Nuova Repubblica - anno IV - n. 32 - 5 agosto 1956

(1122) \nl/01l8 -repl/bblic8 BIENNALE D'ARTE _ Acqui sU ministeriali (DiS. di Dino Boschi) II==L=U==;=C=I~D=E=L=L=A==R=I=B=A=L=T=A===--. ~ L ' l J L T I MO A T T O di FERNALDO DI GIAMMATTEO S OLENNE, un pò decbHnatorio COme se es.;;el'io un in– tellettuale tedesco, Pabst ha meditato sul nt\zislUo, dirigendo A ccadde il 20 luglio, storia del fallito attentato a Hitlol', e l/ ultimo utto, cronaca della morte del dittatore. *I\veva l 'inten~ione di assolvere i t,adeschi e di ,'ovescial'c ogni colpa sui capi criminali del tOl'ZO tmaledetto Reich ma bisogna d il'c che rintenzionc l'ha d issimulata davvel'O molto bene. E' facile es~el'e crudeli con ,'astuto e vecchio regista. U na volta. a chi sCl'ive capitò di defin irlo « ex nazista coi gesuiti », quando il regista si ditettltva, in ItAlia, d i escl'cizi sp il'ituali (chi ricorda ancora quell'inCl'edibile fì lrn intitolato L a voce del .tilenziot) , Si pensava, ovviamentc, al Catto che, scoppiata. la guena, Pabst si era affrettato a rientl'al'e in Gel'mania ed a girarvi alcune 9pCI'C senza costrutto, El facile, ma non è nemmeno giusto, Pabst ha sempre dimostrato pèll'ccchia abilità }lcl dish ical'si fra situazioni difficili e nel sal va l'e, come si dice, la fllcci9, m $. non possiamo d imenticare che egli è l'autol'e della J.l.,agedia della 'miniera, a. non parlare d'altro, oss.ia uno dei rappl'esentanti più qualiHcati c sincel'j della « Nelle Sachlichkeit :t prehitlel,jana. Perciò, piano coi giud~izi morali. E piano anche, e soprattutto, coi giudi;r,i estetici, che troppo spesso s'u:sa da queste parti buttare al vento. All'inverso, è accaduto a non pochi cI·itici di sinistl'a di lodare Pabst pel' aver egli anrontato il tema dell'hitlerismo ,nell'Ultimo {,UO, solo l)er questo: bl'avo vecchio Pabst che ha l'itroyato la fidu– cia e l'onestà dei tempi Hndati, Come al solito, le realf,ioni sentimentnli, gli irnpulsi incolltrollat.i non servono 'a fuI' critica.. Il fil.m pl'oduce un effetto stl'ano. Nolla stia solennità teutonica, Pabst sembra ~ssere l'insecchito, gli "engono m~no l'umanità e il buon gusto. Era. pure un dramma atl'oce quella ,fine di Hitler e ç,li Eva B ralln nel bunker della Cancellel'Ìa; era In ll'o una pagina di ferocia di 'paz– zia e di debolezze urnane quella assurda resisten:'.R sino aIÌ'ultimo'; c'era pure, in tutto ciò, la possibilità di stu– diai'e gli_spettl'ali protagonisti con una. sensibile e som– messa indagine psicologica. Niente" Pabst pontifìca e sen– tenzia, taglia gl'OSSO, accumula effcttacci, ,l'icone, perfino ai vecchi trucchi dell'espl'essionismo (illuminazione a Corti cont.rasti, inquadrature violentemente angolate, l'eci– lazione esagitata) , Insomma, se questa deve essel'e una t.ragedia, sia una « podel'osa :t tragedia tedesca. Così è L'ultimo. atto, I gen~ralit partiti, l'ivolgono ,il pensiero alla morte _e a Dio, 1 ment.l'.e si ubl'iacano di cognac. Hitler non vede la realtà e 'rarnet.ica di impos– sibili vittorie. Il giovane capitano che porta notizie onta– st~ofiohe dal Iront() c tenta. disperatamente di disstiadel'e il Colle dalle u,ltime neCandezze, ha il volto d'un puro e doloroso 01'0e di leggenda : nella , mOI'te (perché l'eroe del bene deve mori l'O) jl SIIO pl'ofilo ,acquista una· linea classica e stèltuaria, la statua della pace, aVl'à pensato questo ',severo tedesco che ha un debole per i simboli, VOl'I'emll1O poter eiiSOI'O certi che tutto quanto il film nan a è voro, ma se I.