Nuova Repubblica - anno IV - n. 22 - 27 maggio 1956

(11~) nuova repubblica 'I 'SET'I'EGWRNl NEL JIONDO I DUE P:ASSI .VERSO l,A PACE L A STAMPA governativa italiana si è compia.ciuta un po' frettolosan1ente del preteso fallimento -degli in- , · .contri di ·Mosca fra i fappresentanti del governo fnrncese, J\follet e Pinean, e i rappresentanti del gove.rno ~ovietico, :Bulganin e Krusciov, quasi che un riavvicina– mento •di posiZioni fra una qualunque delle potenze occi– dentali. e l'Unione Sovietica, ferma rimanendo la difesa dei -valori politici che sono propl'i· all'Occidente, sia da, con::.idennsi la maggior sciagura del inondo. Per questa. stampa., il metro di nna buona politica estera è l'immo– bilismo di Palazzo Chigi, specie sotto la direzione del– J'on. Mcutino, ed ogni passo verso la pace, ogni iniziatiya. che contribu,isca a far muovere una situazione· stagnatltè, è accolta come da chi soffra del mal di mai-e sono accolti i" 1wimi movimenti di becèheggio o cli i;ullìo del basti merito: Cl'incOntri fra.neo-sovietici non hanno, sei1za· dubbio, 1·i~olto nessuno dei gJ'andi problemi in sos"peso,· ma hanno :recato un nuovo .conlributo àlla lOro ·soluzione, at.travérso u-na .discussione diretta .tra capi responsabili. di paèsi im– po1-tant.i dei due blocchi conhasta.nti di potenze. Essi si inser-iscono dunque nel quadro degl'incontri che i dirigenti sovietici hanno già avuto. con i-dirige\iti di altre potenze occjdentali, come quelli bdtannici. Gli esponenti socialisti francesi, che erano stati prece– duti a Mosca dalla missione capeggiata da And1·é Philìp, hanno saputo difendere con più, garbo e con non minore fermezza dei laburisti britannici le posizioni socialiste oc– cidentali nei confronti dei Comunisti, ma hanno anche po– sto alcuni grandi problemi. internazionali, come quello del disarmo e quello del piano di aiuti alle zone depresse, già pL'esentato da Christian Pineau· alla recente riunione del. Com:;iglio dei ministri degli esteri dei paesi aderenti alla NATO. Secondo .quanto risulta dal comunicato finale e dalle (1/c,ly's News l~holus} PropagaJ\da e ver-ità dichia.ra- Zioni degli esponenti responsabili, sono state iden– tificate soltanto _alcune posizioni comuni di principio. Del problema tedesco non si sarebbe fatto cenno, almeno ad attenersi &..l ,comunicato, mentre si è invece padato a lungo del problema dell'Algeria, a proposito del quale i dirig'enti francesi si preoccupavano di otten'ere una dichiarazione LETTERA DA LONDRA PRESENTEEUT.URO N EL MARE d'argomenti quotidianamente offe!'ti dalla vita inglese VOl'J'eiritagliarne quattro, questa volta., ?l~e rni -~_emb1·anosufficientemente esemplificativi. E precisamente: 1) le elezioni amministrative, nei-loro resultati finali e soprattutto nei gesti e nelle parole direttamente raccolti da chi scrive; 2) la polemica sul sommozzatore, il /rognum, morto (ma che era vivo, e or& è morto, chi se ne è occupato?) prnsumibilmente sotto alla chjglia della nave. che traspor– fa.va i ·rt1ssi in Inghilterra; 3f le allusioni luddiste all'avvento della automation 1 nell'inclUSt1·ia ~·-1a chiusura. di certi pozzi d'antracite nel Galles; · · 4.) la costituzione della branca inglese della Interna– t-ional Society /or study on Socialism. Proviamo, una volta, a dare « fatti:. e non parole. Il lei"tol'e si faccia i commenti da solo. l) Le elezioni « municil)ali » hMno s0gnato· un di– sci·eto aumento di voti ai laburisti. Al solito la partecipa– zione alle urne è stata bassissima, intorno àl 30-35% di media. Una aumentata presenza di candida.ti del partito ]ibera.le ha accentuato le caratteristiche politiche di que– ste elezioni. A Biggin Hill, un distretto rurale della con– st·itiiency di Orpington (collegio elettoralè tradizional– mente conservatore), era candidato Jabnrista un bigliet– taio di autobus, che Prende di paga circa. 