Nuova Repubblica - anno IV - n. 29 - 15 luglio 1956

6 FUN ZlON I E PROSPE'l 1 TI VE DI UP LA "NUOVA SINISTRA " Si devono distinwuere gli obbiettivi immediati dall'iniziativa per una rielabo– razione prol'onda 0 del patrimonio ideologico, politico e cultura!e· della sinistra ope,·aia, connmista o socialista che sia, e delle posizioni liberali pii, avanzate di GIULIO L 'ULTIMA riunione del Comilatò Centra~e di UP ha portato a conclu~ioni per. lo me~o cun~se. H~ d~– ciso quello che era logico decidere circa l mch– pendenza organizzativa del Movimehto, all'interno e non più ai margini di un vasto schieramento socialista, ina non ba dato a tale decisione sufficiente motivazione poli– tica. Si è verificato, in sostanza, il paradosso di una deci– sione politica giusta motivata con una linea politica insuf– ficiente. Può darsi che tale rimanga l'effettiva intenzione di chi ba volu~o pone l'accento sui programmi di lavoro a breve scadenza e sull'attesa di maggiori «svolte:> da parte del PSI, ma certo un 01·ientamento del genere npn traspa– riva dal lucido intervento di Codignola. Codigno]a ha chja– ramente accennato alla revi$ione ideologica {e non sol– tanto politica) in corso nella sinistra operaia italiana (e Don soltanto nei così detti pal'titi socialisti) ed ba espresso senza mewhi te1·mini la sua recisa avversione verso una affrettata riunificazione socialista, che tenda a portare Nenni sUl piano di Sa ragat. Il documento da lui proposto come risoluzione finale conteneva, accanto ai punti più ovvi e scontati che sono rimasti nell'ordine del giorno uffi– ciale, anche accenni molto espliciti ad una più vasta pro– spettiva, che purtroppo i redattori 'della mozione fil'lale hanno lasciato cadere, limitaùdosi al motivo ormai logoro dell'accostamento di fol'ze democratiche a forze .socialiste. Il fatto è che UP deve precisare adesso, superando i termini della proposta politica contingente, che cosa debba essere quella < Nuova Sinistra> italiana, alla quale tante volte ha accennato. Dev'essere una forma:t,ione nuova, che escluda e: a priori:. di considerare la forza comunista e intenda ag– giungere al socialismo ·italiano delle due osservanze il concorso d.i correnti democratiche che « non accettan.o il marxismo come vangelo,, riflui.ano la dittatura del pro– letariato e rimangono soltanto disposte a concorrere con la sinistra operaia in un programma concreto di riforme, quasi che fosse necessario fornire delle garanzie di « leali– smo democratico~ 1)or ottenere dall'elettorato il mandato di 1'ealizzare tale programma? Oppure la < Nuova Sinistra:> deve risultare non tanto da uno schieramento contingente e dal concorso in un programma .riformista quanto da una rielaborazione pro– fonda del patrimon.io ideologico, politico e culturale della sinistra operaia, socialista o comunista che sia, e èli quelle posizioni liberali nvanu,te che identifichino il verificarsi storico della libertù nella più larga e rinnovata attribu– zione di potere sociale, rielaborazione che non si preoccupi di « superare ìl marxisrno » o di Siustapporvi a sandwich, altri motivi ideologici, quanto d.i coglierne il significato essenziale storico e dialettico, allontanandone le sc0rie scolastiche, e di riscontrarne la connessione con· le esigenze liberali nella società moderna? " Evidentemente, per UP, è statn vera la pl'ima alterna– tiva1 finché la permanenza artificiosa del centrismo e la carenza di iniziativa politica da parte del PSI dividev~no il paese in due blocchi incomunicabili e finché la rig.ida disciplina ·cominformif:ita e l'o1·todoss..ia stalinista immobi– lizzavano la sinistra operaia e le