Nuova Repubblica - anno IV - n. 46 - 11 novembre 1956
4 I LAVOUO E SINDACA'fl I NUOVA REALTA' LLA CGIL G I,[ A VVl~N l 'fv.LE: XTI di ~ues\e ·.u!Ìime se~lirnane n.?n potevano non ave1·e I"1fiess1 1rnpod1,111t1 sulla Y1la delle 01·gani;i;zaz.ioni sindacRli, ed in modo pnl'i_ico– hin' della CUI L,, più direttamente toccala, eia q,wnclo è acca– dulo in Unglwl'ia. Non v'è dubbio che il docun1~11to votato_ dalla sc'greteria confederale di solida.-ietà con 1 lavoraton nrn«ial'i in t·ivulta e le dichiara;i;ioni· - anche se attente e IJ1·,~lenli nella forma. - dell'onote:•ole Di_-Yi_tt-ori? al co- 111italo centrale del partilo comunista sui chvers1, e tal– ,·olta conlraslanli, interessi che ,·engono a dclt"rrninar~i, J)Pt' la loro diffonniiù, di obiettivi, fra sindacato e parlil~ (Comunista) Nlppte!=:entano altri nuovi fatti impol'lant1 n•1·:-;ola 4: liberalizzm 1 ;ione » della più grande, nonostante le buio:-;te snbìte, confe.deraz;ione sindacale ih\liana. lt1ppi, con ogni c1tten:,,.i~ne,poichè, al cli fuo1·i e al di sopra d~lle yecchie e anzi rinl"ocolate polemiche, può ap1'i1·e la via ad un'intesa unital'ia fr-a i lavoratol'i, che sal'ebbe non solo feconda per es;-;i ma per la stessa democrazia ita– liana, giaC'chè non· ci può esset·e avvenir-e democratico per un pae$e ove il prnletariato yiva ai margini_ della vita eco– nomica, oppres~o dal capitale monopolistico. Jn questo ~enso. non possiamo lasciar passare sen:;1,a un favorevole commento il documento votato dalla f'J..01\I in tema cli rappoi-li fra cornmif-:sioni interne e sindacnti. Si hatta di 1111 doct1rnPnto rivolto a pone in tem1ini cli unità il pro– blf'ma delicatisf'imo dolle c0mmis~ioni interne che, dopo le « clamol'OSe \'Ìltot·ie » elf'tton.1li dei sindacati democra– tici, sono f-:t-atesn1otate - in p1•fltica. - di qualsiasi fun– z;ionc da parte del padronato. Non diciamo questo per i--pll'ito polf'mico, ma s0mplicernente pt'I' 1·ileval'e un fatto pl'eoccupante. Poti·ehlx·) inf,,Ui, aC'caclel'e che la CGIL ve– ni~se n)e~f-:ain l11inot·anza in tutte le commissioni interne, ma ciò non significl101·0bhe un raff01'7.Rmènto dell'impor– tante organo azienchile: a,rni ~e, jn base Rll'esperienza di que:-;ti ultirni anni, dovPssimo esp!'itnel"e nn gi11clizio, clo– v1·emn10 dire che ove-si ,·et·ificaf-::-:e 11n'eventw1litl{ del genel'e, le O.I. finirnbbern pN cli\'cnta1·e inutili so,~rastrntturn sin– dacali per copi·ire formalmente lo strapotere della Con– .findustria. Quindi, jl problC'ma delle commi.-;sioni interne va 1·isolto e va. ri-?olto subito, poichè il prolungarsi della inefficienz;a cli esse potrebbe p1·0,·ocare dannose conseguenze per tutti, CISL e UH, COJ11J.)1'f'Se. l'er ri;-;olvei-lo bisogna pl'ima ornare un clima nuovo cli convivenza fra le organiz– z;azioni sindaeali 1 sì che qu('ste abbiano cli mira più che il loro pl'estigio pl'opagandislico, gli interessi dei 'lavo,·a– tor·i. Partendo da queste implicite consicleraz;ioni, la FJO:M si im1wgna «- a pl'Omuovel'e e sviluppare per le elezioni (136) ·nmwa. repubblica d,•lla O.I. la. pili ampia effieace azione tesa all\miU di tutte le conPnti sindacali ... mediante Ja elaborazione, da µa ..te di tutti i lavorato1·i interessati, di un progrnnimu. comprendente i problemi e le rivendica,-ioni più sentile; a opel'are sulla baf-:e di questo programma per lfl composi– zione di fi.ste unitarie, /annate ·da can4,iclati delle .diverse cor– renti sinàc,cali e da nessun(, correnle, possibjlmonte incli– cA.tì dai lavon,1tori e scelti fra gli èlementi più capaci...; ad opei·i:tt·e p<-'1' dai·e ::\Ila campagna elettorale il caratlci·e che le deve es:~ern prop1·io, cli discussione dei problemi con– Cl'et.i che si pongono nella fabbrica, di elaborazioni delle ri– vendic~zioni 0 di impegno di ;zione unitaria per la loro realiz;z;a:;1,ione ... ; a. PrnporTe alle alh-e organiz:.