Nuova Repubblica - anno IV - n. 49 - 2 dicembre 1956
6 (159) nuova repubblica Ungheria, si spiega in termini di lotta,. laggiù, per evi– tare che sia la Cina a prendere a poco a poco la lea– dership del nuovo mondo. (1) SOCIALISTI E COMUNISTI Da ciò tutte le apparenti contraddizioni dello atteg– giamento, ingJese. Come gli succede da molti secoli, i britannici sono i primi ad avvertire che., non sono le dispute europee a contare sull'avvenire. Una struttura di governo piena di ingrommature e di muffe (quella stessa che ha dettato la politica del defunto Bevin, nel periodo creduto atlreo della rivoluzione - interna - la– burista) agevola l'equivoco patologico di Eden, e ne rafferma la sordità di fronte a questioni che non sono diplomatiche o di potenza autoritaria, ma risvegli di coscienze. La mania di essere efficienti, empirici e pra– tici, fa fare salti mortali ai laburisti che devono smuO"– vere una popolazione sempre più sorda a quanto non riguarda .la quantità di scellini reperibile nella busta paga. ' Sentono• il moto delle cose, ma per aderirci, per parteciparci sul serio, dovrebbero arizitutto mutare se stessi - e non nelle coscienze individuali, ma in modo collettivo. VOLONTA' GESUITI A causa della propria storia, delle antiche esperienze, della posizione geografica, qua si capisce meglio che in Europa come, stanno andando le cose. Ma soltanto se aprirà sul serio il proprio seno a un nllovo seme, che è. poi quello di un socialismo che torni a rinfrescarsi nella tradizione dei movìmenti operai prima che diventassero politicizzati, c'è qualche speranza di imparare dalla In– ghilterra, noi di Europa, come non esser tagliati fuori ,dal mondo, sul serio, entro i· prossimi dieci anni. CARLO DOGLIO (1) Circa ta posizione indiana in politica internazionale, sono sopravvenuti sensibili mutamenti da quando il nostro corrispondente ha steso questa nota. L'indirizzo di Nehru al governo ungherese e l'associazione dell'India aHe iniziative statunitensi in seno aHe Nazioni Unite hanno capovolto in apparenza la politica indiana. La contraddizione ci sembra però più apparente che reale, in quanto si può riscontrare anche negli ultimi avve– nimenti un condizionamento, o meglio una interTelazione, tra le politiche cinese e india.na. Dal momento che gli USA hanno dimostrato di trovarsi su di una linea effettivamente diversa da quella del vecchio CQ!onialismo europeo-occiden– tale, è stato possibile per la Cina prendere di nuovo inizia– tive volte alla distensione - giungendo fino alle proposte di Ciu per la ,«'riconciliazione» con Ciang - e per !'India riprendere rapidamente l'ormai tradizionale funzione di « neutralità attiva » e di patrocinio detl'indipendenza e della dignità dei popoli (n.d.r.). II e HE COS'E' il_ socialismo? ~01~ si tratt~ c:iui di :~re la storia delle idee, che oggi 1 comumsti prediligono tanto, ql.J.anto di associare continuamente la elabo– ·razione ideologico-culturale alle esigenze quotidiane del– l'impegno politico, di non distinguere astrattamente l'ae– reo movimento delle idee dalla trita realtà politica delle cose ma di rendere concreto il primo e di nobilitare la seco;1da con una immediata,, se pur critica connessione. Che 'cos'è la « società socialista>, quali sono i « me– todi di direzione· economica propri del socialismo?» (,pro– getto di tesi per !'VIII Congresso del PCI). Lo sa lddio. In passato esisteva un mito della « società socialista » -:– forse quello che fece scrivere a Marx, che pure ne era m pa1·te respons,abile: le ne suis pas marxiste - novello millennio dove ogni mondana contraddizione avrebbe trovato un adeguato e celeste superamento. In epoca più recente l'entità pneumatica del -« paradiso socialista> si incarnò in una realtà storica molto corposa: Io stato sovietico. Tale era l'unico modello concreto di paradiso socialista disponibile e perciò molti chierici lo magnifi– carono