~nche lo fOS8irno, saremmo costretti a dire che della traged ia di quei f~lOatici non abbiamo che u na pallidissima idea, La meditazione sugli. el'l'ol'i del nazi– smo non ha giovato al regista, non gli ha svelato nulla 'Sono i residui non digel'iti clella_ or'mai superata « Neue Sachliéhkcit ,. di cui si diceva? PllÒ darsi. Pabst, in un cel'to senso, ha \'oluto fare una cronaca oggettiva, «sachlich », dell'ultima ~'IV\'entll nl di Hitler e del suo statq maggioro, Fattacci ne ha elencati tanti, porché tanti ce ne CUl'ono in ]'ealtù. (dalle onorificenze concesse agli adolescenti sbattuti in lJl'ima linea, ' all'allagamento della metl'Opolitana di Bedino, al matrirnonio di Hitler con la Bl'alln) , ma ha quasi selllpl'6 tz'aSCUl'ato eli giusti– ficarU o di commentnl'i i, Sono l'imasti n udi e 'crudi e, pel' questo,. insignificanti, o addil'ittura l'epellenti (come il gl'o"ttesco ballo di soldati e aUf;il.ial'e allo spaccio, nella imminen:'.a della Dne). Nudi e cnldi perdono anche di vigol'e, nonostante la. fl'agol'osa appaJ'enza. Pllbst non se n'è aCCOI'ÌO, Hitler è intel'pl'etllto datrattoro austriaco Albin Sl\Oda, cbe assomiglia. ,al dithltol'e quando sta fel'n10 e si mette in posa, ma. che assume un'al'ia piuttosto pacioccona non appena. si muove e strilla, Oli altri vanno meglio. Benis– simo va OSC3l' \Vernm',' nttore lUOltO sensibile, nella. parte del capitano erOe del bene: in qualche tratto, Jn sua è una intel'pl'etazione supel'ba, L'unico terl'cno sul quale Pabst non sia stanco e stonato è quello della recitazione, che sa regolare con autentica sapien:'.a. Per il resto, di– sgraziatamente, J'imastica gli antichi successi quando può, e ti l'a. via. quando non ha l'icolodi abbastanza solidi per appoggia l'Si. Pal'abola senza dubbio malinconica, per un regista che ebbe la sua forza e la. slia originalità. Dell'Ultimo atto - se avessimo l'opportunità di ,'ie– saminaro tutto il ,'pgi:;ta ' - potremmo risalire alle opere precedenti, e scopril'e in esse i germi delle contl'addizioni che qui esplodono clamol'osamente, Quest'artista palu– dato che vuoI fal'e il realista, Jo spregiudicato e lo sprez– zante è, in fin dei !Conti, una fìgura. non secondal'Ìa del cinema. mondiale, Uomo, egli è acuto, Corbito, estrema– mente intelligente ; artista, è tutto questo con in più la pesantez:'.a, la Illegalomania e la retorica. che ' lo tengono talvolta lontano dalla scmplicità. Uomo, dicono sia rurbo; artista, è il più gigantesco ingenuo che si sia mai veduto. Non pare probabile che possa risel'varci sorprese, anche se ora. gli saltasse in mente di fare - l'imcdiando a.J1a lacuna deU'Ulti:nio atto un esame vero e proprio, e stori– camente approfondito, del 118zismo. Artisti di tal gene1'e Canna sempre un pò paura. * n l B L l o 'l'E C À * AGOSTINO DEPRETIS E LA POLITICA INTERNA ITALIANA S U H.lCERCI-IE documental'ie di pl'ima lUano, t!on– dot~e ~egli aj'~hivi dello Stato come in q,lIolli p l'i– vab, SI bas a Il gl'osso volume che Giampiero Ca– rocci ha. scritto su Agostùw Depretis e la 1Jolitic{, i1ìterna italiana dal 1876 al 1887 (Tol'ino, E inaudi, 1956). La fondamentale cal'aUel'istica. - ed il pregio - <.Ii questa opera è l'twel'e abba ndonato le strettoie della sto– l·ia politica (tI'OpPO è stato scritto, p. c, sulle differenze Ji pl'ogramrna della « <Iestn. :t e della. «sinistra:. p rilllft e dopo il 1876) pel' tenta l'C - Attraverso J'analisi dolla. politica economica e finan:'.iRl'ia, dogli sforzi pel' risol– vere i pl'Oblemi posti da lle agitazioni operaie e conta– dine - di ,deflnil'e la nalul'a e gli interessi della classe d il'igent.e italiana dalla caduta. della destra storica al Cl'i.spi, Nella preme&:ia al volume l'Autol'e nota che Ja storiogl'afia mHl'xisistica, alla quale il suo libro si .ispi l'l1, « si è occupnta pl'evalente'mentp, per un \'erso o per \In Hltl'o, della st.oria dei ceti popolari e dei 101'0 moyimenti politici », ma « la consegu611:'.t\ di queWintel'CSSQ storio– gl'afico è stata di aVf' I'e spesso sottovalutato, di ratto anche se non nelle jnt.f' n,.;ion i, l'impOI'tan:'.a della classe dirigente, della bOI'ghesia, i cui cS I'atteri sono stati tnl– volta frettolosamente giudicnti ('ome negativi in blocco :t mentre « bisogna 3\'el' selllpl'C ben pl'esenle che, fino al 1914, la borghesia italiana fu. in ulthna. analisi, clH8:-;e dirigente didil 'it.to e non solo ù i f~lttO: che fu classe di- rigente, non clf.l~se « clominante l>. , Questo giud,izio è del l'e~to spiegato, l\l3. anche li,,: IHitato, dallo stesso alitare nel corso delta sua tl'atta– ,.;ione ; di fron te alla. gl'an rIlHssa dei deputat i, che si occupavllno quasi escllll:liv.alllenLe degli interes.