Nuova Repubblica - anno IV - n. 49 - 2 dicembre 1956

8 PAESE CHE VAI I Invochiamo fErmini F INO all'anno scorso· gli. insegnany dei corsi_ ~elle scuole: popolari - nat~ col duphce scopo .cli com– batt~re !1ana.lfabeii8mo e la disoccupaZione · niagi– .5lrale ~ percef}ivano uno stipendio intoTno alle 17.000 lire mern;ili. Se si pensa che con questa· somma l'inse– gnante delle scuole popolari doveva vivere, il 99% delle volte, fuor'ì sede, in piccoli centri spe1·duti, ~taz.zi e vil– laggi, costretto a far lezione nelle condizioni più -impossi– bili, non sarà necesso1rio aggiungern molto tterché ognuno po8sa valutare da sè il grado di entusiasmo col quale que– :-;ti maestri assolvevano alla. loro fnnzione. Eppure, e ciò può- dar Ìa misurn della miseria impernnte nella classe degli insegnanti elementari, ogni anno tutti i posti erano regolat·mente coperti: per ogni insegnantf,l nominato che non accettava ve n'erano altri dieci pronti a prenderl)e il posto, quantunque alla fine di ogni anno scolastico, fatti i conti, ognuno si 1 acco1·gesse di averci rimesso di tasca e di salute. Erano soprattutto le 1·agazze (gli uomini all'insegna– mento nelle scuole popolari avevano dimostrato sempre di pl'eferire qualsiasi a.ltra occnpazione) che si esponevano ai mille disagi che questo tipo di inses:narnento ·comporta pr;r di guadagnare qualche punto in graduatoria ed acce– lerare così l'immissione in ruolo. Era questo, infatti, l'unico incerìtivo "che' Je spingèsse ad accetta.l'e l'inse– gnamento nellf\ scuole I)opolari. Quest'anno le cose sono andate lin po~ di,ve.rsamente: lo stipendio mensile è stato portato a 23.000 lire cir·ca: un ·passo inflanzi per chi fino a ieri aveva dimostrato di riu– scfr a Sopravvivere con molto meno, e nutriva scarse spe"– ranze di ri-liglioramento immediato. Per altri, in una re– gione in èui il reddito medio giornaliero continua ad essere inferiore alle 500 lire, tale· somma può ra.pp.resen– tare addirittura la sicurezr.a. economica almeno per nn ce,·to ·periodo dell'anno. (I corsi delle ~cuole popolari hanno la dtuata· -di sei mesi; per gli altri mesi non si ha diritto ad alcuna retribu_zione). , La n9tizia fu accolta con un certo entusiasmo dalle maestrine (non di r-uolo} cl'~e quest'anno si erano perfino ~-:iste:defraudate del concorso per la immissione 'in ruolo, · ·con'cor.g0·che per legge dovrebbe avere frequenza biennale. Ma 'è venut~- subito la doccia fredda del ministero della ·pubblièà lstnizione a spegnere ogni entusiasmo: un'or– di_nanza che segue di poco la famosa circolal'e contro gli istituti rappresentati\1i studenteschi delle Università. Si tratta dell'ordinanza ministeriale del 18 gillgflo 1956 ·n. 6500 riguardante il regolamento e la· istituzione dei corsi « scuole popola.ri ». In detta ordinanza si les:ge che .« gli Enti ·e le Associazioni possono chiedere al provvedi– tore agli studi l'autorizzazione ad organizzare corsi a -~arico delÌ~ stato ». Al provveditore è lasciata facoltà di concedere 'a detti Enti ed Associazioni fino al 50% dei corsi istituiti dallo Stato. Per i corsi ... dati in -gestione la nomina degli insegnanti è disposta dal provveditore agli studi su proposta e ,d'intesa con gli Enti. Dopo quanto si è detto in principio di questa nota, non ~fnggirà a nessuno la gl'avità di simili disposizioni: esse rappresentano nn ennesimo colpo alla solidità della scuola di stato a vantaggio di Enti ed Associazioni - di– verso nei fini ma nguali per il colore politico: in definitiva uno stmnJento di clientelisrn? di cui la classe al potere -:i se1·ve per consolida1·e le sue giil solide posi~ioni. A ri– prova di tutto ciò ecco il racconto di quanto è accaduto a Nuoro in seguito alla nuO\;a ordinanza Rossi. Per la provincia di Nuoro erano. stati istituiti 115 corsi statalj, Di questi, un provveditore oltrerl"lodo compiacente, interpretando più che alla lettera l'ordinanza ministeriale, ·ne h~ assegnati ben 57 agli Enti ed aile Associazioni in parola, co~ì sndcÙvisi .: Amministrft.zio~e Provinciale di- Nuoi·o • Ass. Italiana Maestri Cattoli~i - Nuoro ..., ATMC di L8.nusei ~- ·AJMC di Bosa.' • AIMC. di Oristano AIMC di .Alghero ENAL di Nuoro T:NPS di ·Nuoro :ETl~~S di Cagliari posti n. 32 » • 9 • » 4 . 