Nuova Repubblica - anno IV - n. 22 - 27 maggio 1956

(112) nuova repubblica 3 UNA POLITICA DI SI.NISTRANELL'EUROPA OCCIDENTALE SOCIALISTI .AL POTERE Il p1·oblema che si pone alla· sinistra quando giunge al pote,·e per via parlamentare è queHo cli forgiarsi gli strumenti statali atti a governare .e a fare una pol,itica con l'appoggio di un'ampia co.rrente di opinioni. La di,tinzione ti·a esercizio ciel potere e conquista del potere è sotto questo aspetto puramente artificiosa di F INO a qualche mese ra. sarebbe sembralo per )o meno inattuale pttrlare di prospettive cli una politica di si– nistra nei paesi clell'EuropA- occidentale, e in par– ticolare in Francia ed in Italia. Si moltiplicavano, certo, i fatti nuovi: in Francia il governo Mendès-France, in Italia l'eler,ione di C:ronchi e l'avvento di Segni, in Gennnnia lo alleanze tra lìbm·ali e socialdemocratici contro il pl'epote1·e democri.:stiano. Si sentivirno, inoltre, le conse– guenze della distensione jn alto in tutto il mondo: ma Fesclugiva. lanciata confro i comunisti insieme ai tentativi di mantenere in vita il moribondo cenh'ismo permettevano di pensare che 1rnche questa volta ci sarebbe stato ben poco di nuovo da aspettarsi. Sono state - ed è paradossale, ma fino ad nn certo punto - 1e forze sociali di de:-{tra le prime a reagire al fatto nuovo della clìsten!-ione. E' forse il caso di ricordare che nei movimenti e partiti conservatori (tra i quali com– prendiamo naturalmente anche i pa1-titi democristiani) si tròvano presenti tre elementi ben diversi: un gruppo di notabili interessati a c-he niente cambi; una massa, nume– 'l'icamente mollo note,·ole, cli persone autenticamente rea– zionarie: s.i tratta per lo pili di appartenenti a ceti e classi destinati a scomparire o a modificarsi profondamente per l'evoluzione clellò stilto mod<'rno, e che questa evolu:,.ione, non vogliono accettare; e infine una mm~sa, pure assai nu– merosa, di lovor11tori intellettuali e manuali, che « social– inente > sinehbero molto M·anzati, ma che, prigionieri di ideologie politiche ormai s11perate, non sono riu$citi a ca. pire che tra «politico> e «sociale> c'è una strettissima connessione, quasi una identificazione. E' ovvio che l'equilibrio tra questi tre gruppi sia enor– memente instabile. Fino a che il < pericolo rosso> sembrava attuale era .rel1:1tiv1nnente facile mantenere uniti i diversi elementi; 1na non spp<'na e~so è sembralo meno pres– sante, si ~mno aperte le prin,e c1:epe. Il movimento I>ouj~de in l"r:111ci11. è discendente diretto della fine della g11P1·rafrPdrlH: centinaia di migliaia di pic– coli borghesi per turni ed anni erano stati tenuti buoni dalla nnione sacrn richie:-:ta dal conflitto tra i due blocchi. Ora. non c'è_ più niPnte che· 1i tenga sotto le antiche ban– cliere: la minaccia della pmlt>tnrizza:,;ione, che è ovvia per gran pa1·le dei celi !llecli in uno stato moderno, che non abbia un sistema economico in esp,rnsione come quello de– gli USA, pol'la quc;,;h1 n1tu;.sa - fondamentalmente simile a quella che fornì il p,·i,no sostegno al nosti-o fasci– smo - a ribellarsi conti-o tutto, ~d assumere 'posi– zioni antiparlarnentari, antidemoc'rnticlle, e naturalmente antioperaie. !ifa anche in lbllia c'è nn ft>nomeno consimile: ed è lo. Triplice delle confcder·azioni padronali dell'agricoltura, del– l'industria e del commercio. Anche in ltal-ia. le parole d'or– dine del centrismo frovano sempre meno ascolto; ed allOra, lasciando i partili al gov':'rno alle prese con quelle vecchie armi rugginose, le fori.e di destra. ne hanno tirate fuori altre che sono ugualmente vPccliie, ma che per l'occasione sono state lub1·ificale: ht dj__fesA dell'iniziativa privata, la difesa. dell'industria e dell·a-g,·icoltura nazionale (cioè dei monopoli), la difesa della lira (contro gli investimenti statali), la campagna. per la dimimrnione delle tasse, ecc. E' molto intercsst1nte constatare che gli impren– ditori non si sono fatti qnesta volta assorbire, co1ne nel passato, dai Comitati rivici; continuano a sovvenzio– narli,, ma ne hanno· co::;tituiti