Nuova Repubblica - anno IV - n. 44 - 28 ottobre 1956
(154):,nue.-a re,11.l,blica 3 GIOVANI E UNIVERSITA.' BILAN·CIO GOLIARDICO E' ormai necessario ist;tuire un rapporto concreto e posilivo tra il movimento studentesco e i 'partili po• --litici operanli nel nostro paese. Ma la solidarielà che questi devono garantire ai goliardi, va accompagna• · ta dalla rinuncia ad ogni tentalivo cli egem;mia, che distruggerebbe le basi .stesse di esistenza dell' UGI di P OSSIAMO assumere come elemento sintomatico della situazione del movimento studentesco in generale e dell'UGI in particolare, l'ultima crisi dell'Unione Universitaria· apertasi nel luglio scorso e risoltasi nel Consiglio Nazionale di settembre. Infatti la caduta della giunta dell'UNURT, presieduta da Paolo Ungari e pro– vocata dallo ste·sso gruppo goliardico, ammette, fra gli .altri co·ncomitanli significati, una spiegazione quanto mai particolare e meno facile delle altre: una spiegazione che muove dal fondo della storia dell'UGI e della com– plessa sitùazione goliardica di ques.ti ultimi tempi. Vien da pensare oggi ad un commento apparso su n Contemporaneo all'indomani del congresso dell'UGI di Modena, conclusosi, come è noto, con la vitto-ria nume– rica della « vecchia guardia » e l'affermazione ideale delle tesi politiche, sia pur .divergenti fra loro, di quella nuova generazione dell'UGI che ·aveva dominato il congresso dell'UNURI di Grado. Grosso modo Il Contemporaneo, analizzando le posizioni della minoranza di Modena, in– dividuava ri.elle tesi di Ungari le più originali e· :vitali prospettive dell'UGL qualificandole come oneste e serie posizioni radicali che fondavano su una riforma univer– sitaria modernamente «liberale» nella sua ispirazione, le residue possibilità di recupero della borghesia italiana. Per parte sua n Contemporaneo giudicava incondividibili le tesi di Ungari, ma le considerava come il meglio che un'UGI ammodernata potesse produrre, confrontando con que1le la confusione di prospettive che sarebbe stata pecu1iare dei goliardi di << ispirazione socialista»·. Rimeditare oggi questo tip0 di commento al congresso di Modena appare estremamente interessante: è il caso, naturalmente, di non legare più questa interpretazione 1 alla minoranza di Modena, ma di applicarla invece a tutta l'attuale situazione goliardica, posto che lo schema maggioranza-minoranza è ormai superato, mentre esiste una realtà politica assai più articolata e composita. n Contemporaneo era nel giusto, almeno approssimativa– mente, giudicando a quel modo le posizioni di Ungari, no– nostante tutte le possibilità di equivoco che il definirle <<radicali» poteva COnsentire;· non ·era inVece nel giusto dando quel giudizio sulle posizioni degli studenti di « ispirazione Socialista», non tanto perché le definisse confuse - il ~he ·poteva anche essere vero - quanto perché app1icava a quelle posizioni una impropria eti– chetta socialista; ed infine non era nel giusto, Il Con– temporaneo, perché la logica conseguenza di una siffatta impostazione era .quella di un'UGI «radical-socialista» :(anche· senza diretti riferimenti al partito radicale e al PSI od a UP) nella, quale gli elemen"ti positivi erano di parte radicale e quelli negativi di parte socialista, con l'ulteriore conseguenza che l'alternativà ai primi era solo d-i parte comunista, dal momento che 1-eposizioni di Un– gari, secondo l'impostazione de H Contemporaneo, pote– vano fondatamente aspirare ad una ideale égemonia sul- 1'.UG!. . In realtà lo sta'to d'animo di insofferenza determina– tosi negli ultimi mesi nei confronti della politica di Un– gari presidente dell'UNURI, era sorto proprio. perché le sue posizioni erano come H Contetnporaneo le aveva de– finite, con la d.if1erenza però che l'opposizione ad esse non è venuta soltanto dai g_~liardi di « ispirazione .socia– lista», bensì da quasi tutto il gruppo goliardico nazionale, dit;"etto con particolare veemenza proprio dal radicale Marco Pannella.