Nuova Repubblica - anno V - n. 8 - 24 febbraio 1957

6 LE ltlE li OR I E I) E I, L A I{ It U P S K A I A L'UOMO E ILRIVOLUZIONARIO di ALFRED ROSMER I RICORDI di Nadiejda l(rnpskaia • sono stati scritti · trent'anni fa.: l'edizione originale russa fu pubblicata A Mosca, nelle Edizioni di Stato, nel l !)26, e l'opera fµ tradotta e stampata in diYersi paesi negli anni successi"vi. ln Francia, l'Ufficio editoriale del Partito comunista pubblicò una prima versione dei Ricordi nel 1930, ed è cu– rioso notare che la versione successiva, già completamente «stalinizzata>, fu pubblicata da un editore borghese e svizzero, Payot, nel I933. Sia conseguenza del < ritorno · n Lenin» vantalo dal congresso del partito comunista 1·usso come contro-partita della denuncia dei crimini di 8talin; o ~ia conseguenza della rivendicazione degli storici russi, finalmente fom1ulata pubQlicamente, di aver diritto di accesso agli al'Chivi e di poter trattare gli ~rgomenti sto• rici in maniera tale che non li renda ridicoli agli occhi degli ~torici degli altri paesi, con i quali la nuova politica rac– vmrnnda di tenere dei contatti; sta di fotto che la tradu– zione italiana testé pubblicata è fondata sul testo originale, quello del 192G. Arriva in ritardo ma in nn momento fovo– rc,·ole, quando, in tutti i paesi, i partitì comunisti, già tur– bati e disorientati per l'improvviso e brutale ripudio di Sta• lin dH parte dei complici silenziosi dei suoi crimini, sono ~lati del tutto sconvolti ·dai carri armati l'USSi contro gli au– tcrllici Soviet unghernsi. 111 una pl'e(azione alla seconda edi~.. ione russa, la Krup• skaia dichiariwa che scrivendo i suoi Ricordi essa si propo– neva di descrivere le condizioni in cui Lenin visse e lavorò. Se, in ultima analisi, il suo lavoro non ò esente da critiche - come mostreremo più sotto - 1 così formulato lo scopo che !"autrice si pl'Oponeva è stato interamente raggiunto. Dall'arrivo di Lenin a Pietrogrado nel 1893 fino alle gioi'• nalo cli'ottobre del ]!)17, possiamo veclel'e Lenin e seguil'lo in tutte le sue attivitù: nella sua vita familiare, nell'orga– nizzazione del pa1·tito, .nella preparazione dei congressi, nel travaglio costante cli r.icerca e di studio. Abbiamo davanti a noi il vero Lenin, ritratto semplicemente e fedelmente, .srnza jnutile magniloquenza, sop,attutto senza le scioc· che:1.ze che abbondano nei panegirici ufficiali, di cui è un m odello quel « Lonin: breve visione della vita e dell'opera:, P.ubb!icato nel J!)42 dall'Istituto Mar·x-Engels-Lenin, e con– :-:1dernto tuttora come opot·a fondrimentale su questo argo– rnonto, a vergogna del suddetto Istituto. Nelle sue grandi linee la vita cli Lenin descrive la stessa c111·,·adi tutti i rivoluzionar·i russi: adesione al socialismo prima dei vent'anni, attività clandestina, pt·igione, depor– fazione in Siberia, esilio. Tuttavia il ruolo che egli ha giuo– calo, il posto che ha occupato nel movimento socialista e 1wlla Rivoluzione porta1l"o a pensal'e che ci fossero in lui dei tratti partic-ohni di cnrnttern. E' questo, nppunto che lii J~t'upskaia l'ivola 1l8l'l'ando con sernplicitA la loro vita rom un e: Lenin viene a Pietrngraclo dagli Urali, dove ò 1rn.to, nel 18!)3; subito enti·a in contHtto con i circoli mar– xi.