-,azioni cli pl'Ornuon_,.re assieme le elezioni della Q.I. nelle .fabbriclie ove e.~~a ancor·a non esiste». E pili olt1·e si afferma che il rapporto delle Ol 'ganiz.za – zioni. sindacali con Je C.L cle,·e · essere \'isto « non come rnpporto dt,.I singolo sindacato con una pat·te dei compo– nenti della. C.J. ma come rapporto unitario cli tutti i sin– dacati f'0n tutta la C.l. :,, Abbiamo ripo,·tato i punti più significativi della risolu– ,-ione adottali:\ dal CC della :F'IOì\I, che - come •si ,·ecle - accolgono i p1·incipii attoi-no ai quali si era mo:,sa la critica dei CO$idcletti « sci:--sionisti:, al settarismo fraz;ionista e rnalmente scì::.;sionistico della CGIL « vecchia maniera» e che rapp1·esent.ano nn contributo notevole all'flzione uni– tal'ia dei sindacati per ridare alle commissioni interne il prestigio e l'autoi-ità cli cui hanno bisogno all.intemo della fabbrira per i:ivolgel'e la loro fun:.-,ione. Le clez;ioni per· le O.I. si sono svolte sempt·e jn un clima di· esaf-:pPmta ten– sione politica, fra cornizi e propaganda che ricalc~wano i terni piì1 noti df'lratlant:i.o,.mo e dell'antiatlanti:-;rno. LH rno– zione della FIOM. Ol'gani,-:;1,azionedove è noi.eyole l'influen– ,1,adei socialisti che vi hanno _per loro segretario un uomo dello preparazione cli "F'oa viene, quindi, ad offrire ai la– vora.to1·i una soluz;ione silfdacale delle que,;tioni più spi– nose del nostl'O mondo del lavoro. Se questo nuovo in– di,·izzo della CG.JL è - come si ha moti,·o cli ritenere - uno sro1~1.osollecitato da una implicita. critica all'impo– stazione comunista del sindacalismo e dalla recPnte e:-:pP– rienza magiara, c'è da sperare che la classe lavo1·r1trice ri– t:rnvl, in una. ntmosfern di democratico dibattito di idee, la sua unitit contro un padrnnato cli,·enuto tl'oppo potente. FRANCO VERRA t:ti fltteggianwnti rf'centemente assun\i dalla COif_, .e il non meno $ignificativo documento voL:llo la scorsa_ s~U1: 11rnna dal CC de-Ila FIOM sui rappol'ti fra comm1f-:s1on1 intel'lle e sindacati attestano proprio che la ConFcdera– zinne del Lavoro compie un tentativo politicam.cnte cli Ti– liAvu pel' inlorp1·etare le aspirazioi1i e le necessiUi delle 111as:-:c opeu.1ie in 1·appo1·to alle esigem;e 9h.e oggettivamente :--(·,1luriscono dalla situRzione si·ndacale italiana. E soprnl– i11U-o ci confo1{a in questa Yalutazione il fatto che le cle– ci-;ioni all'inl·erno di e$Sa non siano sta.te adottate senz;a. nCCP-"ediscuf-:sioni fra la ancor forte corrente che considera il sindacalo come strumento politico .del pa1·tito cui è' af– lidata la shatC'gia della lotta dì classe e la corrente, che è altualrncnte giù rnnggioranz;a. che nel sindacato ravvisa i1wece uno strl11n"'nto cli lotta che per esse.-e aflicace dc,·e t->-;sc>re unilal'io e che per,essern tale deve essel'e autonomo. All'ordine del giorno di solidal'ietà con gli open1.i 1111-igitHi e di condanna degli el'rnri della ,·iolenta clittah1l'a cli Rakosi, cnn~idPrato <positivo:» anche dall'on. Sal'agat, si è giunti a1tn1.vNso un dibattifo dai toni drllmrnatici fra. una mi– noranza, formata solo cli un _certo l\urne1 ·0.di comu1fisti, ed una rnaggioran,-a. cos~ituita da tutti i socialisti e da pa– n•cchi comunisti, fra i quali ultimi primeggiava l'on. Di \·itto1·io. E ciò è da sottolineare perchè ci sernbra assai pili fl]Jp1·ez:;1,abile· ciie