Nuova Repubblica - anno IV - n. 25 - 17 giugno 1956
(l t5) nuova repubblica SAPIENZA POPOLARE: t< Tra moglie e marito non metterci il Tito H SETrr E GIORNI NEL MONDO J e [ ERAVAMO deliberatnmcnte astenuti dnl parlare del ropporto Krnsciov, All'epoca in c11i cornparvel'O le prime indiscrezioni sul New York 1'imes, perché attendevamo su un fatto così serio una documentazione che non poteva troppo tardal'e; ma avevamo pel'Ò indi– cato che già nel la rela:-1ione Togliatti al Comitato Cen– trale del PCI vi erano elementi in 8bbonclan;r,a por in– durne che il processo a Stalin e allo stalinisrno, che sem– brHvl\ essere cominciato nel mondo comunista, sarebbe andAto semp1·e pili in profondità. Ma in questi giorni il Dipartimento di Stato ameri– cano ha pubblicato una versione abbastanza completa del discorso tenuto dal pl'imo seg1·etario del partito co– munista dell'Unione Sovietica davanti ai soli delegati so– vietici al XX Congresso, il 25 febbraio 1956, della quale, pul' non essendone garantita 1'1wtenticità, si può dil'e tut– tavia. che appare assai verorsimile nella sua sostanza, con– sentendo di esprimere un primo apprezzamento su un clocurnento che segnerà probabilmente• una data storica nella vita del comunismo sovietico e inter·n8zionale. li testo diramato dal Dipartimento di Stato deve essere giunto nelle sue mani per opera degli stessi sovie– ti"i, i quali non si sono voluti ancora assurnete la re– sponsabilitiL della sua divulgazione sulla Pn,vda., ma, dopo averlo fatto la1·gamente circolare nell'Unione So– vietica, hanno giustamente ritenuto di non avere nessun interesse a non farlo conoscere ufficiosamente al mondo intero. In qualche punto, però, sembra lacunoso. Chi l'ha censurato! Probabilmente non gli americani, che non ave– vano nessun intetesse a farlo. Sarà stato trasmesso loro ln quella versione, già tagliato, e qualche comunista ze– fante-"'dei pae.~i Orientali, per dimostrare che il testo ap– pal'~O sulla stampa borghese non era quello autentico, si è affrettato a indicare in quali punti era lacunoso. M"'• anche così com'è, il testo emanato dal Diparti– mento -di Stato ha un aspetto drammatico e costituisce un atto di grande coraggio politico, del quale non si può nQn dal'e atto al primo segretario del partito comunista sovietico. Bisogna tenere prnsente, infatti, che, nonostante gl_i o.rgani direttivi del partito avessero già. _da tempo, c!Qpo la morte di Stalin e l'eliminazione di Beria, iniziato Je indagini per appurare l'entità dei disastri Jflsciati dal terrorismo staliniano, nono~tante quasi nessuno avesse pilt fatto il ·nofl)e di Stai.in al XX .Qongresso, )l mito di Stalin e,:{Lànc6rà: ihtegro é Ja condanna del « cultO della ·perso– nf\liti\ » eJ'a rimasta ancora nel caJnpO .astratto, pur ri– fdrendosi chiaramente alla persona di Stalin. ~ li rapporto 1< rusciov. do~~•.m~nta inve~e per la pri1 volta, con una massa 1mpreSs1ohante dt prnve, la re– sppnsal;>{\~t~. Qhe grava ii;i. p1·i_~n.a .persona su Stalin, non pé"r questa o quella deviazione politica. o ideologica,- ma pe'r J'jstituzione di UJ'.\ regime te1:roristico su ct1i ·comin– ci·a appena ora ad alzarsi il velo dél silenzio. Secondo T<rusciov, SlP ~talin personalmente ricade la Tesponsabiliti~ dell'ondata di a1·resti ~ di fucilazioni, vir– tualmente senza processo, dopo l'assassinio di Hii-ov, dnl IU34 in Pioi. Lo ster;;so assassinio_ di Eil'Ov se1:nbra, e~sea·e opera cli pro"vOèatÒr'i.' Stalin è respoll·sabile della soppres– sione di ogni gal'anzia giudiziaria nell'Unione Sovietica, degli arre~ti arhitrnriJ dell'applicaziq_ne di sistenli di bru- talitii e di tol'tura. senza precedenti, dell'esto1·_sione di fttlse confessioni che hanno "dato Ol'igine ad un sistema di re– p1·essione a catena che si ferruav.a...solo davanti alla p~r– sona di Stalin, ma che minacciò di travolgere pedino Molotov, Bulganin, Voroscilov, lo stesso Krusciov, e che travolse cli fe Q. uomini quali Voznesenski ~ molti ge- nerali. -- l{q1sciov <locurnenbi che sui .139 rnernbri e candidati del Comitato Centrale eletti durante il XVII Cong1·esso, !J8, cioè il iO per cento 1 ftirono ai-restati e fucilati, e che dei J 9GG delegati con diritto di voto o di consulenza a questo stesso Congresso, che fu definito dei « vincitori ::ti nella lotta per l'edificazione del sociàlismo, ben 1108 furono successivamente 8.l'restati sotto l'imputazione di reati contro la rivoluzione. li primo segretario del partito comunista SO\·ietico non giunge fino alla riabilitazione di Trotski, Zinoviev e Bukharin (di ]{arnenev non fa più il no1ne, fra i capi delle correnti cl"opposizione). l\:I,a fa capire chiaramente che non solo non si giustificava Ja reÒressione si:rngui– nat·ia dell'opposizione di sinistra e di destra, ma che Lenin, in periodi assai più gravi, aYeva condannA.to Ja soppressione fisica degli avversari politici in seno al partilo. , Non bisogna evidentemente athibuire al l'flppo,·to Krusciov, d1e documenta ampiamente anche la mancanza di capacità niilitari di Stalin e Ja sua goffa mania di ttutoincensa,1•si, pl'opria a lui come a tutti i dittatori, un valor~ superiore a quello che vuole avere. Krusciov non intende clislruggere le basi politiche ~ulle quali J'iposa l'edificio costituzionale sovietico. Ma documenta chiara– mente i rischi ai quali si va incontro ammettendo che una dittatlll'a, sia pure del proletariato, diventi nelle mani di un uomo, il dittatore, ciò che fatalmente deve diventare: uno strumento di repressione terroristica con• tro tutti coloro e contro tutto ciò che il dittatore consi– dera una minaccia al suo potere personale. Ii rapporto I<rusciov non è perciò una specie di Ter– midoro anti-staliniano: anzi, si_ guat·da bene dall'essere proprio questo, ché non vuole mettere in pericolo le con-: quiste politiche, economiche e sociali della 1-i'voluzione. Ma è una spietata condanna della dittatura e del ditta• tore, nonché dei suoi metodi e dei suoi agenti. Chi è vissuto all'omb1·a della dittatura staliniana, nel mondo comunista, nell'Unione Sovietica e alt1:ove, paventerà certamente le ripercussioni di questa effettiva svolta anti. terroristica. Ma l'ondata liberatrice che scaturisce da queste rivelazioni e da questa condanna noi-i potrà non influire profondamente sull'intero modo di pensare del mondo comunista nei confronti dell'esigenza di libertà politica. L'Unione Sovietica continuerà ad avere i s~wi inte• ressi .di potenza. e i suoi conffitti con alt~e potenze mon– diali; e\i.olverà solo lentamente verso un regime politico che consenta forme di convivenza effettiv_a con quei re– gimi .che pongono a proprio fondanu~nto Ja libertìi poli– tica. Ma il discorso è Ol'mai possibile. La bay1·iera di odio e di sopraff1rnione elevata da.i· falsari staliniani crolla or• mai da tutte le parti. PAOLO VITTORELLI 5 LETTERA UA PARIGI LAMANOVR DI JUIN di GIUSEPPE ANDRICH I VOTI ~i fiducia continuano a pio\·ere, massicci, su Cny Mollet. Duo al giorno, perfino. Essi sono sem– pr~ e;-,pressioni estremamente eqLdvoche della volonhì. del parlamento, e il voto di nessun pa;·tito è. sincern e ]enle, a cominciare da. quello dei socialisti, cho si trovan · costl'eUi a copi-ire i loro compagni al goverho, Sh-etti in un grnviglio inestricabile da una situa.zio~e senza Sbocco. In ftlte8ti ultimi giorni, una manovra, essa pure eSlre;. mamente equivoca, si è delineata. 