-;ti della capitale dove incontra la ](rupskuia. Saranno ch•portat.i in Sibel'ia. all'incirca lo stesso giorno, vivranno Jaggiù insieme durante i quattro anni della deportazione e da allora, durante la lorn vita errante di esilillti, non si la– ~ceranno più. _r:uomo c:1e il lettore troverà in queste pagine, straordinarie se parngonatc con il funzionamento dei partiti coruunisti staliniani e le abitudini di vita dei loro capi. · ]i'inito il periodo di deportazione, L. e la K. decisero di partire per l'estero; si stabilirono prima a Monaco, poi a Londra dovo trascorsero gli anni 1902 e 1003; quindi a Gi– nevra, Parigi, Cracovia; ma dapperh1ttç, sarà la stessa vita. Sul soggiorno londinese il racconto della }{. è particolar– mente interessante; rivela. un altro tratto distintivo del carattere di Lenin. A differenza della quasi totalità degli esiliati che, quasi sempre, vivevano insieme, nelle stesse pensioni, si ritrovavano continuamente, discutevano a lungo tra di loro, formavano come una piccola isola russa senza contatti con l'esterno, Lenin si tuffava nella vita della cit~ù, cercando di penetrarla, di comprenderne più che potesse in r·elazione al tempo che aveva da vivetci. Ecco q1,10ll0 rhe 1·ipo1·ta la ](.: « Mia madre doveva venire a stabilirsi con noi e perciò .decidemmo di affittare due camere, di con– durre vita di famiglia e cli cucina.re in casa .... Si viveva anche allora a spese dell'organizzazione, bisognava badare ai centesimi, ed era più economico vivere in casa. Dal punto di vista cospirativo, ci sistemammo nel modo migliore che ci fu possibile. Allora a Lond1·a non era necessario av~re documenti; si poteva denunciarsi con qualsiasi nome di fa– ~1iglia. Noi ci denunziammo come la. famiglia Richter .... 11,ic studiò invece Londra vivente. Viaggiavft con ·piacere sull'imperiale degli omnibus in tutti i sensi della città .... frequentava anche le mense popolari e le chiese .... Una volta capitammo persino in una chiesa socialdemocratica :,. . Allora, come sempre nella sua vita, Lenin dava grande importanza alle let1ere scritte eia operai; non ve ne ei·ano p_er lui di insignificanti, pel'ché lo considerava mezzo pii:1 sicuro per conoscel'e le loro vere condizioni, per cogliere il Jo,·o pensiel'O, il loro giudizio sugli avvenimenti. Durante i quattro anni cli depo1ta:tione egli studiò con la stessa atten– zione le condizioni dei contadini. Come lo vediamo subito fermissim_o e intl'8nsigente quando si fratti di principi fon– damentah, altrettanto è sempre accessibile alla discussione, pronto ad ascoltare gli a1·gomenti di un contraddittore e se ~i è sbngl~ato, a. riconoscerlo sinceramente. Quello che gli interessa e convmcere. In questo si differenzia completa– mente da Plekhanov, il suo fratello maggiore nel movi– ~ento e conside1·ato generalmente come il padl'e del mar– xismo russo. Plekhanov è altero, distantt•, sprezzante; i suoi s:herzi ~ la sua.ironia - non sempre di buon gusto - sono slerg_,nJ1 per gli interessati e dannosi al po1·tito. J,enin non ? collo- come lui ·e deliberatamente si rifiuta di impegnarsi lll cose che lo allontanerebbern dalla linea che si è tracciata· si mette volonttll'iamente dei paraocchi. Ha utl solo scopo: semp1·e presente: prepat'Rre la rivoluzione; tutto deve essere concentrato su questo. Ma non è settario - nel senso co– mune della parola - e sal'à pii', cli una volta vittima del suo prossirno, dei militanti del partito che non Jo com– pl'endono e di cui egli conclanne1·à allora la ristrettezz;a men– tale e l'incompl'ensione. lo :-:orprendera come Sol'pl'Cse i delegati dei primi congressi ck•_ll' lnternaziona.le comunista; egli era allora poco cono– :-:r•1uto fuori