2 1 > 1 5 » • 2 > • 1 ·Da questO elenco risulta èhe all'AlMC - l'Associa– zione ~t~liana Maest;i Catto_lici - sono Stati assegnati _b,erfdiciassette_ corsi, dislocati nelle sedi mig}iori. I~ due ~~si, le diocesi sembrano aver ·sostituit.o i circoli didattici: du~ .corsi, infatti, sono _stati assegnati all'AIMC di Ori– stano· e di ·Alghero, situate, rispettivamente, nelle pro– vince· di ca·gliari e di Sassa.ri. :Un minimo di buon senso, non diciamo di equità, visto, _che è ·sempre lo Stato che paga gli stipendi agli inse– gnanti e forrùsce i loCali (mentre gli Enti gestori si limi. tQ,no a fornire il materiale didattico, valutato in L. 5.000 per .corso J I avrebbe consigliato che nell'assegnazione dei corsi da parte degli Enti fosse almeno l'Ìspettata la gra– duatoria provinciale. Invece è accaduto proprio ir' con:. tra.rio: ;Enti ed Associazioni, grazie alla circolare Rossi ~d all'aperta compiac11nza del provveclitorato agli studi "(159) nuova repubblica ,;·Meglio. noU aver-lo n (Dis. di Dino /lQschi) di Nuoro, hanno potuto scegliere con tutta libertà i pro– pri° insegnanti, se·nza alcun rispetto per la graduatoria .. Così Si è dato il caso che questi En~i gestori, dopo essersi accaparr.ate le sedi migliori, che sarebbero dovute spettare ai primi in graduatoria, le abbiano assegnate a ma_ .est.ri appena diplomati, mentre altri co~ uno o più ·anni d'insegnamento e l'idoneità,. rimanevano senza posto; maestri con ventisette punti in graduatoria si sono visti scalzati da altri con appena sei punti. Unica loro colpa: l'~sset·e sprovvisti di una certa tessera; o, pii't semplice– rnenté, 'l'essers·i rifiutati di tesserare la propria fede reli– giosa .. E tutto ciò è potuto accadere mentre al dicastero della f?;:\?blica istruzione si trova un ministro socialdemocra• ticb? O non sarebbe il caso di cominciare a rimpiangere ·il buon ... Ermini!! (Giova.nni Chironi) I fasçisti s'indignano G IRELL. ANDO in questi giorni per le nostre città, pos– siamo soffermarci dinanzi ad ampi manifesti con i qnali i così d~tti neo-fascisti danno una fiera lezione di democrazia ai << ciellenisti ». A Genova, ad esempio, ricordano ai socialdemocratici e ai democristiani che se hanno potuto formare una giunta comunale de·vo110 ring,·aziare il movimento sociale italiano. (Infatti è così). _C'era da aspettarsi qualcosa del genere, ma non così presto. I fasci!:ì_ti dunque s'indignano. S'indignano contro i ·« ciellenisti » moderati perchè non si fanno strumento della loro 11endetta privata contro i comunisti che hanno ·a.ppes·o per i piedi l'Uomo della P.rovvidenza, oggi .dive– nuto l'Uomo delle messe. A Genova i fascisti avrebbero voluto fa;,e, il 28 ottobre, oltre la messa anche una mani– festazione in gr~.i1de stile, ma il prefetto, sentiti gli umori cittadini, ha o~at9 vietarla .. !~utile dire che il MSI ha de– nuri.ciato con roventi parole, alla cittadina.nza, l'« inaudita provocaziorle », da pa~te di quei_« molliccioni » di demo– cralici che hanno la pretesa dì' irrlpedire che, in nome della libertà, si possa· preparare l'assas~inio della libertà. Po~ veretti. Dopo aver tanto contribuito al successo delle di– mostrazioni pro Urigheria insofta ·contro gli oppressori, non meritavano un migliore trattaITlento? Comunque i fascisti si dichiarano stupiti di non aver avuto il per– messo di celebrare il 28. ottobre ·e dicono ai socialisti e ai democristiàn1: « Signor si ~da.co e sigllori membri della Giunta: chi credete di esse~·e? Vi siete ~già dimenticati di chi vi ha messi in soglio?