Nuova Repubblica - anno IV - n. 42 - 14 ottobre 1956
3 UN I~çO~TRO DJFFICILE " . . ~ Un operaio francese esamina in questa breve inchiesta le condizioni di vita .dei lavoratori algerini in Francia ed illustra la natura dei ·loro· rapporti, eh' è piuttosto assenza cli rappol'ti veri e proprì, con la società che li ospita di P RIMA di tracciaro un panorama delle condizioni di vita dei lavoz-alot·i nord-africani in FJ"ancia, deside– ro precisare due coso: I) sono operaio da due anni, in una fabbrica di pro– dotti chimici della Seine e Oise, impresa di circa 300 ope– rai, di cui un terzo nord-africani; 2) i rapporti tra loro e noi, lavoratori francesi, sono 'difficili e stagnano in un clima cli diffidenza, dì cui dovrò riparla1·e. .C1·edo opportuno dividere questa inchiesta in tre parti: a) Nord-africani in }!'rancia. b) R1?lazioni fra nord– africani e frtlncesi metropolitani. e) .L\ttEJgiamento verso i nord-arricani. Nord-nf'ric:rni in Franchi 1) Numero. Rip<,rt·izione. Si valuta generalmente a 350.000 il· numerò dei nord-afri~ani che lavorano in }?ran– cia: la maggior parte, 250.000 circa, è domiciliata a Pari– gi e nei sobborghi parigini, gli altri 100.000 sono dispersi ai quattro angoli del paese: nei porti, nelle miniere, nei cantieri di diverse imprese di costruzioni; pili precisa– mente nei porti di Mmsiglia e di Bordeaux, nelle miniere del nord; e nei lavori delle dighe alpine. Notiamo tuttavia. che le industrie chimiche, petrolifere e rnetallurg.iche im– piegano anch'esse un cerio numero di \9,vrratori nol'd-afri– cani (mi riferisco sgli algerini, dato il numero minimo di marocchini e tunisini). · 2) Qualificazione pro/ess-ionale. I nord-africani che vengono in Francia non hanno una quatrncazione profes– sionale. Per 1·agioni divet·se, di cui la prima è la mancanza di mezzi e la seconda la mancanza di scuole specializzate, essi non possono: nel loro paese, acquistare una formaz.io– ne professionale. Per questo, sono destinati ai lavori più faticosi. Manovali per la maggior parte, essi 1·iescono tut~ tavia a diventare eccellent.i operai sp~Citt!izzati. tah-olta qualificati (in molto piccola proporzione). Una grossa pornionc di essi non sanno né leggere né scrivere il fr~n– cese; così, malgrado le loro attitudini professionali, ven– gono sctntati' dai posti a cui potrebbero essere assegnati. 3) Condfaioni di la.voro. Le condizioni di lavoro Ìatte ai nord-africani sono, in teol'ia (trattandosi cli cittadini francesi), le stesse fatte ai francesi della metropoli. In realtà le cose vanno in modo diverso. Un pregiudizio te– nace sussiste nei loro riguardi: per ogni francese il nord– aJl'icano è un pigro, un opportunista, talvolta. un Jadro, un violentatore, un tenutario. E 1 necessario rivedere la condizione sociale cli quest\1omo sradicato, che ha lascia– .to un paese misernbile per cercal'e nella metropoli nuovi e più larghi mezzi cli vit'~. I salari sono generalmente gli stessi degli alti·i operai (I); non ci sono imprese francesi che impieghino unicamente dei nord-africani. Bisogna poi aggiungere ch'essi cambiano molto Ire– qnentemente di impiego. A parte il nord-africano sposato con una bianca, che ha dei figli, una casa, e s·i è stabiliz– zato, gli alti-i - celibi, oppure separati momentaneamen– tè da.Ila famiglia - passano spesso da un posto all'altro. 'Senza qllalitìcazione professionale, non è raro vederli la• Sciare la fabbl'ica per il cantiere, o l'industria chimica·per quella metallurgica. Solo alcuni diventano indipendenti, e fanno i commer– cis,mti nei qnartie1·i riservati ai nord-africani. 