Nuova Repubblica - anno V - n. 8 - 24 febbraio 1957
(15L) nufl,l'/l repubblica Dieta centrista del Vice.Presidente ( /Jù;, di Di110 /Jo.~·chi) SETTE GIORNI NEL MONDO L'El{EDE DIVISCINSKY1 Q UANDO Litvinov fu sostituito da Molotov al com– missariato del popolo agli Affari Esteri, il 5 mag. gio 1939,. nessuno sospettava che fossero state aperte da poco trattative commerciali germano-sovieti– che che dovevano concludersi. il 23 agosto 1939, con un patto di non aggressione che permise a Hitler d'in– vadere la Polonia e di scatenare la seconda guerra mondiale. Solo pìù tardi si potè capire che l'allusione fatta da Stalin, qualche settimana prima, nel suo di– scorso al XVIII Congresso del partito comunista sovie– tico, al desiderio di « non cavare le castagne dal Cuoco>> per nessuno, riguardava direttamente le democrazie oc– cidentali, che Stalin sospettava di voler incitare Hitler ad aggredire l'URSS per avere la pace in Occidente. Può darsi che la sostituzione di Scepilov con Gro– myko alla testa della politica estera sovietica non parta da motivi così reconditi e non celi prospettive così gravi per la pace nel mondo. Può darsi che solo fra qualche mese si riesca a comprendere, meglio che con le prime mazioni comparse sulla stampa occidentale, il signifi– cato di questa sostituzione. Ma sarebbe un errore nOn attribuirle nessuna importanza, per il sempliée fatto che Scepilov se ne va con tutti gli onori d◊vuti al suo rango. Pochi giorni prima della sua sostituzione, Scepilov aveva illustrato d_avanti al Soviet• Supremo le linee prin– cipali della sua politica e ne aveva ottenuto un'appro– vazione unanime. La nota trasmessa .alle potenze occi– dentali per ridurre la tensione nel Medio Oriente è attri– buita alla sua ispirazione. Ma l'insuccesso di questa po– litica all'ONU, dove la diplomazia americana è riuscita a rovesciare a proprio favore una situazione che sem– brava radicalmente compromessa all'inizio dei lavori di questa sessione dell'Assemblea Generale, è un po' un fal– limento personale del minish·o degli esteri dimissionario. Non si può dunque non cercare qualche rapporto di causa a effetto solo perchè la sostituzione di Scepilov non è avvenuta secondo una procedura democratica nor– male, alla luce del sole, nel' corso dei lavori del Soviet Supremo, ma in seguito ad 'una decision(;! dell'alto. Per il morrhmto, la brillante carriera di Scepilov non appare interrotta, ma solo rallentata, e così pure la politica estera sovietica non appare radicalmente modificata, ma solo indirizzata lungo nuove vie che i futuri sviluppi della situazione mondiale permetteranno di conoscere. Ma qualcosa cambierà; e siccome spetta solo ai pro– fet"i di fare previsioni in questo campo, conviene soffer– marsi sugli aspetti principali della polLtica passata, in particolare sui suoi insuccessi - o su quelli che possono parere insuccessi ai dirigenti sovietici - per cercare di individuare che cosa può cambiare. In quali settori, dun– que, si è esercitata più intensamente l'azione del mini– stro degli esteri dimìssionariq? s·otto la direzione di -Sce– pilov, Ja politica estera sovietica si è trovata coinvolta o si è impegnata in modo più ampio in due settori: in quf>llo dei rapporti fra l'URSS e le democrazie popolari ~ i_~ queJI~ clell~. 'J?f'netrazione nel Medio Oritmte. Scepilov era stato designato a succedere a Molotov alla vigilia della visita di' Tito, al quale il vecchio brac– cio destro di Stalin aveva sempre mantenuto il broncio. La sua nomi~::-ebbe dunque un carattere distensivo sul piano dei raÌ:>porti con Tito e poi con le democrazie po– polari. Ma lo sviluppo della situazione in Polonia, con la crisi Gomulka, e l'insurrezione ungherese mutarono brutalmente le prospettive in questo settore, costrin– gendo gli organismi militari e di partito a sostituirsi con la loro azione a quella del ministero degli esteri. - Mentre Scepilov era l'uomo della liberalizzazione gra– duale dei rapporti con le democrazie popolari, i fatti po– lacchi e ungheresi misero invece l'URSS davanti all'al– ternativa brutale di una liberalizzazione integrale, che poteva giungere fino al distacco daf°• patto di Varsavia di alcune democrazie popolari, o alla repressione mi– litare. La sua sostituzione con un tecnico della diploma– zia, già legato a Molotov, fa pensare che d'ora in poi i rapporti con le democrazie popolari e con la Jugoslavia saranno di spettanza esclusiva degli organi di partito e non più della diplomazia e che alla liberalizzazione graduale seguirà una politica - magari anch'essa libera– lizzatrice - ma più rigorosamente ispirata a motivi di potenza. • A NCHE nel Medio Oriente, il metodo della penetrazione lenta e graduale della diplomazia sovietica, pre– ferito da Scepilov, sembra essere stato messo in iscacco (nonostante qualche indubbio successo) dal radicaliz– zarsi della situazione, dopo l'azione militare anglo-fran– ceSe in Egitto e la decisione americana, espressa meta– foricamente cort la « dottrina Eisenhower», di· resistere con la forza alla ere.azione di basi militari sovietiche. La sostituzione di Scepilov riveste dunque almeno un significato abbastanza chiaro, anche se esso non per-. mette di prevedere le linee di sviluppo del1a politica sovietica nei vari settori: al metodo della