Nuova Repubblica - anno IV - n. 30 - 22 luglio 1956

(120) nuova republIJ'ca I.:avverti, ti dico, questa cloaca di Yergognose rinunce e di servilismo. La gente dei miei paesi non ha più ùig11itù, non ha più capacità a ribellarsi, s'adatta nella migliore delle ipotesi. E l'opposizi_one? Inesistente. In pectore le nostre si– nistre ~ono state per la tolleranza cristiana. Se si facesse una statistica dei ricorsi amministrativi, ci si avvedrebbe che le t1nicbe sollevazioni contl'O la valanga delle prepo– tenze, della con11zione e del disdoro ci-vile hanno teso a tutelal'e piccoli· inte1·essi privati. Quelli d'ella collettività non sono stati tutelati da nessuno. La sinistra ha scoperto da molto tempo che è irn– po;.sibile un rinnovamento amministrati,·o, che sono ste- · rili le iniziative indi,·iduali dì gruppo lntese ad oppo1·si a questa corl'uziono di sperpero o di corrnzione. Prima bisogna risolve1·e i gl'andi problemi della struttura re• glonale del paese, delle autonomie comunali, della divi. sione della finanza pubblica. E nessuno s'è chiesto se non fosse stato possibile muoversi parallelamente per le riforme cli struttura. e per ridare senso ai molti mandati che si sono chiesti, si chiedono - e si ottengono -'– dall'elettorato. Ed il deputato s·accontenta d'essere l'« uomo del Pal'tito i o la persona che può, i consigl,ieri comunali e proY.in_ciali nuotano nella pigrizia o nei piccoli commerci della politica, i quadri del pa1-tito procm·an<> solo di non d_ispiacel'e agli altl'i quadri del partito, quelli dei vertici. ln. questo ambiente, con questa situazione di fatto tu credi che sia possibile l'ape1-tura a sinistra Sul piano delle giunte? E' Ja forma più diretta. per lasciarsi so. cialdemocmtizznre con quanto di più spl"egevole questa Jo('11z;fon0 in Jtalia è 1·iuscita ad attribuirsi. Ed i comunisti? Che n10lo avrebbero? Quello degli utili idioti•? Non lo credo. In Italia per lungo tempo essi restenrnno una forza detem1jnante nella vita del paese. ]solarli ed accettare corresponsabilità amministrative e go,·ernati,·e, in anticipo di tempo sulle condizio'ni di ma• turità per esperimenti di condominio, equivarrebbe a crea– re nel paese una. unica OJ?posizione, la comunista, cho an– d1·ebbe p.-ogres.,ivamente qualificandosi. E fra una op– posizione qualificata e un condominio corruttore io non Yedo perchè molti di noi non dovrebbero scegliere la p1·inrn, anche se con i comunisti. ì\li spiace, caro· Coclignola, ma fino a che noi vivremo in questo nostro Mezzogiorno, che non è né qnello di Levi l)é quello della Cassa, ma un ambiente anetrato e corrotto, dove ci si danna per campare, resistere e cre– pai-e, le combinazioni con i corruttori della vita pub– blica ci resternnno estranee. •J\fa ehe far-e? Impegnarsi solo per riuscire a piangere in g1·eco? A me pare che basti considerare le cose che non sono ~tate latte, le posi~ioni che non si sono prese negli anni tr.1scorsi, per sapei-e il da farsi nei prossimi. Cominciamo con l'assolvere i. doveri dei nostri uffici politici. E questo facciamolo tutti e in tntti i settori. Lo facciano anche i socialisti con noi. Cercando meno rh·oluzioni agli angoli delle strade e meno formule ideo• logiche da irnbott.iglial·e. Il solo impegno di moralizznre la nostra vita pubblica - e non nei soli casi Cippico e Montesi, ma in quelli più logoranti, reali ed incidenti della yita di ogni giorno - assorbirebbe le nostre ener• gie 1jer anni. E poi passiamo ad affrontare un piano di lavol'O, che dia un contenuto programmatico· alla nostra prossima battaglia. eletto,·ale. In un paese come il nostro ci sono rnolti altri terni da popolarizzare che l'attuare la costitu• zione, l'alternatfoa socialista o l'apel't«l'a -a ain'tStr(,. Que– :;tc sono p1·oposizioni che si dimenticano dodici ore dopo la chiusurn delle ume. Esse non costituiranno mai pro– gr·amma eletto,·ale; possono essere solo risultati di certi periodi di storia economica e politica. Ci vogliono pl'O· gramrni precisi, invece, da attua1·e, non intenZioni da pi-opagandare. Ben altro c'è da propone in un paese in cui