e molti altri teologi sostennero, al contrario, che invece dello Spirito Santo vi. si era incarnato Belzebù e, pochi furono coloro che ebbero il coraggio di discuterne in termini storici, e furono, senza rendersi conto di quanto facevano, i marxisti più conseguenti tra le tante sette marxiste. Il XX Congresso e i fatti di Polonia e di Ungheria hanno tolto allo Stato sovietico la dignità di modello e di Paradiso, senza che per questo, in Europa, sia ormai pos-– sibile sostituirlo, per fortuna nostra. con l'« American "\vay of life »; ai suo· posto una quantità di esempi più o meno incoraggianti, da 9.uello cinese o indiano a quello jugo– ' slavo o inglese o polacco, dimostrano che le incarnazioni dello Spirito Santo so.cialista sono diversissime e che, per di più, non corrispondono affatto· a un tipo unico e sta– bilito di « direzìone economica propria del socialismo >. Non esiste dunque più la « società socialista»? In de– finitiva nessuno può rimpiangerla, 1wrché non è mai esi– stita, altro che come argomento di fede («sostanza di cose LETTERA. DA BOGOTA' IL PASSATO~NON T RNA N ONOSTANTE l'ingiurioso consenso dei reazionari, i liberali colombiani sanno che la lotta del popolo polacco e di quello ungherese è la stessa lotta di liberazione della Colombia e· di tutta l'America la– tina. Anche se i conservatori colombiani fingono di com– piacersi - una volta tanto - di una rivoluzione, e ipo– critamente acclamano l'Ungheria e la Polonia, essi sono d'accordo con gli epigoni dello stalinismo: anche per loro, come per la Pravda, si tratta di restaurare un passato. . , Noi invece s3ppiamo che quel passato non può tor– nare, ch,e dalla sconfitta dei burocrati staliniani non. na– scerà la « democrazia cristiana » di Ospina Perer né la dittatura militare di Rojas Pinilla. E' ridicolo che questi uomini fingano di solidarizzare con la Resistenza un– gherese, mentre repressero o reprimono nel sangue la Resistenza colombiana; che gettino grida di esultanza per un'insurrezione, mentre per sospetti non d'insurre– zione ma di sola opposizione da diec"i anni persegui– tanb, torturano e assassinano i democtatici colombiani. Ed è assurdo che s'indignino per l'intervento straniero, quando di interessi a dominio straniero essi sono in Co– lombia aperti sostenitori. Noi sappiamo che tutto quello che, in qualunque parte del mondo, è espressione di libertà e ·di rivolta contro i contrapposti blocchi egemonici, contribuiSce alla liberazione di tutti i popoli, e con questo spirito dal nostro paese oppresso, dalle montagne in cui si com– batte, dalla città su cui grava il terrore della persecu– zione quotidiana e il ricordo di recenti massacri, abbiamo salutato la rivoluzione dei popoli dell'Est europeo. E non possiamo dimenticare soprattutto l'insegnamento conte– nuto nella loro lotta. Quante volte i liberali di destra, i collaborato~i di El Ti~mpo, tutti i benpensariti che pur si dicono ostili alla dittatura non ci hanno detto che çi si doveva arrendere alla violenza, che nulla possono ormai le forze popolari, che oggi le rivoluzioni sono impossibili, che « nòn si combatte contro un esercito moderno con ba– stoni e pistole » secondo le testuali parole co11 cui il dr. Eduardo Santos, nel marzo 1953, invitava i ·parti– giani a cons.egnarsi al governo criminale del falangi– sta Laureano Gomez. Ce. lo hanno detto e ripetuto, e con questo pretesto hanno acclamato il colpo di stato del 13 giugno ed appoggiato ed adulato il regime mili– tarista da esso instaurato; ed oggi, quando l'infame dit– tatura supera ogni limite d'oppressione e non ri 1 conosce loro più neppure..., il diritto ad una critica benevola ed umilissima, essi non puntano che su- miserevoli manovre con altri gruppi reazionari, e specialmente con quello del deposto dittatore, il _dr. Laureano Gomez. Di fronte alla prospettiva di- una rivoluzione popo– lare, tutti i liberali