dei cil'Coli socialisti russi anche flsicalllente e il suo aspetto, come il suo comportamento, non J'assomi~lia– YUno. affatto all'immagine assai co1wenz10nale che ci si facp,·a allora del 1·ivoluzionario ru,.;so. · E~li. sorprende ancho i socialisti che incontra nei gruppi n11nx1sil; ma quello che colpisce nel nuovo venuto è il 1-<'nsodell"or·ganizzazione, della tecnica del lavoro clande- 1-lino, dell'importanza attribuita ai dettagli (egli esige il lnvom ben fatto), della sua insi.Stenza sulla necessità dei legami con gli opel'ai. La K. scrivo: « I nostri rFtpporti con i cil'coli operai non 1)assarono naturalrnente inosservati. P1·e.-.to fu organizzata una forte sorveglianza. Fra tutti i .membri del nostro gruppo, V. llic el'a il pjù hra,·o anche nel. la,·oro cospirativo; conosceva tutli i cortili con due 1t~c1te e s~peva _bei1issimo sviare le spie. Egli ci insegnò il mo~o~o di. cor'.·1sponclere per me~zo di punti e di segni, scr1tt1 con mch1ostro simpatico fra le 1·i"'he dei libi-i e "'enc- 1·a!izzò l'uso ~degli psendonirni. Si ,·ede 0 va che ave,'.a i;npa- Nello stesso tempo, è 11110 studioso. Ama lavorare nelle h_iblioteche delle grandi citt.ù.-··•.ALondra frequenta il Bri– t1sh Museum, dove può riho,f'are le hacce del s110 illushe predecessore, Carlo Ma1·x; a Oinevrn, una Società di Let– tu1·a è per Jui il luogo ideale per lavoral'e; ha una stanza tutta per sè, la possibilità di ottenere tutte le opere che gli occorrono e anche può nl:rnrsi via via e cumminar·e su e "'ili e~ercizio favo1·e,~ole alla elabora~ione delle idee. TI pl'obl;'m~ cl~_un « s~gretar1? l> allora non s1 poneva ncppur·e, ma anche p111 tardi })l'efe1·1sempl'O scr·i\"ere piuttosto che dettare e _s~riveva s_eriza inutili p1:eoccupazioni di stile, sforzand 1 osi cl_1 raccogliere '"utti gli argomenti per una solida dimostra• :,:io_ne. A ~:,a!·igigli accadrà. una spiacevole avventura. Poi– cl~e la B1?laot~c~ na.ziona I~ era lontana dal suo alloggio, a_, eva deciso d1 fare. il tragitto con una bicicletta che depo– s1ta~~a nelle sc_ale eh una f'asa vicina, dando due soldi al f 0 "! 1ere. I:n ~!Omo, la bicic.letta è sparita: e il portiere ,si mnta a d1rglt: « I due soldi erano per permettervi di met– tere lì la bicicleta, non per sorvegliarvela ». l'alo alla scuola dei populisti :i,. • Secondo la. K. questo pe1·iodo ( I 894-J 808) è eccezion al· mente importante per lo sviluppo delle concezioni mai·xiste ·e por ,il lavoro pratico, sebbene i risuliati sembrassero allo,·a poco ,·isibili: nessuna azione eroica, ma un solido legame con _le masse, con gli opel'8i: ora necessa1·io comprenderli e far~1 comprendere. « Fu durante questa oscura attività a J>ietl'Obur·go, che niatmò in Ilic il capo delle masse operaie,.· Quello che oggi si chiama « Fappal'ato del partito», cioè quel~a massa enom1e di funzionari, quella burocrazia spesso rnostrnos~ e ~~mp1·? ne.fasta, si riduceva allor·a a un- piccolo S'."UJ~pod1 militantt devoti; tutti i testi erano scritti è rico– J~iati a mano, articoli e opuscoli, e così nnche tutta la cor- 1·1spon~lenza e specialmente la corrisponden:r.a clandestina che es1ge delle cure particolari. Gli uffici dell'organizzazione :-:ono per un certo prriodo istallati nell'appal'tamento, di ch_iestanze, dove Lenin è il redattore e la 1\. l"nmministra– hico: tutte cose r-he pa1·0,·ano ullo1·a nonna li e che sono coinunl a tufli i gl'uppi 1·i,·oluzionari; 111a che app1,,iono LE~I~· ama lo st~1.clio,_ ma non è libi,esco, come