Nuova Repubblica - anno IV - n. 28 - 8 luglio 1956

.... 4 L'ADDESTRAMENTOPHOFESSIONALENELL'EDILIZIA MINISTERO SENZA PIANI di AURO LENCI N EL N. 25 DI NR trattando della « Politica delle mezze c~cchiaie » terminavan_10 affer1:1ando: .« L'a~– tività addestrativa promossa m questi anm da.I m1- nistel'O del lavoro ha dato risultati negativi, perché è set·vita soltanto a dimostrare ai lavoratori con quanta poca se1·ietà l'istruzione· professionale'. in molti c3:si_, ~ stata avviata. Occorre urgentemente nvedere le pos1z10m dei preposti (Enti gestori), · impostare e discutere dei piani. conc1·eti, coordinare: questo il problema». T.a realtà è questa: i lavoratori, specialmente nel Me– ridione non credono nella funzione addestrativa dei corsi per di~occupati. Essi vedono i corsi di addestramento prnfessionale come un ·mezzo qualsiasi per dar denari ai disoccupati, denari del contribuente italiano distribuiti da nna miriade di enti sindacali, politici e clericali, i quali fanno la. loro politica, il loro proselitismo ed i loro interessi. Il ministero del lavoro, volendo dare coµtenuto pratico al com.ma 5 della circolare n. 11 del 23 mag– gio 1!)50, sulla preminenza dello scopo addestrativo, do- • vrebbe perciò: a) se veramente si tende allo scopo ad– destrativo, affidare la gestione di tutti i corsi ad enti qualificati ed attrezzatì; b) se invece questo, comma è un modo come un altro per salvare le apparenze, affi– dare la gestione di tutti i corsi agli enti comunali di assistenza. Il vantaggio risulterebbe immediato, J?erché il lavoratore che veramente intende acquisire nozioni. di rnestiern sa dove indirizzarsi, mentre quello che punta all'indennità giornaliera di presenza conosce la sua strada. Dovrebbe essere logico che una seria attività adde– strntiva è possibile soltanto se ne esistono le premesse: centri di addestramento, istruttori capaci con formazione e compensi adegua.ti, orga,ni.zzazione idonea. Che cosa avviene invece? Che spesso i centri di ad– destramento risultano soltanto nelle comunicazioni di co– modo inviate ai supel'iori ministeri, che gli istruttori non sono ql1elli che dovrebbero essere, che l'organizzazione non permette un serio svolgim.ento delle lezioni. Perché? Perché il ministero. del lavoro non ha mai imposto l'utilizzazione dei « corsi produttivi edilizia» per la co– struzione dei centri di addestramento? E' strano come questi corsi siano serviti a fabbricare canoniche; case cielia dottrina cristiana, colonie per le organizzazioni a,s- 1,istenziali. dei partiti governativi, e mai i centri di ad– destramento. Non è esager~to affermare che se il ministero del la– voro avesse seguito questa politica con i « corsi produt– tivi edilizia» e con i «cantieri-scuola», oggi in Italia av,remmo un maggior numero di lavoratori edili qualifi– cati ed una vasta rete cl.i centri di addestramento razio– nali. Abbiamo avuto invece cl.i tutto un po' e nulla di tutto; tra questo tutto; molta diseducazione a! lavoro, e· troppo sfruttamento dei lavoratori impiegati nei « can- tieri di lavoro ». · Per la formazione degli istruttori dobbiamo conve– nirn che il ministero del lavoro ha dato .il via ad una buona iniziativa che nel tempo, come ogni cosa, non man– cherà cli dare i suoi frutti: il Centro per la Formazione ·Pfofessionale nei Mestieri dell'Edil.izia sorto a Napoli a (continuazione da pag. 3) ultimi tempi, in concomitanza col manifestarsi clella c1·isi del pensiero comunista. Oggi tutta la tematica socialista è in discussione: si. devono ricominciare a dibattere le varie questioni inerenti alla struttura ed alle forme della società socia– lista: tra l'altro, si devono stab.ili°re i nuovi criteri di organizzazione dei mezzi produttivi, .la funzione dei partiti, quella dei sindacati, ecc. In altri termini, è indi– spensabile non acquietarsi nella visione di un certo nu– mero cli anni· di lavoro che ci stanno dinnanzi, ma pre– pararsi fin ·d'ora per il dopo, per ..il momento in cui le forze socialiste -'- oggi forze di governo - potranno proporsi .il p·roblema dell'assùnzione de} potere e della ~uova conséguè.nt~ .trasformazione sociale del paese. In ca.so contrario. s_aranno · prese alla sprovvista, quando quel momento verrà, e la· loro carenza potrebbe rischiare cli· favorire fenorneni tli · involuzione conservatrice. UP - chè partecipa d~llo schieramento socialista - è particolarmente legittimata ad affrontare questi problemi, per due ragioni: perché pur facendo politica fino al punto da apparire risolutore decisivo cli certe situazioni, è tutta- .via svincolata da impegni quotidiani di attività parla– mentare ed organizzativa; perché in essa figurano, ac– canto ai socialisti, anche i «democratici». Ora, questo processo in atto di revis.ione critica di tutti i dogmi della sinistra operaia non può non interessare i liberali ed i democratici avanzati, tutti. coloro, c10e, che per certo 110n pensano cli potersi fra dieci anni considerare « con– servatori» della società che avranno nel frattempo rea– lizzato, ma che al contrario ammettono una continua evoluzione della realtà sociale e politica. Il loro apporto • alla discussione è indispensabile. Se•nza cli esso diver– rebbe ste1·ile e la loro azione ed anche quella socialista. Da questo dibattito, ovviamente, non possono essere esclusi i comunisti. Questi appartengono al mondo so– cialista, per tradizione e soprattutto per le forze operaie che rappresentano, ed oggi essi stessi si trovano a dover chiarire le proprie _ulteriori prospettive ideologiche e po- seguito di una convenzione stipulata tra il ministero ed il BIT. Iniziativa lodevole: il problema della formazione degli istruttori è il punto della questione. Ma, pare un destino delle iniziative governative, le cose, sono attuate a metà. E' stato istituito il Centro, sono stati attuati dei corsi, sono stati licenziati degli i.strnttori: ma come sono retribuiti? La circolare n. 11 del 23 maggio 1950 al punto 12 statuisce che il compenso previsto per .l'inse– gnante non può superare L. 350 l'ora, quello per l'istrnt– tore L. 200 l'ora, e quello per l'.aiuto istruttore L. 150 l'ora. Per una. qualsiasi ora di ripetizione l'onorario si aggira, a seconda delle città, sulle L. 600. Per l'inse– gnante di un corso, sono L. 350, con orario fisso che· spesso fa perdere molte ore di altre attività, e con una med.ia di 20 allievi, e che allievi! L'istruttore poi, per poterlo far insegnare, dovrebbe ess,ere in possesso cli una adeguata formazione di mestiere. A tutti è nota la man– canza di· personale qualificato nelle imprese. Che cosa si fa per spingere questi elementi migliori a fare gli istrut– tori? Si offrono retribuzioni inferiori a quelle percepite nei normali rapporti di lavoro. Non dobbiamo dimenti– care che l'istruttore dei corsi ministeriali non ha alcuna garnnzia di continuità della prestazione, non benehcia dell'assistenza INAM, né INPS per gli assegni fami– gliari. Che cosa può guadagnare in un mese ano di questi istruttori? Per un corso di 8 mesi, con 6 ore di lezioni giornaliere, L. 30.000 mensili per 25 giorni di lavoro. Qual'è quell'impresa che non offre per lo meno il doppio per· un lavoratore talmente qualificato da essere in grado di 'fare l'istruttore? Logicamente o il ministero del la– voro rivede il trattamento previsto per gli istruttori ri– tenuti idonei dal Centro Nazionale o costoro. dopo i sei mesi di corso, ritorneranno alle rispettive aziende facendo contenti i rispettivi datori' di lavoro. Questo rappresen– terebbe l'inizio della fine de.I· Centro Nazionale per la Formazione degli Istruttori, cosa certo non auspicabile: I finanziamenti dei materiali necessari per le eserci– tazioni pratiche rappresentano un'altra 0 rossa lacuna. Al– cuni mesi or sono il ministro del lavoro parlò ad un convegno sull'antinfortunistica promosso dalla UJL. molte belle ·parole, ma parole. Una delle ,1ause delrincidenza degli info1:tuni nell'edilizia è sicuramente rappresentata dalla mancata conoscenza del mestiere da parte del la– voratore, anche di