Nuova Repubblica - anno IV - n. 42 - 14 ottobre 1956
4 S P AGN A V E N 1.'' AN N I DOP O I SINDACATI DELLA F LANGE Il ~T ELLO SCORSO. J 955 un Srnppo di opérai cattolici 1, calalani indil-izzava una lettera aperta (che è circo- lata clattiloscriUa per gli ambienti interessati) sulla questione sindacale a un dotto gesuita, il p. Bn1gal'Oltt S.J·., jl quale aveva, in una conferenza tenuta a S~govia il .L2 febbraio Hl55 e poi pubblicata e diffusa in opuscolo col ti– tolo Sobre la catolicidacl del sindicalisnw espa,iol, affer– mato la piena confonnità dell'attuale sindo.calisrno spa– gnolo alla dottrina cattolica, ed elogiato le sue be11erne- 1·e11ze in fatto di collabornzione all'educazione l'cligiosa delle classi lavoratrici. Nella loro risposta gli operai pro– testavano contro l'impostazione fondamentale della que– stione: è necessa1·io, p1·ima cli chiedersi se il sindacato spflgnolo possa o meno di,·si autentican1ente cattolico, chiedersi sè esso possa. o meno dirsi autenticamente un sindacato. E giungeval10 alla conclusione che sindacato er,so non può dirsi, se per sindacato è da intendersi uno stt-umento organizzativo di azione rivendicativa e di at– ti\·a e libera tutela degli interessi dei lavoratori che ad ('RSO partecipano; ma solo organizzazione padl'Onale-poli– t.ica con la presenza rappresentativa puramente formale cli elementi operai. La polemica intorno ai sindacati continua ad affiorare di quando in quando, tollel'ata dalla pigra tira!rnide fran– chista, che si contenta peL' lo pili di passarne sotto silen– :,,;io i documenti più significativi, di· ignorarli o di mini– mizzadi; la lettera pastorale del 4 novembre Hl54 di 1\[ons. Pildain, \1escovo delle C1lnal'ie, che conteneva una aperta sconfessione del sindacalismo spagnolo dal punto di vista della dothina sociale cattolica, è stata ignorata jn pieno da tutta la stampa ufficiale spagnola, e la stessa 1·ivista Ecclesia, ptue esente da censura, ha ci-eduto 'bene mantenere in proposito on 1·igoroso silenzio. Tale pasto– r;.le è un documento interessante della divisione profonda in cui la stessa gerarchia si trova in nierito alla questione sindacale, fra l'osseqnio di molti al regime e l'opposizione di alcuni, che mirano a quella maggior indipendenza delle fo1·ze del mondo del lavoro dall'ingerenza statale che per– metterebbe in primo luogo, !1el loro intendimento, rnag– giol'i possibilità d'azione alle forzo cattoliche in campo ~indacale. Più internssante è pe1· noi constatare che, al di lit di qualsiasi possibile integralismo cattolico, esiste una solidarietà. concreta (la carta abierta di cui sopra ne è 1111 esempio eloquente) degli operni cattolici coi compagni lo.ici di lavoro, nella pr·otesta contro l'assoluta assenza di libert.'L sindacale. La situazione sindacale spagnola contempla una serie di sindacati unici verlicali, controllati in oglli «gradino» della scala gerarchica da esponenti del potere politico. li sindacato operaio, cui i la.vorntol'i delle industrie spa- C I SARA' dunque un nuovo sciopern dei ferroviei·i, per le v·ecchie ragioni che pili di una volta. ci siamo sforzali di chiarire ai nostri lettori. Lo sciopero - cui parteciperanno CISL, UIL 1 CGIL e organizza:,,;ioni autonome - durerà 48 ore, a meno che, in extremis, non intervenga qualche fa'tto nuovo, che appare assai impl'O• babile. C'è comunque da sottolineare che, allo scopo di :;;ollecitare il favorevole inte1·vento del governo, la CJS.L ha assunto l'iniziativa di ulteriori lodevoli contatti con il p1·e~idente del consiglio. E' OJ'mai deciso che ai ferrovieri si affiancheranno i postelegmfonici. Per due giorni quindi, il J 5 e. il 16 ottobre, tutte le comunicazioni del paese sa– ngrno sospese. Ma benchè queste agitazioni siano l'avveni– mento pili importante della settimana, riteniamo sia bene occuparsi di una vertenza che non è cel'to di minor rilievo di quella dei ferrovieri e. dei postelegrafonici: la ve1-tenza ng1-icola: In questi ultimi mesi gli agricoltori hanno siste– maticamente respinto ogni richiesta di miglioramento eco– nomico e la discussione per la stipulazione dei nuovi patti di lavoro si trascina senza che, sino ad ora, al testo dei contratti scaduti sia stata apportata alcuna seria modifica. Per .i mezzadri la situazione non è migliore: nei giorni 