· Ciò significa che, radicali o liberali che fossero le posizioni di Ungari, esse p·resupponevano una salda omogeneità ideologica deH'UGI in luogo della va– rietà di presenze culturali e politiche all'interno del mo– vimento goliardico, che costituiscono la sùa più propria caratteristiCa e giustificano ancor oggi la vecchia formula della unità laica deHe forze universitarie. Questa unità senza :dubbio non si realizza sulle cosiddette proposte qualificanti di riforma universitaria, che sono poi « qua– lificanti>> nel senso di caratterizzare ideologicamente e culturalmente quelle proposte e nel senso di verificare la consistenza dell'UGr' confrontandola con un partico– lare schema di riforma universitar,ia che finirebbe col dover sopportare un'etichetta liberale o socialista "",o altro. Non a caso Ungari aveva trascurato la battaglia con– tro l'esame di Stato (il quale nella università· riformata, secondo Ungari, ci deve essere) e non a caso la più energica reazione a questa politica era scaturita dai go– liardi di « ispirr:zione socialista>> (per i, quali, ma non soltanto per loro, l'esame di Stato non ·ci deve essere). P~nnella ed altri, non socialisti, hanno avvertito il peri– colo di una simile contrapposiz~one e tutto il gruppo go– liardico ha t:nitnriamente condannato la politica di Un– gari che non aveva mantenuto gli impegni assunti verso la questione dell'esame di Stato. Il gruppo goliardico nell'UNURI, nel momento in cui decise di liquidare la politica di Ungari, fra le altre va– lutazioni che -di essa dette _(e che in certa misura erano GIORGIO MORALES anche positive: basta pensare al1a serietà dell'imposta– zione nella battaglia per il diritto allo studio), tenne indu.bbÌamente presente anche questa: ·che le iniziative universitarie dell'UGI attraverso la rappresentanza stu– dentesca debbono. scaturire da una effettiva sintesi po– litica .delle posizioni ideologiche e cuHurali necessaria– mente presenti neU'UGI, talché non è pensabile una riforma universitaria sostenuta unitariamente dai go– liardi che non si realizzi gradualmente attraverso suc– cessive sintesi politiche che dovranno sem_pre più com– porre anche le volontà, gli interessi e le esigenze di tutti -gli studenti italiani ·(della cosiddetta «base>>, cioè). Pro– poste di riforma universitaria che non si realizzino attra– verso questo metodo poliitico, o presuppongono una Unione Goliardica con pr-opri unitari fondamenti ideologici (qua– si -un partito nell'univ-ersità e necessariamente anche fuori di essa) o sono il frutto di un'astratta e personale elaborazione da far cadere illuministicarriente dall'alto. L'uho e l'altro caso sono fuori della realtà, come ha di– mostrato il fallimento del pur generoso e intelligente tentativo di Ungari. · Niente di nuovo, rispetto al passato? Eppure qual– cosa di profondamente mutato vi è: l'unità laica delle f.orze universitarie contro l'unità deUe forze laiche, era aUora una formùla politica che assicurava una certa tranquiUità e giustificava pienamente l'autonomia effet– tiva dell'UGI insieme col riferimento ideale di essa al rhondo laico, bene o inale (più male che bene, secondo i goliardi di allora) rappresentato dai tre partiti minori. E di frorite ·all'unità organizzativa e meccanica dei cattolici nell'Intesa universitaria e a1la chiusura ideologica e po– litica dei comunisti e socialisti nel CUDI, le Associazioni goliardi.che legittimamente potevano porsi come le asso– ciazioni natur.ali .di tutti gli studenti, quelle che nella loro autonomia avevano le carte in regola per rappre– sentare interessi ed esigenze degli universitari. Oggi la situazione _politica generale è diversa: si è maturata ri~ universitari impegnati nell'UGI la consa– pevolezza che- ogni riferimento ideale al mondo laico or– ganizzato politicamente è venuto meno. I radicali, come i socialisti, siano questi del PSI ò di UP o anche del