altri per conto 1ol'O, desti– nati ad acqui:;tarn un pe,,;o sernpre maggiore sui partiti e sul governo. Così come in l:'rnncia I'inay, Faure, Biclault e compa– gnia bella non hanno fatto tr·oppo buona accoglienza agli energnmeni di Poujade-, così Anche in Halia i Saragat, i Dossetti, i Segni, ma in fondo anche i Fanfani !1-0n sono per niente entusiasti della T,·iplice - terzo incomodo che è venuta a. turbare il loro monopolio politico di tutto un settore dell'elettorato. Ma non è necessario essere profeti per prevedere che verranno - se non sono già venuti - a patti con essa. Sulla Stmnpa del 15 maggio un commenta– tore politico non sospettabile di sinistrismo come Luigi Salvatorelli nota,·a. che Farifani è ben deciso a cliiudere a sinistra, ma non altrettanto a chi11de1·e a destra; e in Prancia basta 1·ichiama1·si ai dibattiti del congresso del MRP, che si è svolto nella. prima metà di maggio, per ren– dersi conto di quali siano gli umori del partito democri• stia.no; ma, anche p1·escindcndo da queste manifestnzioni ~ azionali, Ja colluSione ha avuto luogo snl piano locale, nella· compilazione delle liste di ca.ndidati 1 nelle -elQziqni parziali, eco. , In Fi-ancia le elezioni del 2 gennaio davano la vittoria, anche se cli stretta. misura-, al l?ronte Repubblicano; ai primi ·di febbraio il neo presidente del consiglio Quy 1\:follet si recava ad Algeri; il suo viaggio faceva pensare che egli intendesse prepantre anche per 1'4lgeria il trapasso dalla amministrazione diretta, da parte della metropoli ad una forma di governo più indipendente-; e contro di lui, in Atrica come in F1·ancia, si scatenarono i gruppi di dostl'&. CI ULIO SESTINI Per qualche. giorno e-i fu nell'aria l'atmos fera del febbraio 1934, quando le «: leghe> avevano tenta.to di prendere d'ns– salto Palazzo Borbone; allora il governo, che pure era conse1·vatore, aveva reagito con molta el1ergia.: questa volta invece :Mollet accettò praticamente le imposizioni della piazza. E la ragione di questo atteggiamento è ovvia: egli voleva. evitare ad ogni costo di rompere i ponli con i partili cli centro-destrn, e di costri.nger9 il suo governo a regger,;;i, in parlamento e nel paese, soltanto grazie al– l'appoggio dei comunisti. La repressione militare in Algeria., così conh-ai-ia a tutte le promesse elettorali del Fronte Re– pubblicano, è il p1·ezzo che i dirigenti socialdemocratici hanno pagato per evitare il Fl'onte Popolare. Fin dal 1!)14 ci si ern accorti che i socialdemocratici, una volta al potere, difendono l'ordine statale con 1nolto maggior spreco di energia dei governanti borghesi: ed anche adesso il governo del Fronte Repubblicano ha fatto arr~stare Bourdet e Marrou, ha fatto sequest1·al'C pArecchi numel'i della stampa di sinistra, tanto che lo scJ"illore cattolico lì'. ll,u.uriac ba potuto scl'ivere: < Sappiamo fìnaln_·,ente che cosa è un go– verno di sinistra: è un governo che fa ciò che un governo di destL·a non oserebbe fare>. Questo fei.;iomeno, di un «centrismo -radicale e socialista> merita di essere analizzato con una ce1-ta ahenzione, perchè, già al pote1·e in Francia, rischia di essere una tappa del• re_volu:,;ione politica anche nel nostro paese. S AREBBE poco iì1telligente identifìcare la nuova politica cent1·ista con la vecchia politica, quella di De Oasperi e cli Bidault: quest'ultima. è stata un'operazione politica. molto complessa che mirava soprattutto & restaurare J'organiz• zazione dello Stato, che gli sconvolgimenti della guerra avevano gravemente danneggiato. Era insomma una po– litica di rnstaurazione p1·ima che di conservazione. Il nuovo centrismo è invece una politica di con8erva=ione pura,· ba– sta citare UJ.:L fatto: che non si parla cli una pianificazione economica, --A-ttchesoltanto di tipo laburista. Ma questo nuovo imm0bili~mo non nttsce dall'esigenza di lasciare la massima libe1·tù alle foi-ze economiche pl'Ìvate, il che sa- 1·ebbe una politici\. discutibilissimo, ma sempre un a politica; quanto dal non sapere da che parte incomincia.re le famose riforme che erano state proclamate urgentissime. L'atteggiamento di Cuy Mollet richiama, sotto molti aspetti, quello di L. Blum quando fu, tra il 1!J3(j ed il 1938 1 a capo di due governi èli Ji'l'Onte Vopolar·e. In un recente libretto ( 7~. 