Nuova Repubblica - anno IV - n. 39 - 23 settembre 1956

(129) nuova repubblica CINEMA A VENEZIA IL CAMMI.NO 'DEI MINORI II I NSIEME A SUOR LE'l'JZTA, la cinematografìa ita– liana ha prese~tato, Si.} già detto alla conc!usione del prncedente a1-t;colo, L Imvero del sole. Di fronte a pellicole come quelle sfornate abitualmente da Cr~veri e Cras viene fatto veramente di pensare che esse s1 av– viino a rimpiazzare i vecchi inviati speciali alla Luigi Bal'zi,fi che imperve,·savano un ternpo sulle terze pa– gine· dei grandi quotidiani. J/impel'O del Sole può essere a buon di1·itto paragonato ai vecchi « reportages dalla China o dal paese degli Zulù »: ;ne ha la stessa fonda– mentale falsitù'I l'atten7.,ione ai soli dnti esotici e folklo– ristici, la stessa l'eto1·ica, lo stesso velato colonialismo. Qnesta volta è toccato al Perù: giunti alla tìne abbiamo seguilo una mezza dozzina di fiesta8, di processioni, una certa quantità. di animali dai nomi strani e di antiche ro– vine. Si è sempre alla ricerca dell'effetto, dello straordi– nario. Il t11tto accompagnato da un fastidioso commento parlato e da una rumorosa colonna sonora. Un'altra brutta espOJ·ienza. è stata La gtwrniQione im– mortale unico film pi-esentato quest'anno dall'Unione So– vietica che è riuscita con abile manovra, malgr3.do tutti i 1·egolamenti, a presentare il fìlm che ha voluto. Le è ba– stato infatti sottopone alla Commissione di selezione un solo film: er·a chiaro· che non si poteva assolutamente esclude1·lo dato che ·in questo caso le nazioni dell'Europa Or·ientale sarnbbero rimaste del tutto assenti dal Festival. Ma la Russia ha finito per scontare la-sua astuzia con una pessima figura. Ci rifiutiamo di crede1·e che il retorico ed enfatico film dì Agrnnenko, un giovane appena uscito dal Centl'O sperimentale, rappresenti il meglio d€ill'attuale prod111.ione sovietica. Alcune visioni p,·ivate ci hanno in– fatti permesso cli constatare come in Russia sia in corso un tentativo di 1·icHca. cli temi fino ad oggi inusitati: Dietro le scene, ad e,je1npio, è addirittura un soggetto alla Lubitsch anche se privo, naturalmènte, dell'estro e della Jantasia. del rcgist1'l. b~clesco. Si trn.tta di tentativi in gran parte mancati, mR tali da dai-ci. cei-tamente un quacll'O più esatto delle possibilità di svilùppo del cinema so·vietico cli quanto non ce ne potesse da,·e il film ufficiRle. E' cu– rioso che ne Lu giiarnigìone immo1·t(1le il nuovo corso della politica. russa sia avvertibile soltanto nella critica all'im– J)rep;-uazione psicologi~a e materiale in cui « il genio poli– tico e militare- di Stalin» aveva ];1sciato il suo esei:cito alla vigilia della guer{·a e nell'avei· _invertito i ptotago– nisti 1·isr.etto ad opere conie Giw_-amento o L(i caduta di ,Bçrlino: non pit'i il Generalissimo e il sno Stato :!\Iaggiore, ma i soldati e i loro diretti coffiandanti sono gli at-teflci della vittoria. All'attivo tj.el film rirnangono solo le scene jniziali sni rapporti familiari ed affettivi dei membri della guarnigione e· un brevissimo squai-eio in cui si a.v– ve1·te ehiararnente 1a presenza di Ti:-;sè, il magico opera– tore cli Eìsenstein: la gi-ande pace della campagna not– turna con il fintne che scorre lento sotto la luna un .attimo prinia che le cannonate naziste annuncino l'aggressione. Abbiamo giìt accennato a.Ila ribellione delle grosse case americane contro la nuova formula. di selezione: gli orga– nizzatot·i hanno così potuto· contare solo sui produttori indipendenti e sulla Fax che ha visto premiare la sua astuta politica con Ja proiezione di Biù stop nella serata delle premiazioni e soprattutto con l'accettazione in con– coa.. r;o di Dietro lo speèchio, gratuita ed assurda vicenda di un James Mason vittima dei fasti e dei nefasti di tm ·)1uovo medicamento. Qualche pa1·ola merita invece Attack, prndotto e diretto da Robert Ald,·ich che si ern già. segrialato lo scorso anno con ll grande coltello. Diciamo subito che non condivi– diamo l'entusiasmo che Attack ha sollevato in- alcuni e tanto meno approviamo l'attribuzione del premio. del Sin– dacato giornalisti' cinematogrn[ici. Non vediamo, ad