Nuova Repubblica - anno IV - n. 37 - 9 settembre 1956

(127) ·nuova· repubblica d,,lla CU3L c1; fronte al-l,i;l])IOVe,tecriichey1·oduttivisticJ1e fd ·Il ..... -··-· ~ ~ · · ·...... ·· ·... ··",· •· ··· Il ~'.:ov::{~:;: 1 ai7,c1f,t:tt{) ;;;~;=n~i :,:t ;;;;c:p:~~:nt~~: :J:~-E-1 1 '1' E' R É ~>A t' ,:.-_:t).:J.J(if~I(~l{~E< · la vora.tol'i agli aumentati profitti, nel quadrn dell' « jnte- =====~==============•======~·=·· =· =· ===· ='~•=;·====··;,,· ~ · =· =·-;',;,· ~~• -~-~~u~;;;;,,··;,~~-~J-,.,.~:l,' ~~· =,;· = ·,;,· = gra:i:ione del lav9rntof.e nèll'azienda·» per J'aumeoto delÌa. · · ·· ' · '.,.-c•·.r. - •· ~~~;1~;~~~st~z~o~:i:;~~~:1~b~:~t~;::·~a:~7:1;1:~,,~~=. ~ i;i~ l:1: D I E T· R ·o·;.··s{ ~.:< ·i c,' ,; '.}E~ . che sia il gjudizi~ da formularsi su tale posi:.ione, non . _,_ ~- .: ,,- ,. : f- '-· .... ·~-, sappiamÙ se essa non sia malgra·do tntto prefel'ibile ali'as- Holuta mancanza di idee che ha caratteri7,zato fino a fori fa1,ione della. 001.L. . E' indubitabile che alla CGTL sia da far risalirn la m.-1.~• gioi- responr,mbilitit per la mancata presa di coscienza da patte degli. operai clelie nuove siturur.ioni di fabbrica. E' a questo livello, sui dati di questi scioperi, che ci si rende conto' con evidenza cli quanta verità vi sia in certe accuse che si muovono alla COlL: quella di a,1er costituito fino ad icl'i soltanto lo strumento per una rivoluzione eversiva - senl'..a poi fal'e la ri,·olur.ione (e senza che si sia mai, a Jivello 1;e.:;ponsabile, nel PCI, pensato di fare la 1·ivo]u. Y,ione) -, non uno strurnento sindacale; di aver quindi traRcurato la presa di coscienza, da parte degli operai, delle nuove sihrnzion.i e dei loro nuovi interessi; di tro• varsi pei·ciò, cli fronte alle ini:-,,iative padronali, del tutto disannata e sprovveduta per man·can,1,a di un'approfondita attivit-ù cli studio, coshetta a ricorl'ere, per conservare le propi-ie posizioni fra gli opei-ai, alla demagogia. Di fronte all'introdul'..ione dei nuovi metodi al·Ja Vittorio Necchi non vi fu una .Politica ol'ganica da parte della FlOl\I; an,1,i, sarebbe più esatto dire che non vi fu alcuna politiea, poichè mancavano idee chiare sull'argomento.· J/unica 1•eirnio1ieche si ebbe· inizialfftente ru quelta di una jstintiva clÌffidenza degli operai, che poi si lasciarono se• clui-re - c(?me d'altra pal'te il sindacato - dalle -maggio~ J'a½ioni implicite nella .retribu;done a classi. Più avanti, ve1·so la fine· del '51, sf cori-ainciò ad aprir gli occhi ·sulla portata reale delle innovazioni padronali, ma non si fecè che riconere ad una politica di containement (complicata e ,resa più· diffìcoltosa dall'impostazione, nel '52, delle 1·iven• clicazioni su scala nazionale, come quella· per gli aumenti salai·iali di categoria) ; politica disorganica e affatto nega– tiva, di_ resistenza e di[esa indiscriminata ad ogni innova– zione. Oggi si comincia a parlare cli Una politica ·generale basata sulla 1·ichiesta di premi cli produzione, in relazione alla caduta dei cottimi; 1111;\- anco1·a mancano le idee chiare pofohé tal~ pOlitica_ implica nn·accettaz{one completa de~ n_uovi 1:netodi, e non tisolve· il problema aperto dal progres• s1vo chstacco del Javoratore dal sindacato, dàll'instaura– :,,;ionedi tm nuovo tipo di rappo1·to fra lavora.t01·e· e datore Ui lavoro·che .tende alla prngrnssiva eliminazione ·della Com. missione Interna e del sindacato dalla vita- di fabbrica: fatti che sono fra le conseguenze pili rilevanti, da un punto· dj vista poJjtico, delle 'tèeniche produttivistiche e deJle .: Human Helations ». Nel complesso si ha fino ad ora l'impressione che ben poco· si.possa opporrn ii.Ila massie:cia i_n!ziativa . padronale: degli.