la s1,a vila lonchnese ha gw dimostrato; se lavora nelle bibliote– che è per due rngioni: prima di tutto pcl'ché solo lì può trova1·e i libri che gli occorrono, poi per salvnrsi dai• dsita– tori. Poiché egli difende gelosamente il suo tempo; le riu– nioni e le discussioni sono indispensabili, ma alla loro ora, e una vita di famiglia come è la sua gli pennello cli rego– lRl'e la sna attiviti1: egli si isola per salvHre il suo tempo. Mar-tov ò uno degli uomini che stimfl di piì1 e per il quale sente molta amicizia; a,·e,·fl lavorato con lui intimamente agli inizi dell"Tskm; la rottura con lui sarì1. per L. sempre penosa e sarà felicissimo quando lo ritl'O\·en\ al suo fianco nolla Redazione ciel Sozicildemokrat nel 1010 o quando si incontrel'anno sulle medesime posizioni, all'inizio della J:nima gt1erra mondiale . .!Ua la conver,.;azionc di l\Iar·tov lo stanca. Martov .è un giornalista nato; vi,·e e lavora al caffè; sa tutto, le grandi e !e piccole novitù, passa da un soggetto all'altro, sempre inte1·essante, ma in IÌn dei conti un po' superficiale. pensa Lenin, il cui pensiero Rempre concen– trato s1il suo scopo si rifiuta di lasciarsi distrarre da argo• menti futili. J suoi rapporti con IH famiglia, con gli amici, mostrano 1m Le11in sensibile. Le ,·ot ture g li sono penose. Malgrado lfl. sua vittoria al 2.o congl' es.so tenuto a Lonclrn nel IH03, malgrado che· la 111aggiora1na lo abbia sr.guito contro g:i (15 t) nu11va re11ùbblica altl'i cli1·igcnti dell'organi~.zazione, prende a malincuore Ja 1·isoluzione della scissione, soprattutto del hn·bamento cho essa crea; le decisioni del congl'esso sollevano più problemi di quanti non ne abbiano risolti; le discussioni rinascono sonza finr, le riunioni si succedono alle 1·iunioni; dapper– tutto ci si chiede < Che cosa è successo al congresso?>. Al– Jora la resistenza no1·vosa di L. cede; è al limite delle fu1-t;e. Per ritrovare il suo equilibrio e poter rimettersi al lavoro si ~ufferù nelle sue ·1·isorse nat11rali; egli ama le lunghe pas– seggiate, le escursioni in montagnA, ·la caccia. La I<. e L. hanno allora lasciato Londra per Ginevra. Una mattina si mettono sacco in spalla e partono per un mese sulle mon• · 1agne circostanti. Como sempl'6 hanno poco denaro, si nu• trono soprattutto di formaggio o di uova.. I sacchi sono pe– ~anti; in quello di Lenin, c'è un grosso dizionario francese; m quello della ](rupskaia un libro francese che si propon– gono di tradurre. Dizionario e libro saranno aperti rara– mente; la natura è troppo bella. ]:,ili tardi, a Parigi, farannò delle lunghe passeggiate per i boschi vicini: Clamart, Meu– don; gite in bicicletta fino a Longjumeau, dove ha potuto essere istallata una scuola del partito. E più tardi ancora, a Mosca, quando le angosciose prove della guerra civile r~pressa dagli interventi stranieri lo permetteranno, si distrarrà con !a caccia. Vi si era dedicato con passione già nella giovinezza e la ](. raconta questo aneddoto. Rife1·endo su una partita di caccia, L. disse: « Era troppo preparata; le volpi si buttavano incontro ai cacciatori; quando una di esse venne v~rso di me, abbassai il fucile )l. l'lerché? - gli fo domandato -. « Era troppo bella». • Gli Editori RiuniÙ ce ne hanno dato oggi una tradu:– zione italiana, sotto il titolo « La mia vita ·con Lenin >>. La tra– duzione italiana appare senza altra introduzione che que1la brevissima de1l'autrice, mentre sarebbe stato indispensabile ricordare le condizioni