benpensanti - rojaspiniliisti ieri, laureanisti oggi - fremono di legalitaria indignazione; anche se hanno prefetito dimenticare il loro culto della legalità quando un colpo di stato militare diede una « presidenza » incostituzionale a dustavo Rojas Pinilla. E con indignazione ricordano l'insurrezione popolare del 9 aprile 1948, e di essa pongono in rilievo solo gli e·pisodi di saccheggio e vandalismo - che indubb"iamente ci ·furono accanto però a tanti episodi di autentico eroismo popoi are. Se oggi l'opposizione polacca avesse cercato l'alleanza delle forze reazionarie, non avrebbe fatto che consoli– dare la posizione degli epigoni dello stalinismo, mentre con le masse popolari ha ottenuto successi decisivi ed irreversibili. Eppure è questo che si fa oggi in Colombia: cercare la collaborazione di quei conservatori che oggi dicono di opporsi alla dittatura, ma che domani si uni– ranno con tutte le forze reazionarie contro ogni autentico movimento di liberazione. Un liberalismo unito ed auto– nomo sarebbe inVincibile; mentre asservito ad opposte cricche reazionarie non può che essere impotente e de– stinato alla sconfitta. « E' primavera in ottobre»; ma questa rossa primavera della rivoluzione popolare po– lacca a noi è stiata negata dal servilismo di una direzione politica, perché al massacro degli studenti provocatoria– mente preparato e freddamente pèrpetrato dal governo di assassini del generale Rojas Pinilla nel tragico giu– gno 1954 la direzione nazionale liberale non ha risposto come allora era possibile ed era necessa:fio; si è cercato invece l'accordo e la conciliazione con la. dittatura, fin– ché .]a dittatura consolidatasi nel sangue ha potuto schiacciare con violenza e disprezzo i complici di ieri. Siamo fermamente convinti che la dittatura reazio– naria e criminale non potrà essere abbattuta senza una lotta lunga ed intransigente. Ma sono gli attuali dirigenti liberali che debbono dimostrarci di sapere con– durre questa lotta senza illusioni e senza compromessi. Si organizzi coerentemente ed intransigentemente la lotta: si vedrà allora che il militarismo di Rojas Pinill~ non è più solido di quello di Rokossovsky. CARLOS GONZALEZ RIVERA. sperate>), che pure, molte volte, ha avuto e avrà anche in futuro il merito di smuovere le montagne. Al posto della «società», esistono Je forze socialiste 1 le quali, come fatto storico, riuniscono i gruppi e i ceti subalterni sul piano classista e tendono a quella effettiva più larga di– stribuzione del potere ad ogni livello sociale - politico, culturale, economico, produttivo, etc. - che è il solo. con– creto verificarsi storicci della libertà. OlassÌ8mo, diciamo, e . non generico pauperismo populista o scleroti'co ope– raismo corporativo, cioè un valore di ordine storico e di natura dialettica - gruppi e ceti .capaci di dirigere cho reclamano l'inserimento al potere e perciò si contrappon– gono, riuniti in classe, ai gruppi e ceti che detengono la direzione effettiva della società - che può trovare incar– nazione sociologica in sempre nuovi e divereyi strati sociali che il divenire del contesto va producendo. Il movimento operaio è stato, almeno fino ad oggi, una concreta transi– toria espressione storica del classismo e non è detto che debba continuare ad esserne la sola o principale espres– sione domani, e, quanto al pauperis-mo, su taie piano potremmo avere tranquillamente uno pseudo-classismo accetto perfino alla Chiesa cattolica, così accorta nell'indi– viduare e nel reprimere ogni manifestazione dialettica. Le forL;e che, in una società nazionale, sono interes– sate all'all~rgamento di potere, debbono avere la capa– cità di compiere, nello spirito e non nella lettera sco– lastica del marxismo, una analisi originale dei dati -am– bientali, scegliendo di conseguenza quel pr~gramma po– litico ed economico - non certo « proprio del socialismo »-, ma puramente