Nuova Repubblica - anno IV - n. 53 - 30 dicembre 1956

(145) ,nuol'a repubbli,;a 3 LOTTA POLITICA NEGLI STATI UN I·T I E' ogni giorno più difficile per il Partito Democratico americano mantenere le proprie p~sizioni nel Snd segregazionista è razzista. Non sembra pos_sibile spingere oltre l'alleanza di operai, negri, immigranti, ceti· democratici del Nord, con i ·conserv<)tori del Sud. Dall'esito della lotta in corso nel Partito Democra,tico dipende in larg1;t misura l'avvenire del mondo di MI.NO VI.ANELLO e LINTON è una cittàdina come ve ne sono a mi– gliaia nel Sud: 4.000 abitanti all'incirca, --di cui 200 negri. Né il fanatismo razzista vi irytperver:sa in modo particolare: anzi, quando la Corte Suprema condannò il s·egregazionismo, la Scuola· Media di .Clinton fu la prima del rennessee ad allinearsi. Con il nuovo anno scolastico, infatti, 12 negretti si mescolarono con oltre 700 bambini bianchi in assoluta libertà e spen– sieratezza, mentre altre decine di lorO consimili segui– tavano a frequehtare la Scuola Media per negri. Tutto andò bene fino al giorno in cui un pugno di facinorosi, guidato da membri del Consiglio dei Cittadini Bianchi, si riversò nelle strade, bastonando e ingiuriando ogni negro che avesse avuta la disavventura di capitare sul loro cammino. La sconcia gazzarra si concliise con l'af– -fissione davanti al palazzo municipale di un grande cartello con lo slogan: << Volete che le vostre figlie spo– sino un negro? ». Il sindaco e 'lo sceriffo intervennero energicamente, inter'pretando i sentinì.enti della stra– grande maggioranza della popolazione; il Governatore dello· Stato inviò 600 uomini della Guardia Nazionale; la Corte Federale del Distretto emanò un'ingiunziorie, con la quale si condannava chiuhque tentasse di op– porsi' alla decisione della Corte Suprerria, e si procedette all'arr~stO del principale responsabile del tumulto. !_tor– bidi sarebbero forse finiti lì, giacchè nel giro di una settimana la scuola aveva ripi'.eso la sua -normale atti– vità, se una giuria popolare non avesse assolto con ostentato compiacimento il résponsabile stesso, infiam– mando così nuovamente gli animi. Se le violenze fisiche furono forse minori, l'antaionismo penetrò questa volta n~lla scuola stessa, che si trovò degradata e incapace di continuare nella sua funzione. Non sentendosi sicuri, i genitori dei bambini negri li ritirarono dalla scuola, avvertendo che non li avrebbero rimandati se non si ossero _ristabilite normali condizioni e.- non fosse stata rispettata l'integrità psicologica dei bambini stessi. Il Consiglio Provinciale dell'Istruzione intervenne allora presso l'autorità federale, chiedendo aiuto e dolendosi al tempo stesso -dell'indifferenza fino allora dimostrata dallo stesso. E finalmente pochi giorni fa il Ministero della Giustizia, respingendo le accuse mossegli d'inerzia, ordinava l'arresto di sedici persone tra le più accese nella campagna razzista, per aver violato l'ingiunzione della Corte Federale Distretfuale. Le cose sono ora in procinto di ritornare alla nor– malità, per quanto la posizione assunta dal Ministero della Giustizia non sia delle più decise: esso, infatti, si dichiara disposto ad agire solo nel caso che vi sia stata una decisione della Corte Federale Distrettuale (che, appunto perchè federale, non può essere diversa da quella della Corte Suprema, che già condannò nel 1954 il segregazionismo), la cui violazione induca le autorità lòcali a sollecitarne l'intervento. Il desiderio di non rinfocolare le passioni e il cal– colo politico hanno portato a questa presa di posizione di Washington. Ma che cosa succederà il giorno, in cui parte, ptccola o grande, delle auto!'ità locali si opporrà al suo intervento? Perché, la questione è, qui, come al– trove e sempre nella politica, non