cl 8ìa ~stata diversità di tesi -. ane;he so, a nostl'0 yil_rern, u~a di ~uesté e"ta negativa _:. ·pcl' l'au– -~picato sxifuppd, de!J10èrati~~ dell_a _CGJL, che no!1- la __ trn~ · di:;1,ionole, aÌl1oi-fà uni:tnlmità .di decisioni, così come ancora SUEZ E-LA PACE avviene ,folla Cl'~L ·e, in tlna certa misura, nella UlL. Ma f-:(1prnttullo ci sernh1·a non possa passare sotto silenz;io che la corrente socialista della. CGIL sta assumendo, così come noi uvevamo auspicato, tlna sua ben, indi,·id(rnli:;1,zata fun– zione per opern specialmente di Oi-Pste Lizzadri che, pur rP:-:lando. coerente alle sue impostazioni unitarie e « mas– ~imaliste:. (iale espressione è for:':e impropria) di sempre, non è disposto a con~entire che gli intere~si dei lavorato1·i jtnliflni venga.no sacrificati a quelli sez;ionali del J>CJ. Dopo la posi:.-,ione assunta pel' l"Ungberia, c'è stata la dicliìaraz;i13ne di Di Vittol'io cui si è accennato. In so– .stanz;a l'on. Di Vittorio al CC del suo pa1-tit:o ha fatto ca– pire che, essendo egl_i un dirigente sindacale responsabile, può accadere che i suoi atteggiamenti _nella COfL con– ti-ustino con quelli di militante comuni~ln, riconoscendo ]11{plicitamente - ed il fatto ci pare di enonne impor– b11iza - che le posizioni del PC! possono anche essere cont1·arie agli interessi dei nostri operai e dei nostri con– tadini. E come conseguenza logica dell'effettivo rinnova– rnenlo della CG.LL c'è stato lo ~sciopero di cinque minuti per commemorare i Jnttuosi avvenimenti unghe1·esi, pro– clamato p1·ima che venisse indetto dalla UIL e dalla CISL le quali, praticamente, vi hanno aderito. Ci pare dunque che la CGIL vada assumendo un indi– ri:;1,zoche merita di e'ssere seguito, nei snoi probabili svi- (continuaz. da pag, 3) tralismo tendenzialmente 'pro-sovietico, con l'India e la , Jugoslavia che hanno votato all'ONU diversamente dai russi a proposito dell'Ungheria, ma non hanno osato ele– vare alcuna protesta contro lo strangolamento di que– sto sventurato paese, per tema di fare la stessa fine, non ci rimane che resistere ·alla politica di potenza in ambo le direzioni, così come fanno i laburisti inglesi, i radicali di Mendès-France, i socialdemocratici tedeschi, e anche i so– cialisti, i socialdemocratici, speriamo presto riunificati, e tutti coloro che credono .in una democrazia coerente, laica, libera, in Italia. Chi vuòle schierarsi con i'i:n1.perialismo russo - sedicente comunista - o con quello anacronistico d'Occidente, di cui davvero non si giustifica che il so– cialista Guy Mollet_si sia fatto il difensore, si accomodi. Quel che vi è di genuino nella democrazia occidentale di– speratamente invocata dai rivoluzionari ungheresi, e nel socialismo occidentale, deve cercare in questi tragici mo– menti, nel rifiuto della politica di potenza imperialistica, di qualsiasi colore, la via dell'unità di quanti in Europa credono ancora nella libertà ·e nella giustizia. LEO VALIANI La decisione inglese, francese e isrcieliana di cessare il, Jnoco, a co:ndizione che l'Egitto faccia altrettanto, dimo– stra ancor<t mui volta come, in paesi retti a libera de– . mocrazia, l'opinion,e pubblica riesca sempre a i.mÌ,orsi <tUa fine. La minaccia russa di far subìre a Londra e <t Parigi, con i missili, la stessa sorte di Budapest, conferma invece che le autorità di Mosca hanno ad~tt<tto i metodi degli Z<tr e di Hitler. Contro questo ricatto è doverosa ln re- sistenza ad oltranza.