Nuova Repubblica - anno IV - n. 23 - 3 giugno 1956
6 (115) . nuofa _repubblica ORIENTAMENrrI E DISCUSSIONI PIANO VANONI ESTRUTTURE ECONO di GIOVANNI SCANNI Q UANDO lo Stato coordina i suoi inten·enti in vista del raggiungimento di un fine, come quello di eli– minare la. disoccupazione e nel contempo modilicare certi ambienti depressi, occorre che la Jegislazione eco– nomica rimanga adeguata. ag\j schemi del piano. In Italia, il ministro Vanoni formulò un piano di investimenti che in un buon decennio avrebbe dovuto realizzare un 1Jiet10 impiego della massa operaia; non total,. impiego, perché è molto discutibile che nel nostro paese possano lrovsre impiego i due milioni di disoccu– pati di oggi, ciò dipendendo dalla stes.c;a.possibilità d'in– vestimenti produttivi, dalla lol'O produttività., dalla limi– tazione del capitale esistente, dalla domanda. effettiva nazionale ed internazionale, e da numerosi altri fattori. E' pel'Ò possibile creare nel nostrn paese ni1ove fonti di reddito con immissione di investimenti interni, deri– vanti da un reddito nazionale in ascesa, ed investimenti e.!:lterni. Per permettern che il maggior reddito nazionale sia destinato a nuovi investimenti produttivi, si rende ne– cessario il blocco dei salari e degli stipendi, e una poli– tica di austerity per tutta la collettività italiana. Allo Stato è riservato l'intervento per concentrare i suoi mezzi nel finanziamento di opere pubbliche produttive, tutte coordinate trR loro, allo scOpo di creare l'ambi nte eco– nomico favorevole al pieno S\'iluppo del reddito na– zionale. Da ciò discende naturalmente una scelta governativa per il migliore impiego dei mezzi finanziari n disposi– zione dello Stato, essendo limitata la quantità di dollaro a sua disposizione, tanto se si considera il gellito tribu– tario, sia pure in ascesa, quanto se si considera un allar– gamento dellA. ci1·colazione crediti,da. Di consoguen:!.n: eliminazione di speso improduilive, 1·idin1ensiomrn1ento dei servizi pubblici, limitazione del numero dei p11bhlici impiegali, l'iqualificazione degli or– gani burocrntici da illlpiegare nei nnO\·i scl'vizi, neces– seni per il raggiungimento dei fin_i ciel piano, riqualifi– cazione operaia, ecc. Nuovi investimenti possono creare maggior reddito nazionale solo se non vi è inffo=ione: questo bisogna te– ner sempre prosf'nte. Il maggior reddito nazionale, frutto di nuovi inve– stimenU, significa nuovi maggiori consumi della massa operaia, oggi con limitata capacità cli acquisto, ed equi– librio del sistema economico, determinato da una più ampia fornitura sul mercato di beni di consumo, senza 1,ialzo dei prez;,;i n!lativi. Vi sono pe1·ò degli O!:itacoli in Italia che bisogna. rimuovere, se non vogliamo che il piano sia destinato all'insuccesso. Occone che il sistema industriale esistente si rammoderni al massimo, e si metta in condizioni di operare con costi al livello inter– nazionale, migliorando la sua produttività. L'organizzazione attuale, basata su vincoli monopoli– stici, e favorita. da. innu1nerevoli privilegi, non rispondé ai requisiti cleffinteresse generale. Alti costi di molte imprese marginali, ai quali corri.-;pondono i prezzi di mercato, significano sopraprofitti di altre imprese infra.~ marginali. Ciò è il frutto di una politica produttiva che dura da circa un settantennio e che oggi attraverso le forme monopolistiche causa. lo sfruttamento dei consuma– tori, i qu11li non possono estendere i loro consumi. Per– tanto si rende necessario che lo Stato intervenga a. fa– vore del ridimensionamento delle imprese industriali esi– stenti, portunclo innanzi con deci!ò:-ione la politica di libe– ralizzazione degli scambi inaugurnta dal ministro La Malfa nella. pas..sata legislalurn. Il capitale è un'entitìt. limitnta; dev'essere quindi in– vestito nei settori pi\t produttivi, cioè in qu-ei rami i cu_i costi siano al livello internazionnlP, liberando i consuma– tori nostrani dal mantenimento cli imprese i cui costi di produzione· sono molto elew,ti. ~on dobbiamo dimenti– care che l'ottima combinazione dei fattori produttivi de-· termina un aumento della, proclutti,·it1\, cioè un aumento di beni capitali e di· consumo sul mercato a prezzi più bassi, con il conseguente r11111w·nto del reddito reale vro– cavite. D'altra parte, la nostra Ol'ganizza;i;ione commerciale deve