tanto di principi, quanto di affezioni personali. Nél caso di Clinton, la situazione non è grave, perchè '·nelle recenti elezioni municipali la sua popolazione ha dato segno di matu– rità eleggendo un nuovo sindaco moderato e amante dell'ordine', per cui l'integrazione avverrà sotto la sua guida, e quella dei suoi immediati collaboratori; ma la cosa è assai ingarbugliata laddove le simpatie di prin– cipio si trovano di fronte all'invalicabile ostacolo delle antipatie personali. Evidentemente, le piccole città, con i loro ·'feudi elettorali, sono inadeguate a superare da sole antichi tabù. La decisione della Corte Suprema è stata accolta sfavorevolmente in tutto iÌ Sud. Nè sono prin.cipalmente i grandi interessi economici a opporvisi, ma altri gruppi sociali, e la folla stessa, che vede con terrore una su– premazia negra da un lato, e dall'altro non sa liberarsi dei tradizionali pregiudizi verso una razza non solo considerata, ma trattata c;:ome inferiore. In 25 Stati vi sono organizzazioni anti-negre, e in 9 potenti, in conti– nuo aumento. Vi sono i Consigli dei Cittadini Bianchi, i Consigli dei Diritti degli Stati, i Patrioti dello Stato Tale ~ Tal'altrò, coordinati su base nazionale, con mezzo milione di membri regolarmente iscritti e con un patri– monio di circa 2 miliardi di lire. Accanto a queste, vi sono le organizzazioni segrete, tra cui primeggia il Ku Klux Klan, fondato proprio nel Tennessee circa un secolo fa, che per il vero esistono oggi, più che altro, nelle fantasie morbose dei lettori di giornali a fumetti. A pochi mesi di di$tanza dalla storica decisione, la Corte Suprema mise fuori legge tutte queste organiz– zazioni, ma il terrore dei bianchi di fronte alla marea • • w,.J J . negra prevalse, soprattutto in stati dove il bianco è ormai in minoranza, come nel Mississippì, nella Sud Ca– rolina, nell'Alabama. La partecipazione ai Consigli non efa, poi, stimata dai più come un'attività razzista e violenta, bénsì come ·n proseguimento di una politica di. separazione çlelle due razze, che si considerava van– tagg.iosa sia per gli uni che per gli ·altri. Come poi succede in seno a qualsiasi organizzazione, i dirigenti cercarono di allargare il loro potere con il far appello alla massa, sollecitandone gli istinti più bassi di sangue, di stupro e di boria, alla stregua di tutti coloro che si rivolgono alle masse in termini estre– misti. Sotto la pressione delle diverse legislature statali, l'Associazione Nazionale dei Consigli dei Cittadini Bian– chi arrivò a· espellere quello dell'Alabama, per esempio, chiaro fndizio della brutalità cui questo era arrivato nella sua propaganda. La quale, comunque, assunse· toni sbalorditivi (ciò che si spiega facilmente, ·se pen– siamo che s'indirizza appunto alla massa, per sua na– tura incapace di qualsiasi •discriminazione, e la cui edu– cazione è sempre lunghissima, precaria e mai diretta): si accusò, per esempio, la Corte Suprema di essere comunista; di andare contro la tradizione morale di Lincoln e di Jefferson, che mai - disse - rifiutarono la segregazione nelle scuole; di dare gli Stati ·uniti in mano ai negri; si soffiò sulla diffidenza, serpeggiante·. qua e là; contro i cattolici e gli ebrei, .accusandoli di volersi imPadronire del potere, facendo leva sugli elet– tori negri; si esaltò, infine, la Guerra di Secessione, come guerra patriottica, facendo appello a tutta la tradizione sudista per una rivolta aperta in caso di ostinazione da parte di Washington. Si avvicinavano, intanto, le elezioni, questa suprema assise della nazione americana, ma l'atteggiamento dei democratici non diventava per questo più chiaro. Schie– rarsi con i conservatori, e perQere di conseguenza negli stati più progrediti del nord; o rifarsi a certe tendenze liberali (in America la parola liberale