strumentale rispetto all'allargamento di potere che interessa le forze socialiste. E' vana ogni separa– zione storica e dottrinaria - di chiesa pil1 che di scuola - tra socialisti e comunisti, tra socialisti e posizioni liberali più conseguenti e avanzate. L'unificazione socialista, sarà Ia prova più immediata, senza .dubbio, ma non per questo si potrà fare a meno delle iniziative politiche e degli aggiornamenti ideologici e culturali che il momento richiede. I comunisti ne pos– seggono certo gli strumenti, ma sono impediti. a usarne proficuamente dalla volontà gesuitica di mantenere in– tatta la verità metafisica della « società socialista sullo esempio dell'Unione SovieJica ,. I radicali intendono pro– muovere la più ampia revisione, ma, pur possedendo stru .. menti culturali adeguati, si sono estraniati dal contatto diret'to con quelle forze storiche che sole potrebbero iffipe– dir loro di ridursi, ancora una volta, loro malgrado, alla « storia delle idee». I socialisti si muovono indubbi~ mente a stretto contatto con le cose, a causa dei loro impegni concreti e del ruolo di comprimari politici che li attende a breve scadenza, ma la loro volontà di rinno– vamento, ammesso che sia unanime - e i fatti dimostra– no il contrario - saprà costruirsi mezzi tecnici e culturali adeguati e, soprattutto, seguire tali mezzi, dando loro ade– guata fiducia e libertà di movimento? Intanto bisognerà cominciare a rispondere col turpi– loquio a chiunque ricordi il programma del '92 come « testo sacro>, e creda di risolvere. ogni co.~a con la « pro– prietà collettiva dei mezzi di produzione e di scambio>; vera notte socialista dove tutte le vacche diventano nere. GIULIO CHIARUGI Caro Codignola, il mio scritto risale al 5 novembre. Anche se lo sviluppo degli avvenimenti ungheresi ed egiziani ci ha portato - e ci potrà ancora portare - a u'.n pelo daUa « guerra calda», rimane evidente eh.e di « guerra fredda>> - come contrapposizione frontale di blocchi cri– stallizzati - non sarà comunque il caso di riparlare. Le due massime potenze continueranno ad operare per spazi late– rali, e alle spinte frontali nessuno penserà seriamente. Ciò non escluderà alcun rischio, ma continuerà a conse'}– tire un larghissimo margine di manovra.. Per la prospettiva politica di tutte le sinistre italiane sta suonan.do t'ora della verità. Lo dimostrano sia le posizioni di Saragat, volte aU'isolamento dél «comunismo>> - dei comunisti o deUa direzione staliniana? -- e a un rinvigori– mento del cordone sanitario atlantico - forse per evitare che l'Europa orientale possa divenire s9ciaiista e per farla rimanere comunista faute de mieux? - sia il dibattito net recentissimo C.C. del PSI. Se Nenni ha riconosciuto .compromessa la possibilità di una spontanea sutura della operazione chirurgica del '21, è toccato a Lombardi proporre - per la prima volta in ter– mini così limpidi e realistici - iL problema di « una supe– riore unità deL movimento operaio n. L'antitesi tra i1 ri– spetto formale del dato ufficiale PCI e il ravvicinamento effettivo tra socialisti e comunisti non poteva essere meglio delineata, e anche la « leggerezza » socialista di fronte ai cattolico-conservatori, qualora manchi loro il concorso effi– ciente dette forze oggi impedite dalla struttura comunista a raccogliere il necessario consenso del paese, è stata molto opportunamente portata in discussione. · Rispondere col rifiuto di « divisioni teologiche l> vuol dire considerare teologia il discorso potitico e giacersi sul piano della diplomazia più accomodante. La comunicazione poli– tica reale ieri era condizionata dal rapporto diplomatico: oggi invece da tale rapporto è det tutto esclusa, e solo l'aperto confronto politico con la direzione comunista patrà mantenerla in atto nei confront.i deUa base. • Cordialmente, tuo Giulio Chiarugi
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