4) Condizioni di vit(,. 11 fatto di dover mandaTe una , parte del sala1·io alla famiglia li cosfringe a. vivere con minore larghez:1.a cli noi. Di quello che rimane, una buona parte viene assol'bita dall'alloggio (camera in albergo) (2). Il loro vitto è poco variato, a base di montone e di fagioli (questo nelle loro case, giacchè nelle mense mangiano co– me tutti glj altri). Le lo~o si;ese in questo campo sono quindi limitate. Invece, scnlooo vivo il bisogno di vestire bene e di essere molto in ordine. I loro passatempi si limitano al cinema. Leggono poco o niente (3). Alcuni fsnno dello sport: fool-ball e atletica, pa.rticolarmente. Spesso si riuniscono presso qualcuno dei loro, e cantàno per ore melodie della terra natale. Le loro frequenti l'lecessità sessuali li obbl.igano d'altronde a dedi– carvi una parte sensibile cli salario. Ho già detto quanti pochi nord-africani sanno leggere e scrivere il francese (4). Tuttavia ( è da considerare che il 50% non sono mai anelati a scuola), essi seguono di .preferenza la scuola francc:se che quella araba. La varietà di lingue dell'Africa del nord complica infatti le cose. Essi parlano tanto l'a~a~ quanto i dialetti berbero o MICHEL DARRIGADE ca bilo; ma non sanno scrivere l'arabo, e i dialetti non si scrivono. Così seguono di preferenza ]e scuole francesi, allo scopo di trasferirsi.più tardi nella metropoli. Il livello intellettuale, come si può facilmente comprendere, è mol– to basso. Un esempio: un giovane nord-africano (il cui padrn si trovava in condizioni agiate) seguì gli studi 6110 a JG anni; venuto come lavoratore in Fnmcia e desidero– so di completare la sua formazione, si iscrisse a uno di quei corsi serali destinati ai nord-africani clie esistono a Parigi e nei sobborghi. Ci si accorse allora che il suo li– vello intellettuale conispond~va esattamente a quello di un ragazzo francese di 11 anni, con la licenza di scuola el;– mentare. Le pratiche religiose sono poco seguite. Meno anccrra ]e preghiere nella Moschea. Le interdizioni (carne cli por– co, alcool, tabacco) scrupolosamente osservate nei loro paesi, non hanno spesso alcun peso in Francia. Da notare tuttavia che il Rwmada.n è osservato da. più del 50% degli algerini, e dalla totalità dei roarqcchini, restati, questi, profondamente credenti. La solidarietà si manifesta talvolta fra questi uomini, esiliat.i lontano dalla loro terra natale: essa si fonda p1·in– cipalmente su una certa inadattabilità alla vita francese. Non si sol.terra un nord-africano in F ·nneia: il suo corpo ritorna al paese natale. Le spese sono assunte vol~nta– riamente da coloro che lo conoscevano o che abitavano nel suo stesso distretto. Salvo qnesto, essi sono general– mente spietati fra di loro per queL che riguarda il denaro. 5) Nazionalisrno. Due centrali politiche algerine sono in attività sul suolo metropolitano: il li'LN (Fronte della liberazione nazionale) e il MNA (Movimento nazionale algerino). Passo qui sotto silenzio i movimenti marocchi– ni e tunisini, i cui aderenti sono poco numerosi. ' E' necessario premettere che è estremamente difficile per un francese riuscire a penetra.re ed a conoscere le at– tività pol»i.