essere completamente liberal-a dai molti pedaggi intermedi che si trovano nella strada che va dal produt– tore al consumatol'e. Libe1·ore il comrnercio dalle potenti consorterie che in va1·io cilti'L d'H11lia. impongono il prez;,;o di mercato pe1· diversi beni cli consumo, ,in modo parl'i• colare per le derrate agricole. Occone cioè una politica comi'nerciale in difesl\ del consnrnatore, politica che cln noi purtroppo manca (spacci Azirndali, cooperati\·e di consumo, informazioni pubblicho ai consumatori per i prezzi di certi beni cli estesa donrnnda colletti\·a, orga– nizzazione cli scioperi dei con~unrnto1·i, ecc.). Così Cionrnni De Maria chiari-;ce il suo pensiero a proposito del piano Yanoni: < .... lu no.,tra produzione ind11striale e agricola dovrebbe es.,erc so1>rattutto diretta alla ,produ:ione di prodotti e servizi esportabili e ,wn consistere solo di vrodotti e servizi cons1t1nabi/.i all'in– terno del pact,1e >. Per ottenere ciò è necessario impor– tare e non rinchiudersi al riparo cli comode barriera LA SCUOLA MEDIA TijCNICA RIFORMA POLITICA S I SA che un governo a tendenza confessionale non avrl, mai interesse a migliorare le condizioni della. scuola. di stato e che, prima di accingersi ad una riforma sostanziale, YOnà prima mettere la. scuola con– f~ssion·aJe in posi~ione dominante. Per raggiungere questo fine, i vari governi democristiani hanno creato le pre– messe al futuro monopolio della scuola da pari.e del clero, portando al masRimo po·ssibile il numero delle scuole le– galmente ricono~ciute e concedendo alla scuola privata sempre più ampie facilitazioni. Il secondo passo consi– sterà nel finanziamento della scuola p1·ivata, pei' il quale verranno trovati molti più miliardi di qunnt.i ne siano stati rjtiutati finora alla scuola di stato. Ma. coloro j qua.li desiderano sinceramente un sostanziale migliora– mento della scuola pubblica, non si sono forse lasciati influenzare dall'Abile dialettica degli avversari? Anche un osservatore poco attento potrebbe consta– tare che tre sono gli ostacoli sui quali finora. sono in– ciampati gli aspiranti riformatori di buona volonli~. 1) La scuola di avviamento è un assurdo didattico e pedagogico, ma allo stato attuale delle condizioni so– ciali del paese, è bene conservarla. E' la solita tatti~a dei conservatori illuminali. Rico– noscere la necessità di una riforma, ma aspettare che chi ne debba beneficiare divenga ma.turo por accoglierla. Naturalmente spetterà sempre ai sullodati conservatori decidere quando i beneficiari della riforma. potranno su– perare gli esarni di maturità.. 2) Eccellente è l'idea di una scuola media unica ma del latino che ne faremo? Così si sono Io1·mati / due partiti _Pro_e contro il latino e siccome si sa che gli ar– gomentt delle due parti sono egualmente degni di cre– dito, si può essere certi cl;e passeranno vari luslri prima di poter raggiungere un accordo. 3) Non è bene procedere per <riforme>: occorre <una.> riforma globale voluta non da volgari politici, ma da una nobile mente filosofica anche se, intanto, si potrebbe, senza troppa spesa, pensare a raddrizzare i te– neri cervelli degli alunni nell'età dell'obbligo. In littesa dei molti miliardi occorl'enti per la riforma «globale» e del cervello che dovrà studiarla, si potranno studiare i modi per attuare il monopolio clericale del– l'istruzione dei giovani dAi dodici anni in su. Se si pensa cli~ quesLi argomenti dominano in ogni ambiente, non si capisce come si possa sperare in un miglioramento dell'isll'uzion·e secondaria di primo grado fino a che colol'o che desiderano 1111 miglioramento ed un potenziamento della scuola di stato non si decideranno ad avere una posizione ben distinh. da quella degli av– versari e non si metteranno nelle condizioni di presen~ tare un piano chiaro e concreto. Non posso certo avere la presunzione di p1·oporne uno io né lo possono fare quei 'quattro gatti che in Ttalia. la pensano come me; ma avanzare una proposta, una base di discussione è lecito. Così perché tra. le varie possibili proposte non presentarne una fondata. sui segmmli concetti? 1) Il problema dell'istruziono media di primo grado, in un paese come i_lnostl'O, ha pili un carattere politico– sociale che un caratlere tecnico. Sono j politici che se ne dovono occupal'O. Chiedano puro consiSli ai tecnici, ma stiano in guardia. Anche la magistratura si serve di pe- 1·iti, ma delle perizie tiene il conto che crede. 