esem– 'pio, come si possa parlare di un attacco al militarismo o del film più forte sulla seconda guena mondiale, quando jn realtà il pe1·sonaggio. centrale, il capitano 1ile e cial– trone che manda al massacl'O i propri nomini, non è « ti– pico» di una real_tiL e condizioni umana~ (che è l'unico modo per cui da denuncia o ·la critica di una determinata sitnazione acquisti nn v,alore universale e chiaramente po– lemico), ma soltanto u_n caso patologico cui non mancano le consuete derivazioni freudiane tantè ca1·e al cinema d'ol– tre Atlantico (« ... miò padre, da ragazzo, mi picchiava con una frusta ... »). Dietro a questa eccezionale situazione psi– cologica tutto il f:ìl'm 1·isulta teso a raggiungel'e taluni effetti :-;peltacÒlari e di l"icercata tensione, segno non dubbio di scarsa sincerità nanahva. Ne è co.-d J"isultata un'opern non p1·iva di belle scene e di momenti alta.mente emotivi, rna t·utt'alti-o che compiuta e nemmeno tanto coraggiosa da giustifica1·e l'oJ·mai consueta annuale irnpennaturn della ::;ignora -Luce. _ Le piccole cinemal.ogn,fe hanno in\ 1 ece nel complesso ben flgun1.to .... Ji'ra .. queste il ·Messico, che fu un po' la _i-ive– ~}1zione dell'im111ediato dopoguerra con i raffinati.. film t,li l◄'emandez e Figuel'oa e· che attraversò un lungo 15e1;iocfodi crisi dopo che lR celebre coppia si abbandonò definitiv3.– rnl~nte '"a· un estetismo prezioso. Adesso il 111ig'lio~ ,c"inern'a 1n€'s~icano è ca,·atterizzato da· un realismo scR:bro e qua~i documentario, che fu preannunciato -due anni fa da Raices ed è con"fe,mato dall'opera presentata quest'anno, Torero, stor·ia, interpretata personalmente, del celebre matador ].,uis Procunà. L'oi•iginalità del regi.-;ta Ca.rlos Velo consiste neU-aver adoperato diven;e sequen:r.e tratte eia. vecchie · (A CinecitUi si prepara la « Divina Commedia») (Dis. di Dino Boschi) << Per mc si va nella città dolente,, « attualità» che portano ad una maggiore autenticità a forza drammatica. Anche il greco L'orco cli Atene del ·giovanissimo Ni– kos Koundouros non era, a nostro giudizio, un fifm in– degno di un festival. Le evidenti ingenuità e un certo rjglio da cine-amato,·e non sono tali da farci dimenticare i.-t notevole intelligenza pro(usa in quest'opera, tutta gio– cata in una difficile chiave gl'ottesca, e il suo sostanziale a.nticon form ismo. li filni che il 28 t1gosto ha inaugurato la mostn1., Il ca- 7Jitano di Hoepenick, diretto dal tedesco occidentale 1-Iel– mut ]{autner, è un tentativo di satireggia1·e uno òegH aspetti più deteriori della società.: tedesca: J'jdolatria per 10 divise e pel' il militarii:m10. Ambientato nell'epoca gu– gl-ielmina e tratto da UFl clamoroso fatto di cronaca, 11 film, del 1·esto lento e di una comicità sp8sso _pesante di p1·etta ma,·ca teuton"ica, scade iti·eparabilmente in un fi– nale che ne rovescia il significato e ne annulla l'rntenzione polemica. Nella selei,ione spagnola; se Calabuich non 11sc1va dal bozzetto. e dalla p11r <livei-tente·-cornme"cli~, di'ìin1biet°ta– zione paesana, Oa.lle ma.yor di Bardem era forse la più internssante delle opel'e in concorso, cer·tamente la pili « impegnata-~~hi ha pai-lato, a proposito di qoestr film, dj dei-iva;,,iorHrèlii-etta o addii-ittura di copiatura de I vi– telloni; dimostra di aver avuto. 9cchio solo a certi ele– menti foi-mali e di ambientazione e di non aver niente compl'eso del fflOndo morale del regista spRgnolo. Se Fel– lini nop è in fondo che ùn irnnico e intelligente, ma anche nostalgico osservatore cli 1111 costume e di una mentalità, Bardem è_ un moralista che, gettando uno sgu;ndo suna società spagnola, non può f:-nc a meno di cornpl'enderne le sto1-tnre e di denunciarle ape,-tai;nente. Calle mayor ri– prnnde quindi con coeren:;r,a il discorso che Bardem aveva iniziato con Gli egoisti, dove una artificiosa. sto1·ia d'amore era il pretesto per una spietata de~Ìrnzia dell'alta_ bor– ghesia madt·ilena. In quest'ultimo film Bardem ha ti-aspor– tato la sua indagine in una città di provincia, sulla vita, gretta e priva di qualunque slancio ideale, dei suoi abi– tanti. Ma sebbene ci sia molta ama1·ezza, non