impedivano qualsiasi aggiornamento od nttualità di posi:t,ioni. UP, allora, come ·gruppo non conformista e minoritario, non aveva altra scelta, per applicare le sue forze allo sblocco della situa– zione politica, che negare qualsiasi genere di preclusione ideologica e chiamare intorno a pochi e limitati obiettivi concreti tutti gli uomini di buona volontà, specificando che: a) non era possibile includere i comunisti perché il mito dello stato-guida non consentiva ]oro agilità ed ade– renza alla situazione ( il semplice sospetto di partito unico e di ortodossia ideologica allontanava la maggior parte del– l'elettorato); b) i socialisti costituivano il fondamento in– dispensabile per una nuova pol.itica, e pertanto dovevano assumere l'iniziativa, col concoL'SO e la garanzia di tutte le minoranze socialiste e democratiche (e si giunse fino alla dichiarazione pre-elettoralo PSI-UP che garantiva il .rispetto della prassi demoératica) ; c) era impossibile pen– sare a nuovi strumenti politici che raggruppassero i de– mocratici non socialisti su formule ideologicbe incerte e pretenziose, in quanto tali formazìoni non avrebbero rac– colto che scarsissimi suffragi, immobilizzando energie po– litiche e culturali preziose in campo socialista (corrie si è puntualmente verificato coll'infelice esperimento neo-radi– cale); d) nei riguardi dei C"attolici si doveva proseguire il dialogo con ogni mezzo possibile, tendendo a mettere in luce le contraddizioni interne della DC ed evitando di respingere a destra i gn1ppi cat~olici più modei::ni e avan- CHIAR U'GI zati mediante proposizioni di ~quiv~co, laicismo e fronte• popolarismo. Dopo questa svolta elettorale restano validi soltanto i punti e) e d), perché: d) il mondo cattolico e la DC nono• stante le influenie della destra ecclesiastica ed economica e le chiusure. di Fanfani, è ben lungi dal portarsi tutto quanto sulla destra dello schieramento ·italiano come d'al• troncÌe è improbabile che alcuni strati se ne spostino chia– ramente su di una sinistra che sia politica e non solo sociale. La pl'evisione più fondata assegna alla DC le fun– zioni di for.ta radical-riformatrice, neo-giolittiana, disposta a compiere alcune riforme per assicurare la « pace sociale>. I socialisti. dovranno esser~ pronti a. concorrere nelle ri– forme, sia per renderle concretamente possibili di fronte alla opposizione della destra economica, sia per 'dirigerle vot·so obiettivi di ordine storico (mutamento di potere) e non soltanto economico-sociologico; e) i nuovi strumenti politici hanno dimostrato di non esistere (i « governanti illuminati» del « mondo laico> farebbero meglio, visto che l'unica forza possibile in Italia per assicurare mediante rifo1·me la « pace sociale» è la DC, ad andare come tecnici di governo in quel partito, seguendo in ciò le orme del compianto Vanoni). Ma i radicali contengono anche delle posizioni, non certamente politiche quanto ideologiche, che tendono a scavalcare il socialismo e a propol're la revisione c~munista in senso neo-crociano: queste posizioni, che pot1"0bbe1·0 condur.re , è indifferente, ad una restituzione dell'egemonia comnnistn sullo sch.ieramellto socialista o alla vanificazione della funzione storica delle classi in un aclassismo sociologico, rientrano comunque nella revisione ideologica che dov1·ebbe portare ad una « Nuova Sini– Stl'a ». I KVE.CE, ·-.per quantu l'f.guurdtt i comuni~ti:e i ~oci:tlisti: a) la c1·isi comunista, gravissima per il PCI sul pìano politico tanto da ri!!