'Blum ou la politique dtl Jw,le) Colette Audry ha. esaminato le idee politiche del vect.:hio capo socialista. Cif~ nel H)2G, parlando della l)()S&lb'ilitàche i socialisti prendessero il potere, L. Blum denunciani « quella specie di truffa. che consisterebbe nel t1·Asfo1·1narola nostra p1·e– senza nel governo in conqui:st"i:\ del potere·:.. « L'uso del termine truffa - commenta l'autrice - è molto indicativo. Esso traduce il fondo del pem:iero di Blum. Dieci anni dopo questi dichiara alla ra:dio, il 31 dicembre 1936·, nel suo discorso di capodanno: "Noi non cerchiamo di applicare, dir-ethunenle nè di nascosto, approfit-tando-di essere al po– tere, il progrnm,na socialish\ ". E, nel discorso cli Lione (24 gennaio 1937); "Noi siamo un sove~·no democratico, volontariamente e lealmente chiuso nei- lirujti della. legalità 1·ep11bblic{tna". Senza mancnre cli rispetto alla memoria di Blum, è il caso di rfoorchHe almeno due conseguenze, Je pi~1 gl'osse, di que~ta politica "Jeale ": l'impoten:,;a del suo governo ed il" ci-olio• della repubblica spagnola, del quale Blum, par·ti~ianp del "non intervento", Iu uno dei maggiori responsabili >. · Giustamente Coletfe Audry osserva ,clie L. Blum di– stingue nettamente esercizio del votere da conquista del potere,· e del resto anche oggi, dopo il con.s:1:es.soçli Mo– sca del PCUS, il dive1·so modo di vedere· il rapporto tra questi due termini rappresenta il punto di· contnsto tra socialdetnocratici e comunisti: in p·arole pov'ere, · i primi rimproverano ai secondi"di volersi servire di una e.ventuale permanenza al governo per impadroni-rsi delle leve- essen– ziali del potere. e poi di non volerlo abbandonare più. La'sciamo da })arte la seconda- accusa, che può essere piìt o ll"lèno foncl;_lta. Pe1· quanto riguarda la prima, ci sembra che la contrapposizione tra esercizio d~l pQt~re e. c_onquista del potere Sìa del tutto campata per aria; la verità è che qualsiasi partito - o coali:,;ione cli partiti - al go– verno non si trovà di Ir0nte 8d una Scelta· di .. quel g"e– here, ma piuttosto aJ:l un'altra: se aovél'tiare o non gover• n.are. Quando' si pnò dire che un governo eserciti effet- tiVti:ment~ il" potel'e? · .... l'.Jn govern.o esei-cita effettivamente il potere quando gli organi _dello Stato (la polizia, ·1a bmocrazia, gli organi ec0nomici,, la ùiplomazia, J'esercito) applicano pienarriente le sue direttive; quando essi, organi «tecnici», non si Permettono di a\,ere,..,tma loro politica, diversa da quella del governo. E infine quando esiste un'ampia corrente di opinione, organizzata o no., ciw ~ppoggia. gli atti po– litici del go,·erno in carica. Ma. quando o'è llll governo legalmente investito, e c'è un'opinione pubblica che lo 9()-,i stiene, mentre gli organj dello Stato gli sono ferocemente ostili, è possibi°l 1 e governare? Quando vediamo che un governo di Fronte Re pub– blicano non manda in penElione tutti gli alti fun:,,, iona.ri che gli sono apertamente ostili, mentre fa arrestare coloro che sostengono ancora il suo programma elettorale; quando vediamo 1111 governo che invece di approfittare della cri~i per imporre la sua politica. vuole prima ristabilire la si– tuazione inizil1le, illudendosi che poi, una volta consoli– data, gli sia possibile modificarla; allora vien fatto di pensare che questo governo, per essere « leale> nei con– fronti della borghesia~ truffa atrocemente il popolo. Ciuridicamente, certo, il governo 'Mollet è il successore del governo Faure. Ma oggettivamente un governo di si– nistra non può mai succedere ad un governo di destra come se si trattasse di un atto di normale amministraziono. Una politica nuova esige metodi nuovi, ma anche nomini nuovi. Ora, in paesi come la Francia, e pii1 ancora come l'Italja, ove la burocrazia, la diploma.zia, ecc. sono depo– sitarie cli una. loro mentalità e di una loro tradizione, che