·. sjJadaccini cf1e maneggiano sciabole d1 legno contro car1'1 armati. ADRIANO VANZETTI Caro Codi_qnola, MODENA, 20 ago.sto. 1956 il commento aìla) situazioné egi:dana appa1·~0 #sù •N1}0-· va Repubblica ciel 5 i:igosto 1050 dal titolo « S 'U.ez, brutto affarn » e sigJato•P. V, ·mi h&"[q1teuìentè sorpre·sò; e data l'in\portanza. delnt J1ola, che si riferL'":iCead' un P1;obJ;ma di g1·ande i1ìteresse · intemazionale che --sta polarizzando l'attenzione dél mo~d<? ',;l che ce_thp~1ente te'.3terii aper_to a lungo, non crndo sia inutile che su di ess0. s~ rlcl'iscùta, anche a.I fine di, p,:ecisar~ meglio li p0sizione del •movi• mento di Unità J)opolare su una qtiestione di tàle-Poi-tah1:',.) L'iniziatjva:cleJ ·còlooqello Nasser non è, a i-ni0.·ay,dso,! che un episodip I di.· qi.;1e.lgrandioso movimento di lib~ra– zione dei popoli cofoniali' o semicoloniali dall'jmperia]i. srno, che costituisce forse i,l fatto più imponente ed e;1tu– siasmante della nostra. etù. Invece, nel commento di P. V. 11011 ho trovato rnìa minima eco cli qllclla sensibilità anti•. colonialista, che. pehso nqn debba mancare in ogni socia~ lista; il pl'Oblen~a. dell'ini:,;iativa di Nasser viene analizr.ato isolatamente in sé e pel' sé, dimenticando· il più va:;,to quadro in èui' l'episodio 's'inse1·isce ·; rnent;re t!r:'analisi meno affrettatà .av"rnbbe· portato a gitldiCare il. fatto nei suoi aspetti soggettivi ed òggett.i"v,i,esarnfriaii.dòlo nelle· sue cause più remote e nei suoi più larghi riflessi. Si può non nutrite alcuna· simpatia per il colonnello Nasser e in particolare per i suoi atteggiamenti e metodi di governo interno, ma che si pretende forse di giudicare illuministicamente, in base ad un concetto di democrazia occidentale elevata a<l archetipo, ogni altro regime, senza· alcuna comprensjone storica? E' assurdo prntendere dai paesi arabi arretratissimi, senza industrie ignari di svi~ luppi politici e sociali, proprio in ·gran ptl:rt~ a causa ·dello sfr.:uttamento coloniale cui sono stati o sono soggetti, una m8tnra democrazia. Data la struttura arretrata dei paesi· arabi, può essere che essi si muovano. verso il lol'O risèatto attraverso forme mitico.religiose,· dietro a. profeti o a dit– tatori. L'importante è che pl1r attraverso forme pri1nitive sia··clato di. intra\cedere un processo di liberazione dalle condizioni di sfrutt8.n_1ento coloniale-. · .,,' Al Contrario, P. V. p1·encle a base il procedere interno, che definisce dittatoriale, di Nasser e· ne· desnme una vo. lontà irnpe1·ialistica, secondo lo schema cfassico dei tipici dittatori (dispotismo all'interno, irnperi~lismo all'.estemo), facendo suo 11 troppo comodo parnllelismo avan'zato pro." prio dalla grossa borghesia inglese e soprattutto francese, colpite ·1\è'}.. vivo, fra Nasser e Hitler. Non' discuto sul. metodo usato, sulla tempestività. o meno dell'ini:,;iativa di· Nasser; ma è un fatto che il suo gesto ha trovato il consenso eritusiar;tico di tutti i popoli arabi, tanto da incluri·e lo stesso govemo dell'lrak, l'unico ancora 1·imasto alleato dell'Jnghilterra, ad appoggiare la N'OI E GLI ALTRI \ ,: LAICISMO NON INERTE N EL SAGGIO ~ i l_aici dopo _le elezfoni » F. Mancini e A. ,Santucc1 -hanno comp1uto sul Mulino (n. 56·) nn esame abbastanza appr(?fondito delle posizioni e delle pQssibilitù laiche ·in questo momento politico. Per gli A.A. «:laici:» sono « color0 che non si riconoscono tout court nel marxismo o che rispetto ad esso si situano in posizioni revisionistica e pl'oblematica, coloro che nei con. fronti qei c~ttolici fonno valere i tratti peculiai-i dello Stato moderno e della