diremmo che Oa.Ue1nayor abbia il pessimismo de Gli egoisti': nonostante tutto Bardem sembra sugge1·it·e che il risveglio Jella Spa– sna venà proprio dalla prnvincia .. Quando e in che modo? Il film non lo dice. Questa ambiguità. (probabilmente do– vntA a n1gioni politiche) e alcune iorz.atnre nella parte finale costituiscono i" limiti di quest'opera, che ben con– sacra Bardem come una delle voci nuove e più originali degli ultimi anni. · Di notevolissimo -livello artistico i due film giappo– nesi. L'arpa birm.ana, del fin qui sconosciuto Kon lchi– kawa, è up'opera nobilissima, dai chiari intenti pacifisti e pervasa da un profondo senso di fiducia nell\1orno. I; 1·itmo assai lento, come del resto in quàsi tutti i film giapponesi, se in alcuni momenti può sembrare troppo pe:rnnte, in altri raggiunge un gnlndioso senso di solen– nità e di fol'za espressiva. Come in alcune sequenze nelle quali il protagonista (un soldato giapponese che rinuncia a i·ient.rare in patria alla fine della guerrà. per consacrare la sua vita alla missione di dare sepÒltura ai corpi dei suoi commilitoni caduti) pl'ende gradatamente coscifmza della sua interiore frasformazione. Un film di ambiente rno– de1·no e di grande impegno sociale è anche La stmda della ve1·r1ogna., ultima opei-a dèl grande Ken.ji 1Hizoguchi, re– centenrnnte scomparso. La storia di cinque prostitute è J1ar-rata con i.nsolito J·ealisrno pur senza indulgere mai allo scabroso o al particolare piccante. Abbiamo lasciato per ultima, ma tale non è certo nel– I'ordine dei valori, la selezione francese. Entrambi i film che 1a compongono, La travenata di Parigi di Aulant L::na e Oervaise di Clement, me1·iterebbero un lungo discorso che lo spazi'o orn non ci consente e che potremo riprèndere quando appariranno (e speriamo che questo avvengil dav– vern !) jn norniale ci1·colazione. Per ora basten\ dire che questi film darn~o l'impr·essione di essere frutto di uni-'\ sorvègliatis,,drna e ra:.-;ionale intelligenza, piuttosto che cli tin autentico sentimento .inte,·iore. CLA UDJO ZANCIII 7 * BIBLIO'l'ECA * LA CINA D' OGGI E' TL MOMENTO di dit·e che la Cina è di moda? Par– rnbbe di sì, a por mente al numero delle pubbli– cazioni, uscite nel giro di pochi mesi a seguito di viaggi attraverso il tenitorio della Repubblica Popolare~ anche soltanto in Italia, se non in Francia ed in lnghit. tena. E citiamo le prime che ci vengono in mente: Buon..i giorno Cina di 'l'umiati, Asia Maggiore di Fortini, Viaggio, in Cina di Cassala, Dietro la Grande A'luniglia di Canada Pizzinelli. Ma la curios.iUi intellettuale, la passione umana. che sono dietro, e dentrn, questi testi, non sono causa od offesa di un fatto così banale e transitorio. Si ha anzi la sensazione, ogni giorno che passa, e ci si fa 1a convjn– zione, che di questo apprndare lontano, ad µn mondo, una volta, non oggi, favoloso, di questo accalorato peregri– nare e doveroso, per un vastissimo paese che è oggi i! più antico, in assoluto, ed il più nuovo, si sia appena. agli inizi. E si tenga conto éhe non può essere un caso, od un fatto senza importanza, che da una civiltà la più ab antiquo progl'edita, sia f?rSe nata, per .il bene di tutti gli uomini, · o stia probabilmente per na:;;cere, dall~alveo e nell'ambjto di una rivoluzione che a!tl'Ove sembrava avere trovàto il suo punto morto di involuzione nell'autocrazia, nel burocratismo, e nella schematiz.za ,;ione ideologica e teologica, una civiltà politicamente anzitutto, e socia.I__. meote, affatto nuova: una civiltà indubbiamente del futuro. e per il fnhuo: nata da una rivoluzione che pare essere, ancora oggi ed essere stata negli anni della durissima vi--' gilia, prinla un fatto morale e poi un fatto di tl'asfor .. mazione sociale, economica, p'bliticfl. Di che, fra le tante, ecco una acuta., pregnaute testimonianza. Fortini chiede ad una fanciulla cinese: « ... per quale motivo, per qual~ fine Cl'ede eh~ gli uomini siano a.I mondo?». La fan_ciulla i·isponde: « Per essere felici ». E' soprattutto questo, ed alti-o clel'ivato da qnestq, su cui c'indugiamo a 1·iflettere quando s'è terminato di" cercarG e guardar dentro le pagine del numero. unico edito. dalla. J·ivista ll Ponte, sotto il titolo « La Cina d'oggi:» (Fi– renze, La Nuova Italia, 1956). Si t!