Nuova Repubblica - anno IV - n. 22 - 27 maggio 1956

(112) 1mova repubblica L'ESEMPIO DI CAVELLINI COLLEZIONI D'ARTE 'E• UN FJ\'J'TO ormai più volte verificato, un po' da ., tutti, che in Italia le pubbliche raccolte d'arte fi- gnl'alint contemporanea od anche della seconda mef;\ deffS00 ospitino quasi soltanto opere di scarso inte– resse, piuttosto che esempi di vera poesia, o aJmeno di elevata intelligenza fol'male. E che quindi chi, amatore o studioso specializ:.rnto, voglia rendersi conto della reale si– tuazione della nostra cultura figurativa dello scorso e del prcser1tc secolo debba ricorrere alle collezioni privale, Cor– tunalo.mcnte 11.ssainumerose. Allora ci si accorge co,ne il libero estl'O e l'intuito critico (perché anche quella del col– Joz.ionista è uni, scelta criliCa) abbiano effettivamente colto di volta in volta tuUi i fotti più significativi e validi di quella nostra sL01·ia al'tistica, e la cultura ufficiale abbia invece ape1·to le porte delle pubbliche gallerie soltanto all<1 più insulse e sciocche espressioni per lo più d'una 1·etorica, sia psicologica che moralistica, vuota ed inu– mana, quando non ad esempi di mero accademismo natu– ralistico. Per la stessa ragione mancano nelle pubbliche _gallerie italitme opel'e dei maggio1·i tu·listi stranieri mo– derni. Un comune concetto ha finora infol'malo que-. sto pr·ovvidenziale collezionismo privato italiano ( 1.na anche i grandi collezionisti st1·anje1·i himno agito e tuttora .agiscono nel medesimo modo): la scelta circoscritta del pezzo di alta o altissima qualit.'1, cercando di t•ealizzare nella ptoprfo raccolta la p1·esenza d.i almeno un'opera di ciascuno 'dei più celebrati a1-tisti. Una tal~ disposizione J:>enJ1ette,sen~a da11no, recupel'Ì di fatt-i a· suo tempo non comp1·esi o sfuggiti, in quanto l'inte1·esse del l'accoglitore è dir·etto soltanto al poz;,,0 singolo, come bell'oggetlo. E le puntate ve1-so le nuovissime generazjonì avveugono con questo ,lledesimo intel'essC. Le oollezjoni d'111·tecontemporanea italllrna sono 01·maj moltissir11e e permeltono una suHicieni.e e s1lesso anzi ot– tima esemplifica;,,ione della. 11oslra pittu1·a e scultura al– meno fino al l!HO. Generalmente queste collezion.i sono nate da[Cfo.siderio di arredare la propria sbitazione in ..rnodo grade,·ole ed insiel)le efncacemen.te rappl'esentati,·o del ()l'Op1·iobuon gusto. Naturnlmente pa1·ecchi attuali col– leY.ionisti sono persone che hanno visto nell'accorto e tem– pestivo acquisto cli qua<lri e sculture di contemporanei la possibilÙà di ·ottimi investimenti finanziari. C1·edo che questi siano i dati dell'ahito mentale di tutti i nostri più noti collezionisti d'at·te contemporanea. Cl'edO perciò assai utile sottolineare l'iniziativa, d'altra p:u te già nota e giustamente appr·ezzata anche all'estero, ove pure costituisce un'eccezione, di un ·intelligente com– n1ei-ciante bresciano, Achille Cavellini. La sua J'8ccolta com– pl'cnde soltanto gli in·tisti giunti a maturità artistica nel nostro dopoguena. C8,·ellini li ha. seguiti attentamente dal 1!J4G. Sono gli uomini della generazione dcgH « OLto >, J\fro, Birolli, Capogl'ossi, Cassinari, Corsagra, Corpora, Cuttuso, Moreni, Mo1-lotti, Santo~aso, Tu.reato, Vedova ed Alberto V.iani; ed i maestri astratti' Soldati e MagneJlj con I'rampolini, per gli italiani; Bazaine, Estève, Gischia, Hartung, Lapicque, Lapoujade, · Le MÒal, l\Janessier, Pi– gnon, Singier, Tal Coat, ,vinter, lVerner, Ubac, Viera da Silva, e SchneideJ", per i francesi ed i tedeschi. Ed a. questi fii sono da poco aggiunti alcuni artisti dell'ultima genera– zione: Ajmone, Bnrnol'Ì, e Dova. Quanto di meglio possa. olTril'e attualmente J'Europa in fatto di a1'ti figurative. li mel'ito di Cavellini non è soltanto di aver esempli– ficato ottimamente, e per alcuni artisti in manjera nnica (penso al centinaio di tele cl.iBirolli), queslo periodo della cultura figu1·lltiva europea, ma sopl'a.ttulto cli propone un'idea del tutto nuova del collezionismo moderno. Anzitutto egli h11. capito che il quadro o la scultura non tendono più oggi ad un significato edonistico ed 01·– m.tiivo, come più o rneno tutte le opere d'arte antica, bensì possiedono