toJ.lernnza, che del liber&lismo fra: <lizionale promuovono una c1·itica nel senso dì una aspi. ntzione pili vjva ad una libertà concreta, e non solo for– male ». Posto il quesito se l'idea del la.icismù ~ia suffi..; ciente a garantire il successo- cfi un movjmento polibco (e perciò co.nfigura.ta a parte la situazione del PRI che < si salda nella storia, si alim'enta di un'ndesione popo. lare e si esprime in miti e in simboli sociologicamente confignl'abili »), tale domanda i11veste direttamente le due fom1azioni laiche più recenti,: Unità Popolare 1 Partito Rad"icale. « UP, pur non limitandosi ad essere un mero club elettornle, non intese mai erigersi a par'jfo con l'insieme di attribuzioni che quest'ultimo è venuto acquisendo ne]. l'età del suffragio universale: va.le a dir-e, ridusse al mi• 11irno, o quanto meno, re.se più elastici gli organi.ii :ni istitu– z.ionali, al tessernmento sos_tituì l'aderente, al patriottismo e alla fedeltà dei membri pi-efel'Ì il consenso leale e p1•0. blen1atico su talune idee fondamentali. l radicali, per contro, usciti da.I Partito liber·ale ... volhiro, dopo le per– plessifa connaturali in chi ha operato una rnrtjt'i politjca, darsi veste e dignità di partito. Aprirono, dumjw~, se;t;ioni, cominciarono a darsi un'organizzazione, dichiararono di non sentitsi un partitO minore ... Alla prima prova eiet. torale ... sono usciti severamente sconfitti ... l radicali hanno successo quando elevano i valo,:i 1...uci a princ.:pio di jnte1·pretazione e dj conezione della realtà. lrnnno in. euccesso quando pretendono di compete,.'e con gli alt1·i partiti nella rRpp1·esenta.1rna politica dell'e~ettoratf"l ... Sul piano dell'immediata scelta politica l'eletbre, stimolato ad li? certo livello della vita pubblica dalle idee più spregin– <lrnate e mode:?"ne dei radicali, finisce poi v..:l trn-:ferire la sua esige,na di rinnovamento a quei grn1.Pi. cl-\e per la loro organi?.zazione gli danno maggior fiducia di. t.1 adul'l'e quelle idee in realtil ef.fottive, sia pure a scaderrna più remota». « La sconfitta radicale induce a pens.:lre che i valori laici non si difendono crea;1do qn partit0: un 1nl'tito che, proprio per la sua recente formazione e pei' i suoi inevi– tabili carattel'l di rappresentnnza al"istocratica, non offi-e J_o spazio sufficiente ad una diffnsione chè si espanda oltre le ,1,one più fensibili dell'opinione pubblica. D'altra parte, l'esperienza di Unità Popolare consente un'ulteriore determinazione di questo giudizio: è -innegabile·, infatti, che da quando. l}P, la quale non ha mai inteso essere un partito, ha posto come suo fine politico un più stretto r8pporto col PSI per fa.vorime l'autonomia e allargarne la base democratica, alFinterno del partito di Nenni o almeno ai snoi vedici, si sono dati segni cli una maggiore vitalità. ideologica, cli una; volontà più consapevole nel. porsi i problemi della cultqra e della società moderna. Questo <li Ul:> ci sembra pertanto uno dei possibili itine. rari politicj su cui dovrr.bbc a,<.viarsI l'iniziativa i'aica in Italia. I valori de"I laicismo":'".. sono tali solo nella mi– sura in cuj, lungi dal ostituire la prerogativa cli mino– ranze 1-i.:,trette, ·sono rime:-;~:'i.costantemente in giuoco, par– te,cipanti a m;ove forne e pro~pPttive sociali, .e per ciò stesso aniccbiti ... Occorre, in altre pa1·0le, insel'ire questi valori in un più arnpio circolo democrat.ico, saldarli alle conquiste e alle a!ipiraz.ioni delle forze sociali che ill' questi anni vengono Assolvendo ad una funzione sempre più ri. levante nella vita dello Stato». Dopo aver insistito, richiamandosi al Bobbio, sulla ne– cessità