·att.a di un gros ... so volume di 728 pagine con 100 tavole fuori testo, e disegni, vignette umoristiche dj giornali cinesi, docu• menti, fotografici e no, pagine di musica, diagrammi, ~ car ·ti.ne . Interesserà sapere che il lavoro è dovuto in gran parte ad un gruppo di «specialisti:» o di « inviati spe– ciali». Calamand,·ei e Bobbio, Parri e Flora, Vercors e Vittorelli, Fortini .e Trombadori, Antonicelli e Cas8ola, e tanti fl.ltti, italiani e stranieri, altrettanto alta.mente qua:– liflcati: docenti nniversitari, artisti, scienziati e filò1ogi. Apre l'opera una serie di tre scritti sulla Rivoluzione Cinese, di cui url g"iorno se i poeti tramanderanno l'epico, gli studiosi dovranno fare la storia. Seg"ue U!l gruppo abba• stanza folto di saggi dedicati a La Cina e l'Occidente, tutti di un estremo interesse. La nuova Cina compal'e, nei suoi vai-i aspetti, obbiettivi e soggettivi, nella terza pa,·te dedi– cata ai Problemi politici e socia}i, nella quarte parte che raccoglie le impressioni di viaggio, nella Antologia lette• raria, nelle Informazioni e note sulla cultura. Comple ... tano il libro una raccolta di documenti, nonché recensioni e note su testi Ìnglesi, americani e cinesi relativi all'ar• gomento. Sai-ebbe far torto alla pl'ovata intelligenza ed al senso: della misma dei compilatori dell'oper-a se non· avvertis– simo il lettore che essi non pretendono con questo VO• lume di date un quad1·0 panoramiro della Cina d'oggi: « .. per dare un panornma anche sommario di un paese tenitoi-ialmente e spiritualmente" sconfinato e multiforioe com'è la. Cina, della civiltà che vi matu.ra da millenni e della immensità della rivoluzione politica e sociale che vi è ancora in corsÒ, ben alti-a fatica e approfondimento occonerebbero ». l:>erciò questo volnme, vuole essere Sol__. tanto una testimonianza ed un avvié.m_ento capace di dai-e al lettore italiano non pi\J. che una prima idea non Qe– fQrliiata da finalitii di partito di una realtà nuova della qu31e ptima o poi bisognerà che tutti s~1-iamente si ren--' ciano conto. Va detto tuttavia eh~, a nostro parere, que• st'opera rappresenta anche qua_lcos'altro: un rimprovero alla pigrizia di tutti noi ed all'ignornnza che ne deriva; uno stimolo, che prende forza dai fatti, ad uscire dall~ troppo ovvia schematizzazione politica e teologica e dalle sue formule, un invito perentorio ad abbandonare la con-· vinzione che tutto quello che do,·eva accadere, anche nell'ambito delle rivoluzioni, sia accaduto una volta pel'. tutte nella pi-ecisa ed ineluttabile forma che doveva, e che non resti altro che condursi secondo ordinati e cir– costanziati manuali. Rappl'esenta una spinta infine a rendersi conto che la realtà. delFuomo e della sua storia è, per foa-tuna, infinitamente più ricca, fertile ed impre• vedibile di quello che non elaborino spesso frettolosi ·ed astl'atti teorizzatol'i politici. Jìiù minutamente, di un volnme così jmpegnativo per la varietà e la complessità., degli iugomenti che tocca, in questa Sede è chiaro che non si può dire. Ciò che dob– biamo aggiungere, è che questo libro ci pone _sotto gl! occhi un fatto di portata storica., col quale tutti, volenti o nolenti governo. e partiti uomini di cultura e cittadini prndutto.'.i e consnmatori, ~nche l'uomo che pretende di non interessa1·si di politica e legge sul giornale soltant6. « i fatti diversi» e le puntate dei corrispondenti via;g.· gianti, debbono fal'e i conti. E' un fatto ormai a~certato; anche in virtù di questa pubblicazione che non s1· potrà pensare la. realtà del là convivenza.. umana su questo vec: chio mondo nei prossimi decenni, senza tener conto di questi GOO milioni di uomini, schiavi anc?r8: all'.ini~fo del s~colo, e fino a pochi anni fa conAnatt, m Italia., nel Jimbo delle terze pagine dei giornali borghesi, nelle, fa– vole del « pericolo giallo », nei film d'avventure esotiche,: nelle. feste delle matricole et .similia.MARIO CINCINNATI

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