Nuova Repubblica - anno IV - n. 30 - 22 luglio 1956

4 L'UGI E GLI STUDENTI DEL PSI MEDIAZIONE· R ALE Non possono sussistere ne"ll'UGI due o tre tipi cli riforma della s·cuola: l'organizzazi~– ne .golial'clica ne deve eiaborare uno suo proprio che tenga co_nto delle energie e dei motivi, ideali. e culturali, dei suoi aderenti. Ai giovani socialisti, che non si identificano nei· soli iscritti al PSI, spetta di fornire un originale contributo à questa el~borazione I L R.rnCENTE a1·ticolo di Paolo Unga.ti su Mondo Ope– raio e la nota polemica.aggiunta. i.n calce da Francesco - Colzio dirnos1 rnno come, scrivendo, si possa perdere il proprio tempo con o senza d4?co1·0e profitto. Anche quando si pal'te in q11arta per dei qui pro quo o per delle ca11se perse si può sempre trovare il modo di dit·e quai<-'<lsa di serio e di interessante, come ha fatto J'Ungari; altre volte, invece, pur muovendo· da un legittimo motivo di rettifica e di chiarificazione, si riesce a mettere insien1e un. bel numero di parole vuote, e questo è ptf1·trbppo il caso del Golzio. Te::;i de.ll' Ungari: gli studenti sociaHsti, pur dopo il superamento della fol'rnula CUDI, non si sono dimostrnti capaci _di esp1·imcre « un giudizio della goliardia, che viva e si an•jcchisca nei fatti di ogni giorno, e si presenti come un cont .. ihuto originale alla soluzione dei suoi ,Pro– blemi». Questo perché ai giovani del l'SI rnanca una prncisa ed udernnte linea di azione, fino al punto che oscil– lano t1·a la proposta di una « politica di massa» contro le · « élites », il ternperamento della polemica laica per una coìlaborazione «sociale» coi giovani cattolici, la con– vivenza tattica coi giovalli borghesi per svincola1·li da.Ile clas~i dfrigenti, l'attesa di assorbire un apparato ·studen– tc.sco giiL co5,;tituitÒ con l'inevitabile « rifiusso » ~i UP, ma, in ogni caso, rinunziano a «definire-l'essenza vera dei pro– blemi della. politica negli atenei». Giuocano, in definitiva, su posizioni tattiche o si 1·inchiudono nell'ideologia perchè sono incapaci di dare una .«interpl'etazione del cOl'SOdelle cOse che valga anche per gli amici-nemici compagni. di viaggio e che redima le. divisioni di provenienza nella vi– sione di nuovi compiti politici». « Non possono esistel'e due tipi o tre tipi di riforma della scuola., da far conv.ivere o conciliare nell'UCI », come non ci può essere antitesi tra una rifol"lna. «socialista»: ed una. « libera.le », una. « ~ri,._ stocratica »·ed una « democratica», la preparazione tecnico– professionale e l'educazione scientifica. L'incapacità dei socialisti av1·ebbe permesso a taluno nell'UGI di impostare un falso problema di apertura a sinistra ri.ell'università, su base giolittiana e trasformista. (e questo è realmente avve– nuto cl.a. parte dell'attuale presidente, fì_losocialista e mac– cartista al contempo). Passando a.i pl'oblemi più generali dell'università e del– la politica, l'(Jngari soStiene che il «classismo:.& universi– tario si l'icollega all'ordinamento capita]jstico italiano e che il governo degli a.tenei « non -svolge nessl.lna politica di µes– sim genc~·e », anziché praticare la discriminazione classista. e l'alleanza coi « monopoli 1>. Anche « il fatto quantitativo» clell'a.urnento di popol·azione universitaria « non si è ·cmi– vertito in qtlaljtativo >>, per cui « l'Università viene meno alla sua missione civile e si ha un risultato reazionario».' Cli atenei hanno il dovere di « selezionare intellettualmente e moralmente le classi dirigenti », pel' cui non si può « vietai' loro di assolve1·e a compiti cli fol"lnazione