in cui i Ricordi furono ulteriormente stampati giacché è ora stabilito 'con certezza. per la confes– sione stessa dei successori di Stalin, che sotto il regime di questo la storia della Rivoluzione e soprattutto quella del partito comunista fu di volta in volta rivista e corretta a seconda delle esigenze della politica del momento. MOSAICO SUD-AMERIC (conf.inuaz. da pag. 5) operai), orgànizzata dall'ORIT (Organizzazione intera– mericana dei sindacati liberi), è riuscita a mettere le cose nella loro vera luce. La ·reazione non ha tardato. Per esempio, il partito socialista popolare del Cile, ·che aveva considerato la possibilità della costituzione di un Fronte popolare con il partito comunista, ha condannato energicamente l'aggressione sovietica contro il popolo un– gherese. Altrettanto hanno fatto l' APR (il partito mag– gioritario, popolare, del Perù) e il MNR della Bolivia. Il presidente boliviano ha anche ricevuto i delegati un– gheresi. Ancora più significativa la reazione negli ambienti intellettuali: José Iturriaga e Leopoldo Zega, ad esempio, il primo sociologo e il secondo filosofo messicani, si sono dichiaratamente espressi contro l'intervento sovietico in Ungh~ria. Come reagiscono i comunisti latino-americani? Con il metodo Ollendorf: Avete un ombrello? - No, ma ab– biamo un lapis. Lo si è visto chiaramente a una confe– renza stampa del pittore comunista messicano David A. Siqueiros (lo stesso che diresse il primo attentat~ contro Trotski nel 1940). Di ritorno da un viaggio in Egitto, Cina comunista e India (su invito del governo di Nehru, a quanto ha tenuto lui stesso a precisare) Siqueros ha parlato ai giornalisti. Alle domande sull'Ungheria ha ri– sposto che ne avrebbe parlato in un prossimo incontro, del quale naturalmente non è stata fissata la data. Ma ha sostenuto che { latino-americani si interessano troppo di questioni internazionali, e non abbastanza delle ;que– stioni del loro continente. E' ancora all'Ungheria che Vicente Lombardo Tole– dano, presidente della CTAL (centrale sindacale ade– rente alla .Federazione sindacale mondiale comunista), deve la conservazione del posto di dirigente del partito popolare messicano, organizzato dai comunisti allo scopo di mascherare la loro attività. Lombardo era stato << con– dannato >> da Mosca per la sua inefficacia, per la perdita di prestigio subita negli ultimi anni. Ma al recente con– gresso del partito popolare, Lombardo, di fronte a un attacco massiccio dei suoi stessi sostenitori, ha difeso non solamente l'azione sovietica in Ungheria ma anche il patto nazi-sovietico del 1939 e la figura di Stalin. Mosca senza dubbio ha ·considerato che non fosse questo il mo– mento propizio per rimuovere Lombardo di fronte a co– loro che esprimono dei dubbi sull'intervento sovietico in Ungheria Lazaro Pefia, dirigente dei comunisti cubani, è venuto nel Messico apposta per stabilire - o i.mporre - un armistizio tra Lombardo e i suoi avversari in seno al partito popolare. E Lombardo continua a stare alla testa di un partito, indebolito dalla scissione della sua frazione più forte. quella di Veracruz, che si è costituita in partito socialista locale, indipendente. Nello stesso tempo, si segnala dovunque - nel par– tito comunista latino-americano - lo sforzo di dvalo– rizzare la figura di Stalin aome mezzo migliore per op– porsi al disagio determinato dagli avvenimenti di Un .. ghcria. \'ICTOR ALBA

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