10 sterline la settimana e per mantenere la moglie (la quale lavora a 1 pulire l'appartamento di certi ufficiali av.iatori americani, j di stan.za nel vicino campo niilitare) e due figli deve né fumar·e.· né bere birra,· e non lesinare nelle ore straordina– rio. Lì son tutta gente di Salario a.pprossirnativamente eguale, ma gli in 'l.piega.ti votano tutti conservatore e gli operai che si sono potuti comperare la casa (spesso di le– gno; gilt nella valle ce. n'è molte senza né acqua né luce né gabinetto; e le sti·ade son canaie ma tutti temono troppo che, a farle belle, Londra sj estenda fin lì) o si' ar:itengono o vOtano al massimo per i liberali (il candidato Jiherale è rimasto sotto a quello laburista di poche decine di voti) appunto perché « adesso abbiamo Ja casa, come potremmo votare socialista?». A Abbey, collegio di Merton e Morden, dalla pa.rte 'Op– posta di Londra, i laburisti ce l'hanno fatta per la prima volta a memoria d'uomo, ma che fatica! proprio da.vanti alla sezione elettorale c'è adesso un grnn casamento ope– l'aio, e lo abitano tutti laburisti come si rilevava dai ma– nifestini che punteggiavano le finestre: ben quattro volte, nel pomeriggjo, gli attivisti dovettero andare a ·chiamare gli elettMi, spingerli, batti e riba.tti, a far lo -sforno di at– traversare la strada e votare (poco distante sono ancora in piedi le stalle di Lord Nelson, il grande ammiraglio; non c'è bagno e non c'è acqua e talora manca l'ene,·gia elet- trica, ma. chi ci abita vota conservatore, per abitudine, an- che se adesso fa l'operaio). 1 2) Sono stati i giol'nali scandalistici a portare in primo· piano la _pietosa, {perché è m9rto sicuro. Ed era un eroe dell'ultima guèna, e adesso tutti dicono che era vec– chio, ·che non• sa•peva più nuotare ...) storia del frogn~an. Eden. ci ha fatto una figura poco brlla, col suo reiterato silenzio. I labul'isti si son sen_t~ti. accusare dai russi (che non· ne avevano fatta pal'Ola finché Jlo11.-Jleha. trattato la stampa inglese) ,di speculare contro j il go\iemo per dissi– pare il malessere derivante dal famoso pranzo con Bulga– nin e Krnsciov. E Gaitskell, nella sua perornzione alla Ca– mera dei Comorii, s'è pol'tato da uorpo di governo, da fu– turo capo del gov:erno di Sua l\Iaes~à, perché ha insistito ·sui pericoli che corre la democrazia ,quando mitre nel suo seno servizi segreti («che sbagliano», ha aggiunto: e in verità codesta aggiunta poteva risparmiarsela). 3) Recentemente ebbe luogo l'annuale congresso della AEU, una specie di l◄'IOM Ìnglese (non per nulla ci sono influenti e dirigenti i comunisti). E ,Jì vennero sollevati i primi gridi « ufficiali» contro il pericolo della disoccupa– zione a causa della (m.lomation incombente. Il bello è che codesta Assoçiazione (la quale sta tra l'altro tentando di fagoci_tare molte Unions più piccole, accelerando· il pro– cesso· di burocr.atizza;,,ione e statizzazione - anche con i conserva.tori, si capisce - del movirpento operaio) ha un solo tecnico, un· solo specialista in problemi del• genere, ma non mancarono di ]asciarlo a Londra e di evitare di consultarlo quando si trattò di decicÌer che cosa dire. Intanto i periodici e i giornali « indipendenti » segna– lano che Ja automation costa moltissimo alle aziende che Ja decidono, Che non c'è da temere che vi si proceda in poco tempo appunto per il suo costo, che comunque i la– voratori troveraflno agevolmente da sistemarsi