PSDI, pensano che per far poUtica essi devono operare nei rispettivi partiti e che, al di là delle ,comuni espe– rie_nze fatte nell'UGI che hanno indubbiamente fornito loro un certo patrimonio comune di valori etico-politici, non esiste più alcuna suggestione di un collegamento po-– litico fra di essi, buono a tutti i livelli e capace di man– tenere in piedi fuori dell'università il « superpartito » goliardico, attraverso il quale opetare così nell'ambito professionale come in quello degli stessi partiti. T UTTO ciò comporta l'esigenza di aggiornare la for– mula UGI aH.a nuova situazione ,e di renderla nuova– mente capace di raccog!iel·e i consensi degli universitari, in modo qualificato ed efficace. E' indubbio in primo luo– go e seconçlo le considerazioni che precedono, che esiste il problema della presenza attiva ed organica degli uni– versitari, militanti nei partiti~ nelle· Associazioni goliar– diche. Non basta più lo slogan « fuori i partiti dall'uni– versità» a giustificare l'esistenza delle associazioni: quello slogan ha ancora un senso se significa che il movimento studentesco deve operare ln piena àutonomia nel proprio naturale ambiente, ma al di là di questa giusta esigenza, il rapporto con i partiti va istituit-0 in modo positivo. E' pertanto chiaro che nessun coinpito concreto potrà assu.mersi il movimento studenteSCo se non esisterà un effettivo interesse dei partiti J;K)litici per un'autonoma funzione di esso nell'università. Un assoluto disinteresse da parte dei partiti renderebbe. problematica· l'esistenza dell'Unione Goliardica Italiana, mentre un improprio, .esclusivo e cieco interesse di partito, potrebbe sortire lo stesso risultato, in seguito alla costituzione di organizza– zioni di partito nell'università (il discorso potrebbe essere simile per la stessa intesa universitaria rispetto alla DC). Ne consegue quindi l'eSigenza' di garantire i"'esistèn– za dell'UGI (e perciò, 1n definitiva, della stessa rar,– presentanza universitaria) per mezzo dell'impegno più 13r,oprio che i partiti possono assumersi nell'unjversità: quello cioé di assicurare all'UGI la propria solidarietà operante, sia col sostenerne le richieste politiche, sia con !',impegno diretto in essa dei propri militanti uni– ver.sitari, e di garantire al tempo stesso la sua completa autonomia rinunciando ad ogni ~ tentativo di egemonia che condurrebbe alla rottura dell'unità dell'UGI. Detto questo, l'unità laica delle forze universitarie rimane 1a formuia ancora valida che caratterizza i'UGI, puche· se è vero- che 1'UGI troverà la solidarietà di c~rte forze "politiche e non d1 altre - posto che la battaglia per i-1 rinnovamento della Scuola oggi nel paese non può che condut'si da sinistra - è anche indllbbfo che va evitato ogni pericolo di chiusura nei .confronti di chicchessia per non ricadere in suggestioni radical-so· ciail.iste o «socialiste-unificate»: non si pone più, quindi, il ·problerria dell'ingresso degli universitari comunisti nelle associazioni, ma, dando per scontato il loro ingres– so, si pone il problema dell'impegno dei COJTIUnisti,come dei socialisti, dei radical-i, ecc., fino ai liberali compresi dentro le associazioni goliardiche . Né, d'aHra parte, questa impostazione tende a far dell'UGI la federazione dei movimenti ·giovanili di sini– stra (che ·sarebbe formula assurda per le sopraddette autoncme funzioni. dell'UéI limitate all'ambito pura– mente ùni\'ersitario), né sarebbe completa se non tenes– se presente la necessità della massima apertura verso gli studenti che studiano senza occuparsi di far poli– tica, il che sta ad indicar.e la necessità che le associa– zioni goliardiche ritrovino il modo più efficace di essere le naturali associazioni degli universitari. L A RECENTE assunzione, da parte di M:3.rco Pannella, della presidenza dell'UNURI, è la conclusione politi– ca scaturita da valutazioni del genere di quelle fin qui svolte. La Giunta dell'UNURI, per