ç~e nord-africane in territorfo metropolitano. Quali chè ~i"àno -le relazioni che uno di noi può avere con un algerino "impegnato", la cortina, oSerei dire, cala presto se uno tenta di saperne qualche cosa cli più (pre– ciso che intendo ri{erirm..i qui ai rapporti çle. operai a· ope– rai: so che su un piano superiore "si parla" più facil– mente). In ·consegnenza è impossibile fornire dei docu– menti. Tutt'al più si può avere occasionalrnente comuni– cazione di Jeiterè che indicano brevemente alcuni fattori curiosi. Insisto, esse sono mostrate d~ rnclo e mai pre– state (5). Oirca i loro sentimenti ·nazionalisti, si può senza tema di errorn affermare che quasi l'intera totalità degli· alge– rini militano per uno stato indipendente dalla Francia. Con, qualche sfumatura, questo è comunque ce1-to. I più duri appartengono al F½N, e sono la maggioranza. Que: sti sono tutti membri della CGT (G), leggono la stampa. di sinistra; la loro attività è più pubblica di quella del MNA. Così essi hanno indetto recentemente due scioperi, attuati all't/nanimitiL dai loro 'seguaci. Sono anche ·dura– mente pe1·seguitati dalla polizia in occasione di manifesta– zioni e soggetti a f.-eqnenti relate nei ~01·0 quaitieri o nelle stazioni fe1·roviarie (7). Il carattere semi-clandesti– no loro imposto impedisce ogni djvulgazione sull'organjz– zazione. interna dei loro movimenti. 'l'utt'al pili si sa che questi moviménti esercitano una certa pressione sui « tie– pidi> e che do1nandano una quota mensile a tutti i nord– africani che Javo1·ano in Francia. Risultati! Le due orga– nizzazioni politiche hanno bene in mano le loro «truppe», cornpresi i poco nrunerosi recalcitranti. Uel.tzioni tra norrl-at'ricnni e fra nresi mel rooolila 11i Avrete già capito da quanto precede corne siano spia– cevoli i rapporti tra i nord-africani e noi. Essi sono fran– cesi come noi. Ma sanno bene che non saranno mai assi– milati. E basta farli parlare sul modo con cui la mag– gioranza dei francesi si compo.rta nei lo!'·o riguardi per sentire il loro rancoi-e, ;neglio la loro collera. Non è l'amo– re per la Francia che li conduce qui, e una volta qui i loro s€lntimenti ostili non si placano. Neppure si acuiscono. Ri– mane questo clima di diffidenza che né loro né noi cer– chiamo di dissipare. Ra1>porti cl·i lavoro: nell'insieme i migliori, se così pnò dirsi (8). Rapporti intellelltmli: praticamente inesistenti. Rat)porti di svago: salvo che negli stt1.di, dove sono apprezzati_ come atleti, nessuno. Ma sul piano del lavoro, ho com;tatato personalmente quanto sia efficace il delegato nord-africano (appoggiato, è vero, da una. commissione speciale del Comitato di Ge– stione di fabbrica). Egli è sicuramente il più dotato per questo genere di attività. E se compie, iJer·esempio come me; il suo lavoro di delegato in favore di tutti quantj, ha. in pill ]'ingrato compito di spiana.re le difficoltà frequenti che inso1·gono tra i suoi compatrioti e l':-.pparnto « ammi– nistrativo e funzionale> della fabbrica . Quanto alle amicizie - in questo ambiente - devo dire che purtroppo è 1nolto d_ifficile farne. Attee:e:famento verso i nortl-africani Affrontando infine ques1.a delicata questione, credo sia necessario subito insiste1·e sull'isolamento assoluto dei nord-afr:icani in Francia. E' vero certamente che essi si raggruppano per famiglia, per regione (0). D'altra parte il salario pennette loro molte pos.r;ibilità che non hanno nell'Africa del Nord: sono queste possi– bilitii che portano i nord-africani a degli eccessi (ubria– chezza, risse) e i francesi a dei gincl.izi erronei. Che essi usino coltello· e rasoio con una abilità che si potrebbe - ma. che non vogliamo - invidiargli, non è certo fatto per colmare il fosso che ci separa. Ma, una volta ancora, c.hi sono questi uomini che, lasciando le loro donne, i