Nuova Repubblica - anno IV - n. 23 - 3 giugno 1956
(1;15) nuova 1epubbliva MENDES RETICEN'UE di GIUSEPPE ANDRJCH' M ENDES-FRA°NCE se n'è andato dunque dal {!,o– verno, sbattendo la pol'ta - se è lecito dire - con buona educazione. Egli ha invitato i suoi col– leghi 1·A.clicali a restare al loro posto, e la sua uscita dal ministero non p1·ovQche1·i1, almeno pe1· ora, nessuna c1·isi. Dél resto, il peso di Mendès-F,·ance nel governo Mollet non era gr1rnde; e questo non perché Pier re Mendès– )?rance non sia un uomo di valore - noi pensiamo che valga molto cli più di Cuy l\follet - ma perché egli era enlrnto nella combinazione ministeriale di pessima vo– glia. La distribuzione delle forze politiche in seno al qo– sirldelto Fronte Repubblicano l'aveva scar tato dalla dire– zione del potel'e, che sola avrebbe dato il modo.al leader rttclicale cli farn una politica., cioè la sua polilicA, che è quella cli prnnderf! il tol'O per le corna. Mendès-France era sernprn rimasto come sospeso, come al di fuori del govemo cli cui faceva parte. Egli sapeva di non poter fnre la «:sua> politica, ed è questa soltanto che per lui contava. Così egli attendeva l'Ora· di Oscire, di liberarsi da un ìn'carico· che non gli permetteva di fare nulla d'au– tonomo, nulla di suo. Egli non si· Sentiva più cli aval– hu-0 co·I suo nome la politica di Guy M6llct, soprattutto per ql'.rnnto riguarda l'Algeria. •· _., Ed adesso se ne. è andato, di cattivo umore come q,rnhdo era entrato, per mantener re·de a un impegno elettoraTe, nel ministero. · Ma se ne· è anelato sbattendo la porta con impazienza e prudenza nel tempo stesso. Gli impegni morali che lo ave,·ano obbligato a entrnre in sottordine nel ministero, non _sono stati da lt~i ,dimenticati; la sua lettera cli di– missioni ne è una prova. Pie1Te Mendès-France non vuole provocare una c1·isi, e vuOI Sil.lvare nel tempo stesso le sue possibilità di tom~re pl'eSto al· governo per fare una politica s'ua. · · . Ma la lettern di dimissioni, -che tutti comprendono ~ spiegano, non accontenta nessuno appunto pel'cbé troppo diplorllatica e sibillina. Piel'l'e Mendès-FrftnCe dà dei. con– sigli e dei pareri troppo <prudenti> per .~.;,~ereveramente sinceri. Mii.ioni di. francesi sanno che il su<;>,. p~n~i~ro è divf)rso, è profondamente differente dalle sue dichiara– :,,,ioni..,Jn realtà tutti sa11no che Mendès-Fra,nce è per una politica realistica in Algeria, sull'esempio della Tunisia e del Maro"céo: andarsene in punta di piedi, senza aver l'inia di andarsene. E questo non per gli indigeni, ma· pel' i francesi, sopratt1,1tto quelli delle colonie, che giudi– cano tradimento della patria il fatto che la Francia non stel'm.ini tutti gli arabi per lasciar a ]oro i beati ozi .al– gerini. Ma chi permetterebbe, in questo caso, ai colon.i, di sfruttare. la terra? Quesiti ch'essi, nel loro egoismo fe– roce, non si pongono neppme. Ma Mendès-France cono– SCE! q11esti egoismi, e non li vuole affrontar~ di faccia. Sn git~ come le sue origini israelite lo danneggino presso certi strati della popolazione, sa che. la sua attività poli– tica gli ha procurato inimicizie mortali; egli non v4ole torna1·e al potere <contro> queste inimicizie, ma prefe– rirebbe calmarle anziché affrontarle. Di qui il linguaggio della sua lettera cli dimissioni, il) cui_ approva questo, appl'ova meno qt1est'altro, e in ogni caso maschera i veri. motivi cl.elle sue diniissioni. Egli sa che, se. avesse detto ch.iaro quello che pensa e che vuole, le destre gli avreb– bei-o scatenato Contro, col maggior furore, tutti i fana– tismi e i pregiudizi più bassi che pure vivono iT\ fondo all'a.n,irno di molti francesi. Guy 1'.Coll et è r imasto solo, e il voto dell'Assemblea Nazionale - qua.li che siano le decisioni dei non meno imbarazzatissiffii comunisti - lo leghel'à ancora, per sua disgrazia, al potere. Guy Mollet, e meglio ancora Pineau, lrnnno tentato di smuovere un poco la politica estera europea; non è vel'o, come dicono cei-ti giornali italiani, che abbiano fatto fiasco. Solamente, lo vogliano o n9n Jo vogliano, l'.: affare> algerino li tiene prigionieri di una situRzione paradossale. I comunisti, obbligati dalla spinta della loro opinione pubblica., a cui non possono resistere malg1·ado la per– manenza nelle loro file di una mentalità «:staliniana>, stanno scivolando ogni giorno più verso la logica tesi dell'abbandono. E' la tesi di Mendès-France. E' la tesi di tutti i francesi cli buon senso, in privato, che petò si climo~ta-ano molto rise1·vati in pubblico. 