-chiare cli togliergli defìnitiva– men~1egemonia sulla sinisti-a operaia, rimette in circo– lozio'.ne Je posi:t,ioni cornuni::;le sul piano ideologico, inse– rendole al centt"0 clèlla revi:-:ione in corso. Questa è la strada per la quale i comunisti potranno tornare ad avere, a scaden:t.a pili o meno lunga, diritto di cittadinanza. po– litica, anche se difficilmente potranno riconquistare la passata egemonia. Coniunque i comunisti sono_ reinseriti « de jure :> nello schiera111ento socialista, e, mentre è ne– cessa1·io e doveroso continuare ad escluderli dalla inizia– tiva politica (niente fronti popolal'i, quindi} è .impossi– bile e assurdo escluderli dalla discussione della prospet– tiva socialista; b) l soci;1listi costituiscono ancora il fon:dartiento inclispensabiJe p~r la nuova politica, ma non più da soli, sl bene insieme ai risorti socialdemocratici, e, per cli più, non hanno ormai bisogno di alcuna garanzia. Anzi ten– dono ad accantonar·e con soverchia disinvoltura il loro, i·n verità scarso, patrimonio ideologico, confondendo cri– tica al monopartitismo ed abbandono « tout court » della prospettiva di dittatura proletaria, e non Si dimostrano insensibili a.Ila suggestione dì una riunificazione a breve scadenza di tutti i ~veri> soci.-1.listi, per dar vita ad un grnnde partito, inevitabilrn~nte socialdemocratico. D'al– tronde, come rientrano in circolazione i comunisti, anche i socialdemocratici riacquisbrnQ diritto di cittadinanzH, ma, tra riaprire anche con loro la discussio~e su_lla pro– spettiva socia.lista e riattribuir loro senz'altro un rnolo politico determinante, ci corre. I socialisti rimangono qt;incli al centro delle attcnr.ioni di UP, ma non ne pOS• sono più riassu·mere gli interessi: se così fosse, per un programma limitato e concl'eto di riforme, UP dovrebbe realizzare la fusione. Si deduce che una « N uo,·a Sinistra> può uscire, oggi, e certamente non a bre,~e scaclenza 1 solo dalla seconda alternativa, e che la prima è stata soltanto un periodo di incubazione inillspensabile, e rimane tmo strumento contingente di azione politica destinato a vanificarsi come tale qualora non venga ,i.vificato e valorizzato dall'altra e più ampia iniziativa. Una scelta si pone sia ai « socia• listi» che ai «democratici» di U.P. I socialisti debbono, come ha risposto Codignola a Congedo, sapete che cosa -vogliono, non possono, cioè, vivere d.i tradizioni e di sen– timenti. Ma che cosa si vuole, pa1·lando di socialismo? Un determinato ordinamento economico-sociale, una così detta società socialista prefabbricata, alla quale si può giungere sia. coi mezzi fel'bci di Gh1seppe Stalin che con queUi umanistici di Giuseppe Saragat? Per cui si deb– bono unire tutti i «veri> socialisti, escludendo i « cat– tivi> comunisti e gli, «astratti» liberali, e godendosi in (119) nuova repubblica santa pace i ben meritati sei milioni di voti? Questo sembra volere Congedo, e da lui, non sembrano lontani molti esponenti sia de] PSDI che del PSI. Oppure sem– plicemente delle serie rifo.rme di redistribuzione di red– dito e di stato assistenziale, che partano dalla pet·sua– sione che il « marxismo è morto:> e che nelle condizioni italiane l'esperienza laburista costituisca quanto di meglio si possa proporre alla sinistra operaia? Ammonendo seve– ramente che pensare ad altro è dispersivo o addirittura pericoloso? uesto potrebbero volere, n0n tanto Codignola, che in più occasioni ha dimoStrato assai più percezione storica e ader~nza alla realtà, quanto altri socialisti illu– ministi, che sono portati a ridurre ogni problema a·l-=– )'aspetto della preparazione tecnica o .a quello, della ga– ranzia democratica. Ora è chiaro che, se fossimo d 1 accordo con Congedo e coi frettolosi unificatori, saremmo senz'altro