diplomazia, per avviare a soluzione le controversie internazionali, i dirigenti sovietici sembrano di nuovo preferire il me– todo del baratto e dei fatti ~pettacolari, metodo più di– retto e più pericoloso, che solo una serie d 1 intelligenti iniziati\-'.e occidentali potrebbe permettere di sfruttare per risolvere alcune delle grandi questioni pendenti e per evitare la creazione di nuovi focolai .di tensione. . Il messaggio di Bulganin ad Adenaucr, l'invito ripe– tuto a Macmillan a recarsi a Mosca rientrano in questo metodo, che conduce agli incontri diretti ad altissimo livello. Mentre Gromyko avrà probabilmente l'incarico che ebbe a suo tempo Viscinsky, di difendere le posizioni di forza dell'URSS mediante la schermaglia diplomatica all'ONU, spetterà forse di nuoVo esclusivamente agli in– contri ad altissimo livello la soluzione effettiva dei pro– blemi di fondo. Anche le vie della distensione possono essere molteplici: si tratta di ~eguire que11a più adatta nel momento più adatto. PAOLO VITTORELLI 5 MOSAIC SUD-AMERIC di JIJCTOR ALBA. 'l'errore nel Vene:;mcln U NA denuncia sulla situazione dèl Venezuela è stata di recente presentata al Segretario generale delle Nazioni Unite dall'Associazione americana per la Democrazia e la Libertà. Una denuncia di più, che sarà archiviata e resterà per la storia. Eppure i fatti denunciati sono gravi. E' certo che il Venezuela attraversa un'epoca di prosperità econo-– mica, di grandi lavori pubblici. Suez ha dato al p.:trolio venezuelano un nuovo « boom>). Ma, accanto a questo, le libertà civili sono state interamente distrutte. E il go– verno del dittatore colonnello· Pérez Jiménez appare sempre più totalitario. Nel 1956, il dittatore proclamò un'amni.Stia. Dei 5000 esiliati solamente 60 ricevettero un visto per tornare nel loro paese. Di centinaia di de– tenuti nelle prigioni solo 12 furono liberati. Da qualche mese l'intero pae$e vive in un'atmosfera di paura. I · membri di Azione democratica e dei Sindacati liberi sono le vittime principali del terrore governativo. Ra– mon Quijada, vecchio deputato, presidente del sindacato dei contadini, è stato arrestato nuovamente tre giorni dopo essere stato liberato. Aveva passato tre anni in prigione. E' sparito, rapito o assassinato. Mario Perez Pinsati, industriale, apolitico, è sparito; probabilmente torturato e ucciso. Il documento aggiunge una lista .cìi• parecchie decine di nomi di altri elementi dell'opposi– zione che sono spariti; denuncia inoltre tentativi di at– tentato contro democratici in esilio. Quale è la causa di questa nuova ondata di terrore? Secondo la costituzione, le elezioni dovrebbero aver luogo nel gennaio 1957. Nessun annunzio è stato fatto a questo riguardo da parte del governo. Pérez Jiménez teme che le elezioni siano reclamate dall'opposizione e tenta di disarticolarla con l'intimazione e ·il delitto. Il llllOVO gOVel'IIO ll,l',!!,'Cllti110 I L GENERALE Aramburu ha varato un rimpasto go– vernativo, dopo avere, nel dicembre, radiato dai posti direttivi dell'esercito i militari tiepidi, par– tigiani di una politica conciliante verso i sopravvissuti del peronismo, e favorevoli, al tempo stesso, a un inter– vento dei militari nella politica, a fianco degli elementi cattolici militanti. Aramburu ha sostituito cinque dei suoi ministri ci– vili con altri, il cui passato anti-peronista è discusso; e· ha mantenuto ai loro posti i tre ministri militari (Guerra, Marina e Aviazione). E' significativo soprattutto che il generale Arturo Ossario Araoa mantenga il suo posto di ministro della Guerra. Ossario Arana è stato il più attivo sostenitore della democratizzazione dell'esercito e della esclusione dei militari dalla poliÙca. Nello stesso tempo Aramburu mantiene al suo posto il socialista indipen– dente Mignone, incaricato di occuparsi dei problemi della classe lavoratrice. Il generale ha promesso una volta ancora che nel 1957 avranno luogo le elezioni, e che i membri del suo governo non si presenteranno candidati. Sebbene Aramburu governi in effetti con poteri dit– tatoriali, il suo ministerO agisce_ sempre entro l'ambito di una vecchia costituzione argentina, rimessa in vigore dopo la caduta di Peròn. Egli è sostenuto non solo dagli eleffienti giovani dell'esercito e della marina ma anche - in generale - dai partiti radicali, socialista e demo– cratico. L'opposizione principale che incontra gli pro– viene dall'alleanza comunista-peronista (attiva soprat– tutto nell'ambiente sindacale) e dai gruppi di cattolici militari, scontenti perché la caduta di Peròn. non ha si– gnificato la ripresa delle posizioni di predominio che la chiesa teneva sotto Peròn, prima che questi si dichiarasse anti-clericale. In linea di massima si può affermare che questo rimpasto è un nuovo passo avanti verso la nor– malizzazione della vita politica argentina. DiYersioue comunista nell'America latina L A REAZIONE dei gruppi di scrittori, studenti e uo.mini politici di sinistra latino-americani di fronte agli av– venimenti ungheresi è stata tardiva. La propaganda co– munista era riuscita a cteare disorientamento. Ma la presenza di una delegazione di combattenti ungheresi (un· poeta, uno studente, un direttore di scuola, e tre (segue a pag. 6, 3.a .col.)
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