Nuova Repubblica - anno V - n. 5 - 3 febbraio 1957

(148). nuova repubblica· I· SETTE GIORNI NEL MONDO I ILSECONDO TARDIEU L O SCRUTINIO di ballottaggio per l'elezione parziale ?i· un ~eput~t? nella ci.rc?sc.r ~zione della « rive gau– che >) d1 Parigi super a 1 hm1h della cronaca politica francese e riveste un significato 'ammonitore. Abbiamo recentemente spiegato come i J)artiti socia– listi, in Gran Bretagna e ir'l Germania occidentale, si sentano sempre di più investiti della responsabilità di otl'rire un'alternativa valida alle formule conservatrici con le· quali sorio attualmente governati i loro rispettivi paesi. Cli: errori commessi dai conservatori in Gran Bre– tagna, specialmente con la crisi egiziana, e l'usura della Democrazia Cristiana in Germania, hanno determinato la necessità di una svolta, che i socialisti di questi due paesi hanno saputo interpretare, diventando gli alfieri. di una volontà di rinnovamento che si estende oggi a tutta l'Europa, Proprio perché il resto 'dell'Europa va verso la demo-· crazia e il socialismo, la vittoria delle destre liberali in Francia (poiché l'ampiezza e la rappresentatività della circoscrizione parigina che ha votato domenica scorsa conferiscono a questa elezione parziale il carattere di un vero e proprio sondaggio d'opinione) costituisee un'ecce– zione che va meditata. La stampa quotidiana ha già chiaramente messo 1n risalto ,gli elementi caratteristici che risultano da questa consultazione popolare: crollo del mendesismo (il cui candidato si è ritirato nello scrutinio di ballottaggio a favore· della candidata socialista), gravi perdite comuni– ste, crollo del poujadismo (il cui leader, presentatosi nel ballottaggio, ha raccolto solo la Inetà dei voti ottenuti dal suo partito un anno fa). Ma questi elementi rappre– sentano solo una visione schematica e parziale· della realtà. La' realtà è assai più oscura: i mendèsisti avevano perduto, al primo scrutinio, due terzi dei loro voti del 1956, ma si consolavano pensando che ciò fosse dovuto a11a Prese"ntàZl0ne di un candidato poco convinto della bontà delle idee del leader del partito, Mendès-France; al numero notevole di voti conseguiti dal candidato della « Nouv·eue Gauche », Claude Bourdet, direttore di France– Observateur, che probabilmente he aveva portato via una parte ai radicali, al fatto che erano semplicemente tornati ai loro voti del 1951, e all'ondata di nazionalismo susci– tata dalle vicende algeri'ne. In realtà, la Sconfitta radicale è stata più. profonda di quz.p.to non sembrasse al primo scrutinio: riel ballottaggio, solo la metà dei voti radicali sono confluiti sulla candidata socialista, Mireille Osmio, l'altra metà andando alle destre. Il crollo delle estreme non ha contribuito, d'altra parte, a rafforzare una posizione democratica, in quanto i socia– listi, c:he avevano conservato, al primo scrutinio, i foro voti del 1956, non sono stati un polo d'attrazione a·bba– stanza efficace - nello scrutinio di ballottaggio - da far converiiere sulla loro candidata, che pure faceva parte della corrente di sinistra del partito, nè la totalità dei voti m·endesisti,. nè un solo voto della•« Nouvelle Gau– che », ~~ .i yoti del candidato C(?munista dissid't.,nte, Hervé, proba,hi~mente tornati al PCF o a~tenuti, nonostante Hervé, avesse consigliato di votare socialista, nè i voti cattolici del primo scrutinio. · Piuttosto che andare alla SFIO, tutti questi voti si sono riversati o sulla destra classica, o sui comunisti, o nell'astensione. L'ele~ione di Parigi segna dunque non già la fine del Front.e Repubblicano costituito alle elezioni