altrove ... semmai in quelle attività« terziarie» (di tempo libero) in– ventate dalreconomista cattolico Colin Clark, di cui nes– suno spiega mai come faranno a mantenersi se 10 lavo– reranno e 100 si occuperanno -di fargli felici le vacanze. Alla St(mdard, fabbl'ica di trattori e di automobili già in crisi per le esportazioni -crollate ~ per le restrizioni di bi– Jancio all'interno, c'è stato sciope1·0 contro le minacce di - licenziamenti derivanti da nuove macchine messe in azio– ne. La struttu1·a gel'ai·chica delle Unions ha funzionato re– :golannente, e si può star sicuri che i gran capi del TUC sanno quali siano le loro responsabilità a. cospetto dei problemi economici (capitalistici) della G1'8n Breta– gna. Il bello è che nessuno vuole distruggere le macchine, o andare contro l'automation, come forse avvenne 150 anni or sono! Allora le macchine vollero dire fine del la– voro artigianale, fine della vita libera nelle campagne, proletarizzazione dei lavoratori e schiavitù. Adesso i la– vorato1·i sannq bene (sia pure semp1·e in modo confuso) 5 di benevola neutralità sovietica, dalla quale sarebbe con– seguita un'allalos:a .neu~1·alit~, del resto .finora costante– mente· osservata, Idei-~ deputati' comunisti all'Assemblea Na– :t.ionale di Parigi. Nell'affrontare la difficile situa;,,ione algerina., Guy Mol• Jet cerca infatti di assicural'si, la benevola neutralità. dei deputati che stanno alla'.~sua' sinis'tra, in modo da ·non do– vere combatt~r ·su d~-~ Ì"rpnti inte.rni in parlamento, co.nfa·o le destre colonialiste che lo attaccano, 'da un lato, e ]a si– nistra anticolonialista, dall'altro. Ma ha forse chiesto e ottenuto. il massimo possibile dai sovietici, e i francesi non possono cel'to lamentarsi del brindisi di Krn:r;cioY alla liberazione dei popoli coloniali, al quale tutti gli av– versari del colo1~ialismo, in qualunque pal'te politica essi militino, non possono non associarsi. Mollet ncin aveva· pl'obabilmente l'ingenuità di credere - che i comunisti russi preshtssero mano ai socialisti fran– cesi per fare del ·colonialismo in Algeria o in altri paesi dell'Africa ·del Nord. Egli avrà cercato di ottenere dai, sovietici l'impeg1io a nOn agg1:avare attraverso l'a;,,ione dei - cornùnisti nord-africani, un'atmosfera già sufficienteme·nte a"rro·ventata, in inodo ·da risolvere pacificamente i rappol'ti· tra Ja Francia e· 1~ popolazioni dell'Africa settentrfohale·. francese, senza provocare una 1·eazione interna di tipo na– zional-fascista in Francia o tra i francesi d'Algeria. Que-. sta ·questione è certamente il tallone d'Achille dell'attuale governo· francese e di tutto il suo Orientam·ento politico," p_oiché Molle~ è in grado di avere una maggioranza in• par~ Jame,ito tanto per urla polifica colonialista quanto per u"n-a PQlitic"a inveisa ·e ·1a tentazio~e è forte di tornare a formule ce~triste pi~ .o· meno c_olo,~ial!~te. A prescindere: dalla questione 8.lgerina., che i francesi ave,'.a:no un· inte1:essè· irl1_me~i8:to a trattare ~ Mosca, si' è· co~npiuto qualche. nuovo progresso ne1ie altre questioni tr~_ttate, rispetto ai colloqui londinesi anglo-sovieti_ci _e· a quello tra. n:rusciov e il rappresen~ante di Eisenhower, Stassen, che ~e_mbra avere fatto una notevole imp,;essiolle sul segretal'io del pa,-tito co,nunista sovietico. E' pQco? D'accordo. Ma è qualche cosa. EcJ è meglio di niente. E' meglio del nulla, .che in questi dieci anni ci ha fatto correr tre o quattro volte il rischio di una nu.o:va guerra. Con un po' di pazienza e di costamrn questi brevi passi, compiuti grazie all'ini;,,iativa dei dirigenti più intel– Jigenti e più avanzati