quel lavoratore che ha avuto la for-· tuna di seguire i corsi ministeriali di addestramento Perché? Perché l'àssegnazione dei mr 1 teriali non viene eifett ata con criteri che rispondano alle esigenze del– l'attività addestrativa, ma soltanto in relazione alle esi– genze del Tesoro. Si verifica così il {atto che in molti corsi nessuna esetcitazione pratica di ;nestie1e viene rea– lizzata, una sola volta, a regola d'arte e secondo i crismi dell'antinfortunistica, e ciò per la mancanza dì adeguat' materiali. Che cosa può aver app1;eso l'al!.evo? Nulla. Non è raro il caso che l'impresa più :rrazionale metta a disposizione del lavoratore una maggior at.tre,;zatun. che non quella offerta dai corsi professionali Ora al mi. nistero non rimane che la sceita: o i corsi si fanno, nel qual caso si assegnino mate1·iali snffic'enti; oppt1re non litiche. D'altra parte, consentire che i comunisti abbiano ancora una volta l'iniziativa sul piano ideologico signi– ficherebbe finir nuovamente col subirne l'iniziativa anche sul piano _politico, mentre è chiaro, su questo piano, che «·la condizione del successo dei socialisti e della loro possibilità di diventare domani gli arbitri della situazione italiana è stata e resta la capacità di autonomia effettiva .nei riguardi dei comunisti». Nessuna indulgenza., quindi, per la politica del « fronte popolare», ma accelerazione del processo di revisione ideologica, al fine di deter– minare un chiarimento di fondo dei nostri rapporti col mondo comunista, qnale si presenterà dopo la salutare crisi in corso. Un tale nostro atteggiamento ci cautelerebbe contro l'eventualità che la spinta verso l'unità socialista - « che è nelle cose, nei sentimenti, p1·ima che nelle riflessioni politiche» - si avvii « verso una generale pratica di trasformism0 dei socialisti ». Occone prendere posizione su questo tema, e dire che non basta più ormai l'incon– tro su un programma concreto di azione politica a breve scadenza per consentire la riunificazione delle forze socia– liste, dato che, in definitiva, una ,stessa riforma assume diverso rilievo e senso se inquadrata in una od altra concezione di organizzazione dello Stato. Occorre, al con– trario, che l'unità si realizzi fra quelle forze socialiste che avranno dimostrato la comunanza di una tale loro concezione. Da q{ieste premesse. nasce come naturale conseguenza di azione immediata la necessità di un continuo rinvigo- 1·imento della nostra intesa con i socialisti, e di un allargamento dei colloqui con .tutte quelle forze che ve– dono in. un rinnovamento delle alleanze parlamentari lo elemento di base necessario ad una prima trasformazione strntturale del nostro paese, dalla quale possa prendere l'avviò la creazione di una ~ocietà migliore e più giusta. UP avrà vita lunga o breve? Solo gli avvenimenti potrnnno rispondere a questa domanda: ma · su questa· strada avrà certo vita. operosa e probabilmente felice. FRANCO RAVA' (118) nuova repubblfca si• fanno, evitando cosi anche quello spreco, percllé tale si rivela, dei materiali insufficienti. Il criterio seguito « dell'approvazione con le vat·iazioni 3egnate in rosso» à qnanto di più sbagliato possa esistere in modo partico– lare allorché le variazioni « in rosso» sono effettuate da.: primo « 1Tl0'LZemaniche » a ( clisposizur.e. Una regolamentazione, infine, della gradualità nella frequenza ai corsi •è urgente. Le disposiziom pr0,,eclfJno che i corsi di Lo · addestramento possono essere seguiti dai corsi di qualificazione, da quelli ,,lj _spe,)iaiizzazione, ed infìne da quelli di perfezionamento. Che cosa avviene in pratica? Che molti corsi di spe– cializza:<ione sono seguiti da disoccup4ti che mai hanno frequentato altro corso· e per i quali necessiterebbe il Lo addestramento; che allievi già licenziati,· e in possesso del relativo attestato, da un corso di qualificazione sono ammessi ad un corso di Lo addest~1:c1ento, e cusì via In questa situazione le organi.zza3:oni ciindacnli na– zionali dei lavoratmi edili stanno