5 e 6 ottobre, essi hanno «protestato» la loro insoddisfa– zione con una manifestazione pa1·ticolarmente riuscita, spe– cie nelle campagne toscane. La vertenza dei braccianti e dei mezzadri è stata male -impostata, sotto il profilo della tecnica sindacale, sin dal– l'inizio, sia nella formulazione del piano rivendicativo, in cui c'erano troppe cose, anche se tutte giusto, sia per il tempo che è stato scelto pei; presentare le rivendicazioni, sia per il momento nel quale è stato effettuato lo sciopero, sia infine per l'accordo vago e generico .che si è accettato per uscire dalle strettofo di uno sciopero difficile. Detto questo ci paro che, nella controversia, non si possa prescindere dal considerare la realtà della situazione della nostra agricoltura, che, in fondo, è all'origine della controversia stessa e della nostra crisi preoccupante. Si pensi che, nel 1955, annata eccezionalmente favoL·evole per le campagne, si è avuta una produzione lorda vendibile di 31.17 miliardi di lire, con un 1·eddito medio « pro capite:. di 309.000 lire,-contro. Je' 651 del settore industriale. Il red– dito, quindi, si è. mantenuto ad un Jivello estremamente basso. Ed è da prevedere che, questo anno, Je cose siano andate assai peggio. Ancora non si conoscono i dati uffi– ciali della produzione agl'icola. del 1956, ma si sa che si sono mantenuti assai al di sotto di quelli c!el '55: il raccolto del grano è diminuito, all'incirca, di 15 quintali e si aggira - secondo quanto ci è dato conoscere - sugli ottanta mi- gnole sono obbligato1·iamc11te isc1·itti e al quale pagano la lol'O quota socìale, ha al suo verlice una funta econo– mica che si compo~e di. ele1~1enti delh Glasse padronale e di i-appresentanti politici, ol'gano che manovra a· suo· pia-' cimento le elezioni «libere» dei rappresentanti dei lavo– ratori,' contrOllando rigiclam.ente la lista degli eleggibili, escludendo quanti di essi non di1;1,nogaranzie di Ol'toclos– sia politica. Ciò non toglie che infiltrazioni di elementi politicamente avve1·si al regime, socialisti e anarchici in pal'ticolare, possano talvolta vei·il'icaesi (v. in propositQ anche l'inchiesta già citata di M. Niedergang, Le Monde, J!) aprile 1956); ma le possibilità d'azione cli questi ele– menti, individui o grnppi che siano, sono frustrnte dal complesso dell'organizzazione sindac;de nel suo funzio– namento intemo. li decreto di regolamentazione· dei sin– dacati del J7 luglio 1943, riconoscendo la loro pel'sonalihì giua·idica, riafferma in p~ri tempo la necessit~ della di– sciplina politica « con respeto a la Falange Espaftola ~l.'1·a– clicionalista. », e istituisce a quest'uopo una linea de man- . dos organizzata all'interno della Falange col compito es– senziale cli dirigere politicamente le entiti"L sindacali, im– pol'l'e loro le consegne della Falange, ecc. La prassi dell'azione rivendicativa sindacale è la se– guente: quando si ve1·ifichi da pa1'le dei dirigenti una i)alese violaziÒne delle norme del regolamento del lavoro, i rappresentanti operai hanno facoltà di sollevare una que– stione di illegalità; in questo caso la /unta direttiva ha, a Slla volta, facoltà di respinge1·e la discussione a priori o di eleggere un arbitraggio pel' dirimere la questione. La decisione nel merito deve· aver luogo entro lo spazio cli tre mesi; essa è inappellabile e non suscettibile· di re– visione; agli operai ne è imposta l'accettazione. Dato che la legislazione del lavoro è di assoluta competenza dello stesso ministero del lavoro, che ne fissa e defi-nisce le 1·egole, gli operai preferiscono appellarsi direttamènte ·.alJa magistratura del lavoro in caso di verte1Jza; la tenc1enza demagogica e pseUclopopolare non· mai sqpita nel governo spagnolo come in qualsiasi altro governo di tipo fascista fa si che talvolta questo ricorso trovi maggiori possibilità di considera:t.ione in ambienti governativi. Ma il ricorso in questione deve avvenil'e a spese dell'operaio, e presenta difficoltà tali che lo rendono assai raramente possibile ed efficace. Inutilizzato come strnmento di rivendicazione ope– raia, il sindacato trova un diversivo «sociale» nell'atti– vità di previdenza e assistenza: alimentati dai fondi della cassa si;1clacale, gli organismi chiamati ob1·as sindicales s?no P%J.o più adibiti a fm~zion,i c~e