quanto strumento imperfetto e reso complicato da una rinnovata ma sem– pre poco chiara collaborazione con i cattolici, dovrebbe trarne le ·conseguenze operative in tennini di iniziative conc,rete di fronte ai più urgenti problemi (esame di Stato, riconoscimento giuridico degli Organismi Rappre:– sentativi, finanziamento dell'università per il diritto allo studio e per le attrezzature scientifièhe, sport universi– tario" e impianti sportivi, ecc.). Ma spetterà soprattutto al gruppo goliardico nazionale di rimettere ,in moto la iniziativa goliardica nelle sedi per rompere l'isolamento· che ancor.a c.arattedzza ·1'aÙività degli Organismi Rap– presentativi, per cr~are intanto le condizioni per la par· tecipazfone di fatto degli studenti al governo delle uni– versità e per una rinnovata richiesta di collaborazione · alle forze della scuola (professori e assistenti) anche a costo di -dover scegliere, nell'ambito di esse, quelle ener– gie e quelle volontà politiche realmente interessate alla democratizzazione e al rinnovamento: delle nostre strut– ture universitarie e di dover aspramente combattere quelle altre che, neU'università come ne! paese, fungono da remora conservatrice rispetto ad ogni prospettiva di progresso e di ammodernamento della scuo1a italiana. Il giusto accento .che il programma della nuova Giunta ha posto sulla necessità di decentrare le atti– vità della rappresentanza universitaria nelle sedi, dove gli Organism-i Rappresentativi possono operar.e, meglio dell'UNURI, a contatto con la base universitaria e con le reali situazioni dei vari atenei, pone l'esigenza di una rinnovata efficienza delle associazioni goliardiche, oggi in gran parte inesistenti o vivacchianti di stanca consu~tu– dine. Non sarà facile ricrearè rapidamente una situazione di efficienza, ~a è certo che l'elemento propulsivo capace di esprimere indicazioni unitarie e di riscattare le poten– ziali energie goliardiche dalla mancanza di mordente politico, non potrà che essere il gruppo goliardico nazio– nale. Non però gli organi direttivi dell'UGI, rimasti impo– tenti, dal congresso di Modena ad oggi, a guardare quanto di pùsitivo e di negativo si ver-ificava nel gruppo goliardico ed ugualmente incapaci di incidere nelle situa– zioni delle associazioni goliardiche di sede. Il che è quanto dire che il prossimo congresso dell'UGI, se si farà, non potrà fornire alcuna •indicazione politica riso– lutiva: da Modena ad oggi, ciò che è faticosamente ma– turato nell'UGI riguarda solo il gruppo goliardico ·1 quale peraltro, solo da adesso in poi sembra essere in grado, nella sua ricomposta unità, di produrre dei risul– tati politici valutabili. Al di fuori delle realizzazioni positive della Giunta di Ungari, che ,già in sede di gruppo- goliardico hanno ricevuto la consideraz-ione che meritavano ma che costituiscono soltanto particolari aspetti di una politica nel suo- complesso rifiutata e supe– rata, non vi è altro da offrire ai congressisti, se non le solite manovre trasformistiche, le quali, come Modena ha Jrisegnato, non durano che ... lo spazio di un congresso e risultano po-i improduttive e dannose ;per coloro stessi che le promuovono. I problemi da affrontare sono moltissimi e basta .ac– cennare a quello dei rapporti con i cattolici per dar la misura della deHcatezza deH'attuale momento politico. Se si pensa che la rappresentanza universitaria si fonda sul presupposto della unitarie.tà del movimento- studen– tesco e quindi sulla possibilità di collaborazione .con l'Intesa cattolica e se si considera poi che nell'UNURl la collaborazione attuale con i cattolici è il meno peggio che si pC'-tesse ottenere, mentre nelle sedi le situazioni sono ancora meno consolidate, sarà agevole rendersi conto che la soluzione di questo problema è capace di condizionare ogni ulteriore 1>asso avanti" degli Orgam· smi Rappresentativi e dell'UNURI.
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