a' guardare. Sono la– cu rie gravi che risultano anche al p10fano Rppure d:,i. alcuni anni si ripetono situazioni, a\t:e situa,,ioni si ag– gravano, ma le organizzazioni sindac-tli non Qi muovono. Un certo interesse lo hanno dinE'Strato nel i:.erioclo in cui il parlarnénto d.iscuteva la nuova legge sulla di– sciplina dell'apprendistato. Ordini d"' giorn<', raccornar- . dazioni, e molto fumo. Approvata l?. legge doH•va se– guire una regolarnentazione. In <>lcnn· ·puntj della stessi legge vi sono dei richiami ai ,ontra ti colleU.ivi di la– voro. Che éosa hanno fatto le orga.uzzazil 11,.i s:ndaca 1i dei lavoratori? Avrebbero dovuto ad,!,;care la d;.,cipiin'.I. regolamentata dal contratto di lavoro, invece nulla. Avrebbero dovuto studiare in quah terrriir .i l'apprend;– stato edile poteva essere regolament&Lo, sitenzic- invece su tutti i fronti. Chi ha avuto modo di scorrere le di– verse edizioni dei contratti collet:iv1 di lav: •o st;.m pate in questo dopoguerra si sarà si~ura:c0nte a~corto com-11 nemmeno una parola sia cambia•a . .Eppure dal H146 at>– biamo sentito parlare di meccanizzaz.;, ne del.l'edi:izia, di industrializzazione dell'edilizia, di insufficiente regola– mentazione dell'apprendistato. Ma nes.;uno si mnove. P E~ LA VERITA' dobbiam~ convenire ~~e qual~m:o si e mosso,. ma, purtroppo, si sono uoss1 1 c'aton di la- voro e i rappresentanti dei lavoratori hanno perduto il treno. Nel 1952 (credo) a Cortina d'Ampezzo ha avuto luogo un convegno per l'istruzione professionale promosso dall'Associazione Nazionale Costruttori Edili, <'alle cui re– lazioni si possono rìcavare dei dati interessanti In questa relazione dell'ANCE si prevedono dei CORSI NORMALI che nel 1955 troviamo raffigurati nei corsi complementari della nnova regolamentazione del– l'app,·endistato: « corsi normali » in funzione di p1·e– apprenclistato e di integrazione all'apprendistato, trien– nali, da svolgersi nelle scuole istituite dalla categoria in applicazione dell'àrt. 54 del CCNL. Era questa una carta che le organizzazioni sindacali dei lavoratori non dovevano ignorare, bensì discuterla affrontando il problema Però domani è un altl'O giorno ed ogni giorno gua– dagnato nella lotta alla « politica delle mezze cucchiaie» può rappresentare' grandi benefici per i lavoratori e l'ini– zio della fine dei drammi dell'emigrazione e dello sfrut– tamento della nostra mano d'opera. I rappresentanti 'della FILEA, della FENEA ·e della FILDE prendano l'inizia– tiva di esaminare il problema nel suo complesso, di con– cm·darlo tra le organizzazioni dei lavoratori, e di avan– zare concrete proposte ai datori di lavoro. E' una lotta non facile, con i suoi pro ed i suoi contro, ma è un pro– blema. che investe il presente e l'avvenire dei lavoratori dell'edilizia. Non avi·erno, la perfezione, ma sicuramente qualche cosa cli meglio del caos attuale. MOZIONESINDACALE Il Comitato centrale di Unità popolare, vista l'evolu– zione della situazione politica e sindacale nazionale, con– sidera che la battaglia per. la libertà e la democrazia si combatta, oggi più che mai, non solo sul terreno politico, ma anche e particolarmente sul terreno sindacale. li Corqitato centrale ritienE;i perciò necessaria la con– vocazione di un convegno sindacale nazionale nel quale si delinei in _modo più specifico l'atteggiamento del mo- vimento di fronte ai problemi sindacali, prendendo come base di discussione il documento presentato al IV Con– vegno nazionale della. CGIL dai sindacalisti di · Unità popolare. o (.) Tale convegno dovrà rispecchiare l'esigen..za del raffar- C zamento della lotta operaia e della sua unità, ed essere C perciò convocato - tra settembre e ottobre prossimo - • - dai· compagni sindacalisti di Unità popolare indipenden- C(} temente dalla loro appartenenza organizzativa. (F. to Tagliazucchi-Bianconi) L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 Telegr. Ecostampa o e ·- (9 C (.) Q) +-' o .e ·---------------------- · C()

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