un valore di proposizione ideologica~ di affer– rnaziorie conceltl1ale; clie cioè all'ai-tista moderno non tanto preme rappresenbne quanto afferma1·e. Perciò ha subito inteso la nocessitù di eviture ai pezzi della pr·opria colle– :,-,ione la funzione cli begli oggetti d'arredfimenlo, e<l ha allestito 'nei lùcali sottoshinti l·a villa in cui vive unR \ 7 era e p,·opria galle1·ia. d'esposi~ione, curata secondo tnt:ti gli accorgimenti della moderna tecnica rnuse0grafica dall'ar– chitetto· Fron:wni. La possibilitù di uno studio compal'ato dçlle ope1,e è jJ fine specifico di q11esto allestimento. Le tele sono infaLti disposte accennando esplicitamente a prncisi confronti, di stile e di valore. ]llustrando personalmente la. galleria,,· Cavellini spesso ribadisce la necessità del confronto testuale a i-ip1-ovfl, quasi definitiva, della. maggio1·e o minore vali– -<lìt·à delle recip1oche posizioni e della qualità raggiunta. Ciò !s!gnifìca che il collezfonista ha irnplicitsmente su- (Dis. di Dino Boschi) DENTATURA DIPLOIHATICA - fi 1 suoi discorsi, on. Martine, sono da.,·,·ero incisivi n perato l'estetismo tuttora corrente in buona parte della nostra critica d'atte, e derivato da una ristretta interpre– tazione del pensiero croci.ano, per una visione fenomeno– logica del Iat~ artistico, sen:,-,a natmalmente p.rescindere dall'impo,'lanza qualitativa delle sin.go.le ope1-e, che resta l'unica gar,lnzia per una maggio.re capacità di comunièa– zione e quindi anche cli azione morale ed ideologica. II risultato è così felice che visit.ando la collezione ci si accorge facilmente come, in Ttalia, soltanto lì uno stu– dio dell'attuale nostra cuHura figm-ativa nei suoi i·aptJOrti con quella europea sia vcmmente possibile, e risulti an– che di gran lunga facilitato proprio per questa. disposi– zione giù così intelligentemente c1·itica. Ma Ca,·ellini propone aTlche una dimensione del tutto nuova del raJ)lJOrto umano fra collezionii-.1:a ed artista. Non più un ondi:ciono di meceuati.:,rno, che è ioevita– bilmente una: pÒSizione gerarchica a svantaggio dell'artista atesso, bensì un di.J-etto rnppo1·to alla pini ed una. libera discussione fra autore e lettore, ove cjò che ad ambedue p1·eme è la cornpl'ensione della proùlemntìca e delle possi– bilitA di sviluppo di una data opel'a o di tma particolare posizione, il cbùuimento iusomrna di un fallo culturale 1·ealrnente vissuto e partocipato. Pe1·ciù il collezionista è l'arnica che confo,-ta, a.nziché l'estnmeo che attende sol• tanto l'opera « bella » pl'onto ad accapa l'ral'sela per anic– chi,·e la suppellettile della pl'Opria a~(ta.zione. I L COT. .LEZIO~ISMO di Cavelli11i assume perciò un fine squisitamente culttll'alc·: documentare e fare cono– scere l'ari.e figurativa d'oggi nei suoi valo1·i più alti ed in– sieme nella v:nietà dei suoi problemi, divel'Si secondo le personalitù, eppure pBl'tecipanti del med"simo clima mo– rale. Non gli interessa quindi il bel pezzo isoh1lo ed edoni– sticamente goduto, bemd rintera intelligemm della proble– matica di un artista nelle sue inter-ne ragioni di sviluppo e nella reciprocità di rapporti con altre esperie1w,e affini. La documentazione di Cavellini non si limita ai testi pitto1-ici o scultol'ei, .ma li integrn con una vasta. raccolta. di 'Jette1·e e con la regi8'tl'azione degli incontri con gli au– tori delle opere coflezionate o con i c1·iLìci vivamente inte– ressali all'arte contempol'anea. Ora l'illuminato collezio– nista sta scrivendo un libro sulla propr·ia attività çultu– rale. Sarà la stol'ia ormai decennale della collezione, cioè il racconto degli incontri e dei r:-i.pporti con tutti i più validl al'listi contemporanei. Ma l'autore desidel'a che sia. soprattutto un im·ito alla comprensione dell'arte conteni• ponrnea.. C'è sempre T'lelPatteggia,ncnto di Ca,·ellini questo desiderio di spersonalizzare }a p1·opria opera, cli renderla non un fatto privato e domestico) bensì quasi una pub– blica istituzione culturale. li suo è dunque un collezio- ~isrno dinamico. Non so se la Sop1·intendi~nza dcl1a Calle1·ia 1\•azionale d'Al'te l\foderna lo abbia già in ))l'Ogramma. Altrimenti, mancando nella galleria ·stessa - come in qualsiusi altra pubblica raccolta italiana - t1111.t suflìcjente ed Ol'g:rnjca esempljficazi~ne della più J"ecente ai-te éuropca, perché non 8i prnvvede ad espone pubblicamente nei localj della galleria l'intera coHezione Cavellinj, a pubblico riconos<!J.