2) Combattere decisamente l'ass111·do pedagogico della specializzazione prematura, abolendo gradualrnente le materie professionali nelle scuole di avviamento o ridu- cendole ad nn n1iniroo ragionevole. - 3) Combattere decisamente l'assurdo didattico, in base al quale fanciulli di tredici anni sono costretti ad protettive: < lr,. Gerniania, ·se è riuscita a svilu7)pare il a-uo -reddito ,wzionale in quest'ultimi anni, parlo delta Germania occidentale, è proprio verchè ha fa.tto tesoro del vrincipio che aolo la importazione crea la esporta– zione. Se non si allargano le importazioni non si puòi pensare a maggiori eaportazioni ed a 1naggiori -redditi in generale> ( Giornale degli economisti, settembre-ottobre 1955, pagg. 4i8-4i9). Il. De Maria ricongiunge così il suo pensiero al saggio sul Problema industricile italiano (Cedam, 1942) nel quale l'illustro economista dimostrò statisticamente, per molti paesi, le relazioni intercorrenti tra. commercio interna– zionale e reddito reRle pto-capite. Gli stati che avevano un'industi-ia presente nel grande me1·cato inlornazionnle, erano qno)li che godevano di un reddito reale pto-ca7)ile molto pil 1 1 ragguardevole di quei paesi che avevano in– vece un cornrne1·cio interna7.ionale irrisorio. Jn Jtalja, mon mano che Ja. politica autal'chica ci separava. dal resto del n~ondo, decadeva il reddito reale pro-capite ed inarniso– r1va IA colleLtivib\ nRz,ionale. Conci udendo : 1) il successo del cosiddetto piano Vanoni è con– dizionato da un incremento del rCddito nazionale elio nello schen1R. decennale è previsto nella misura del 5% annuo. Ma tale i,ncremento annuo è assurdo possa man– tenersi così ele\·ato nel futuro, con l'attuale orgnnizza.– zione industi-iale nel nostro paese; 2) questo forte incremento reddib,1ale si può fn-ero con una politica. economica di estesa liberalizzazione degli scambi, che dovrebbe dar vita ad un complesso inclustrinle– Rgr·icolo ricco. Dato 1111 simile incremento del reddito annuo sono concepibili inYestirnenti pubblici e privali, che sviluppe– rebbero così la produ:t,ione con assorbimento di nnitìi. opern!o ?~gi clisoccupttle. Il ,maggiore reddito niw,ionnle, che s1 chflondo nelle aree depresse, trnsfom1andole sociid– mente, assicura un eqllilibl'io di piena, non totale occu– pazione al nosho sistema economico; 3) t1na politica del piano, con notevoli investimenti e senza ridimensionamento della nostra industria e della nostra. agricoltura (aree destinate in modo sprop< rzio– nato alla cerealicoltura), senza una eliminnzione derrli ostacoli c_he impediscono lo sviluppo del reddito, e,·idr"n– ternente e un non senso economico. Se non si modificano quindi le viete strutture della n?stra economiR,. lo < schema di sviluppo dell'occ1\pn– z1ono e ?o~rcdchto nel decennio I955-1964 > sarà ,clest i– nato a rimanere pu1-troppo una pia e lode\'ole intenzione ciel compianto ministro Vanoni. affl'Onlare matcl'ie prnfessiooali senza una pr·opnraziono adegtiata nello malei·ie letterarie e scientifiche. 4) l\foltere bene in evidenza che i detti assll!'di di– dattico-pedagogici sono così evidenti anche ai profani cho Je loro cause non possono che essere ricercate nel campo politico-sociale. (Vedi, in proposito, il mio articolo < Do• stino dei cuccioli> pubblicato nel n. 7 di Ntwv<i Repub- bl-ica,). . In base ai concetti suaccennati è possibile giungere a!la. tra~formazione deJla scuola di a,~viamenlo profes– sionale in quel ramo tecnico della scuola media previsto dal disegno di legge n. 2100 e che costituì uno dei lati positivi del progetto di riforma. dell'on. Con·eJla. Il disegno di Jegge n. 21.00 venne totalmente abbtm– donato dalla corrente cattolica.. perché essa non ;itenn 6 mai di doverlo realizzare sul serio e non, come genomi– mento si crede, a cnnsa dell'opposizione degli uvvers111·l clie 1 del l'osto, ne pl'oposero una pariiale 1·calizza;,;l._.ne per stralci. ALESSi\NDltO llllENUi\ E' uscito LA CINA D'OGGI NUMERO STRAORDINARIO FUORl SERIE DE « IL PONTE.., DI PAGG, 728 - 100 TAV. f. t. E ILLUSTRAZIONI NEL TE· STO RIPRODUCENTI DISE· GNl Dl ERNESTO TRECCANI Prezzo di vendita ai pubblico: L. 2.700 Condizioni speciciti agli abbonati di « Nuova Repubblica•
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