· , · L. V. I f, 21 .MAGGlO 1953, ·a chi gli chiedeva se i'comuni:sti avessero·o av1·ebbero trntto vnntaggi dalla ri\'oluzione egiziana, Neguib 1·ispose: 4:: Una sola arma rimane loro: Ja permanenza de.Ile tn1ppe bi·ilannirhe in Egitto. Se l'Egitto .riuscirù a liberarsi da qllest'onere, la sua liber•àz;ione sarù il colp~decisivo inferto Rl comunismo,. A dif-:tanza di oltre tre 'itl'IÌH, è ancora impof-:sibìle di,-e quale sari\ la sorte del paese; ma è cei·to che l'inter\'ento anglo-fl'ancef-:e ha favo– rito l'Unione Sov"ietica, non ~oltanto nel .l\ledio O.. iente ma altresì in Unghe1·ia, perèbè ha incor·aggiato il governo di l\fosca ad irnpie-gare Ja forz;i:t per il mantenimento delle prnprie posizioni in quest'ultimo paese. A questo riguardo la c.-onologia degli avvenimenti è cl1·an1rnatica e significa: ti va: il 30 ottobre l'URSS annt1ncia di essere disposta a discutere la. questione ck·,1.rifirn delle p1•op1·ie truppe dagli stati satelliti; il 31 ottob1·e si ha notizia dell'ultimatum di Eden e ~Jollet al governo del Ca_iro; il 2 no,·ernbre la stampa sovietica comincia a denuncial'e le « mene i·ea:;,.ionarie » che si manife::;tano a Budapest; ha il 3 e il 4, infine, viene de– cretata la· massiccia e crudele soffocazione della libertà ma– giara, facendo seguito immedintame-nte all'inizio dei bo111- barclirn1enti sull'Egitto. ]?rancia. ed Tnghiltena, quando hanno intrnpreso la loro operazione, credevano di poter approfittRre delle difficoltà nelle quali si dibatteva l'Unione SoYietica nell'Europa orien– ta.le ; invece hanno prop1·io consentitÒ che la, stessa Unione Sovietica ro,·Psciasse a st10 favol'e ln sitnazione. Era preve– dibile. Tnfatti, sul piano intem"zionale la« distensione» era uno stn1rnento che Mosca irnpiegava. per accrescere la pro– pria inf111Pn:;1,al'lel\foclio e ~ell'.Eshemo O1'iente; ·a tal fine, essa. si dimostrava disposta a sacrificai·e certe posizioni nel– ·l'l~ur-oPa orientale, come testimoniò la soa riconciliazione con Belgrado. Ma quando quelle conseguenze cominciavano a manifestar13i, andando ben olt1·e le pl'Ovisioni della Russia e sen't.a che questa potesse impedirle, ecco che si scatenò l'attacco anglo-fran('ese all'Egitto. Era. assurdo pensare, a quel momento, che il governo sovietico amm~ttesse passi,·a– rnenie che requilib1·io jn Europa e in Oriente venisse con– tempÙraneamente sconvolto a suo danno. Esso operò libe– ramente in Unghe1·ia, senza timore di in!micarsi il mondo afro-asiaiico, costretto a contal'e sull'appoggio dcll'URSS per clifendern la propria indipenclen,-a. D'altra parte, finchè il mondo è diviso in due rigidi bloc{'hi, è proprio il mondo afro-af-:iatico quello che può si:tncire la sul)e1·iorità dell'uno sull'altro. Pel' questo J'Unione Sovietica non h;i esib"tto a mi,rncciare di intervenire essa pure in Egitto, a t'r1vore di J\ao,..-;er,se la li'rancia e l'Inghìl– tena non avessero sospeR-o le operaz;ioni militi:ti·i: con ciò ha obbligato gli Stati Uniti a. clichiHt·ar·e che non avrebbern potuto ammetter-e nn tale jntervento; e poichò d'altra parte \Vashington non ha potuto logicamente accetta1·e neppur la pr-oposta di unire le prnprie tn1ppe a quelle sovietiche, sempre allo scopo cli anestar·e l'offensiva anglo-francese, ne risulta· che l'URSS è riw.;cita ad appa1·il'e, agl.i Of'chi clel- 1'.Egitto e dei suoi ·Alleati ed amici. rome l'unica effettiva sostenitrice della loro inclipenden,1,a. Per evitare un aggra– vr1mento delln f-:ituaz;ione, il go,·erno americ<rno ha dovuto sumentare le sue pl'e.,;sioni sui goYemi inglese e france1-:e. J)P-1·chè si decidP:-:.;;;el'O a cessn1·e il fuoco, ri11scendo alfine nel suo intento, ma tl'Oppo tal'di, perchè ora l'ttv\'eninwnto può ben essct"e attribuito Hlla cit;ita minaccia di Afof-:ca.] I