del 1956 fra Guy J\1.ollet e Pierre Mendès-France, che già era virtual– mente Jiquidato con l'uscita di Mendès-France dal governo, ma l'esa~rimento di ogni possibilità di rilanciare per ora con le for~e tradizionali una politica di Fronte repubbli– cano, cioè di sinistra democratica. Laddove in Gran Bre– tagna e in Germania il socialismo ricopre tutto lo spazio della. sin,istra democratica e ne assolve i compiti politici, nelle diverse condizioni interne della politica francese la coali~\Pr~. di Fronte repubblicano ha perduto ogni seria base ,pqpolare; le responsabilità assunte dal partito socia– lista ,al.gov~rno gli hanno tolto d'altra parte la Possibilità di aspirare, esso, sia alla rappresentanza ~lella totalità. della ~inistra democratica, sia alla successione del partito comunista .. La( causa principale di questa crisi della sinistra de– mocratica francese risiede naturalmente nella politica _ egiziana e algerina del governo Mollet; ma le conseiuenze che ne sono risultate superano J'.ambito risfretto della politica Mollet. Una politica· di sinistra democratica è r;isul .. tata impossibile senza avere come nucleo centrale un partil0' socialista 1egato ai principii socialisti Il.on solo sulla carta ma anche di front'e alle questioni concrete poste d~Ua. situ?zione contingel)te .d~l paese. P.oco impor– tava .che la .SFIO continuasse a difendere alcuni interessi sezionali di classe, anche contr(;' Mendès-France, laddove sui tr~r:i~f P,rqb,lèm( df:t TT)olTlent.<f~· fll.g~fia ~ ~g_i#Q, ~ faceva una politica che.-nuija ..aveva a:,.ch~:Ye.9,ere·.còLsP';; 5 ' Prigionieri delle sabbie immobili (Di.,. di D/110 Rn.1chi) cialismo, che era resa possibile solo da u11a maggioranza parlamentare di destra e che, in definitiva, - come dimo– stra l'elezione di Parigi - doveva costituire un invito agli elettori a votare per quelle forze politiche di destra che sono ·più adatte dei socialisti ad attuare quella poli– tica di destra. E' inutile avere al governo i socialisti per fare la politica dei conservatori.,,"" anzj per togliere loro addirittura le castagne dal fuoco. Ma sono risultate insufficienti anche le formazioni di punta., come quelle di Bourde! e di Hervé, poiché, quale che sia stato H)lOfO successo, non hanno costituito un'al– ternativa efficace.alla valanga di vcs'ti che si stava river– sando a destra, su un nome fatidico come quello di Tar– dieu, il quale ha ricordato ai parigini che un altro Tar– dieu era stato il simbolo, negli anni attorno al '30, di quel conservatorismo che dov'eva poi incoraggiare le leghe– f.asciste e il tentativo di colpo di stato del 6 febbraio 1934. E le prime reaziÙni del mendesismo alla crisi che lo 'travaglia sono negative: posizioni anti-europee fondate su motivi nazionalisti, .esaltazione del generale De G.àulle, eccetera. Invece di andare più a sinistra, torna al conser– vatorismo naZionalista del radicalismo tÌ-adizionale. Non spetta a noi indicare le vie' che si offrono ad Una riorganizzazione della sinistra democratica in Francia: esclusa la via comunisfa, che" in Francia è ancora più chiusa c~e in Italia, sono state tentate, senza grande successo, quella della « nuova siniStra », che è però ri– masta solo una ~ormazione di l)Unta, e quella del Fronte repubblicano, di cui si registra ora il clamoroso falli– mento. Ciò prelude forse ad un ritorno dei conservatori tradizionali al potere per molti· anni prima che si possa ritentare. con successo un nuovo esperimento di sinistra democratica. Guy Mollet terrà loro il posto caldo fino a quando non• ritengano essi stessi che sia giunto il mo– mento di