conserva il suo genuino ~l{~ificato di progressista), e rischiare allora di perdere "il tradizionale app6ggio del Sud, dal mo– mento che la maggioranza dei .negri, in un modo o _in un altro, è tenuta lontana dal voto? Non avendo saputo prendere una decisione né in un senso né in un altro, finirono per perdere da tutte e due le parti. e nel Sud i membri. più influenti dei Consigli dei Cittadini Bianw chi fecero balenare l'idea del terzo- partito. N ON VORREI dare l'impressione che il Sud sia gover– nato dà questi Consigli, ma sta di fatto che essi han– no un'importanza enorme, le loro1-iùanifestazioni degene– rative non essendone che sintoini secondari. Per darne qualche esempio, tra i dirigenti di quello dell'Alabama ci sono tre deputati al Senato Statale; in quello della Georgia figurano il governatore e duecento influenti uomini d'affari, interessati naturalmente aUÒ sfrutta– mento a buon mercato della mano d'opera negra; in quello della Louisiana un senatore statale, il presidente dell'università, il presidente dell'Associazione degli Agri– coltori, l'ex-presidente del Sindacato Medico, ecc. Si aggiungano i fantastici mezzi di comunicazione di cui dispone. la società americana, ove nOn c'è cittadina, che non veda un certo numero di fogli giornalieri, non c'è casa che non disponga della televisione,~ non c'è per– sonà, che non trovi un auto per recarsi a una riunione, e ci si potrà facilmente immaginare quale barriel'a di potenti ostacoli si opponga al mutamento di una tra– dizione ormai secolare. Si tenga presente, anche, che chiunque dissenta da questo atteggiamento generale re– sta tagliato fuori, e in qualche modo boicottato, sia pure involontariamente. Naturalmeilte, è puro frutto di esaltazione e di fa– ciloneria il mettere su di 'uno stesso piano l'attività di questi gruppi con un'altra campfl.gna razzista a noi purtroppo ben nota. Ma, a mio avviso, è da prendere in c·onsiderazione e analizzare se questi atteggiamenti di resistenza verso un'inevitabile trasformazione sociale, che quando sarà totale metterà i negri sullo stesso piano dei bianchi anche nei posti di direzione politica e culturale, non siano per caso in connessione con altri sentimenti reazionari, contro il governo federale, per esempio, o contro i sindacati. D'alt.fonde, la ne– cessaria opera di elevaniento e di educa~ione non può dirigersi ai soli negri, se non si vuole isolarli vieppiù dal resto della società: il loro innalzamento è condi– zionato per larga parte da quello dei bianthi, r·esi schiavi dal proprio egoismo e incoraggiati dall'esempio straniero (legg'.i Germanla e Russia_, per esempio), e quest'opera può essere promossa e perseguita da isti– tuzioni, che in prosieguo di tempo si rivèleranno, come lo sono state per l'Europa occidentalé, non più all'altez– za dei temp~i (leggi Ch_iesa Cattolica, per esempio). Quello che i·nteressa, per chi segue gli sviluppi della politica interna americana, è l'influenza di questo pro– blema sullo schieramento dei due partiti maggiori. E' facile a questo proposito scorgere la soddisfazione, con cui l'amministrazione Eisenhower vede il Partito Democratico p·ericolare su questo scoglio. La parte più -progressista di quest'ultimo ha cercato di girare la fJ.ifficoltà e di salvare il partito, f.icendo votare una legge sui Diritti Civili; ma la manovra fu facilmente sveptata dal gruppo sudista del Partito De– mocraticò al Senato': l'art. 22 del Regolamento senato– riale, infatti, dispone che un dibattito al Senato può essere concluso con una votazione soltanto se sono pre– senti i due terzi dei senatOri. Ora, poichè senza l'appog– gio sudista tale numero non può essere raggiunto, va da sé che nessuila manovra può superare l'ostruzioni– smo dei sudisti, nemmeno un tentativo di emendare quell'articolo, che andrebbe incontro alla stessa dif- ficoltà. 