sttc– i::esso diplomatico sovietico è stato grande, e su.o.:cettibile di ulle1·io1·i pericolosi sviluppi: basti pensare che s.i profila - ,t1l momento in cui sc1·iviamo - l'eventualitit che gli egiziani respingano le pmposte occidentali e pretendano il compie-lo sgombero del paese per ini:;1,iarequalsiasi tr,1ttativa: ciò - è chia1·0 - confotmemente a istruzioni di l\Ioscfl che si Sf'nte in grado di ,·a.lorizza1·e ulteriorm_ente il p1·opl'iO succes~o, infliggendo alla Francia ed all'Inghiltena una nuova cocente umiliaz;ione nel cttso adel'iscano 'l.lla richiesta di sgombern; non aderendovi invece l'affor-zf'.n:bbet·o ancor più la penetrn– zione comunista in tutto l'Oriente. Si dice eia alcuni che, essendo Nasse1· un clittatoi·e, razione dei governi cli l!1uigi "' Londra si giustifica. A ciò è stato risposto con va1·ie 'lSSei-vazioni, e fra esse: ci} che è assrn·do sostene1·e o non, a :)l·op1·io piacimento, caso per ca.so , il principio della non ingerenza cli alcuno st-uto negli affari interni cli alcun alti-o; b) che due anni fa la situa• zione interna egiziana era identica all'attuale; e) che nc~– suno ha mai pensato ad azioni contrn Nasser in 1·onseguemrn del suo comportamento verso Israele, comportanicnto ben più biasimevole, sul piano morale politico e giuridico, di quanto non sia stata la sua decisione di na:;1,ionnlizz;are il canale di Sue:;1,.Noi vonemmo aggiungere che a suo tempo Neguib avve.-tì gli inglesi del pericolo che e,,.;plodel'-lsein Egitto un'irrazionale ondata naz;ionali:-;tica (in1pre,·edihile nelle sue conseguenze) nel caso che essi non a,·es~cro celer– mente risolto la questione 0 della piena ed effettiva auto. nomia del paesP. ·11 go,·erno di_Londra non se ne dotte per inteso, e quando si dPcise a sgombertne il pr-te.<.:e, soit'o la spinta degli avvenimenti, era giii tardi .. La vei·ità ò eh~ rinterveni"o in lI:gitto, Rvvenuto per un calcolo sbagliato. è nn episodio cli un'anarrnnistica politica colonialistica rhe FJnghilterra e la J;'rnnc'ia stanno ancora. attuando e drlla quale sono altre rnanifost,1:1,ioni Gipro e Ringapore, l'Algt>r·ia ed il Marocco. La mornle di tutto ciò è ovvia. Occone che i popoli coloniali siano an·iati ad una rapida autono111ia, se vo– gliamo eh.e jn esfolisi affermino gli istituti democratici, 001110 è avvenuto in India. Non solo: qualsiasi azione cli f01'7.H, ovunque sia condotta, 1·avvivando la guena fredda, non consente che si f-:viluppino i moti di libel'tii che i-.imanir<>– stano nell"Europa or·ientale. Tutti i problemi ptililici inter– na:.-,ionali ~ono s1rettamente legati fi-a loro: perciò la loi-o l'isolnz;ione può a,·(>1·sisolo nell\1.111bito di un piano genf'!'nle cli si.-;temaz;ione del mondo che fino ad ora è mancato. 'l'<'trninian10 notando che di fronte allo sconsideraio cornpor-tamento della S.11'.1O e di Mollet, è di sollievo ai so– cialisf;i italiani pen.<.:are che il partito lr1bul'ist-a inglei--c h'a cont1·ib11ito non roco Hcl evitare che le cose preciritassern del tutto, impegnandosi in '\ma battaglia Che ha scosso for– temente "le posizioni di -~den e ha dimostrato il peso dPlla. opinione pubblica in un regime dernoc1·atico. PE'r Jorn conto, tutti gli altl'i pat·titi f-:Ocialisti del mondo sono stali soli(l;1li con i compflgni ingle~i, e questo fatto pone con mgenza il problema della funzionaliti\ dell'lntemazionale, in un mo– mento in cui il' crnllo della. struttura interna:;1,ionnle dPI mondo post-lwllico ap1·e ai sociftlisti' nnove Pd 'pffetti,·e pos– sibili là cli inizi;iti,·,1. ·•· FRANCO RAVA'
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