Nuova Repubblica - anno IV - n. 25 - 17 giugno 1956
4 (115), nu1111a repubblica EMIGRAZIONE V _._,, QUALIFICAZIONE LA POLITICA DELLE MEZZE CUCCHI T HA'fTANDO dell'emigrazione in Germania, Mario Penta su « No,·d e Sud» dopo aver fatto gli elogi dell'a.ttività governativa per attivare nuqve correnti emigratorie internazionali europee tem1ina: «. Il 21 marzo poi il governo tedesco ha deciso di richiedere all'Italia alt1·i l8 mila lavoratori pe1· impiegarli nel setto,·e dell'indu– stria: 7500 nel settore dell'edilizia, 2500 nell'industria al– berghiera, 2500 nell'industria n1etalmeccaniça e 4.500 circa ,in quella dei cementi. E' oppo1-tnno l'ilevare che tali settori sono particola1•mente adatti pe1• il reclutamento di nu– mel'Ose unità Javol'ative meridionali da tempo disoccupate; sia per la qualifica media normalmente sufficiente a pr"e– "l.tar·e lavoro in questi s ettori, ecc.». Agli organi italiani addet.ti alla emigra;,.ione, malgrado il su8segui rsi di dolorosi - p er i lavo,:atori - esperimenti .connessi con le diverse migra:r,ioni europee ed extra europee cli questo dopo guel'ra-, non è ancora apparso chiaro il pwnct·um dolen., di tutta la questione: la determina:r,ione, sul piano per lo meno eul'Opeo, delle qualifiche professionali. Senza queste qualifiche è pien~mente inutile chiedel'e per i nostri lavorato1·i sa.lari uguali a quelli dei lavor~tori lo– cali,. perché .è noto che un salario conisponde ad una data prestazione. · Nel caso specifico dell'emigrazione in Germania di 7500 lav~rato,·i edili, dove tt"Oviamo questi lavOralori ! O presso le imp1•e,;;eitaliane, oppt.;re negli elenchi degli uffici di col– Jocamento. Nel primo caso av,·emo un esodo della mano d'opera migliore, nel secondo caso non troveremo alcun la– voratore ec!.ile iscritto presso gli uffici di collocamento pro– fessionale preparato in modo da potel'gli garantire un salario uguale a quello del lavoratore tedesco. E' notorio che presso i nostl'i Uflìci del Lavoro figurano molti disoccupati, ma quasi tutt..i mancanti cli una qualifica professionalè effettiva. Prova ne sia che dopo il pri!nO reclutamento di edili per la Francia, i datori di lavoro francesi hanno inviato, pr~sso glì stessi Uflìci del Lavol'0 1 i lol'o tecnici per il reclutamento perché,. purtroppo, l'invio non coni,;;pondeva alla richiesta. LAVORO E DI A URO LENCI Non è affatto verO che frattasi < di qualifiche rnedie·nor– malmente sufficienti a prestar lavorn in questi settori». Se l'industria italiana può. esse.-e costretta a situaziçmi di l'ipiego, l'Ìcorrendo - in mancanza di mano d'opera qua– lificata - alle cosiddette< mezze cucchiaie>, dobbiamo con– VÌ[lcerci che, sul piano dell'emigrazione, queste « mezze cucchiai.e> non rispondono alla richiesta. Sottòvalutare il valore della q1rn.lifica professionale, pensando che l'Europa non differisca dal Sud Italia, è sbagliato e cri.minale: anche perché le situazioni di compromesso esistenti nel Sud Italia sarebbero vieb1te dalla stessa maturità sindacale dei lavo..– ratori sll'anied, che sicul'amente non permetterebber~ si– tuazioni di sfruttamento per i loro compagni di lavoro. N ELV] NCHIESTA pro1nossa dalla Federazione Cent.rale dell'Jndust.