Nuova Repubblica - anno IV - n. 53 - 30 dicembre 1956
4 RISULTATI ·DI UN PIANO QUINQUENNALE L'EUONOHIA UlNESE Jn · questi ultimi anni l'economia della Cina ha conosciut'o uno sviluppo senZli. precede11ti, Tuttavia l'attuale, equilil;>rio econo·nico, basato su bassi c~n's,linìL e, di conseguenza, su un elevato saggio di accumul<!-zione_ del risparmio, e . : da considerarsi come una fase di passaggio verso un più alto tenore di vita, • · di PIERO 'BARD.CCI e OL' i• GIUGNO 195~, il governo cinese ha deciso di p:9~blicàre -~lcune,, rileva~ioni ~ statistiche, ·sull'attua– zione del primo piano qumquennale (1952-57). Que– MO. ci permètte di ·e·spriffiere oggi un giudizio sufficiente– mente sererio. ed obOiettìvo sull'economia d-i quel paese, ceaa. che fino tid oggi eia pratiCamel1te impossibile nono- 8tan.Ìe le molte pubblicazioni 'sulla Cina, per '.lo più ~ carattere gior.nalistico, che sono uscile 1!ell'ultimo anno. Questi prirrii ·a~t-i ufficiali: furono resi noti "fo settembre iri occasione ae'll'VIII congresso del partito comunista cinese sotto· il. tit.olo ·comunicazioni ufficiali sulla esecu– zi®e del ·Piano èconomico nazionale, e sono già vi- sibili in traduzione italiana (1). · E' d~veroso· premettere però '-che queste prime rile– vazioni sono ben lungi dal costituire l'inizio di un ver9 e proprio annuario statistico cinese, a cui ostà proba– bilmente la carenza di tecnici specializzati e delle mi– gliaia di macchine di estrema precisione che un paese della vastità della Cina richiederebbe: i dati sono quindi assai d·isorganici e· la difficoltà deila lettura è accresciu– ta d~ una certa nebulÒSità nelle didascalie ohe accom– pagnano le :tabelle e dall'aver calçolato _gli in~ici pren– dendo Come base ora il 1949 ora il 1952. Non ci sembra che il 1949, ultimo anno di .U~a lunghissima guerra ci– vi~e, ·poss~ ~ssere assun_to i"n ogni caso come no'rmale e quindi come base per _la costruzione c:\i un numero in- diCe. ' . . . · · Tra il 1949 e il 1952 l'econOmia cinese mirò, più çhe ad espandersi, a rimet~e·1!e in effi_cien~a le PùChe indu– stfie. già esi"stenti, a . riord.in~ re i•agricQltura, a risiste– mare le comun{c~zioni, a· ·riar_ginare alla meglio il corso dei fiumi più pericolosi. La vera esl)ansione cominciò soltanto col 1952 (in qualche caso anche un po' prima), con l'inizio cioè del primo piano quinquennale tuttora in corso di attuazione seppur riVisto, corretto, ,adattato a m_u_tat~condizioni ec:onomi.che. Comunque sia, chi pren9,e in mano questi dati non può fare a meno di rimanere stupito per lo sviluppo dàvvero impressionante •subìto dall'èconomia cinese ne .. gli ultimi, tre o.quattro anni. Qualcuno potrà anche pen– sare che· questi da.ti meritino la q°yalifica che Gomulka ha dato a ,Quelli pubblicati dal governo polacco; noi non sa"ppiamo · se anche,, ·questi siano dei « .giochi di blisso– lotti»-', .llla esistono varie testimonianze- dirette che sem– brano deporre a favore dell'autenticità di queste stati– stiche. •Del resto, il riapparire della Gina sui' mercati in– ternazionali .con prodotti assai perfezionati e capaci di tenere la concorrenza dei paesi ·occidentali ad ecOnomie assai progredite, può farci supporre che lo sviluppq eco– nomico stia assumendò in Cina un ritmo forse mai rag– giunto· da nessun altro paese. Se da questa visione d'in– sieme passiamo- ad esaminare partitamente la situa– zione nei· vati settori produttivi, colpisce subito' l'impor– tanza che è stata data, in questo Primo pia"no, all'indu:. stria ·pesante. Nél 1949; anno in cui conquistò' la· sua più completa indipendenza, la Cina poteVa èontare sol– tanto su Un modesto colUplesso siderurgico in Manciu– ria: null'altro. Lògico che i dirigenti cinesi abbiano pre– valenteinente rivolto i loro sforzi· alla costruzione di una industria pesante. Nel far questo non' Soltanto poterono tener presente il primo piano quinquennale ohe fu va– rato in Russia (dovendo. affrontare problemi ·an.aloghi), non 'soltanto poterono Usufruire della direzione e dell'as– siStehza tecnica "dL molti eSpertì sovietici, ma poterono an:che gioVarsi dell'aiuto