la sperequazione delle paghe è spaventosa, le p~n– sioni sono un J)rivilegio, spereqnato feudalmente an• ch·esso, di chi già ha e lavora, l'assistenza sanitaria è anco1'a fuori della possibilità di milioni di uomini, i contadini appattengono ad un mondo inferiore a quello degli operai, il servire lo stato è acquisire un potere, le scuole sono aperte ai bestioni di ogni risma e i cApaci non sono sostenuti da ness11no, le successioni lasciano intatti i •patrimoni, le donne nubili, impossidenti o-- non qualificate professionalrnente, non hanno altre alterna• t.ive che i postriboli, gli asili di mendicità o la servitù domestica. )o credo nella sict1rezza sociale e nel benessere come obiettivi politici. In questo mi differenzio dai comunisti. Essi. credono nella rivoluzione che ripurifichi e rinnovi struttu1·almente la società. ]Ha per ora esprimono solo Ja tattica del porre i problemi della strada, del quartiere, delle petizioni, delle delegazioni; essi ancora oggi ope-· rano per la conquista dei Yoti come fine a se stessa. La– sciamoli ai lorn 1nitì. Essi poti-anno essere - se lo sa• pranno essere - j politici di domani. Noi socialisti torniamo ad· essere i politici di oggi. Solo i risultati della nostra azione potranno darci ragione o to,·to. })ohanno legittimare la successione cornuniS"Ìa o J'assorbirnento di quelle forze. Ma la. nosfra. poJitica in questo suo prirno enuclearsi non potl'à non passare attraverso lo stadio della, oppO• sìzione. La g1·nndo assente, infatti, nella vita politica del nostr-o paese è stata, sino ad oggi, l'opposizione, Non ci sono state altema'tive per chi avesse voluto scegliere con– sapevolmente. E' tutto. Questa mia lette1·a ti sembrerà nervosa ed intempe– rante. Ma. tutti i dissensi. sono tali. Specie se da amici, l'incontro coi quali ha 1·appl'CSentato la pagina migliore della nostl'a pl'esenza politica. La lettera comunque ha il merilo di non avere rise1Te. E corne tale te l'affido. ]l luo BENIA1'UNO FINOCCHIARO 7 Il grande abbraccio (Dis. ,ii Dino Boschi) ''==L=U=C=I=D=E=L=L=A=R=I =B=A=L=T=· =A===-=-1 LA CICA-LA· di FERNALDO DI GIAMMATTEO Q UEST distensione. Fin che ci andavano di mezzo . Ciaur 1 o Zdanov, ll giuramento o il realismo SO· cialista, poco male. Anzi, bene. Ma ora che ci va di mezzo Cecov, non ci siamo più. Un giovane r~gista, in• telligente e volonteroso, che si chiama Serghiei Samsonov, ha. avuto, grazie alla distensione, la singolare ventura di raccogliere l'unanimità dei consensi: primo artista sovie• tico al mondo. Ne saremmo lieti, perchè la distensione ci piace e. ci piacciono le sue consegnenze. Il gnaio è che ci piace anche Cecov, e il giovane Samsonov deve prima di tutto rispondere del J'eato di lesa cultul'a. Al diavolo la distensione, e la sconfessione del ct~to della personalità .. Senza che alcuno ci accusi di reazionarismo atlantico, diciamo tranquillamente che la personalità di Cecov con· tinuiamo a coltivarla volentieri. Perchè qui bisogna difendere Cecov dall'infantilismo che trent'anni dì cultura sovietica (lrent'anni che nessuna distensione potrebbe annullare di colpo) gli hanno rove• sciato addosso. Samsonov non ne ha colpa; al contrario, ha parecchi meriti perchè si dimostra S<'nsibile e preciso, modesto e attento, un giovanotto che è stato ce1·to il pri• mo della classe ai corsi di 1·egìa presso l'Istituto di Mo– sca. Ne ha colpa, gl'ave anche se involontaria e commo– vente, il clima culturale diffuso n·ell'URSS. Cecov per noi non è un idolo, è un 1:Qirabile ai·tistn, ari.che quando evi• dentemente dormicchia come nel racconto « La sventata». Dunque, ha diritto a un po' cli rispetto. In a'ue parole: il fih'n La cicala che Samsonov ha tratto da quel racconto, avrà. formalmente tutte Je intenz.ioni di rispettarlo, però nella sostanza lo avvilisce, riducendolo ad un autore di storielline n1anierate e puerili, da recita scolastica di fine d'anno. O che, davvero, vogliamo scherzare? P1·endiamo al• cuni esempi. Grande attrice Ludmila Zelikovskaia? Osser– vatela un attimo nella scena iniziale in cui folleggia con i suoi adoratori, e poi