siamo grati al Braga. Con tanto ossessionato monoidei– smo si è considerata in questi ultimi anni la ·compo– nente ideologica comunista che qualcuno è giunto ad ignorare, a trascurare, la differenza tra il voto pci del– l'operaio di Sesto S. Giovanni e del bracciante di Me– lissa, del Illezzadro di Poggibonsi e del cafone •della Marsica. Sfuggiva così la varietà delle cause nella ana– logia degii effetti, come se i fenomeni politici si Potes., sero determin~re a parte, avulsi dal contesto etico-so– ciale-economico da cui emergono, come Se essi non fos– sero parte integrante di una relazione organica le cui radici vanno cercate· nel profondo della struttura so– ciale, della storia, delJa cultura del popolo. L'adesione al còmunismo, studiata a livelli diversi ed in rapporto ai rispettivi ambienti (operaio dell'in– dustria nel nord, bracciante agricolo ne}Ja bassa padana, nel delta e nel centro-sud, mezzadro neleltalia centrale, ceto intellettuale proletarizzato nel mezzogiorno), pre– senta una così ricca varietà di motivazioni che la pre– tesa di assimilazione ad un modulo unfoo altera il qua– dro reale degli orientamenti politici del paese ed auto– ~izza le più assurde ed arbitrarie generalizzazioni. Si sentiva il bisogno di. un layoro che cercasse, rav– vicinando la prospettiva, di intendere le adesioni sulla base di condizionamenti sociali e psichici differenziati; almen9 per gruppi affini relativamente omogenei. L'autòre appoggia le proprie considerazioni su di– verse fonti documentarie: a) i risultati elettorali forniti d~inistero degli interni, distinti per collegi e per gr'uppi politici; b) le cifre che l'istituto centrale di sta– tistica indicà sulla composizione della società italiana per professioni; c) le relazioni ufficiali delle recenti in• chieste parlamentari Treme)loni e Vigorelli~ d) una larga èorloscenza della recente pubblicistica politica ita– liana; e) un'approfondita preparazione geografica e sto– rica. I risultati del lavor~ sono illustrati con abbondanza e con chiarezza: abbiamo così 16 cartine (quattro gruppi di quattro) che studiano, iQ _scala 1/1.650.000, la geogra– fia della sinistra politica -iR Italia e cioè: I) la distribu– zione del comunismo; Il) la distribuzione del socialismo; III) la diffusione globale della sinistra; IV) l'increm!;!Ì1to della sinistra. Abbiamo ancora quindici tavole che stu– diano statisticamente aspetti particolari del problema, tra cui: a) popolazione presente nelle varie regioni, b) schema di struttura della popolazione delle diverse aree, c) raffronto percentuale delle sinistre nelle varie elezioni, d) oscillazione interna dei voti di sinistra nelle consulta– zioni del '46-48; e) analisi strutturale dei voti di estrema, f) loro ripartizione per gruppi sociali e, infine, g) i foto– grammi che esprimono, graficameqte la curva dei voti comunisti e socialisti in rapporto alle principali compo-– nenti (rurali e operaie). L'autore espone, dimostra e commenta alcune valide intuizioni fondamentali. La prima concerne la natura composita della struttura sòciale italiana: considerazione ovvia ma troppo spesso trascurata dai politici che ten– dono a sommergere l'eterogeneo nell'omogeneo, a sfu– mare i tratti degli ambienti peculiari irriducibili Così a) la gente di montagna non ha pressochè nulla in comune (come economia e psicologia) con i valligiani sottostanti; b) spesso le valli si differenziano esse stesse dall'am– biente circostante per particolari condizionamenti clima– tici O anche spirituali (ad esempio i gruppi. valdesi); c) talora una città si differenzia dalla fisionomia economica della propria area: così ?rato, geograficamente toscana, appare un'isola nel centro-Italia che conorce in genere un ben diverso equilibrio sociale; d) così sopratutto Roma appare avulsa dall'ambiente laziale poiché deriva i .suoi caratteri da fattori in gran parte-artificiosi ed avventizi. In secondo luogo l'autore distingue tre diverse zone sociali come tipiche di vaste estensioni del territorio na– zionale. Una prima zona aperta e dinamica (area setten– trionale), una seconda arretrata e statica, chiusa in par– rocchie (area meridionale e insulare), una terza infine arrestata e congelath. ad una fase mezzadrile e preindu– striale. Il Braga ha concentrato il suo sforzo di interpre- ... tazione su questa ·terza zona, et pQur ·cause. Per la prima si trattava di passare dalle generalizza– zioni semplicistiche ad una misurazione più attenta per il rilevamento di isole di pauperismo e di disgregazione sociale (la zona del delta padano) disperse in Un am- (155) nuova repubblica biente economicamente progredito. Per ,la seconda si trat– tava di determinare i caratteri di una società spesso pri– mitiva o nella quale l'unico fattore moderno di redistribu-• zione economico-sociale rimane a tutt'oggi (troppo scarsa è ancora l'opera degli enti di rifqrma fondiaria) la· grailde