generale», destinandoli a puro esigenze di specializzazione· tecnico– professionale. Mancherebbe, poi, una se1·ia analisi, da parte dei socialisti, dell'afflusso proveniente •dall'ambiente goliardico, amusso « oppol'tunistico », oppure di elementi che « vengono al PSI piuttosto per cedimento e dispe– razione », mentre l' « ossessione delle aristocrazie » impedi– rebbe al PSI di adattarsi all'ambiente studentesco, poco tollcl'l-l.nte degli "organismi di massa" ». À. l,L'ANA LISI dell'Ungari, che 1·esta comunque un docu- • mento ci-itico di pl'im'ordine su alcuni problemi del mo– vimento studentesco, rispondiamo con •tre ordini di osser– vazioni, pur non presumendo cèrto di esaul'ire l'ar:go– mento: l) La valutazione sugli studenti del PSI è sostanzial– mente esatta. Fino ·a questo momento ·non sì è data l'im– pressione, da parte loro, di sapersi e Volersi pronunci are sulle ragioni ideali e politiche di fondo del movimento studentesco. Ma l'Ungari sembra tra.me motivo per dedurre una. insufficienza generale delle posizioni socialiste nel mo– vimento studentesco 1 e del loro apporto propulsivo e critico passato e futuro. Quest'ultima è una. illazione arbitaria, il. così dettO «socialismo» non si conclude affatto nel solo PS[, proprio per9hé la posizione di gruppi corrie UP non è affetto un « inevitabile riAusso >. 2) E' verissimo che non vi possono essere due o tre tipi di rifonna della scuola, «socialisti» o «liberali», « aristocratid » o « democratici », tecriico-professionali o di fqrma,.;ibni generale, coesistenti passivamente nell'UGI e che, invece, l'organizzazione goliardica ne deve elaborare uno sno proprio, con l'apporto delle energie e d6i motivi ideali e culturali del snoi acle1·enti. Ma, proprio per questo or·cline di motivi, l'Unga.i-i non può identificare tout court le sue proposte di riforma, dogmatic8.mente « liberali », con le proposte di riforma. dell'UGI, che debbono scaturire da ben ·più vasto e comprensivo dibattito ed impegno, pena di c!'eare lni stesso la deprecata « coesistenza», a causa della sua incapacità di mediare in una sintesi superiore le pro– poste e le esigenze diverse dalla propria. Questo ci si poteva attendere da lui dopo il Congl'esso di Modena, dato che una base· comune era st~ta riconosciuta, al .di là di molte e sensibili divergenze, tra le proposte •1.mgai·i~e e quelle di altri intervenuti nel dibattito; invece. 8, questo riguardo, l'Ungari non ha neppure tentato cji propone quell_?, « in- terp,•etazion~ delle cose cl~e valga anche pet· gli amici– nemici compagni di viaggio e che redima le divisioni di provenienza», da· lui stesso ric11iesta ai giovani socialisti. ldentrficando se stesso (ossia le sue posizioni) con la· to– talità dell'.UGI, l'Ungari ha peccato, oltreChé di apriori– s_mo totalitat·io, anche di illnminismo. Infatti non si è .l'eso conto che il compito principale di una organizza– zione .studentesca è quello cli impostare i problemi della rifoi·ma scolastica, non pa1·tenclo eia. una astratta con– siderazione di scuola ottimale dedotta da presupposti po– .litico-sociali personali {e pe1·ciò sempre discutibili), si bene esprimendo in proposte maturate alla. luce. dei dati storici e politici gli interessi l'eali degli studenti nella si– tuazione sociale oggi realment~. verifi,cantesi. Sarà dalla mediazione dialettica delle posizioni e degli. interessi di tutte le forze esterne ed interne alla scuola che nasceranno nuove ed Ol'ganiche Soluzioni. In· t"a.l guisa l'Unga i-i cone vel'umente il rischio di isolarsi dallo studentame italiano, che lo scorge dottrinario e distante