1 S ENONCHE', sei democratici del Nord hanno annuncia-– to la loro intenzione di proporre proprio l'emenda– mento di tale articolo, nel senso che sia sufficiente, per arrivare a una votazione, la maggioranza dei senatori in aula, con l'evidente scopo di determinare una chiarifi– cazione in seno al partito stesso .. II dibattito su tale piano dovrebbe aver luogo ai primi di gennaio, -e ad esso hanno dato la loro adesione un altro senatore de– mocratico e tre repubblicani. Il Leader della maggioranza democratica al Senato, Lyndon J ohnson, si è naturalmente già dichiarato con– tro tale piano. Ma sta di fatto che la nazione ha dato la maggioranza al Partito Democratico in seno al Con– gresso, in quanto ha visto in esso una forza capa'ce di far rivivere la tradizione liberale. Né, del resto, questa esigenza è sfuggita ai dirigenti stessi del partito, che l'hanno espressa chiaramente due settimane fa durante l'ultima riunione del Comitato Esecutivo del Comitato Nazionale Democratico in un programma progressiSta, propugn.ato specialmente da J. M. Arvey, leader 4emo– cratico di Chicago. Due sconfitte consecutive hanno svelato la mancan– za di una · fisionomia del Partito Democratico, fino a pochi anni fa coperta dal successo del New-Deal. Oggi~ non è ·più possibile spinge.re avanti l'alleanza .tra qperai e negri· e immigranti e ceti illuminati e vera-rÌlente de– mocratici del Nord con i gruppi conservatori del Sud. Si pensi che il partito ha vinto in Stati tanto diversi quanto lo sono per composizione sociale l'Oregon· e la Nord Carolina. Questa, che potrebbe essere una prova di successo, se rispondésse a un tutto organico, è invece la prova del prevalere di forze disorganizzate .tra di loro, che mancano di un capo (Stevenson, se pure lo era, si è definitivamente ritirato); dilaniato da fazioni discordi, di cui la più conservatrice si appoggia all'affi– ministrazione Eisenhower; senza una posizione definita sul punto dei diritti civili; intralciate nei loro movi– menti dal conflitto tra gli organi del partito e la de– legazione al congresso; successo, quindi, dovuto più al caso che ad altro, cioè a un senso di generica reazione verso la precedente amministrazione, derivante da fonti diverse. , ' La posizione attuale dei democratici del Nord è chia– ra, anche sul terreno tattico: oltre, infatti, a un pro– gramma veramente democratico, essi criticano lo stra– potere, dei senatori del Sud, dovuto non a una effettiva maggioranza in seno alla delegazione democratica al Congresso, bensì al fatto· che, per diritto di anzianità 1 essi ricoprono la presidenza di 13 commissioni della· Ca– mera (su 20) e di 9 del Senato (su 16). Se tale critica dovesse prevalere e portare a uno snellimento della situazione, l'ostruzionismo sudista n·el– la revisione dell'art. 22 verrebbe quasi automaticamente a scomparire, almeno per dar adito a un piano mode– rato, già proposto nel 1953 (e allora respinto), secondo· il quale il Senato dovrebbe darsi un nuovo regolamento all'inizio di ogni sessione. L'impossibilità di formulare un programma decisa– mente democratico, nelle condizioni presenti, si fa viva ai delegati del Nord, che già pensano alle prossime ele– zioni, avendo visto con apprensione cadere davanti a Eisenhower, non soltanto New-york, Pittsburgh, Detroit, Los Angeles, tradizionalmente democratiche, ma anche Baltimora e Chicago, baluardi del Partito Democratico, ove esistono forti percentuali negre. Il destino della nazione americana e del mondo di– penderà, quindi, per una certa misura, dalla lotta, che nei prossimi mesi avrà luogo in seno al Partito Demo– cratico,· e che ne modificherà la struttura e la fisiono: mia in un senso o nell'altro.

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