riprendere in mano le leve di comando. A noi l'esperienza francese insegna due cose: che la sinistra democratica si può riorganizza.re fermamente solo attorno al socialismo, ma ad .un socialismo che conservi· intatti i suoi titoli a chiamarsi tale. Solo questo socialismo può aspirare a sostituirsi ai comunisti nell'elaborazione e nella direzione di una politica valida Per tutto il movi– mento democratico e operaio. PAOLO VITTORELU IIIIIIUIIIIIIIIIIIIIIIIIIUIIÌÌIIIIIIIIIUlll~IIIIIIUIHIIIIIIIIIIIHIIIIIIIIIIIIIUNIIIIIIIIUIUHIIIIIHlllllll1U ABBONATEVI, FATE ABBONARE A nuova repubblica 1.500 (annuo) 800_ (semestrale) 450 (tl'.imestrale) ••JIIIIIUIIIINIIIHIIIUIINll11n11muft.1111111111111111111111111111111111nm1111111111n1111NIIIIIIIIIIIHIIIIIHI. , GLI OlWLOGl Dt<:LTEMPO AN1'1(.;0 FRANCIA O EUROP-A • L E RECENTI fortune del «. rilancio :. europeo sembJ'e- 1 rebbero convalidare la conclusione paradossalmente: ottimistica. del g1·os80 studio che lo svizzero Her– bert Liithy ha dedicato alla IV Repubblica fra.ncese (La: Pra:ncia cont1·0 se ste:Jsa, trad. it. di L. Sel'ra, con i»-) troduzione dì V. de Caprnriis 1 Bologna, Il Mulino, 195G): ,,, uno studio che è tutto una passio11ale e spesso sa1·ca- stica requisitoria, eppure te,·mina affermando che: <La, •:,, "situazione rivoluzionaria,, è passata in va.no ; ma sem- ,· bra che all'Europa sia concesso il respir o di· grazia, cli possedere la più grende delle virtù rivoluzionarie: la pai,ienza assidua. e perseverante>. Veraménte .il 1·ifiori1·e dell'europeismo non si deve alla pazienza degli eu.ropei- sti francesi, ma è il risultato inopinato dell'infelice poli- tica di Suez dell'europeista Mollet; e si presterebbe ec– cessiva preveggenza al Li.ithy scorgendo in questo se– guito di avvenimenti quel « cammino verso l'Europa più lungo e più a.:.prn :. che egli riteneva proprio della Fra.ncia rispetto ad altri paesi. Conviene quindi prescindere dalle apparenti confor– me del 1957 e considerare l'opera del Liithy relativa– mente. al momento in cui fµ scritta, . la primavera e· l'estate del 1953; la situazione di fondo de)la Franci·a, del resto, non è sostanzialmente mutata da allora, nono~ stante la grande differenza che a p1·ima vista intercorre fra l'immobilismo dell'« èra Laniel > ed il velleitarismo di Mollet. Tale situazione rimane sempre deterrn.inata dal fallimento delle grandi speranze riposte nella Liberazio– ne, dall.a mancata. realizzazione, cioè, del pro.gramm3:. di · radicale rinnovamento significJ,lto dal rnot~o « dalla Re– sistenza alla Rivoluzione>. Come e perchè si sia ver!fi– cata una così i·apida. involuzione dalla IV alla III Re– pubblica è stato già fatto ogg~tto di penetranti studi, Jra i quali basti ricordare quello d0l MaUhews (Londra, J 954), intitolato non a caso 7. 1 he D,uith of the Fou.rth Republic, nel qnale il processo }~ta,le è indagato per tap– pe CJ'Onologiche. • · li Li.ithy, pur non trasCurl:llldo questa impostazione tradizionale (soprattutto nella i_:,. II, < Dalla. Quarta Re– JJubblica alla Terza? >L pi-efel'i.sce in\tece descrivere la fisiologia.' della Francia, che rileglio •sì' chiamerebbe la - patologia, dato lo stato di ·graVe h'\8.làt'tia che risulta dalla sua spietRta analisi. Con «una· parlèèil,)azione tutta il'ltima >, materiata di « sentimenti così soggettivi come· speranza.· e affanno>, oltre che sorretta dall'« onesta fa– tica di uria cosciente analjsi e di concetti positivi>, l'A. oorca. innan~itutto (p. I) di dare un voltO alla « forma interiore > della Ji~rancia: impresa quanto Jnai delicata. ,I,

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