finallziario déll 'UR.ss che am– mOnterebbe a circa 130 milioni di dollari, ~u• inciica equiValent~ a 318 inilioni di~·Yuan. La ripartizione degli investimenti e l'istruzione superiore La prova più ·evidente dell'{ll'dirizzo della Politica eco~omica cinese, tutta rivolta a creare un'industria pe– sante, è fornita dalla ripai-tizìone degli investimenti pro-· duitivi fra i vari settori-base. ·I dati ufficiali riportano che dal 1952 al '55, il totale degli investimenti è aumen– tato dai 3.711 miliardi di yuan del 1952 agli 8.212 mi– liardi del 1955. E' evidente tuttavia che l'1el riportare questi dati si è incorsi in un errore materiale (forse da parte del traduttore) ed al posto di. miliardi vanno letti milioni. Detto questo, c'è comunque da mettere in evidenza il crescere verticale del totale degli investi– menti ~ssai più che raddoppiato nel breve volgere di quattro anni. Nemmeno gli aiuti sovietici riescono a giu– stificare questa mole di investimenti, che testimonia in– vece nella sua progressione la crescita prosperosa di· tut- ta l'economia cinese ac~Ompagnata però dalla compr~s– sione dei consumi correnÌi che consènte. elevatissimi saggi di accumulazione di risparmio e Quindi di investi~ mento. Tuttavia ·1a variazione più notevole ed anche, nflturalmente, 'più anoi-rÙale Si è ·avuta fra il 1952 e il '53 quando il totale degli investimenti passò da 3:711 a 6.506· milioni, Da allora 'si ~ avuto un incremento più modesto oscillanté intorrio' a·gu 800-900 milioni ann·ui, prova evidente di un eqllilibrio che si va cercando· in termini più possibili e· pi~ iJ.orn:iaii. Osservando più direttamente ·1a ripartizione' .del to– tale degli investimenti, si vede che nel 1952 'l'inVeSti– mento· nell'industria assorbiva il 41,7 per Cento del to– tale, mentre nel 1955 l'industria ne utilizza ben il 51,2 per cento. Una simile variazione si riscontr.a soltanto nel set– tore edilizio, che tuttavia interessa appena il 4-5 per cento ·del totale degli invest-irrlenti ed è ormai in netta diminuzio~e dopo la punta del 1953; tutti gli altri set– tori-base registrano sì un incremento assoluto piuttosto sensibile, -ma sempre iriferiore a quello del totale degli investimenti, cosicchè i valori percentuali sono tenden– zialmente decrescenti. Gli iqvestimenti nell' agrico\~Ura ammontavano, ad esempio, nel 1952 a 186 milioni. di yuan utilizzando CO$Ì il 5 per cento del· totale (3711 · mi– lioni di yuan), mentre nel 1955 essi sono saliti a 199 mi– lioni, ma diyenendo soltanto il 2,4 _per cento del com– Pl?Sso degli investimenti. Questo indirizzo impresso all'economia cinese, trova conferma anche ad un'attenta osservazione dei dati sulla pubblica istruzione, in special. modo di qu.elli rigµar– danti la divi.~ione per facoltà degli studenti universitari. Anche qui l'aumento del numero degli studenti in ogni ordine di sc.uol~ è una realtà incontestabile; ma ess.o si verifica in maniera assai pili 'r:iotevole ·per certi raffii di studio invece ché per .altri. L'istruzione séolastica di ogni grado, dai nidi_ di infanzia alle università, inte .. re&!ja\c,a·nel• 1949 appena 25.776.000 di cinesi; .oggi ne inte?èSsa 57.892.000. L'incremento è davvero n.otevole e testimonia; fra l'altro, .u'na mutata concezione dell'istru– zione, non più privilegio per giovani di classe abbiente, ma diritto riconosciuto· a tutti coloro che dimostrino at– titudini e capacità., Il goverrio cinese non ha CUFato con la stessa intensità tutti i rami di studi, ma si _è per lo più preoccllpato di creare tecnici specializzati -idoti.ei ad inserirsi in quella riconversione economica ch_e·è at– tua.Jrt1.ente in atto. La .facoltà dt ingegnerja e 1-'indirizzo ingeg'heristico nelle scuole medie hanno così visto -salire in modo iìnpressionante• i prÒpri iscritti. Al corso di in– gegneria deUe scuole mediehflel 1949 · erano iscritti 21.700 ~tudenti, divenuti 177.60Ò nèl 1955-; alla facoltà di in– gegneria si è passati dai 30.000 ulliversitari del 1949 _ai 109.600 del 1955. Una simile .variazione 'Si registra sol– tanto negli iscritti alle facoltà· di educazione fisica e di pedagogia (spiegabilissimo