di distinguere. il compito dell'intellettuale dall'atti– vità politica, gli A.A. concludono: « Nella campagna pre• cedente il 27 di maggio, Unità Popo_lare, ci sembra, ha· cominciato a comprendere come non possa darsi t'>olitica efficiente senza efficienti strumenti e come la cultura debba ordinarsi su nn altro piano. I radicali sono caduti nell'illusione di poter saldare le due dimensioni. Produt– tivi quando hanno saputo distinguerle, non hanno evitato la sconfitta qnando banno [)!'Cteso di attuare un ideale politico con la pul'ez,1,a disarmata della loro professione di intellettuali. Per tutti noi laici, v'è sufl'iciente materia su cui meditare nel prossimo futuro ». ca\1Sa. clGll'Egitto; llOJl. s<?Io,'ma. ha trovato,iJ'apr)oggio (.fi, alt1·i pae.sj dell'Asia. cùnie .l'India', )'Inclo~èsia, Jà Birrn8...: nia, di tutti quanti ·.i-i-1spi'nrna.. sono in'1pe~r1fLti ueua difes.:\. · della f?l'Opria indipeJ1clenz.a o che· lotta.110 per conqi.1istarla. contro le potem.;e coloniali. E', qtÌindi sempli<·i~licÙ ·"'lel'.ci11reùi sg_~ialific'are que:sto 11110\'o-episodio della !_vtta fl.nGi/)olon.iale-·in base 'a.cl una .supposta convoi·genza dei fascisti e_'.dei comu11is~i- cl-10 si sinebbe manifestata in tale òCcar;ion'ç. , , lo 1·ite1~go_che com? socìalist.q e_ G91J:_e_it.alia1w. jJ_p19-_ blema vada es'arninato con bén dive1·s~ 'Sensibiljtù, · i). 1 nclìé. con}e italiano, pel'ché •è innegabile che dal nioto· di' risca,_t.t0 ..... dei popoli arabi ·e dal conseguente 1·ifio1·ii-edellè nazionL, afro.asiatiche che si 'affacciano sul Mediterr·anèo, .l;h31ia· non pu1) :1011 frané ·che grandi vant.1ggi come nazione ab-·. ba.•.,: b.ùw, a evoluta industrialmente e tecnicamente, ma pi-iva di ve\.}eità cclonialistich~, nella, quale i popoli arabi, bi-· SL•gno,;i di as!:;stenza tecnica e di .mano d'opera. qu~1lifr– e:nta., possAno ti-ovai·e una leale alleata. S,u:ebbe m,~occa-, si\Jne cli più per pr-ovare ancora nna. volta come sociali-· smo e h1tcresse na:,;ionale co·inCiclan~. · S~ pÒi ,;ogl!m;no es8n{inAl'e il 0 pt0b·1\3rna:'.' pi~ da "icin{?,~ nei suoi aSpetti pa1-tico),ui,: può ~ssete, ripé'tò, ·che il -=-ino-· men'to e i' moclt dell'iniziativa· non sianò St8ti- bei-i: sc"eJ.ti'. da Nasser; ma è certo che il gesto di nazionalizzare i beni di una compagnia pdvata che sfrutta il tenitorio na,1,ionale è del tutto legittimo. Quanto poi alla neçesSità. · di" gata.ntire jl libero uso internazionà.le di questa impor- tante via di comunicazione, dubito che si 1)ossa sostenere che f.H'ima vi fossero garanzie di maggiol'i libertà solo per_ il fatto che erano a,1,ionisii anglo.francesi a sfruttare il canale di Suez. E'. davyero strano che_ quando un'impor– tante via di traffico internazionale è dominata formal– mente o di fatto dagli angJo.franco•americani 11011 si senta per nulla in pericolo la libel'tà dei mari; m(,.;iU,e quando essa è controllata dal paese su cui quella via .si trova, nella fattispecie dallò' stato· egiziano, la:rvia ;,l'iar-iGJ tima 11011 Sia più libera. Credo del resto che çon sàrehbe~ difficile trovare una foi·mula non umiliante p,èr una nai~ zione sovrana, per ottenere, le debite garanzie intcrn_.c~ziof; nali da. parte dell'Egitto, ma a patto che questo· si voglia– sincer8.mente, senza fare sfoggio cli flotte· e di cannoni, e non si. voglia piutt9sto, cpn "j) pretesto de!Je gal'anzie di liberti\, ·1·ientt·are in J.)osses$o dei pacchetti azionari, nel timorn che l'esempio egi,1,iano trovi degli imitatori e che . alla nazionali:,;zazione del canale di. Suez seguano le na– zionnli,1,:,;azioni dei petroli p.resso altri stati arabi. · Penso anzi che questa Eat·e-bbe una