emigrazione transoèeanica nei decenni a cavaliere del '900. La classe che più si è avvicinata al comunismo, nègli ultimi anni, è l'élite intellettuale che ha governato' nei secoli il paese per conto del ceto agrario: oggi tale classe minaccia di ribellarsi in nome della sua offesa e misco– nosci~ta dignità culturale. Ma è soprattutto la ·natura della terza zona che biso– grava chiarire perchè sussiste in merito ad essa un fon– damentale equivoco. Il grosso del voto comuni.sta è pro– prio nel centro (se non in valori assoluti almeno in per~ centllale); la massima erosione ·delle vecchie posizioni socialiste è avvenuta proprio nel centr.o. Il Braga.spiega tale fenomeno sottolineando la peculiarità della zona sia rispetto al nord che rispeffo al sud. Mentre altrove l'ade– sione comunista del bracciante e del sottoproletario di recente formazione (il sottoproletariato antico è ancorato a posizioni monarchico-fasciste e cattoliche: Danilo Dolci ne sa qualcosa) deriva· da una spinta traumatica, da una tensione che genera una brusca rottura giustificando una secessione sociale classista (i ricchi e i poveri), l'adesione comunista del ceto mezzadrile emiliano e toscano deriva da una diversa spinta, del tipo paretiano. Si tratta cioè di un ceto impedito e frustato mentre era in fase ascen– sionale. Opera in esso una ambizione 'inappagata. Lo scarso ricambio di classe dirigente ha genera·to una ten– sione che si riversa nell'attesa di una nuova società. In questo caso il comunismo non nasce dalla miseria ma da una più complessa costellazione di fatt0ri psichici e so– ciali. Tutti i tentativi di assimilazione del centro al nord, ignorançlo la linea gotica, e del centro al sud, ignorando il confine di Eboli, dove Cristo stesso si è fermato, ri– schiano di determinare un grave fraintendimento della effettiva situazione e dei relativi. problemi Sicché il facile dilemma dell'italiano (terrone o po– ·1entone) si complica in virtù di questo inatteso terzo uomo. E mi pare che, nel complesso, pur con le:\tara do– vuta ad ogni schema sociologico, si tratti di una tesi da accogliere con favore, proprio perché la relativa 15,tasisò– ciale, la rigidità delle strutture, rimaste pressocché al li– vello dell'appoderamento settecentesco della terra, ·e la conseguente asprezza della lotta politica, sono indici evi– denti di una peculiarità che non può essere ignorata' o elusa. C ONSIDERAZIONI interessanti si incontrano nel libro (che è stato scritto nella primavera del '56) sull'aper– tura a sinistra e sulle possibilità concrete di un'alterna– tiva socialista al centro democratico. Il centrismo precon– cetto spiega certe reazioni dell'autore· (che è cattolico). Per esempio: certe ingenue meraviglie sul voto psi e non psdi di lavoratori socialisti reduci da u·na temporanea emi– grazione in Francia dove pur avevano aderito alla SFIO àutonomista. Ma nel complesso egli riconosce: I) un gene– rico orientamento socialista dell'elettorato del nord, nel cui ceto operaio si inizia un certo distacco dal comunismo per l'esigenza stessa del processo tecnico e della maggio– re qualificazione del lavofo; II) una situazion~ cristalliz– zata nell'area centrale con prevalenza comunista che, nell'ipotesi improbabile di sfaldamento, rischié]. di con– fluire su posizioni centriste o fasciste prima che socialiste; 111) una certa possibilità di recupero democratico da parte del socialismo meridionale, nell'ipotesi di una sua tipresa. Ipotesi legata a due con"1:lizioni:a) una maggiore distin– zione ideologica dal pci, b) ed una più attiva organizza– zione ed autonomia sindacale; IV) una generale carenza dei quadri socialisti, poco aderenti alla società italiana di oggi nei suoi problemi e nelle sue forze. Ispirato da una sincera preoccupazione di evitare agli italiani !'esperienza comunista, il, libro del Braga chiede ai politici una maggiore adesione non alla generica attesa della povera gente (La Pira), ma alla trama delle situa– zioni psicologiche e dei condizionamenti. sociali operanti nel paese. · . . · Critica perciò l'empirismo e il paternalismo, il dottri– narismo e l'immobilismo, le riforme che, studiate a tav0- 1ino, provocano effetti di crisi riflesse nello stesso am– biente del quale risolvqno crisi storiche e massicce; criqca soprattutto la distratta noncuranza di chi ignora come .il ritmo del progresso tecnico sposta rapidamente i termini di una questione sociale che è inienuo e retorico 'imma– ginare e proporre anCora nelle forme classiche di fine otto– cento. Ultllllllllll11111111111111111111UllllllltllllllllllllllllUUIIIIUIIIIIIIIIIIUIIIIIIIIIIIUlllllllllllllllllll'}ll\ ABBONATEVI, FATE ABBONARE A nuova repubblica 1.500 (annuo) 800 (semestrale) 450 (trimestrale) 11111111111111m1111111111111111111111111111111111111111111m1111111111111111111111111111mm11111mm111111
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