ed, anzi, assai modesto se si tiene ·contò della enorme ri·chiesta di insegna_nti che deve esistere oggi in Cina come conseguenza I della crea– zione di sempre ·nuove scuole). Lo sviluppo industriale Questa corsa spasmodica alla creaziorte di un'indu– stria pesante e di tecnici hecessà.rf Per e~sa, ha però dà'to luogo a seri incohvenienti .riscontrabili con fàci.: lità. La Conèentrazione dei c·apitàli nell'industt'ia pesante, e fa lOro limit~zion~ p~Ì- l'iridustria· leggera, per l'a~ri– coltm1a '(in modo speèialè), pei i tràsporti (ifi misura un po' minore, ma sempre nòtev·ole tenuto-• conto delle necessità• di uh paese a conformazione geologica tqrmen– tata còme la Cina), ha creato delle strozzatùre econo– mi"èhe a suo tempo esaÌ'q_inate acutamente dal ·governo cine.Se, che ha così rivisto in éiualche par:ticofare l'àt~ tuaziqhe del primo piano quinquennàle giunto soltanto nel 1·955 ·alla. sua Stesura definitiva. Nell'aprÙe dèI 1956 (v. gli Attì dell'VIII Congresso del PCC), « scoperti c~rti errofi » che avev~no fatto aumentare le retribuzioni de– gli opera.i soltanto dèllo o,6 per cento di ·fronte ad un aumento del 10 per cento della produttività del lavOro, sono stati aumentati notevolmente i salari. Sembra inol– tre che le industrie di Stato nell'agricoltura siano state abolite o quasi è che si guardi con pil!, attenzione ai pro– blemi agricoli. n Rapporto sulle proposte per il s~condo piano quinquennale di svilupJ)o dell'economia nazionale, letto da Ciu En-lai all'VIII Congresso, dà però l'impres– sione che il secondo piano quinquennale sarà ahalogo al primo, Per il reddito nazionale è, ad esempio, pre– ventivato un aumento del 50 per cento; mentre si çlice che il salario medio aumenterà del 25-30 per cento ,sia nèll'industria che nell'agricoltura; evidentemente si ha intenzione di continuare a realizzare· saggi altissimi d_i risparmio e continuç1,re nella reaUzzazione di spettaco- (145) ~nuova, repubblica lari ed impressionanti progressi economici. Le spese mi– litari ~QVrf1. .n.no ~9-vece, fiimi~~ii;e: dal 1952 al '~7 esse son'o state qualcosa come il 32 per cento del totale delle spese dello Stato, mentre nel secondo piano saranno ri– dotte ad appena il, 20 per. ~ento, 1 Si nutrano o rri.enq;-riserVe sull'aituale regime cinese, è certo comunque/èhe, sarebbe da 'ciechi non accorgersi dell'i:r:n,pulso s~nza~ preced~nti che l'indù.stria:_ di ~quel paese ,ha r~gfstr"ç1,todal 1951 in poi. La produzione 'i"ndu– striale, passata dai 10,8 miliardi di yuan del 1949 ai 27 miliardi del '52, nel 1955 ha un v~lore di 44,8 miljardi con un numero indice ·- facendo base il 1952 e· nOp il '49 .:;::. . llguii.le a 165,6. .1: ·PurtropÌ;)o i dati in nostro possesso I sonq in questo campo assai inCerti ,~d oscuri, Certe denomin'aziopi corriti « inç.ustria" nif>Clerna », poi, ~ori ci · rièsc~q.ò · ln ~lct.i~: modo_ chiare ed anz~ ci impediscono .~aggior~ent~, di ".:alutare bene. questo importa_ntissim9 ç_ardine __ della ecO:n?mia cinese. . . . . , ,, . ··• ,;· Ma lo,. sv~luppo deJl'industri~ cinese non puP _inJ;e:-. ressarçi soltanto nell'aspetto. quantitativo, deve inJe:ce~– sarci anche dai punto di vista. giurid_ico presentantjo. varie e'd originali soluzioni per quanto riguarda I.a .Pr.o., prietà delle singole imprese. Come è noto, lo stato socia– lista non ha. a!lcora preso in Cina il posto dellO st?,to." capitalista. La situazioné in cui si era trovat8. la .CJna alla fine della guerra civile non permetteva l'instaura~ zione di un regime socialista con l'eliminazione violenta· del settore capit~listico. Più che altro non lo permette– vano le condizioni storiche, tenuto conto che la bor':" ghesia nazionaie, od almeno quepa parte che aveva partecipato alla lotta contro l'imperialismo, non aveva.