di fronte a molte urgen– tissi·me scelte politiche (come l'esame di stato), e non si rende conto altresì di come, per esempio, ·1e esigenze di• pl'epal'azione tecnico-professionale non sio.no in contraddi– ziorle con la fo1·mazio11e generale, ma ne costituiscano al giorno d'oggi una componente indispensabile e indissolubil"e. P □RE la selezione intellettuale e rnornle delle classi diri- genti diviene un colo8sale qui vro quo, se si ritiene pos– sibile una destinazione dell'università a formarne un certo tipo unitario anche se ecletticamente preparato. Oggi l'esi-– stenza di vasti stra.ti di « classi dirigenti » _non passate attraverso l'università è un· fatto, spiacevole e dannoso senza. dubbio, ma reale e conseguente alla ristrettezza di -re– clutamento e alla insufficienza di preparazione specializ~ata negli atenei. Per superare questo stato di cose occorre che l'università allarghi la base di reclutamc,mto e, senza per– dere la « formazione generale» (ma c'è davvero, oggi come oggi?), aumenti la sua effettiva capacità di egemonia sulla pl'oduzione e le professioni con la preparazione di personale idoneo alle esigenze della modema società. Altrin"lenti· la università, che oggi l'Ungari sembra voler «salvare» da chissà qua.li contaminazioni (poco storicista anche qui si dim.e._stra !), resterà sì intatta e « fol'ma.trice », ma si avvi_erà · ad "~'sore svuotata e superata. ogni giorno di più. 3) Il vocabolo « politica di massa», usato dai giovani del PSI senza molta originalità ( è rnutuato dai sindacàti) ~ potrebbe sottintendere una pii:, organicà e meno dogmatica ela~orazione di politica scolastica da parte dell'UGI, dove le posb,ioni ideali « liberale » e «socialista»- trovino, di fronte ai problemi della società moderna, .una sostanziale identità concettuale e culturale, e non soltanto Politica. Cadrebbero anche, in tal caso, le incerte~ze ta.tticiste dei giovani del ·PSI e le possibilità tras"formiste di tenta1·e una loro assimilazione, all'atlantismo macca1·tista. Ed è evi– dente che, anche. sul piano -pjù ·propriamente politico, la « adesione al socialismo critica e apet·ta » richiede una scelta sia da parte del PSI che di tutti gli a.Itri gruppi e correnti che si richiamano al marxismo o ad un liberal"ismo avan– zato: ricercare facili adesioni su un sorta di qualunquismo (continuaz. daUa 3.a pag.) e più aperte alla circolarità della cultura moderna intesa - nel suo senso più vasto, potrebbero rappresentare il tra– mite tra la vita e ·1a cultura, e raccogliel'e da tutti gli stt·ati della società qt1elle giovani forze destinate a dare un contributo fondamentale -all'economill ed ·alla civiltà del paese.· _ 3) Consentire una pitt larga possibilità d'accesso alle facoltà unjversitarie di indfrizzo scientifico ai giovani pro– venie_nti dai vari istituti tecnicf riformati nei programnii e nei metodi. 4.) Rendere possibile a tutti i capaci e mel'itevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungel'e i gradi più a.Jti degli studi, non attraverso la paternalistica elargizione di su~idi che mortificano chi li riceve e fra.ntulnano nella capillarità di 'una spicciola assistenza il dovere di una società civile di incoraggime agli studi coloro che ne sono degni. Realizzare cioè la « politica del diritto allo studio» nel senso di un più avveduto impiego dej fondi delle Opere Univei-sihu·ie, che non debbono soltanto limitarsi ad am– ministrare le somme esistenti ma clebbono interessare alla questione universita1·ia gli o·rganismi pubblici e privati,· i gruppi O} "ganizza.ti e .in "gene1·e tutti i cittadini, solieci– tandone congrui· finanziamenti. 