'l'utti hanno capito che una soluzione «normale, della qne11tione alge1·ina. si fa ogni giorno pili difficile; per soluzione < nonna le, intendesi un accordo bilaterale, come è aYvenuto in Tunisia e nel Marocco. D'altronde la soluzione di fo,·za è impossibile con le sole forno fran– cesi e con l'ostilità aperta dei paesi arabi e quella Jar- · vata dell'Àmerica. Allo1·a a qualcuno è venuto in mente di tentarn cli internazionalizzare il conflitto, dando il comando della repressione al maresciallo Juin, ma non come semplice capo delle forze. francesi, bensì quale comandante <li foi·ze della ·NATO: forze francesi, ,na alle dipendenze dell'ol'ganizzazione atlantica. Con questo titolo, J"uin ·po-· trehbe permettersi la più sanguinosa repressione senza subir le critiche - e le ostilità - degli altri paesi. Juin tenterebbe di procedere alla repressione più radicale di ogni resistenza indigena, coprendosi dietro il mandato in-' ternazionale, o quasi. · Si vonebbe fal'e cioè, della guena d'Algeria, un epi– sodio della difesa atlantica, e i mussulmani dell'Africa del nord verrebbero frasfonnati in comunisti o in cripto comunisti, giustificando così qual~iasi massacro agli occhi dl:'gli americani. E J uin agirebbe in Alge1·ìa a nome dello SHAPE, con la scusa che l'Algel'ia fa. parte del territorio contl'ollato dalla NATO. La hovata sarebbe geniale, se non fosse troppo ... puerile. Re la noti;.-,ia della nuova rrH1lattia di Eisenhower non fosse \"em1ta a incoraggial'e le ~peranze cli coloro che frnno affidamento sulle deficien;,;e di Dulles e del vice pt•f'sidente Richard Nixon, nessuno potrebbe prendel'e sul sei-io Ja manon·a J uin. lVfa, in realU1, questa manovra J'11in è di cai·attere i)L1- rnmente in temo; essa è un tentati\'O delle destre rivolto molto 1ne110 a « salvarn » l'Algeria che a metter la F1·ancia nelle mani di quel gnippo d'jnte1·essi di. cui Jqin è l'est:}o– nente non più impoi·tante, ma più rappresentativo. Poi– ché De Gaulle non accenna a compiere nessuna mossa in ne.~sun senso, la 1·eazione politica. e sociale torna a ri– volgersi con fiducia a Juin,. e con maggio,· fiducia che in De Caulle, dal momento che questo Juin è sempre~· stàto un ··anima nera della reazione e il più tenace soste-·. gno dei J"icchi coloni dell'Africa del nord. Resta da vedere se gli Stati Uniti, anche se ca.des-. :-ero 11elle ·mani di un Nixon e dessero cal'ta bianca. tf Fostei· Dulles, sarebbero disposti a lasciarsi prendere (}n una trappola del genere, che rovinerebbe di colpo e total– mente il prnstigio americano presso i popoli arabi e. orientali. Allo sb-1.to delle cose, la F1·ancia rimane in una situa– zione angosciosa, ch'essa tenta nascondere a- se steSsa,· come certi ammalati che credono fa1· cosa utile alla loro salute niv;condendo a ~é e agli alti-i le loro soffel'enze. Rarnaclier, nella. sua politica economica, continua a· puntare sulla pensione di ,vecchiaia, comodo diversivo· per l'opinione pubblica dalla tragedia algerina. Il parla– mento , che ha molto esitato a. dargli i mezzi per affron– ta.rn i nuovi impegni 1 pur aYendo votato alla quasi unani– mità i miglioramenti delle pensioni, minaccia sempre di impennarsi di fronte a nuovi ca1·ichi. Esso vuol ignorare le ripercussioni economiche e finanziarie dell'affare alge- · rino. I miliardi vengono stanziati in misura ridicolmente inisoria. L'Alge1·ia dovrà. restare francese, e con la mi– nima i:.pe1-1a.Ramadier continua a Cl'eare -illusioni, così come continua & di1·si fautore di provvedimenti a fa-·· vore dei meno abbienti. I nemici di Mendès-France speravano di attirarlo in· 1~na imboscata in occasione della relazione che doveva,· fa.re in se~o al suo partito - il radicale .-~a. p:·opòsiìo del suo ritiro dal gabinetto Mollet. Ma Mendès s"è guar- 1 dato anche questa volta dal fare di<:hia1:azioni impeg·na– t i\·e. Egli ·non crede che sia ancora giunto il momento opportuno .. Sari\ necessario attendere la caduta di Mollet ad opera.· delle clest1:e? Tali sono, del rèsto, i propositi dei comu– nisti, che lasciano le briglie relativamente sciolte tille' loro masse che vanno a protestare contro l'invio dei gio- · vani soldati in Algeria, ma che si dichiaranQ educatis– simi e platonicissirni avversari della politica. alge1·ina del governo, in attesà di quel ·rrollte popolare che sarebbe ambitissimo_ e forse ut·ilissirno, se non si preparasse appunto attraverso tante manovre, forse astute, ma cer•· to.mcnle non meno equivoche di tutto il resto dell'attua·Je politica francese.
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