sono ovviame nte co nservatrici, è utopistico pensare che esse possano servi.re indifferentemente chicchessia.. E allora, quando un governo cli sinistrj\ rinunzia a eliminar& i vecchi shumenti- del potere ed a forgiarsene di nuovi, quando insomma. rinunzia a. conquistare il potere> si tru• sforma in una mediocre imitazione dei governi conserva– tori che lo 8,vevano preceduto. Si potrà. tutt'al pili dire che se quelli' erano governi di destra aperti verso sinistro. qno- • sto è un governo di sinistra aperto verso destra .... rer non dire, come sarebbe forse pii', esatto, che questo è un go– verno di sinistra che prepara il ritorno della destra. E!' un vecchio assioma giacobino quello per il quale bisogna far pulizia in casa prima di occuparsi dei problemi esterni; ed è un vero peccato che proprio in ],'rancia. sia staio dimenticato. Sono già evidenti i tentati\o·i di sabotaggio sul terreno economico: è bastato che Ramadier annunzias• se le sue leggi sociali, pure così modeste, perchè gli indu– striali aumentassero il prezzo dell'acciaio del 7% (e, coma precedente, non è :inutile ricordare il ruolo della Banca di Francia nella caduta del Fronte Popolare, nel 1938...); ·mentre la. polizia francese, così brava a disperdere dimo– strazioni, ha lasciato che ad Algeri Guy Mollet venisse bersagliato per ore ed ore con proiettili di ogni sorta., M ENTRl~ Mollét non sembra prnoccuparsi troppo di questa. situa~ione, sembra che cominci a preoccupar– sene Mendès-Franoo; nel primo fascicolo di una rivista da- hli. diretta, i Oal~ie.i-11 de la Republique, è stato pubblicato un programma. di 7 punti, relativo solo all'Algeria: in esso, tra le al.tre cose, si legge: ' pnnto 3.o: Eliminazione dei funzionari che hanno o– rient~to, e orientano ancora, l'amministrazione nel senso - del disprezzo degli jndigeni, della legge e della giustizia; vu.nto 4.o: Scioglimento dei consigli comunali ovun– que essi abusino dei loro poteri per oppl'imere la popola.– zione mussulmana. P1·omulgazione di una nuova legge mu– nicipale. Non bisogna, dimenticare mai che gli organi locali sono quelli ove esiste il contatto diretto con la po– polazione mussulmana, e dove essa sente più acutamente l'esistenza di un sistema di dominio che l'umilia. Non è molto, naturalmente, perchè bisognerebbe colpire · di più, e più in alto. Ma siamo molto scettici sulla. pos-– sibilitii che anche questo minimo venga realizzato. Non è del resto necessario essere profeti per prevedere che se il Fronte Repubblicano continuerà per la strada slllla qua.I& si è messo la. sua. fine sarà. del tutto ingloriosa. Ma. non ci interessano queste facili profezie: l'impor• tante è trarre le conseguenze, riferite alla situazione ita.– liana, di tutti i fatti che abbjamo esposto. Per chiarezza. i& esporremo schematica.mente sotto forma. di tesi: 1) Le for.1.e della destra economica. e politica, che Ja DC si era. vantata. di aver assorbito e neutralizzato, hanno ripreso tutta. la loro libertà. d'azione-. 2) Cl.i organi statali (bu.rocrazia, ecc.) sono in massi• ma parte infeudati sia alle forze di destra. che aUa. DC. Compito dei partili e movimenti democratici e socialisti. è quindi quoHo di esigere le più ampie autonomie locali e di battersi contro ogni aumento di spesa destinato al rafforzamento deU'impalcatura del.lo Stato. 3) Ogni esperimento di collaborazione governativa. tra. DC e Ior.1.e cli sinistra, qualora non iniziasse con un Tidi• mensionamento in senso democratico dell'apparato statale, non risolverebbe nesstrno dei probleÌn.i di fondo del paese, staccherebbe i partiti di sinistra dalla loro base popolar& e renderebbe infine piìt facile uno slittamento a destra.. 4) I partiti ed i movimenti democratici e socialisti devono esamina.re fin d'ora con molta chiarezza i problemi che si porrebbero ad essi qualora arrivassero al potere per via parlamentare: e cbe consistono essenzialmente nel conservare le prerogative del parlamento, ma insiemo nel controllare effettivamente l'apparato dello Stato.

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