diteci qualcosa. E buoni attori gli altri? Proprio? Qualcuno sì (e sopra tutti l'eccellente Ser• ghiei Bondarciuk, che sostiene in modo quasi perfetto la parte difficile del marito), ma che pensare di Vladimir Drusnikov cui tocca, infelice, di dar vita al fatuo pittore amante di Olga Dymova? Che dire se non cb.e è fisica• men_te poco adatto e drammaticamente piuttosto super- ficiale·? · ... Andiamo a.vanti,. e che Cecov, tenendo conto dell'im– pegno e della se1·ietà di tutti (regista, attori, operatori, musicista, ecc.), li perdoni. Al" centro della storia sta una donna di classe (in appal'enza), seducente forfalletta irre– sponsabile che trascjna nel suo gioco un povero marito anima bella, (bella sul serio), un pittore senza scrupoli e senza talento, e un nugolo di sfaccendati scrocconi, tutto. un campionario di società borghese russa alla fine del se• colo scorso. Come si vede, si trattava di un impegno grosso per qualsiasi regista, anche per un Visconti eh~ forse è l'unico a saperle far bene queste cose, pe1·chè la società. borghese ce rha nel sangue come ha nel sangue il gusto per i drammi d 0 anime :-:iluat.i accuratamente nella storia. Sarnsonov non è \'isconti, e nemmeno lo può cono– scere per impararn da lui. E' un gio,·ane mlrnito di stram– palate idee sulla società rnssa p1·e1·ivoluzionaria. In un cel'to senso, ha or1·01·edella polemica politica çon cu~ fino à ieri sarebbe stato trattato un tema del genere e al tempo stesso non I"iesce a fai-sene davanti agli occhi un quad1·0 veramente umano e attendibile. Questa donna, questi va– gheggini e questo marito tradito gli appaiono come bam• bolotti favolosi, agitati da «folli» passioni, avvezzi ad un pal'lare misterioso e rnagari perciò affascinante, specchi fedeli di un mondo lontanissimo. Il film dimostra, con evidenza cmdele, che Samsonov non ce la fa a ridur·li alla sua mi,mn1 umana, che è una misura ingenua,· semplice, aliena dalle raffinatezze. La misura, non c'è dubbio, della gioYentù sovietica media, cresciuta in un mondo che ha i-ipudiato (per molti versi giustao,ente) la _sensibilità borghese. Così, il regista mette ogni cosa a posto, adopera a pimtinO ]a sua serissima cultura libresca, sistema il dramma secondo le buone re– gole delrestetica cinematografica, spiega agli attori tutto quanto sa intomo ai tempi remoti della borghesia, si 8tudia di ricreare scenicamente - con le costruzioni, i co– stumi, la fotografia - la facciata e gri interni. Cosi a lui sembra che il gioco sia fatto. Diamogli atto che non po– teva fai;e di meglio in questo sen::-o. Purtroppo, tuttavia, questo era un senso solo dei molti che occorrevano per accinge1·si all'impresa. O LCA Dymova donna di mondo è così poco credibile che talvolta fa l'effetto di una brava ragazza piombata senza saperlo fra un branco di lupi. E il marito, patetico medico che l'asseconda perchè è un uomo d'oro, finisce per essern ridicolo, nonostante che i suoi casi siano stra– zianti e tali li vogliano far sembrare il regista e, ripetiamo, l'ottimo interprete (ma è l'impalcatura della storia che gli cede sotto i piedi, mettendolo in s.ituazioni drammati• camenle insostenibili). E non diciamo nulla del pittore che seduce Olga lusingando le sue manie artistiche, per– chè costui appare sprovvisto delle qualità che occorrono per sostenere una tempra di cinico quale dovrebbe essere. L'unico personaggio che rispetti Cecov (e la coerenza umana e drammatica) risulta, a conti fatti, il medico col– lega del marito. A lui si riserva.il compito - bene assolto - di 1·ialzare un poco le so1-ti del film verso la 6ne, spe– cialmente dua:ante la malattia e alla morte dell'amico. Peccato. Peccato pel' Cecov, anzitutto, e poi per il film, che conteneva le premesse pe1· diveni.re impor~ante. E peccato infine pe1· j ct11·iosi contr accolpi della d1sten– sione, un· pizzico di dolce follia che fa sragionare anche i pil.1 sospettosi. Si sente proprio la necessità di un'altra bell!l. e fragorosa e insopportabile Caduta di Berlino (per scherzo, si capisce).

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