'E' divertente, e triste nel tempo stesso, vedere in che modo ·questa ipocrisia - che pure merita un pietoso ri- 6petto - si manifesta, a quali sballati progetti dà ori– gine. < Quando l'Algeria sarà pacificata.- si chiedono questi tirnidi - quale soluzione applicheremo? Due stati autonomi sullo stesso• tel'l'itorio, uno europeo e uno mus– sulmano, oppure ·un'autonomia locale (qualcosa come la Sicilia o l'Alto Adige-Trentino in Italia),- oppure una. confederazione di province· algerine sul tipo dei cantoni svizzeri? >'. ~ · Mendès ha detto: fare le riforme subito, non rinviarle. E tutti Sanno che nessuna di ·queste soluzioni è pos– sibile. Nessuno osa confessarselo. Ha fatto bene o male Pierre Mendès-France ·a ·non confessarlo neanche lui?· Gli basterà •questa. sua reticenza per tornare al potere e mette1·e in esecuzione• la sola soluzione possibile? 5 (Il MSI ha s11hifn 11/IU hT'll– Ci<Hllc .Y1;1111/illa.eletlnl'(llt'} Non c"è più mistica. Come si mastica ? (Di.1. di Dillo IJ0M:l1i) DA NEW YORI{ IL .SIMBOLO DELLA MODERAZI di MASSIMO J A SCELTA ormai è stata fatta. C'è stato un po' di bat– J tibecco ne-i riguardi di Nixon, in tono minore. I repub– blicani propol'ranno Eisenhowel' come loro candidato p1·esidenziale i)er le ele:,,,ioni di_novembre, e Nixon corne can~ didato vice-presiden¼iale. Sar-anno eletti? Così come stanno osgi le cose (s·~.:po alla fine di maggio) non ci sono dubbi: Eisenhowel' avrà-i tre quinti dei voti o gill di lì, il che vuol - clil'e che per lui voteranno non solo i repubblicani ma anche gl'indipendenti e probabilnJente molti democratici. Questioni cli classe, di razza e di religione conteranno ben poco: per Eisenhower voterà su per giù un'uguale percen– tuale di negri e di bianchi, di agl'icoltori, operai, professio– nisti e nomini d'affa1·i, di protestanti e di cattolici. .Vent'anni fa Roosevelt ebbe un successo strepitos_o. Ma c'è una diffel'enza t.ra Eisenhower e Itoosevelt: chi nel 1'932 e nel 1936 votò contro Roosevelt: lo odiava e presa– giva, in caso di trionfo del candidato democrntico, la fine degli Stati Uniti. Oggi anche quelli cf-ie voteranno col\tro Eisenhower, quando la sera la radio ~nnunzieri\ la. Vittoria. del candidato repubblicano, dormiranno sonni tranquilli. Il fatto di un'opposizione che non se la prende se viene sconfitta, è un fenorneno nuovo: l'unico candidato presi– denziale che _si sia trovato in una situazione analoga. è stato forse VVashington (nel 1788!). C'è dn domandarsi: cosa vedono gli americani nell'at– tuale presidente? Qui, come nella maggior parte degli 3.ltÌ'i paesi, dove hanno luogo libere elezioni, l'intuizione, il fiuto politico, conFano più del ragionai:nento. Nove elettori_ su dieci, forse novanta.nove su cento, non leggono il program– ma. faticosamente elaborato dai vari partiti; non sanrlo, ·e . non s'interessano ~i sapere, quali saranno 'i puflti detta– gliati della politica interna od estera, economica. o finan– ,ziaria. Votano semplicemente in base all'idea che si sono fatti dei pl'Oblemi in cni sono effettivamente interessati e della soluzione che i candidati daranno a tali problemi. Gira. e rigira, la massa degli aniericani (senza differenza - ripeto - di classe o altre) non vuole scosse. C'è chi si lagna: rna quando mai la gente non si è lagnala se il la– gna1·si non fa correre nessun pericolo? Gli uomini d'affari brontolnno perché il "Jt"ederalR.eserve B0<1rd tiene s·errafe le cassette del credito; gl'irnpiegati si lagnano perché non !'iescono ancora Rd avel'e le due auton1obili che molti. rì:: tengo1lo indispensabili (quando il marito prende la mac– china per andare in ufficio, come fa la moglie a ·ràr la spesa!); gli operai, che in genere batto~o la fiacca (l'ef– ficienza amer-icana esiste al livello dell'Organiz:.