5) Fare delle Università centri di vera cultura e di . preparazione scientifica e J;)l'Ofessionale,· fomendole tutti i mezzi all'uopo necessari (collegi, biblioteche, sale di• let– inra, laboratoi·i, corsi di s})ec.ializzazione, ecc.). Le riforme si impongono Ol'lnai_; e non tanto le riforme senza spesa, di cui tanto oggi si parla, pe1:ché esse (sia pur col nobile fine cli ovviare immediatamente a certe condizioni di care,;za e cli cl'isi della scuola italiana) non ne risolvono i problerni ma forse ne evidenziano ancor più· chiaramente il dranrn1a, ma riforme con spese, anche se questo dovrà comportare una impootazione del tutto (120) nuova repubblica cli sinistra. oppure perseguii-e seriamente un arricchimento di idee e cli prospettive, cui· l'attuale discorso delle cose può soltanto fornire l'avvifl.mento. Jn questo !'Ungari ci trova. pienamente consenzienti, tanto ci rendiamo conto della cÙmune problematica 1folitico~ideologica che_ va ben oltre, oggi, delle formtd~ oi·ganizzativé PSI o p·c1, PSDI, P. Rad., UP. Ma è venendo a pai-lare del Golzio che cominciano dav– vei-o. le dolenti note e che si è quasi fodotti a disperare del socialismo, almeno per quanto, riguarda certe giovani generazioni ciel ·PSI. Il partito ha comunque una atte– nuante generica, perchè il Golzio, provenendo di fre_scadata dalla sinistra liberale, vede molte cose con l'ardore dei neo– fiti, mentre Mondo ()peraio, designando proprio lui, a 1·i– s.pondel'e a un giovane radicale, si merita, ci sembra, una aggravante specifica. « La storia passata del PST garan– tisce con la sua posilività il presente e il futuro»: prima sciocchezza del nostro, perché di sto1·ia passata del PSI nel movimento studel;ltesco non si può proprio padai-e, e non sa1·ù. ce1-t:ola storia passata alti-ove a gal'antire ipso facto una posHività cli impegno. « Dopo i successi della nostra politica e la sconfitta della lorn, i «laici» e i goliardi ven– gono a sco1:ii-ite una funzione socialista'»: seconda. scioc~ chezza; infatti è dòpo la. sconfitta del CUDI che i gio– vani del PSI vengono a scoprir"e una funzione goliardica. « Dal legame con le esigen:,,e delle classi lavoratrici sola– mente sai·à possibile trane stimolo per una politica uni– versital'ia. e· culturale»: il solamente rende l'assunto tl'Oppo audace, almeno per le nostre orecchie che forse il Golzio tl'(:>Verà.inguaribilmente bol'ghesi. Non si può « mediare ha socialismo e goliarcfoi, cioè tra marxismo e cultu1·a li• bernle, perché si ghtngei-ebbe· appunto al liberalsocialismo di infausta rnernòria .. tutte cose da ritenere superate da una -teoria e da una pratica r·igidarn:ente socialiste»: certo, non si può media.re , perchè il nostro, prima seguace della: cultura liberale, e perciò stesso «goliardo»·. {non avrà scrhifo di questa qualifica, dedotta rigorosamente dalla pre– cedente asser~done !.); è divenuto di punto in bianco marxi– sta, ossia .rigidaniente soci al if:;ta, ed è stata di certo tale rigi– dezza a fargli superare senza rotture di vertebre il .pauroso salto "ciel passaggio! « Le l'agioni i9eali e- politiche cle"l– l'DGl non son.o le !