-ia Tedesca delle Costruzioni sulla «- For– mazione professionale dei giovani nell'industria delle co– stn1zioni nei Paesi membri del Consiglio di Europa» leg– giamo che alla data del 3l luglio '5"3 la percentuàle degli apprendisti, nelle imprese tedesche, per murato1·i, carpen– tieri ed alti-e qualifiche professionali,- era "ciel 37,8% del personale impiegato. Questa: cifra è sufficiente a dimostrare che in Germania l'apprendistato edile è una. cosa seria ed effettiva e· non limitata, come da noi, ad una regolamen– tazione sulla cal'ta. Si può rilevare dalla 1lledesima. in– cÌ1iesta che questo apprendistato dura ben tre anni con un giorno per settimana di lezioni teoriche (lingua, storia, calcolo, geografia, disegno tecnico, geon1etria, tecnologia dei materiali, educazione civica); e questo in aggiunta alla preparazione ini,1,iale dell'apprendista tedesco, per il quale l'Qbbligatorietà della frequenza scolastica fino al 14.o anno di età è un dato di fatto e non, come da noi, un'afferma– zione teorica. Per il lavoratore italiano, specialmente del Snd, non si pone che l'alternativa: o adeguarsi al paese' di immi– grazione, o andare alla ventura. E le conseguenze di qu0- ste avventure ·emigratorie, a parte il calvario che spesso SINDACATI CAMPAGNE INQUIETE I N UN ARTICOLO apparso in questo stesso giomale, ebbi occasione di parlare a proposito della diffusa • inosse1·vanza dei contratti di lavoro, di « questi no– stri bnlVÌ agricoltori», come li chiania l'on. Malagodi. Ed infatti -sono tanto bravi da riuscii-e a battere il i-ecord delle viohrnioni contrattuali a. danno dei b1·accianti. J n realtà i cont1·att.i li discutono e li stipulano con tutti i crismi delle buone nonne sinclacali: però quando li devono appli– ctne, fanno di tesla loro, come se non esistessero. Seguendo questo criterio i g1·ossi risicultori delle province di :Milano, Vercelli, Novara e Pavia, verso le quali avvi_ene l'emigra– ::,,ionedi una c_inquantina. di migliaia di mondine forestie1·e dal Veneto e dall'Emilia, nel periodo della monda, non voglionò riconoscere l'aumento meccanicamente subito dai salari agricoli per effetto della scala mobile, .che ha avuto un incremento di nove punti. Si trattà. di 90 lire al . giorno, sulle quali non dovrebbero esserci discussioni, ap- punto, per·chè conseguenza delle oscillazioni della. scala mobile. Epptire gli agricoltori non le vogliono cla1·e e non le .vogliono nemmeno discutere. Con la crisi del riso già --è ti-pppo --:- ~ssi dicçmo - quel che diwano lo scorso anno. Jn realti"'~ la. Cl'isi del riso c"è soprattutto per i piccoli coltivatori, che pon riescono a rosicchiare la grossa to1-ta dell'Ente Nazionale Risi, che opern, come tn1.Yt del risicul– tore capitalista a danno dei contadini di proporzioni pro– duttive artigianali. L'Ente fa rimbal:tare i danni veri di una grave c1·isi sui coltivatori diretti, che divengono gli incomrn.pevoli strumenti della difesa degli interessi dei g1·a·ndi propri~tari e 'conduttori dell~ riSaie, Cònsor,1,iati pra– t.ica,mente. in una specie di lorn corporazione: l'Ente Na- zionalè Risi .. ' .R.isò ama.I'(), quindi, anche quest'anno per le mondine. E' fllOlto probabile che la campagna di mondà incominci con ·uno sciopero. E lo sciopero in risaiil. è brutto e dif– fieile: le mondine, lontane_ dai loro paesi, vogliono .lavo– rare, senza perdere giornate. Vogliono togliersi J'incubo di .un lavoro Pesante e tormentoSo. E poi, se f.anno scio– pero corrono il risChio di perdere il è: rancio> che, nelle cascine, viene loro dato contrnttualme,)te dall'agrarici: ri– setta con fagioli e e1·be 1 pér ottanta pasti, a colazione e a cena·. Pei-ché lo sciope ..o riesca, nella risaia, non c'è d1e un modo: non far partire le mondine dai paesi di 1Jro– venienza. Ma anche questo è più facile a dirsi che 8. farsi: nel!