oppo1-tuna occa– si.one per sollevare effettivamente tutto quanto il problema de.l\1-1. libe1-tà dei mari internaztonalizzando per davvero tut.ti gli .stl'etti, da Aden a Oibilten~ al Panama. Altri– menti può sox-gere il sospetto che sotto il pretesto di in– ie:·nazionalizzare « un se;-vi,1,io pul.1blico cli ir.h>::'eS~egene-· raie», quello e solo qu~llo di Sn,1~, Hw.g~!'i. in n0t:-~edegl'i ~ltl ideali di lJma•-~ità-Libed1\•-Demcci·,,1zfa> si. celi fo vo!Qnti\ di 1·ihadire sul collo di tutto il mond0 ai·:-,bc h- catE>ne de]]') sf1·uttalne11to co!on.iale. L'argomento mel'itcrPhb'e p_iù larghe .-lsser\'azi.0ni, ma rni premeva aprire intanto la discussione su alcuni punti generali che ritengo molto impo1-t-anti, perché a questo problema si riallaccia quello de~rAlgeria e ad essò segui-. !'anno, forse con titmo sempt·e più hca)zante, fatti anehe più ,imponenti ed esplosivi; ed è pel'l:rnto n_ece~sario aw•1·e 1;u questo terna fondamentale un preciso orientamento, un orienta.mento -. 1·ipeto - d socia.listi f) da italiani. / GIORGIO FORNIERI, Pubblichiamo questa tetterri dd compagno Fornieri, alla quale occorrerebbe fnr segui.re un tungo discorso. Ci. ,<;f:'m·- · bra, comunque, che Fornieri confonda due problemi di– stinti, queno detla « nazionntizzazione » e quello àeUa Li– bertà di navigazione. Non ci r1Sutta che sulta prima que– stione si siano mosse da parte di ch.icchessia obiezioni im– portanti: e;ra già previsto che aUa nazionalizzazione si sarebbe giunti entro breve termine, e sol.o è da chieàcrsi• se fosse proprio necessario che Nasser abbreviasse i ter-, mini con un «gesto>> spettacolare. Mrt la questione della tibertà di navigazione attraverso it · Canale è un'altra: e· non sembra che su di essa, salvaguardando pieiiament.e i diriUi sovrant dello Stato egiziano, si possa. facitment.e transigere. Siamo tutti d'accordo nel condannare la men-. tatità imperiatist"ica di certi cfrcoti inglesi e francesi: ma è soltanto h: ì.pc· rial,ismo assicurarsi che urta Via d'acqua· d'i1-nportanza essenziale co»:1-e Su.ez s-ia tenuta aperla al traffico di ogni paese? non sanbbe piuttosto ii caso di de– plorare che gJi ocdderotati . non abbia,no pe.nsato di '111-t.lO– versi, nUorché J\'c:..sser, .c~m u:n gesto unilaterale d'indubbio signifkato, vietò il transito a natii israelia.ne' ? e se è vero, come ,: vero, 'che si rimpro1.:erà a Nasser it ·carattere tota-: titario del suo regime men!·re si fa l'amore con Franco e si. appoggiano regimi anche più brutali neU-America Latina, forse dobbi::imp concluderne che Nasser è proprio l'espres.: sione più pura deUa libertà politica? Non dimentichimno clie anche quando Mussolini, rivendicando le ingiustizie d.et Trattato, il. posto at sole, e la. rnissione deUa civiltà in Etiopia, initiò la guerra d'Africµ, molti (anche non fa– scisti) pensarono clie in fondo aveva ragione lui rispetto alle « decrepite >> d,emocrazie occidentali. Però, tutti sap. piamo come and.ò a fi.nire: le s.tragi di Graziani, l'intervento di Spagnp., Hitler ... E' proprio dn escludere che, per Nasser, Suez voglia essere H banco di prova per una sorta dì av– ventura analoga, sul piano panarabo? Basterebbe leggere che cosa afferma ia stampa egiziana di questi giorni ri-. spetto atto Stato isrnetiano per avere qualche timore le– gittimo. · . . Per concludere: condannabili certo gli appetiti impe. rialistici che si nascondono dietro la difesa di Suez. e le parate militari che coprono una sostanziale impotenza poli– tica. Ma dn questo, a lasciar mano libera a Nasser in nomé 'degli immortali princi.pi , ci corre!.. ·· (N. d. RJ

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