– rnento di una grande ed intelligente iniziativa cultumle, ed im~ieme a<l edificazione e scorno di chi ancora si ostina a misconoscern i risultati eccellenti raggiunti in Italia e fuol'i dalle art.i figurative in questo nostro doJJOguerra! ENRIOO CRISPOLTI • BIBLIOTECA • STORIA DELLA FILOSOFIA MODERNA Q UES'1 11 0PERA il cui . titolo in traduzione !talia.11a · suona Storia dello /ilol'1o[Ìamoderno ( voli. Il e llI, 'l~orino, Einaudi, 1.955) nell'originale tedesco si ch.iama. « il problema della conoscenza nella filosofia e nella scienza dell'età moderna>. Dal punto di vista filo– logico si sarebbe potuto desiderare un maggior rispetto del titolo originale;· ,m1. non sarebbe giusto criticare per questo l'editore. Per il f1assire-1· infatti, come egli scrisso neJle prime pagine del I. ,·olume (uscito in trad. ital. nel 1952) < la stol'ia del J)l'Oblema della conoscenza in gene– ra1e non deve significare per noi una parte della storia della filosofia ... ma piult.o))to de,·e rappl'esentare ]'intero campo sotto un determinalo punto di vista e lm"4 deter• minata luce, e perciò farn jntuirn, per così dire in se– zione, il contenuto della filosofia moderna» (pagg. 29-30). :Ma non si tratta solo dì questo: le ricerche sul p1·oblema della conoscenzu hanno una preminenza metodica su quello che si occupnno cli l'eligione, di morale o di di– ritto; la dottrina dellu f'Onoscenza è insieme infatti dot– trina della coscienza. Questa impostazione, che si era rivelata ottima nello studio del la filosofia del Rinasci– mento e dell'etii del 1·~;,.ionali . .:mo poteva p01·tare a peri• eolose unilateralità (luando si sarebbe dovuto parlare del– l'età romantica; ed il Cas~irer ha saputo quasi sempre evitarle; così, quando p. es. si trm·a di fronte ai sistemi, filosofici ·postkantiaui, elimina tutto ciò che < nelle di-. scussioni intorno alla dottr·ina kantiana è soltanto frain– tendimento o disputa :. ma dedica molta attenzione alle « tendenze speculotin• >; non cede cioè alla facile tenta– zione di rigettare come J}l'o<lotti delJa cultul'a romantica. tutti i problemi non strettamente «tecnici> (sulla. reli– gione, sullo Stato) dei (ltrnli i filosofi postkanti~ni ~i erano occupati. Un tcnlati,·o sin,ilf', di ssceveral'e il vivo dal morto, av1·ehbe portato ad un completo fraintenditnento della posizione p. e: oi.di un Fichte o di uno Hegel.. Oltre alla irnportanlt1 i11froduzione, alla quale abbrnmo fatto cenno e che va cunfrontflta con quella al I volume, nel Hl Si stndiano le principnli conenti romantiche non– ché gli a.Itri autori della pritna metà -del Xl.X secolo (Herbart, Fries ecc.); no~ è questo il luogo di discu_– tere i risultati ai quali il C"assirer· è pen~enuto; ·bastera. dire che 'tutto il volume s,·olge im contint10 paragone tra le tesi dei postkanliani e lit dothina, di Kant; procedi– mento questo utilissimo, se1·vendo a. integrare altre sto– rie de1lo. filosofia fatte con <'riterio più sistematico. Abbiamo accennalo nl 1I r volume prima di pru·lare del secondo; in que1-f11ltimo è infatti per il Cassirer _pi~ facile mantenersi ad<'rentc alle premesse metodologiche della sua opera; BobhP!'{, Cassendi, Spinozl!'., Leibnitz con.: tinuano il dialogo che er1-:1 stato aperto dai fi.losofi della Rinascen~a e da. Corte...io. Anche in questo volume, ac_. canto ai capitoli dedicati ad autori noti, ai quali Ja. tra– dizione siorfografica ha già assegnato ?n pos~o i1~ tutt~ le sto1·.ie della filosofia, vanno segnalati quelh ne1 qual1 cì si occupa di · pe1·som1liti~ meno '.note (lo Tschi~nh~u~, :i cl'itìcj di Newton) che nou hanno dato molto d1 or1g1- nale, ma che h~nno pi-eparuto il terreno al1e. elabor~– zioni successjve, E, ~Ila. fi1le, le guasi 200 pagme dech– cate a J(a,nt, una vera e prop1'la monografia :nena quale gli studiosi ritroveranno il Cas.sirer autore di una nota biografia di Kant e 1}ditore delle sue opere. c. c.

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