-,azione del lavoro non a quello del lavoratore dietro il banco, in con– trario di quello che in generale succede da noi), vorreb– bel'O lavorare meno - lrent_a or-e....,...... e gùadagnare lo stesso; gli agriçoltori troVano che i sussidi che', tramite ]o stato, pMsa loro l'indus_tria ·non sono suff:ìcien'ti ;· i pattolici si' la– gnano perché autorità nazio"nali, e ·10cali i·ifiutano cli sùssi– cliare le scuole Parrocchiali; i !>rote.stanti si lagnano· per-· cbé i cattolici harino_ troppa :inA,lenza; i negri ha imo· la segregazion~ ed ai bianchi scoccia vede_rsi intorno tailti negri, messicani, poi-toricani, ecc. Certo·, tutti si lagn·a·no ·- ma gqasi tutti sono soddisfatti_. Tutti· hanno non solo· da mangiare TT1aanche da· buttar via; chi vuol Jàvorare, trova l~vo~o; chi ,Vl!Ol_ studial'e, può. anda_re_a. scno)a; chi, _pr~fe-. SALVADOR/ risce far niente, tira aYanti senza far niente (quelli che non lavorano prendono in media 25 dollari alla settimana· pili cli l 5.000 lire in nn paese in cui la maggio!' pal'te 'dei . generi di p1·ima necessità., dalla carne alle camicie, costano n-ieno cli quello che costnno in Europa; la pensione fede– rale dei vecchi si aggira tra i mille dollari all'anno, se uno è solo, e i J500 dollari se uno è ammogliato, senza contnre quello che pagano l'industria. pl'ivata e le a!".sicurazioni); chi vuol viaggiare viaggia e ehi vuol starsene a casa se ne s'ta a casa; chi si vuol sposar·e a 18 anni si sposa, e chi si vuol divol'ziare dice addio alla sposa. Considerati come na7,ione, gli americani sono dei mo– derati (l'aveva osservato Carlo Botta nella sua Stor·ia della Guerra d'fndipendenza degli Stati Un·iti - scritta 150 anni fa; l'ha ripetuto un paio di anni fa Eisenhower « quello che agli americani piace pili di C1ualsiasi altr-a· cosa, è la moderazione ... >). Quest'affermazione può sem– brare strana a molti europei, ignari e inconsapevoii di quello che succede, o ·che è successo a casa propria. C'è del razzismo negli Stati Uniti: l'episodio peggiore quest'anno è stata una chiassata inscenata dal YFhite 'J.'rash (i bian-·· chi poveri, lo stesso elemento che trentacinque anni fa in Jtalia andava a finire o negli arditi del popolo o nelle squadre d'azione) contro una studentessa negra: mòrli o fe1·iti, nes!".uno. ·come abbiamo agito noi invece in Europa quando nbbiamo fatto del razzismo, o anche semplicemente del nazionalismo come quello che fece riempire di cada– veri d'italiani uccisi dagli jugoslavi le foibe del Carso? McCarthy rapp1·esenta. il culmine delle tendenze Cascistfohe americane: cosa è stato e cosa è McCarthy nei confrO'nti dei nostri fascisti europei, se non un poveraccio senza a1l– torità e senza prestigio? Il comunismo ainericano Si riduce a.L veèchio \\'. Z. Foster il quale passa le sue giornate a letto sci·ivendo furiosamente 11n libro dopo l'altl'O (ed an– che un libro più inutile dell'altro) e ogni tanto· tnanda,·un& letterina al tribunale dove l'aspettano per un proc~so ini– ziato da anni, dicendo che non si è ancora l'ililesso suffì– cientemente in salute e che, per piacere, gli concedano un altro rinvio. In Spagna e, mi dicono, in Italia )a presenza cli un pa.~.ltore protestante è sufficiente perchè un prete chiami la polizia: negli Stati Uniti preti e pastori vannO a pi'•an:t.d insieme. Eisenhower è il simbolo della moderazione: è per que-· sto che trenta o qu81·anta milioni di arhericani voleranno per Il.li, che altri· venti o trenta milioni pur votando cont,·o~ di lui, non se la prenderanno e saranno· soddisfatti cOme se il Iorio candidato fosse stato eletto. Per la massa degli ainel'icsrni Eisenho\,:er è il presidente che ha posto fine alla guerra di Corea, che/ha impedito che le crisi di For– mosa e dell'Indo•cina diventassero conflitti armati, che non Vuole imposte e'levat~, _che è disposto ad aiutare chi ha bisogno d"i aiuto e a lasciar fare chi· se la Sente di agi1'e per conto proprlo, che calma gFirnpazienti e cerca i com-' Promessi (Juando ci sono delle sofferenze. Ha ragione il pubblico! Ha torto? La domanda non ha importan~a: ìn· noveinbre, chi vota per Eisenho,\·er voterà per la vita h'an– quilla, per il mantenimento all'interno della prosperità, per una µotitica di paçe all'estero. (E tutto questo non ,•nOI dire ci1e io, se fossi ·ame!-icano, voterei per Eisenh'}wer ...).,
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