dell'Occidente, ci pl'Ometteranno, forse a un certo punto cli ,·aggiungere Ja mèta di Ùn'effet– tiva convivenza. tra Oriente e Occidente. PAOLO VITTORELLI che l'automation vord~ dirn tante ore libere, lavori più puliti e meno faticosi, maggiore necessità. (e perchè mai. ci sarebbero· contro?) di abilità tecnica e quindi maggio1·e necessità di istruzione. Non possono però accettare (come finirono per accettare 150 anni or sono) che significh_i maggìoi-i profitti per i capitalisti.. .Codesta rivoluzione in– dustriale è davvero ben più sociale che tecnica .. e al so– lito mentre da un lato (padr.onale) si insiste sugli aspetti tecnici, dal lato dei capi del TUC -si insiste sulle neces– -sità collettive, sulle decisioni dall'alto e su·-scala nazio- nale. · ~ Poi vengono fuori i bubboni come qnelli di due pozzi del South-,Vales, che il National Goal Board· (industria nazionalizzata: dègli operai?) ha deciso di chiudere in quanto i minatori (poco più dì un migliaio) fanno con-· tinuamente _scioperi « un-oQìcial > ( cioè non autorizzati dalle superiori ge.rarchie tradeunioniste) e lavol'8no poco. In realtà quei pozzi sono sca1·samente produttivi, le con– dizioni di lavoro assai cattive (ma se ne accorgono quelli che le subiscono tutti i giorni, non i fun;,,ìonari che abi– tano lontano) : e ora ci sono 8 villaggi minacciati di mor– te, poichè la zona è estremamente depressa e nuove fon.ti di lavoro introvabili. Fossimo in USA, dove si esalta la , mentalità competitiva e la possibilità per il lavoro di muoversi agevolmente per il paese, niente di grave. Ma qui in Inghilterra il Manchester Gu.ardian (ed è ancora il più illuminato) arriva a proporre che sì pensionino tut– ti i vecchi minatori, sicchè chi ha comperato una casa possa rimanersene lì tranquillo a finire i suoi giorni! 4) G. D. M. Cole è infaticabile. L'estate sco1·sa ci si incontrò a Oxfo'i·d, parecchio preoccupati della sclerosi dei movimenti socialisti. Poi silenzio. E a fine marzo un nuovo Convegno a Parigi ha costituito la ISSS, la cui segreteria in Parigi tace da allora. Ma Cole ha già costi– tùito la branca inglese, e nelle prime riunioni s'è vista: gran folla e un acceso interesse. Solo che pullulano i poli– ti•ci falliti, i « sezionisti » incalliti, e si perde un sacco di tempo a discutere se i comunisti possano farne parte, della nuova Associazione, o no. Cole dice « io non ho nulla contro di loro, ma preferirei che non si iscrivessero» ... Intanto in tutta Eurnpa i leftists sono sul chi vive, una nuova speranza serpeggia dall'Olanda alla Svizzera, dalla Francia alla Scandinavia (ho visto gente in quei posti; e lettere e lettere che arrivano a Cole); gli umori non ·deludono in Oriente, e l'Affrica attende. li guaio è che l' approo.ch internazionalista di Cole è disputato in termini politici: amici:r,ia o inimicizia con gli stati comunisti? O in termini strategici: meglio i nazio– nàlismi affricani o orientali, che i socialismi di questi paesi eventualmente esempi ati sulla socialdemocrazia? Sempre e comunque in termini di «potere», di « auto– rità». E le fresche indicar,ioni (che anche i nostri lettori conoscono) del Convegno_ di Oxford, i dibattiti sulle nuo– ve st1·utture economico-sindacali, sulla legittimità di una pianificazione a scala ridotta, etc., tutto questo scolora. Sarà. un grosso male per l'Inghilterra se anche codesta occasione di rinnovare il proprio socialismo anderà per– duta. Ma. sarà un male per tn.tti, e in fondo c'è solo da metter-si uniti, da fare, ognuno nel Suo propi·io paese, fi– nalmente quegli studi, e quelle esperienze, che hanno in grembo il futuro. CÀRLO DOGLIO

RkJQdWJsaXNoZXIy