·». A pròpo,sito dell'UrigHeria, in nome della libertà con– culcata, le ·marÌifeStaziol1i -studentesche Sono state troppo spesso guidat8.da figuri armati di manganelli e c_li pugni di ferro. E c'è stato anchè qnà,lehe studente percoSso e ferito perchè aveva. osato ribeflarsi· alle pretese dei detti figuri. Mi pare che la nostra Republ~.Eca sia troppo giovane per permet_tersi · il hlsso di dimenticarsi che esiste una legge che proibisce la ricostit.ur.ione del partito fascista sotto qualunque forma. Il MSI ha già dato troppe prove di co~ stituire un grave pericolo per il buon ordine" m6rale e civile del paese. Vi sOno :numerose senterize della magistra'tura che possono bastare per dimostrarlo. Comunque non .si comprende per qual motivo, si debba più a lungo tollerare una aSsociazione che non fa mistero del suo' disgusto per: la Costituzione e per ·1e nost<1·eistituzioni democra.tiche. _(:li, i;Jattacchi continui della stampa fascista a tutto ciò che sa di democrazia, i numerosi attentati dinamitardi, gli a.tteg• giamenti squadristici, Je yiolenze dei missini dovrèbbero bastare per smuovere la, ~tra~&_ apatia degli organi ro-– S.Ponsabili. Bisogna stabilire in mo~o ben chiaro che l'attentato alla libertà dei propri simili non è tm reato· Politico: è un reato comune. · In troppa g'eI\te esiste la tendenza a minimizzare il pe– ricolò rappresentato dai fascisti. C'è chi dice tratt.arsi di ·falliti o di scervellati, pei- i quali non occorre darsi troppa pena dato che il tempo basterà per farli cadere nella di• sistima generale. Ma., evidentemente, a troppi sfugge che ·la forza del MSI non ha nulla a che vedere né con gli uomfni che lo forma~o né con la. sua· iITlportanza numerica. I giornali fascisti si contan·o a dozzine come i giornali parrocchiali, e raramente Vengono acquistati perchè p~r fortuna sond fatti così male da non pia~ere nemmeno a_d una buona parte dei «nostalgici». Da chi viene finanziat'a tutta questa s.tampa? E poi come non ca.pjrè che i fascisti veramente pericolosi sono quelli mimetizzati! Ve ne sono nei partiti democratici (al lettore .la briga di fare le percentuali) e ve ne sono, e tanti, nell'apparato statale. E se il fascismo, in Italia, non disponesse di forze rag. guardevoli, il parla,mento della Repubblica non avrebbe assegnato pensioni a coloro che andarono ad aiutare i marocchini franchisti a fare scempio del-popolo spagnuolo, né .il governo avrebbe osato contestare illa Corte costi– tuzionale il diritto di gindicare ·1e leggi fasciSte. In Germania, il partito comunista, gindicato incostitu– :donale, è stato liquidato per mo~to meno. Non roi na– scondo che molti comunisti nostrani, proprio per quest-a. ragione, sarebbero poco portati a sostenere il mio punto di vista antifascista. Risponderei cÌ1e una ~volta tanto sa– rebbe opportnno pensare a ciò che invece potrebbe acca.. dere in Italia. I cçmrnnisti italiani devon-◊ medita1·e sulle ,gravi 1·esponsabilità che potrebbero assumersi nei ·con– .fronti del popolo italiano se non sapranno ricavare ]e debite conseg:nenze dalla scossa subita in seguito alla de– .staliniz,r,azione. O essi imporranno dal basso la demo• cratizzazion.e .del partito, e si libereranno dalle guide ro,;i– nose che li hanno condotti ad impi.l,ntana.rsi sulle posi– zioni attu~-li, o con un eventuale aggravarsi della ten– _sione internaiiOnale, non potl'anno sfuggire allo conse– guenze· di essere considerati come una quinta colonna dello stato sovietico. Non possiamo fare a meno di preoccnparci della sorte dei comunisti perchè, data la dinamicità delle forze che stanno giuoca.ndo snl piano internazionale, non siamo ancorn nelle condizioni di aspettare l'entrata in giuoco del partito socia.lista unificato. Attualmente ciò che· conta è che lo spirito democratico, in Italia, esiste solo in mino– ranze troppo ristrette perché la democra.zia italiana possa non basarsi sul contrasto esistente tra clericalismo e comu– nismo ancora staliniano. Cosicchè la nost!'a democrazia si fonda sul contrasto di due forze che hanno la caratteri– stica .di essere vivamente democratiche soltanto quando sono in minoranza. Per conseguenza, la messa fuori legge çl_elPCI assoggetterebbe il paese ad una dittatura clerico– fa.scista: Credo non inutile considerare, o almeno discutere, tale r>rosi;:ettiva. '.(_ Alessandro JJrendaX

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