– assunto un atteggiamento· di condanna, ma semmai di simpatia nei confronti dei comunistL 'Lo stesso Oskar. Lange, teorico marxista dei problemi della pianificazione economica che ha recentemente sostituito Hilary Mine alla direzione della commissione statale per la pianifi-= cazione in Polonia, riconosce per ,buona in Cina « una politica di trasformazione socialista del settore capita .. listico attuata attraverso lo sviluppo di forme di imprese, statali-capitalistiche » ammonendo però « che Yobbiet-' tivo finale di tale politica è il graduale assorbimento -del settore capitalistico nell'economia socialista >>. La Costi– tuzione cinese prevedeva anche essa questa g-radualità nella trasformazione. L'articolo 10 suona infatti così: « Lo stato adotta, nei confronti dell'industria e del com– mercio capitalista, una politica di utilizzazione· e •di tra– sformazione. Incoraggia e dirige la loro trasformazione in diverse forme del capitalismo di stato e. sostituisce gradualmente la proprietà capitalistica con 'la proprietà del popolo intero ». La I trasformazione completa do– vrebbe avvenire in un periodo non superiore ai quindici anni, ma sembra che il periodo sarà inolto più ristretto. Nel frattempo dovrebbero ·aversi forme intermedie ·di produzione che precedono la tfasformazione dtll'azien'd"a privata in una forma mista in cui lo ,stato 'acquistii'\1ha parte del capitale privato; e infine la trasformazione delle azieilde private in aziende di Stato. Per fare il pul1to Sulla trasformazione dell'IÌldustria capitalistica 'iri industr:ia :rhi~· sta,' i dati statistici ufficiali che si fermano al Ì955 Paiono ormai superati dallé ·più. fresche notiziè che si possono attingere dagli Atti -deU'V/II Cori9,:,ess'o del .PCC. Vi si legge infatti - sempre· riel dtato «Rapl)orto » di Ciu En Lai ..;_ che «· alla fifle di •giugno· del Ì95.6, l'inciusfria ·ca– pitalistica ·era già Sfata trasformata "in industi-ia mista sfa:tale-privafa n"ella inisura def 99 Per cenfo_ deUa prÒ– duziòriè e· del 98 per cento per il" ntlmero degli oi,eraì e degli impiegati in· essa occupati». I_dati uffidali dicohO inV"ece che su 125.474 imprése ·industriali esiste'nti nel 19.55, ben 88.809 sa:febbero ·state private, 3193 miste e· 15.190 di Stato. Per tafe anno· ci ffianca ~a riparÙZion€: in pì·cc~le e grandi· imprese (che nel 195( quando 'be1l· 134.278 eràno le irtlprese private, presentav3' 17°.'138 im– prese grandi" e 117.140 ·piccole)", tuttavia Q. alçuni d~i no-, stri dati sollo i'nèsatti,, oppllre ~n ·uv a~no la trasforma– zione delle imprese capitalistiche deve esser~ andata avanti ·a passo forzatO. · . · - La produzione induStriale è comunque cresciuta a, vista d'occhio e ne~ 1955, facendo 100 la produzione del 195.'2, si av·evano i seguenti numeri indice: 169 per la energia· elettrica, 147 per il car_bone, 221 per il .pet_rolio (pòcO stgn_fficativo. questo dato per la scarsa produzione del prodottò: 96,0.0.00 tonnellate nel 1955), 191 per i mi– nerali ,di, ferro, 211 per: l'acciaio e cosi via .. Ma r;ion è tutto. L'evoluzione dell'industria cinese non si risolve soltanto in un aumento quantita,tivo, ma anche in un– migliOraITlento qualitativo. Oggi giungono ç.lalla Cina alcuni prodotti capaci di tenere il ,confronto con i più perfetti prodotti occidentali. I dati del governo cinese vorrebbero anche mettere in evidenza che l'aumento della produzione ,è dovuto esclusivamente alrimprese di Stato, mentre quelle priv:ate sarebbero rimaste ferme· a livelli del 1949 ·o poco più. E' probabile che que'sti dati siano scarsamente attendibili, non perchè essi non cor– rispondano alla realtà,. ma·, perchè, per poterli onesta– mente valutare. in termini ·economici, sarebbe necessario conoscere in quali condizioni le industrie private sono state poste da ,parte del governo. (1) Sano stati pubblicati in Italia daita rivista Mondo Economico 1n un supplemento ( « Misura statistica deHa Nuova Cina») aUegato al nu:mero 46 del 17 novembre 1956, Per aitri dati che non compaiono in detta suppleménta, ci siamo rifatti al volume La Cina d'oggi, numera straorçtinaria dei Ponte, aprile 1,956, Firenze, ,t;d. La Nuova Italia, e agli Atti e documenti dell'VIII congresso del Partito comu– nista cinE;se, Roma, Editori R1_uniti 1956~ Mol-te altre notizie• sono rintracciabili in pubblicazioni a carattere specializzato, se.9nalate anche nelle note del volume La. Cina d'oggi.
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