}0Stre e l'ing.resso dei socialisti è stato un'operazione mecc·anica.. occorreranno sempre pi.li nuovi quadri dirigenti (notiamo: meno male!) e risorgel'à il problema che essi si formino anche nelle università, nelle._ lorç, concrete esperienze politiche»: evidentemente il nostro, che così bellamente confonde politica di massa con pro– selitisrno e formazione di guadi-i (al punto di sostenere. tra. l'altl'o, che la politica di massa. è una precisa scelta poli tic~ essa stessa!) vonebb~ un tipo del tutto nuovo di università «socialista»: quella che forma politicamente i giovanì socialisti, ed a questo dovrebbe servire l'impegno socialista nel movimento studentesco. E allora a che serYe il Movimento Giovanile? E' nn peccato che il Golzio non sia stato ammesso (almeno dai resultati non pare) alla recente riunione dei quadri sindacali del PSI, dove Vin– cenzo Gatto ha detto delle cose mo_lto serie sulla politica di massa e gli organismi relativi: gli avrebbero schiarito le idee. sulle stesse funzioni del movimento studentesco, che · il nostro del resto dimostrava di non essere propenso a capil'e anche quando, studente universitario, preferiva de– dièai:si tutto alla "CED. Infine, dulci.<J in funclo, « non è il caso pe1· noi socialisti di assumere altri nomi vuoti, come quello di golial'di, ma semmai di arricchire il nostl'O nome», dal che si deduce la confel'ma dell'esistenza della goliardia come pai·tito, se pure « vuoto» e la urgente ne– cessità ·dr' anicchi .. e il norne socialista .(evidentemente mol– to povero se è costretto a farsi così rappresentare). Come qu'esto possa avvenire mantenendosi rigidi ·e respingendo ogni SOl'ta di mediazione che porti ad assumere svariati e moderni contributi, il nostJ"o si guarda bene dallo spiegare. Due j_)roverbi riassumono la pol~miç:a Ungari-Gol zio: nolite vroicer~ marg(u'itn.Y.. e beati monoculi .... GIORDANO PARODI nuO\i-a della politiCa del nostro paese e dei bilanci generali dello Stato. Non dovrebbe 11H1 consentirsi che• in una repubblica democratica ed aperta alle istanze 1lligliori del prÙgresso umano, le spese per la P.I. rappresentino solo una scar– sissi"n.1a parte del bilancio delle spese genei'ali dello Stato, ma dovrebbe invece ausp.iClarsi la. conquis.ta da parte delle classi di1·igenti di una « coscienza scolastica» che fac.cia della politica della scuola la questione di' primo piano fra tutti i problemi della vita nazioriale. GIACINTO JUILITELLO (1) Borghi, Processo aUa Scuola (Bari. Laterza, 1956). (2) Credo che qualche dato generale s·u questa ten– denza all'impiego possa essere utile.- I dati, relativi all'in– tera nazione, sono stati- desunti dai risultati della Corri– missione parlamentare d'inchiesta sulla disoccupaz·ione e si riferiscono alle pressione che laureati, licenziati, ecc. esercitano nei concorsi per sistemarsi nelle pubbliche am– ministrazioni, esclusi i concorsi per il ministero alla PI, ciò per gli anni dal 1945· al 1952. Su 41.556 posti a concorso per le categorie A, B, C e subalterni, le domande pervenute sono State 658.491 (rap– porto pi 1.585 domande per ·ogni 100 posti) e si sono pre– sentati 383.927 candidati (la notevole differenza tra do– mande e candidati presentatisi testimonia la superficialità e la scarsa qualificazione professionale con cu( i più af– frontano il concorso). · Per quanto riguarda la categori°a A (candidati provvi– sti di laurea) si è rivelata una media di 620 domande per ogni 100 posti. Un aspetto in,teressante, poi, in questa corsa all'impiego è quello dell'autodeclassamento cioè la parte– cipazione a concorsi di categoria interiore a quella inerente . al pr_oprio titolo di studio Su 100 d. pervenute per i con– corsi di gruppo B, si hanno - a_d es., - 2,1 d. di laureati; su 100 d. per posti di gruppo C, si hanno 3,1 d. di laureati, e 20,9, d. di diplomati e 19,2 d. di candidati forn~ti di li– cenza di scuola media inferiore. Vedi, per questo La disoccupazione in ltatia,. Bologna, Zanichelli, 1956.

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