<:;i del ('01- Jogio, sono relativamente scal'se le figure di politici di pOl'tata nai",ionale, e qllesti stes~i Ilon hanno del l'e~to ben cbiul'e Je possibili conseguen:'.e dei loro atti ))0- <litici. 11 Depl'etis poteya !:ii pensare ad immettel'e l'Halia. in un giro di specubnioni e di atTari di ampiezza int.el' – nazionale (egli era Cavol'evole ad una forte pl'esenZ3 del capitale straniero e ad una abbondante circolazione della. Illollcta) onde sostitui l'e alla bOl'ghesia agl'ad a, che aveva dnto i. quadl'i al partito mOclel'ato, una. borghesia. indu– :st.riale e fi nanzial'ia, ma. qnesto tentat.ivo di «creare» \llla « borghesia illuminata :::. sboccò invece nella forma– :'.ione di un ceto di af)'al'i:sti ('he sfruttavano lo stato, im– ponendogli n uo\'e spese, e gf'ttandolo' infine nelle av– venture coloniali, C'è unA. specie di pa.rabola melanconica nelle successive posizioni d('1 Depl'e'tis: partc dalla critica alla tassa sul macinato, che colpiva i ceti più umili ; Jn:scia fal'e dal suo collabol'alol'e CaiJ'oli la contl'3ppo:-;i– !l,ione tra spese milital'i e sp(':,:e per J'ishuzione, ophllldo per queste ultime j e fi nisce facendo aumentare le tas:;;e J:jui generi di min\lto consumo, coll'aumento delle speso militari, colla disfatta d i Dogali. 11 Pl'imo di tutta una. ~el'ie di tentativi della bOI'– ghesia italiana. di da l'si una. coscien:t.a di classo che si estendesse al di Jù, clei limiti. della città Q della pl'O– " incia, di, allargare .la sua influenza internazionale, e hl. sua base sociale all'iuteJ'no, em Callit.o, come, dci resto doveva fallire quello, ben più ampio e meditato, del Gio– litti.. Attraverso lo studio del Gal'ocoi è possibHe segui l'e questo processo, anche npi pmticolari, in tutto il 8110 svolgimento. GIULIO SESTINI I MINATORI DELLA MAREMMA J F Q SOL'I':..-\NTO dopo il 4 maggio 1954 che l' opi– niono pubblica, P('l' mc;r,:t.O del suo naturale Ol'gUIlO in(onnatore, la stampa a }·otocalco,. apprese }'e~j­ stanza di una Mal'emma diversa da quella del cliché tl'a– dizionale [Ol1nntosi attraverso la leggenda popolare e Jo opel'e di un Carducci, di IIn Fucini,' di un Fattori. La t l'agica esplosione di grisou nella miniera di Ri– bolla Cece· infatti scoprire - con quaranta o cinquanla anni di ritardo - che la 'Mal'emrna fatta di pascoli, di cavalli, di buttel'i, di ci nghiali, cii O1alal'ia., di paludi era OI'mai scomparsa: ci ~i accol'so con stupore di eSsol'e in presenza della :'.ona mineral'ia p iù importante d1Italiil. Si cercò allora di sostitu ire al vecchio un nuovo cUché : si parlò di rudi e generosi minatori, di villaggi polvel'osi e assetati, si raccontò di giovani che all'indomani della disgrazia si pl'csentavano per essere assunti al posto dei padri e mantenere una «gelosa tradizione» (<< si prosen– tavano con gli occhi allCOl'a rossi dal pianto, ma con un'orgogliosa fierezza :::. ), La realtà della terra mal'emmana l'Ìmaneya ancora nascosta. A dare \,In notevole conb'ibuto alla conoscenza di essa. viene ora questo volume: I min(,tori della Ma1'e-m'IIUt (Bari, Laterza, 1956) di due giovani aut0l'Ì grossetani, Carlo Cassola, uno dei più quotati n arratori del dopo– guena, e Luciano Bìanciardi, che si è invece pill Il'o– quentemente dedicato ad inchieste di t ipo giornalistico, ln poco più di dqecento pagine di facile e attraente lettu1'a c'è la ma.teria per uno studio di va·stissima POI'– tata. e per \1n romanzo; l'indagine abbraccia tutta la sto– ria delle ·miniere mal'emmane: dai primi timidi tentativi favoriti dal governo granducale dopo il nùl1enal'Ìo ab– bandono seguito alla fi ne della civiltà etrusca ed al con– seguente spopolamento della. zona, al Cervore di ini!l,ia– t ive del giovane, ma già l'apace capitalismo, italiano ne– gli ultimi ani del secolo scorso; le pl'Ìme leghe di l'esi– stenza opeJ'aia fino alla costituzione di quella efficiente organ~zazione sindacale che pel1uise la nascita di una. saldissima. tl'adizion~ socialista ~ fece dei mif'!-atori ,rna-

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