Nuova Repubblica - anno V - n. 4 - 27 gennaio 1957
6 LOT1'APOLITICANEGLI STATI UNITI I/INTEGRAZIONE DEI NEGRI Intorno a questo grosso problema si stanno determinando nuovi schieramenti, che trovano affiancati i liberali repubblicani e i liberali democratici al· di là delle fron– tiere di partito. Le elezioni del 1960 decideranno del valore di questi ori~ntamenti NEW YORK, 10 gennaio N EL PRECEDENTE articolo « I democratici al bivio» (NR, n. 53 del 30 dicembre 1956) ho espresso il punto di vista che il Sud non va considerato come problema a sé, in quanto potenzialmente ormai ri– solto, ma come uno degli elementi della vasta tras~or– mazione, in atto nello schieramento politico americano. Coloro che avessero letto sui giornali di due mesi fa che un giovanotto di pellé cioccolata era, stato arre– stato per aver detto « ciao, bella>> a una bianca in un bar, e la mattina seguente si era trovata la porta della prigione forzata, il negro rapito e a qualche centinaio di metri la sua camicia insanguinata, e volessero da · simili episodi sintomi d'isterismo ded_urne un,a situazione di violenza generale, s'ingannereb_bero. La situazione non è più quella 4i mezzo secolo fa. Nel caso stesso del negro succitato, tutto si è limitato a una bastonatura, vile e indegna - tanto più se si pensa che davanti al giudice i testimoni non hanno parlato - ma ben lontana dall'efferatezza del lin– ciaggio, che avrebbe allora con tutta facilità avuto luogo. • Invece, e una data storica l'integrazione avvenuta nei trams dell'Alabamà, dove la regolà era << bianchi da.– vanti e negri di, dietro», dopo un anno di boicottaggio che è costato ci~ca mezzo miliardo di lire alla com– pagnia, obbligata infine a cedere davanti a una deci– sione della Corte Suprema pochi giorni or sono. Na– turalmente, vi sono stati degli episodi di brutale vio– lenza: ma quale progresso nella civiltà non é stato ac– compagnato dall'impotente ringhiare di un pugno d'i reazionari? Resta il problema delle scuole, ove semqra assai dif– ficile attuare la decisione della Corte _Suprema, dal mo– mento che non si può .mai far troppo affidamento sullo spirito di disciplina nell'applicazione delle leggi. Ma la Corte Suprem~ stessa ha stabilito che l'integrazione av- (contìnuaz. da pag. 5) care r·astensione, sicuro di poter vantare un successo che, agli astensionisti, non manca mai nelle elezioni sup– pl"ementari. Iff queste elezioni infatti v'è un fenomeno costante; mentre la percentuale dei votanti nelle elezioni generali è piuttosto alta, pur senza mai raggiungere quelle proporzioni degne di un gregge dei paesi totalitari o usciti di fresco -dai regimi totalitari (80 o 85 per cento), nelle elezioni parziali la percentuale cade tra il 40 e il 45 per cento. La propaganda astensionista di Poujade _ha invece avuto lo strano risultato di portare questa volta al 48 la percentuale dei votanti! Ora i voti dei partiti si riducono proporzionalmente di altrettanto. Pei·dite e guadagni, in queste elezioni a interesse ridotto, si misu– rano quindi non in cifre assolute, ma in percentuali. I comunisti avevano avuto un anno fa il 26 per cento• dei voti; questa volta superano di poco il 20 per e:ento; il che dimostra un sensibile declino, ma non un crollo del partito rimasto il più staliniano del mondo. E' oppor– tuno aggiungere che il partito comunista aveva da lot– tare anche contro due o tre categorie di dissidenti, i trot– skisti e i nuovi ribelli, come Hervé, che ottennero com– plessivamente una percentuale pari a quella perduta dal partito ufficiale. Più grave fu 1a perdita relativa dei ra– dicali di Mendès, malgrado la loro vigorosa campagna. Claude Bourdet, altro valoroso combattente delle· sini– stre indipendenti, ebbe 12.000 voti: molti per i suoi mezzi modesti,' pochi per il valore del suo programma di pace in Algeria e altrove. L E DESTRE, coi loro dìVersi candidati, ottennero (cal– . colando fra le destre i democristian·i del MRP, usciti molto malconci dal confronto coi loro concorrenti) circa il 53 per cento dei voti espressi, mentre le sinistre ave– vano ottenuto complessivamente il 59 per cento circa dei voti un anno fa. Il solo partito che abbia avuto un aumento in percentuale di voti, per quanto minimo (da 9,2 a 9,7, se non erro) fu precisamente il partito del go– verno, la SFIO di Mollet! Il govérno è gongolante, benchè il ballottaggio manderà all'Assemblea, salvo ca– povolgimenti teoricamenté possibilissimi, ma praticamen– te difficilissimi, il reazionario Tardieu (che non è affatto, come si volle far credere