~ cumpagne venete, le donne aspettano a gloria, dopo un'inve,.nata di generale disoccupazione in fmniglia, che venga l'estate per pòter emigrare nel periodo della mònda. Quest'anno pe.-ò, nell'agricoltur·a non sa1·anno solo le mondine a sciopera1·e: il 14 e il 15 giugno ci sai-i\ lo ,;;ciopero generale dei braccianti·. Lo hanno giù. proclamato Ja CGIL, la CISL e la UIL, unitariamente. Nelle carnpa– gne un'azione siffatta ass11n1e più il carattere di una mani-· festazione che non di una lotta. D'altra p1:1rte, una lotta vern e propria finirebbe con lo sfibrare, dopo la tremenda invernata e la inclemente prima\·era, i braccianti e, con ogni probabilità, si concluderebbe in modo inadeguato ·allo sforzo. La manifestazione di clu8 giorni poteva essere li– mitata anche ad una sola giornata, dato che non si pre– figge un danno economico, ma seml}licemente è volta a richiamare la pubblica opinione su taluni problemi del no– stro bracciantato. l">roblemi secolari che avvicinano il nostro paese alle zone socialmente più depres~e del rnondo: all'Anatolia, all"Estremadura, al :Mes::;ico. Contratti non 1·ispettati, leggi violate. li bracciante non ha che una pa1·venza di assistenza. sanita.l'ia, riceve delle quote ridi– cole per assegni fàrniliari (GO lire per ogni fìglio), non dispone che di un lavo1·0 saltual'io, non gode, nella stra– grande maggioranza dei casi, dei beni di ·consumo in na– tura. A questo aggiungasi che i contratti nazionali delle due categorie, dei b1·accianti "avventizi e dei braccianti sa– lariati, stipulati fo"1·malmente nel 1950-51, non sono mai pìlt stati rinnovati. E' vero che non vengono rispettati, nel Mez– zogiorno, nemmeno così• come sono'. Ma questa non è una. buona ragione per aggiornarli, anche perché in Emilia e in Lombardia, i braccianti hanno la forza di esigerne ]a osse1Tanza. Il fat.to è che le region•i meridionali servono di 1·emor•a.e di freno al-lo slancio sociale di talune province del Nord, anzichè essere il Nord a spronarn e stimolare il Sud . Con i braccianti e con le mondine,, saranno in agita– zione i mezzadri, per la quest-ione delle scorte vive, della chiusura dei conti colonici-, ma soprattutto J)er prote– stare contro il .ritardo della discussione parlamentare sulla tiforma ·dei patti agrari, sui quali anche l'on. Segni pare abbia steso un piet9so «tabù:.. Avremo quindi due gioi·– nate di agitazione nelle campagne. Servlranno a richia– mare l'attenzione sul problema di alcuni milioni di lavò– ratori della. terra! Ne dubitiam6. Il problema della terra., in Italia, non ha ormai più niente di sindacale: è• -tutto e solo politico. E' dunque in parlamento che esso dovrà essere risolto per opera di quelle fo1"'6eche ritengono indi– lazionabile ·un rinnovamento delle nostre ·stl'utture e, prime fra tuUe, delle nostre strutt-ure ag1·icole. FRANCO VERRA im,pòngono ai Jirvoratori, non sono economiche nemmeno per l'eral'io italiano. SMebbe infatti interessante conoscete quanto -è cost~ta ·al nostro erario l'emigrnzion_e 'di 50.000 minatori in Belgio {arrivati oltr-e 100.000, rimpatì'iati oltre la. metà); l'enligrazione in Argentin·a, in Franéia, nel Ve– nezuela, ecc. Nel S1.;d Italia, in matel'ia di formazione professionale, esiste una. situazione che potremmo definire < allegra ». Si veda p. es. la rivista <Tecnica>, edita dal Consorzio per l'Istruzion e T ecnica di N~poli - capitale del Méz:i;o– giorl')o -: < N.oi {uomini del Sud - N.d.R.) abbiamo gli uomini, le idee, l e intelligenze: il set~entrione la volo1Hà, · 18. tenacia, la $erietà per reali_zzare Òpere sociali». Le idee eccole: < Abbiaò10 datò la .dimostrazione chiar_a, -lampante,. che la scuola è la più produt.tiv~ di qualun·que· azienda. e,· così, animati da tale ideale, ci siamo fatt'~ · proniotori di una scuola "odontotecnica", di una scuola di° "televi;iol'le'', di un istituto "alberghiero", di un istituto di "arti grafi– che", di tanti proficui corsi, e intendiamo .proseguire, con l'istituir-e scuole di ornloge1·ia, di ottica, di meccanica orto– pedica, attività inerenti al cinema, per creare al giovane, col posto sicuro, un pane sicu,·o ... ». Infatti una iniziativa degli organi dipendenti dal Ministero della P.I. sta at– tuando la trasfoi·mazione delle Scuole Tecniche industriali in altretbrnt.i Istituti professionali di Stato pensando, con questo, di risolvere il prnblema. Si continua a creare ol giovane, col po.Yto sictil'o, un p<lne sicuro. lrfa quanti sono i giovani che hanno" bisogno di un posto sicuro e di un pane sicuro? Dalla. inchiesta parlamentare sulla disoccupazione ri– leviamo i seguenti dati relativi alla capitale del Mezzo– giorno, Napoli: Inoccuvat-i, (in ce·1:c<, di prima occtipaz.ione) il grado di i-Ytruzione: - Napoli capoluogo con istruzione elementare o .nessuna . scuola media ·inferio1·e o avvia,hento - Altri comuni della pl'Ovi1ìcia con istruzione ele11"lentare o nes.'-una . scuola media inferio1·e o avviamento - Provincia di Napoli con istruzione elementare o nessuna . scuola media inferiore o avviamento dùt·inti secondo 54,3% 24,1% 60,1% 12,9% GO,!)% 10,1% Con la trasformazione delle Scnole Tecniche, in Istituti Profe:e;sionali cli Stato si p1•ovvede rispettivame1~te al 24,1.%, al 12,9%, al 10,l %. Ma è questo il problema della fonna– zione professionale? E' 11n problema di élites o di mitsse?. Chi ha avuto .Hna licen::,,a di Scuola media inferiore o avviamento ha già avuto qualche cosa,. Perché non pen– sare alla assoluta maggioi-a.nza, che è soltanto in possesso della licenza di scuola elemental'C o di niente? Qualcuno risponde1'1't: questione di competenza. L'istruzione elemen-. ta1·e è di competenza dei Provveditorati agli Studi. Col pretesto della <competenza», l'Italia si è ridotta. nelle presenti condizioni. Napoli deve quindi provvedere a dar·e a.I 54,3.%, al 69,1 %, al 60,9% dei giovani ino.cCtlpati un mestiere, un posto si– curo, un pane sicuro. E a questo scopo, in un periodo i~ cui si richiedono edili, cementieri, albergo e mensa, metalmeccanici, pl'Ovvederù con ottici, rneccanici ortope– dici, cineasti, orol.ogiai. Come vole\·asi dimostrare. , In questa situazione, si Ruspica l'emigrazione. Ma di qu~li contingenti di lavoratoa-i? Non è mai stata se1·iamente impostata una politica del lavoro. L'attività addestrativa promossa in questi anni d1:1lMinistero del Lavoro ha dato i·isultati negati,·i, perchè è servita soltanto a dimostrare ai lavoratori con quanta poca serietà !"istruzione profes– sionale, in molti casi, è stata avviata. Occorre urgente– me11te rivede1·e le posizion~ dei preposti, impostare e discu-. tere dei piani concreti, coordinare: questo è .il problema. Dopo di che discuteremo di emìgra.zione. Sa D· STAMPERIA ARTISTICA .N ZIONALE ediz·ioni scìèntifìche è.. h,ttera,:i"è'. . lingue estere cataloghi TORINO .. Via Carlo. Alb~r'io 28
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