socialdemo– cratici, cioè ap·prossimativi, opportunisti e settari, e se fossimo d'accordo con coloro che guardano al laburismo come. modello italiano saremmo senz'altr0 radicali, cioè illuministi, garantisti e svincoJ'ati dalla realtà. I demo– crat.ici debbono chiadre i loro rapporti col socialismo. Sono alleati dei socia.listi per fare qualcosa insieme a loro, dieci o più anni di lavoro, tanto che concordino sulle singole iniziative da prendere? Oppure, partendo da presupposti liberali, individuano nella maggiore assun– zione di potere da parte della sinistra operaia (e quindi solo secondariamente nelle rifom1e} la sola possibile at– tnazione in una società moderna cli quella libertà che « non si difende, ma si conquista ,? ..Nel primo caso po– trebbero essere senz'altro radicali o indipendenti di si– nistra, a seconda che credano o meno alla possibilità cli un nuovo partito, nel secondo sono anche lorò, insieme a noi, nello schieramento socialista, in quello schieramento che comprende a buon titolo anche i comunisti e i libe– rali più avanzati. B ISOGNA distinguere le prospettive irn,:nediate, che re– stano quelle fissale in precedenza e che non .riçhiedono l'indipendenza organizzativa di UP, dalla più ampia pro- . spettiva socialista, la prospettiva dell'undicesimo anno se si vuole, che richiede ancora, non sappiamo per quanto, la nostrn separata libertà di movimento. Dobbiamo con– tinuare a muoverci per gli obbiettivi immediati in stretto acco .. do col PSI, rifiutando il li'ronte Popola1:e o qual– siasi altro mezzo di rivalorizzazione del PCI, che deve essere lasciato alla propria decantazione; l'indispensabile alleanza dei socialdemocratici ad una siffatta politica non dovrà comunque essere portata sul piano unificntorio, . perché, a tale riguardo, non si potrà identificare la vo- lontà riformista del PSDI con un effettivo orientamento ideale in sensb sUcialista. Sarù possibile evitare )e riunificazioni trasformiste o aggiornare sul serio il patrimonio ideologico di tutta la sinistra storica italiana {operaia e di borghesia liberalo avanzata), soltanto se UP si varrà della sua libertà di movimento (che non dovrà cristallizzarsi in partito) per inserirsi in una arnpia discussione socialista in cui siano compresi e comunisti ·e radicali, discussione che potrà portare a bnoni resultati soltanto se coinciderà giorno per giorno con concrete iniziative politiche di base (sinda– cali, cli settore, culturali, di politica amministrativa, etc.), dove tutti (contrariamente a quanto dovl'à avvenire ai vertici) siano collaboratori e corresponsabil.i. Al termine di questo -impegno revisionistico sarà pos– sibile indicare con maggior sicurezza obiettivi a lunga scadenza e dar vita, in modo per ora imprevedibile, agli stn1menti organizzativi più appropl'iati. E allora si potrà parlare, in tutt'altro senso e con tutt'altra estensione, di nnificazione socialjsta. ·AD.4 GOBETTI Diario partigiano Una donna che ha avuto una parte im– portante nella Resistenza in Piemonte, Ada Gobetti Marchesini Prospero, la vedova di Piero Gobetti, h·a scritto - riordinando e ampliando gli appunti quasi cifrati d'una agenzia d'allora - queste memorie eh.e se– guono si può dire giorno per giorno quello straordinario periodo, dall'8 settembre 1943 alla Liberazione. Una lotta indomita, senza quartiere, appare qui attraverso le pagine affettuose, ora sorridenti, ora eommosse, d'una « cronaca familiare ». Cosi infatU possiamo definire questo libro, che è sempre e soprattutto il libro d'una madre d'eccezione: la madre d'un partigiano che va a combattere a fianco del figlio. EINAUDI

RkJQdWJsaXNoZXIy