vanno dal_la costru– ;,,10ne cl.1-case per lavoratori all assistenza medica all'or– ganizzazione di Viaggi e vacanze. Studiosamente cancel– lato, o ridotto a termini inisori 1 dall'organizzazione sin- .I LAVORO E SINDACA'l'I I C.RISI NELLE CAMPAGNE liardi cli quintali; la coltura delle bietolè ha dato un pro– dotto quantitativamente inferiore del 15% a quello dello scorso anno; il settore risicolo versa in ima qrisi cli sovrà– produzione nonostante sia diminuito il prezzo del riso; il latte ha del pari avuto una flessione del prnzzo e tutta la produzione lattiero-casearia risente, , -:ne già abbiamo detto per il 1·iso, di una accentuata crisi cli sovraprodu– zione; i frutteti, gli oliveti e gli ortaggi sono stati falci• diati, prima dalla tremenda invernata, poi dalla persi– stente siccità della scorsa estate. Tutto lascia quindi le– gittimamente suppol'l'e. che per l'agricoltura la situazione sia ulteriormente peggiorata. Ma questo non è tutto: il prezzo d'uso della tel'l'a, cioè il fitto, ha raggiunto in talune zone il 50% del prodotto lordo vendibile, costrin– gendo i fittavoli ad un onere insostenibile, che si è river– sato in un danno peL' l'agricoltura, tiranneggiata da una rendita fondiaria che le sottrae persino gli investimenti della "normale manutenzione. I proprietari terrieri sfrut– tano la fame di terra dei nostri contadini per imporre fitti impossibili. In· questa loro esosa speculazione sono agevolati dal fatto che, in Italia, non c'è abbastanza terra per tutti coloro che la vorl'ebbero lavorare e che rnppre– sentano il 42% della popolazione attiva. L'imprenditore agricolo - piccolo e medio - .si dibatte in difficoltà di ogni genere e soccombe nel rapporto fra costi e prezzi. I costi sono alti, 'poiché i monopoli indu– striali impongono prezzi elevati per i concimi, per i trat– tori, per le macchine, per l'elettricità; i prezzi alla pro– duzione sono invece bassi, mentre hanno valori assai elé– vati è per di più in continuo aumento al consumo. Ap– pa.re, pertanto, chiaro che il congegno della distribuzione funziona male. E ne ~ un esempio quella specie di mafia, tollerata dalla leggéJ che detiene il monopolio dei mercati genera.li delle grandi città e anche delle picc·ole. Molti provvedimenti, in questo delicato settore, risentono di ,· una pOlitiCa ancora influenzata dalle esigenze annonarie (:152~ •nuova• repubblica da.cale, l'aspetto rivendicativo, _abolito il c!i:·itto di sciopero, Ja classe padl'Onale spagnola, che monopolizza Ja regola– mentazione ~e! lavoro, col valido appoggio dei rappresen– tanti del potere politico, fa del sindacato uno struniento di beneficenza paternalistica. L'istituzione avvenuta nel 1054 di commissioni i11- te1·no di fabbl'ica elette «liberamente» dai lavordtol'Ì è stata presentata dalla Chtsse dii-igcnte• spagnola come un grande passo innanzi sulla via della democratizzazione del lavoro, e come un inizio di reale effettiva associazione degli opei·ai alla gestiçme dell'i11lpresa. ln 1'ealtà la li.bertà di queste elezioni inteme è inficiata in partenza dal fatto chC la lista degli eJe·ggibili è_conti-oliata §trettarnente dal sindacato. D_'altl'Onde la funzione cli tali delegati non tocca per nulla l'aspetto pl'Otiifamente rivendicativo; va per lo più da questioni di prntezione ~aoital'~a a qu~stioni 1·iguarclanti gli orari di lavoro, e simili. Pm 1e, è notevole che sott~ la spinla degli avvenimenti, e nell'assoluta ca– renza di autentici strumenti l'ivendicativi, anche organi di pe1· sé estrnnei a tale funzione possano assumersene parzialmente il compito per siipplire al vlioto sindacale. Quella commissione di fabbl'ica cli un grande ent0 ·nazio– nale dell'industria spagnola che durante gli ..scioperi della scorsa pri1'nave1·a ha svolto ope,·a di fiancheggiamento at– tivo degli scioperanti, è torse indicativa è.elle possibilità che domani i delega.ti cli fabbrica potranno esser portati ad esplical'e in aiuto ni cornpR.gni b1xoratori in lotta. e O:f\JE si ·vede; l'a✓.;ione l'ivendictttiva si svolge in Ispa– gna quasi completamente all'infuori del sindacato. Lo sciopero non è strumento di lotta sindacale; è arma illegale rjconendo alla quale ci si pone contro le regole del vi– ge1~te ordinamento del lavo1·0. L'operaio spagnolo si trova cli fronte al problema