per sfruttare il nome, il figlio dell'él!:ltico presidente del Consiglio di 25 anni fa). Ma· i voti socialisti sono voti per il governo? La domanda è lecita, perchè il candidato del partito socialista era Mi– reille Osmin, segretaria della Federazione della ·senna, attivissima avversaria, in seno al partito, della politica algerina di MoUet. E' vero tuttavia ch'essa l'ha difesa, (miracoli della disciplina d.i partito!) durante la campa– gna elettorale. Inutile negare che, se sconfitta comunista vera e propria non vi fu, vi fu però un notevole franamento a destra, e che un'ondata di autentico nazionalismo, idiota e odioso,. s'è avuto. Ed é questo un fenomeno poco inco– raggiante pèr chi spera nel progresso delle idee umani- tal'ie e di fraternità internazionale. · G [{!SEPPE ANDRICII venga per gradi, .e il governo ha dichiarato la sua de– terminazione d'intervenire ogni qualvolta vi sia una violazione delle libertà individuali. Resta il sigpificato che tale questione, nota anche come la questione dei « diritti civili », assume per i due partiti maggiori. Per la prima volta dopo il 1848, un partito ha guadagnato la presidenza degli Stati Uniti e ha perso ambedue le camere contemporaneamente. Il partito de"t9-ocratico, come tutta la tradizione liberale, é in crisi. Il partito repubblicano ha visto un sensibile interessamento da parie dei negri nelle zone tradizio– nalmente democr.atiche. Le elezioni del 1960 saranno. decisive per tu~ti e due i partiti, perché per la prima volta varrà l'emendamento XXII, che vieta a un can– didato vincitore di presentarsi per la terza voltà. Questa preoccupazione si é manifestata subito, nella annunciata battaglia attorno all'art. 22 del Regolamento del Sen3to, che vieta la conclusione di un dibattito se· non vi acconsentono due terzi del Sen·ato stesso. In altre parole, una legge sui diritti civili non potrebbe mai essere approvata, perché ai sudisti sarebbe sempre pos– sibile prolungare indefinitamente. il dibattito. Com'era prevedibile, il gruppo liberale che condusse l'attacco al suddetto articolo è stato disfatto, perché ur{a mozione tendente a modificare quell'articolo era pur sempre, sog– getta all'articolo metjes1mo, che, quindi, funziona come un veto sul potere della maggioranza. Ma é sintomatico che fn appoggio del piccolo gruppo democratico siano accorsi i liberali repubblicani, e che Nixon, che come vicepresidente funge da presidente del Senato, si sia dichiarato in favore della possibilità di ri– vedere quell'articolo, contro la tesi che il Senato degli Stati Uniti, a differenza della Camera, è un corpo con– tinuativo (si ricordi che si rinnova parzialmente ogni due anni, e. non é quinf].i mai nuovo del tuttò) e quindi non può mutare il suo' regolamento. Da un lato, i repubblicani hanno interesse che i negri votino e riconoscano in questo un merito del partito re– pubblicano;. dall'altro i democratici devono uscire dal– l'equivOco, che ha fatto loro perdere distretti elettorali considerati sicuri, e lascia pieno gioco alle forze conser– vç.trici dell'uno e dell'altro partito. J\~e~to proposito, ho detto nel precedente articolo di un'a- rivolta di sei senatori democratici del Nord, contro la oligarchia sudista, priva di fermenti rinnova– tori, passiva di fronte alla infelice politica· estera di Eisenhower, conservatrice negÌi affari interni. Con °1'aiu-., to de1 dirigenti del partito, essi costituirono un Comi– tato Consultivo con il compito di formulare un pro– gramma progressista, capace di ridare unità al partito con l'attribuirgli una funzione definita nel seno della società americana attualmente in fase di involuzione. Naturalmente, ciò suscitò le ire dei sudisti, e non solo di quelli, perché nessun delegato in un paese libero ve– drà mai con favore delle direttive prese al di fuori della Camera stessa, in un comitato di partito, che certo tiene poco conto dei .suoi personaii rapporti di equilibrio. Tant'è vero, che il gruppo sudista al Senato riuscì ad accaparrarsi l'appoggio del leader della mag– gioranza democratica alla Camera, che definì un errore la' costituzione di un comitato al di fuori del Congresso. Il numero degli aderenti all'iniziativa si trovò così dimi– nuito da 20 a 8: Truriìan, Stevenson, Kefauver, Harri– man, Williams, Humphrey, Tucker, Green, mentre gli. altri ritirarono la loro adesione. In conseguenza, è chiaro che il partito democratico è nelle mani dei delegati a1~congresso, e che gli organi del partito son·o lasciati in disparte. La tesi di Ray– burn, presidente della Camera, ~ quella- di Johnson, • leader della maggioranza al -Senato, ambedue sudisti, é che in mancanza di un leader (situazione in cui indub– biamente Si trova il partito democratico) spetti ai dele– gati il potere di seguire una linea di condotta, piuttosto che un'altra, tanto più nell'attuale difficile situazione,..in cui l'esecutivo é nelle mani di un altro partito, che non si può contrastare apertamente per non perdere più di quello che si é già perso. E' evidente che, quando parlano così, essi intendono dire che un attacco alla po– litica per loro progressista di Eisenhower si ris.olverebbe in un aggravamento delle loro posizioni conservatrici; mentre i democratici-liberali, chiedendo una critica aperta della presente amministrazione, intendono dire che non sono soddisfatti del suo carattere conservatore, è pro– pugnano una politica molto più progressista. Che questi ultimi non abbiano possibilità di succes– so immediato é provato dal fatto che la vittoria demo– cratica é dovuta al Sud, i cui leaders determinano la linea da segitire, per il controllo che esercitano in senq al Congresso, soprattutto attraverso le Commissioni. Si · ricordi che nei 37 stati non sudisti i repubblicani vinse– ro 194 s~ggi, i democratici 135; negli 11 stati sudisti i democratici 99, i repubblicani 7. E' evidente· verso chi debbbno andare le simpatie di quei delegati, che vo– gliano far carriera. Il promotpre e presidente _del Comitato Consultivo, (147) nuòva repubblica Butler, capì l'errore, e cercò di attenuare l'inizia-le fer– vore per un programma progressista. Ma con questa ritirata a vuoto bruciò le ultime possibilità di successo che aveva. Ai democratici nordisti e liberali non resta che battersi individualmente. Butler ·ha, però, un'arma: la preoccupazione per le elezioni d€1 '58 e più ancora per quelle decisive del '60. Bene o male, di un Comitato Centrale si avrà pur bi– sogno per iniziare il lavoro di penetrazione del partito nelle zone ancora non organizzate; per provvedere alla raccolta delle informazioni e alla ca.ordinazione delle critiche; per la creazione dei quadri per la pròssima campagna, che sarà forse decisiva· per le sorti degli Stati Uniti. Il fatto che la costituzione vieti a un can– didato vincitore di presentarsi per la terza volta, dà buone speranze àl candidato vincente la prima volta di vincere anche la seconda: ed è certo che tra il 1960 e il '68 gli Stati Uniti dovranno prendere delle gravissime decisioni. Non v'è dubbio che la base del partito non può restare indifferente a questi punti, come non resta •indifferente al separatismo dei senatori democratici e alla loro posizione di acquiescienza nei confronti .di Eisenhower, verso il quale essa é fortemente ostile. I L PRESIDENTE, intanto, fa quello che può per appro– fondire il dissidio in seno al partito avversario, la– sciando funzionare con la consueta lentezza gli organi della giustizia, tanto più lenti ora che la Corte Suprema si é Pronunciata per una integrazione graduale, e pren– dendo invece molto abilmente delle misure, mode– rate in sostanza (onde non perdere l'appoggio dei lea– ders sudisti), ma· tendenti a sollecitare agli occhi dei negri l'applicazione della decisione della magistratura, e destinate ad; assicurargli simpatia tra i medesimi. In sostanza, egli sta facendo suo il programma enunciato in sei punti l'anno scorso dal Procuratore Generale Brownell, passato alla Camera e respinto al Senato, naturalmente. ESso comprendeva la creazione di una commissione d'inchiesta, che - corre voce .....:... Eisenhower proporrà d'istituire tra breve; la costituzione di un Dipar- , timento dei Diritti Civili presso il ministero della gi'u– stizia, anche questa ritenuta imminente; la protezione del diritto di voto, da cui finora la maggioranza negra era esclusa• perché a giudizio delle commissioni statali considerata inadeguata per il basso livello ·culturale; e altre garanzie concrete a questo riguardo, da essere affidate ad agenzie federali. Pare certo che questo programma con l'appoggi6 del Presidente passerà anche al Senato. Così, nonostante il fine; che, è èiuello di cre"are imba– razzi al partito democratico; sarà accelerato il processo di elevazione intellettuale e morale· di milioni di "uo– mini con la conseguente loro partecipazione alla vita politica, grazie al gioco di libere istituzioni. Ma, per quanto concerne il partito democratico, del quàle é stata trad.izionale l'ispirazione progressista, l'o– rizzonte é coperto di nubi. 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