loro figli, la. casa, la famiglia, vengono qui a cercare una vita. normale? · Sono considerati ladri, perchè qualche volta. ruhano per mangiare (conseguenza prf,,-1a della inadattabilità. al– l'ambiente). Sono considerati dei sanguinari. Perché, se non per una esasperazione dovuta anch'essa all'inadatta– bilità! Sono considerati jn questo o in quel modo:· ma alla fine sono uomini che lavorano, che aspirano come noi a migliori c.ondìzioni cli vita. Sono uomini che aspfrano a non dover più dipendere dalla Francia per una viia decente, per la· propria autonomia. Al momento in cui alcuni dei miei compagni di fab~ brica partono, 1·ichiamati per un periodo da sei a otto mesi, gli urti si fanno più aspri. I senti,nent i si induri- scono, Je posizioni si cristaltizzano. • Ma questo è un pl'oblema che va al di là dei pochi punti che ho voluto chiarire a quelli dei miei amici ita– liani Che desiderano qualche ]urne sulla vita dei nord– africani in Francia. So quanto questa rapida esposizione sia incompleta. D'altronde, è quasi impossibile poter di– spone cli documenti validi a sostenere delle tesi. Sola• mente u.na lunga pazienza può permettere di appl'Ofon– dil'0 il pl'oblema (JO). (1) Gli assegni familiari per gli operai nord-africani che lavorano in Francia vengono inviati direttamente aUe loro famiglie. Comunque, essi sono assai- meno elevali (circa ta metà) rispetto agli operai francesi. (2) Questa forma di sfruttamento è esercitata tanto dai francesi quanto dai nord-africani proprietari. Questì ultimi trasformano spesso le camere individuali in dormitori. (3) Fra coloro che leggono La stampn frcmcese, bisognn distinguere quelli che comprano it giornate quotidiano (co– me it · francese medio) e Q"4elli che cercano informa.:'.oni più propriamente politiche (questi ultimi leggono sopmt– tutto Le Monde, l'Express, e Témoignage chrétien). (4) E comprenderlo. Spesso una parola, il senso di u-na parola, sfugge toro: e ciò crea deHe conclusioni spi(lcevoli, contribuendo purtroppo a mantenere il clima di diffidenza. (5) Si ten,ga presente che le lettere che provengono dal– l'Algeria sOno tutte scritte in francese d.a scrivani pubblici (la tariffn è di 200 FRS). Spesso, siamo pregati noi cli leg– gere queste lettere di famiglia. (6) H voto favorevole dato dal PC francese alla mozio– ne di ·fiducia suUa politica algerina dì Moltet ha delerrni– nato l"esodo di un certo numero di essi dalla CGT. (7) Dal giugno '56 sono diventate grandi le difficolt.ci per coloro che voglioho trascorrere le ferie (due mesi ogni due anni) in patria. Occorrono da dieci a dodici settimane per ottenere l'autorizzazione a partire (certiji.cat.i deU"impren– ditore e del locatore, visto della polizia, trascrizione della pratica in Africa del Nord). (8) Tuttavia, gti imprenditori hanno una certa tendenza a clisprezzarli. In certe officine, si dànno loro i compiti più ingrati, dato che sono considerati '' buoni a nulla". (9) Motto presto d'altronde un gruppo cosi costituito lia un proprio capo (un caid), detentore di certi di.ritti (assun– zione, clecima, ecc.) e che sa farsi rispettare. Egualmente non è raro il caso di rivnHtà fra famiglie che continuano in territorio metropolitano. (10) H Fronte di Liberazione nazionale ha recentemente ordinato agli algerini di Francia di cessare di /1L1nare. (L·au– m,ento del prezzo del tabacco deve finanziare in pari.e la cosiddetta «pacificazione>> in Algeria). Questo ordine è seguito motto largamente.
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