della sua insufficiente retribuzione, del s\10 hasso tenore di vita, del suo sfrnttarnento da parte dei dirigenti capitalisti, senza che la legislazione gli con– ceda la faeoltil di affermare praticamente e attivamente il suo diritto a un miglipq1mento della .sua situazione. La sua scelta è fra un richiesta, che non può che restar teorica, di strumenti adeguati d'azione, di quella libertì~ sindacale che si continua a negargli, e una lotta « ille– gale», basata su metodi non riconosciuti dalle norme giu– ridiche degli Òrganisrni nei q~1ali si ti'ova inserito. E' lecito, tenendo conto delle condizioni politiche ge– nerali della Spagna odierna, chiedersi se· tali obbiettivi sindacali s'inquadfino seri1pre in chiàre e precise prospet– tive politiche? Di chiarez~a di orientamento politico si potrà parlare solo per minoranze operaie in, condizioni particolir.i di formazione già. acquisita prima della ditta– tul'a franchista., o di contatto (sporadico e rischioso) con la vjta politica e sociale di altri paesi ·europei o con l'at~ _tività dei movimenti Clandestini. Ma l'aspetto più posi– tivo dell'opposizione operaia a1 regime franchista resta la · prncisione e la- chiarezza degli obbiettivi, il carattere con– creto, immediato e shingente de.i bisogni. L'esigen·za ul– teriore dell'opposizione ·politica, ossia del trasfel'Ìmento di essa su· piano più vasto e articolato, vi è contenuta implicitam€lnte come in un terreno germinale. l;,a dura lotta di oggi è garanzia di fori;a pe1· l'azione futura. MARTA GHERI del periodo bellico ed immediatamente successivo. alla guerra. Comunque si'a, ln realtà è questa: i frutti delle fatiche dei contadini vengono equamente ripartiti fra i proprietari terrieri e i g1·ossisti. Delle fatiche, veramente «sudate», al contadino e al medio imprenditore (il grnnde agrario conduttot'e finisce sempre per salvarsi!) l'Osta· ben poco. In questo stato di cos~, la resistenza dei braccianti è la forma di di.fesa più facile, giacché resistere all'ingordigia del padrone e del commerciante è impos– sibile. Gli agl'icoltori - intendiamo sempre quell~ di pro– porzioni medie e anche cospicue, se si vuole, ma che, co• munque, non 1·ivestono la. figura tipica dell'agrario capi– talista - dovrebbero difenderli, lottando, insieme ai brac– cianti, contro i loro veri tiranni. Invece si mettono in– sieme a questi ultimi e danno addosso ai lavoratori. Dicevamo prima che i provvedimenti governativi nel campo degli approvvigionamenti risentono ancora della •politica annonat·ia della guena. Questo ,è pur sempre mal.e da poco. Tutta la politica di sostegno dei prezzi agricoli è una politica isp.irata a criteri annonari, sollecitata, se si vuole, dagli agricoltori, sempre disposti a sottrarsi alle iniziative che richiedano intraprendenza e coraggio. Non v'è dubbio che la politica di sostegno dei prezzi ha inco– raggiato il persistere di colture i cui prodotti, per le mu– tate condizioni di vita e, quindi, anche di cons.umi, avrep– bero potuto essere pili facilmente accolti dal nostro mer– cato e sostenere la concol'l'enza internazional.e. Il problema dei braccianti e dei mezzadri è un vasto problema che riguarda l'intera stl'utturn della nostra eco-, nomia agraria, per la quale ci vuole una politica seria di trasformazione. I sindacati, quando chiedono un aumento salariale, impostano male la questione ove non interven– gano peL' sollecitare l'eliminazione delle cause che sono all'origine della. crisi delle nostre campagne. Una politica., quindi, ci vuole l Una politica che valorizzi le esteusioni improduttive del Sud - e sono ·molte - che limiti ronen~ insostenibile della rendita fondiaria, cons_entendo maggiol'i investimenti e più produttive coltivazioni, che influisca sui costi con agevolazioni ·per l'acquisto -di. macchinari e di concimi e per l'impiego delle nuove tecniche agricole che pure hanno compiuto in questi anni un &norme progresso. E' evidente che i braccianti hanno ragione a richiedere più umane forme di vita. Chi può contestarlo? Ma perché le possano ottenere non basta un loro intervento in super– ficie: devono essern fautori di un indirizzo politico· nuovo per ]a nostra agricoltura, della quale essi sono forze attive ed operanti. FRANCO VERRA
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