Nuova Repubblica - anno IV - n. 17 - 22 aprile 1956

I . 6 l'io, di miglio1·are la propria situazione, guadagnare, met– tere da pa.rte e costitu"irsi cl.elle fortune - si veniva così formando una classe media econqmica; non esisten– do un monopolio sull'educazione non era possibile im– pedire ai negri che ne avevano voglia d'istrnirsi e di svi– luppare le propl'ie classi di professionisti e di intellettuali. :Oggi ci sono umini d'affari negri, professionisti e scritto– ri; oggi si .è formata una coscienza politica, una volontì~ autonoma di negri convinti che il comprqmesso del 1897, per quanto costituzio_na.lmente accettabile, non è pilt sufficiente. I bianchi del Sud hanno paura. Il razzismo non è fe– nomeno delle classi colte, ma delle masse: piccola bor– ghesia, agricoltori (indipendenti, fittavoli; mezzadri), la– v0.ra.tori delle fabbrich(',. Pili il bianco è vicino economi– camente ed intellettnalmente alla massa dei negri e pi1'.i li teme e li odia. Chi ha paura non ragiona., reagisel istin– tivamente: i disordini all'Università di Alabama a cui hanno partecipato gli operai delle fabbriche, l'uccisio!]e di un ragazzo negro da parte di un piccolo commerciante nel Mississippi, l'uccisione di due negri nel Texas da parte di giovani brnccianti, sono l'espressione dell'atteg– giamento irra:--,ionale proprio di cbi è dominalo dalla paura. Sotto due punti di vista la situazione di _oggi è radi– calmente diversa da quella che sfociò nella guerra civile. Il Sud che resiste e vuole a tutti i costi mantenere i ne– gri in una posizione di inferiorith non è che una ·rra.– zione del Sud tradizionale. Nel 1861 si erano confederati tutti gli Stati dall'Atlantico al Missouri, dalla Pennsyl– yania al Golfo del Messico. Oggi non offrono l'esistenza che 1/l Vit·ginia ed i cinque stati del Deep South. In se– condo luogo, è vero che sono da aspettarsi episodi di vio– lenza. [H·ivata, ma le collettività bianche meridionali già hanno ·chiarito che la loro opposizione venà mantenuta sul terreno strettamente legale e costituzionale. Non biso– gna dimenticarè che gli stati dell'Unione sono, per quanto iii misura limitata, stati sovrani e non province, anche Se autollome, di uno stato unita,·io; che in tutti gli stati meridionali (incluso il Mississippi dove vi è la percen– tuàle più ele·vata di negri), i bianchi costiti.iiscono la m~g~ioranza della popolazione ed è in nome della volonti1, della maggioranza che voglion~ mantenere -la segregazio– ne tra b1anch1 e negn. La Costituzione riconosce la. so– vramtù degl1 Stah; Mcon0sce pnre il diritto della mag– gioranza di governar·e,, Libertà. e democrazia gìocnno in questo momento nelle rnani dei razzisti del Sud e ten– dono a .-allentare il processo che pure un giorno porte1·à àlla completa nguaglian:1.i:l di tutti gli americani. I l'ifor– matori, le anime genei-ose, imprecheranno, come tante volte è successo, contro la procedura democratica che in q'uesto caso protegge .gli ei"emen~i conservatori e retrogJa– di della nazione, come altr ve ed in altre occasio"ni pro– tegge gli elementi libernli e radicali. Per ottenere riforme clemocrnticarnente occorrono tenacia e pazienza; sia l'una che l'altra, ci sono, ma i risultati saranno tardi a venire. :Chi si lagna della lentezza con Clli, verrà risolto il proble– ma mzziale americano, farnbbe bene a domandarsi a che ha servito il sovvertimento delle istituzioni dcrnocratiche ~f!ettuato con entusitlsmo da tanti emopei dall'ottobre ;1917 in poi con il pl'Opositò (nobile naturalmente) di rea– lizzare irnmediatumente riforme spesso meno radicali di _quella indicata dalla dècii-:ione· della Corle Snprerna arne– ricana. 8ulla segrngazione. MASSIMO SALVADOR! E' uscito VICTOR SERGE; Memorie d unrivoluzionario dal 1901 al 1941 ~· la storia di un rivoluzionario che, dopo lotte, eventi. mutamenti di ogni genere, nel suo esilio messicano. dal quale non doveva far più ritorno, non aveva rinnegalo nulla degli ideali. in– completi o parziali che fossero, i quali l'avevano guidato nella sua azione po– litica. e tuttavia aveva già raggiunto una sufficiente chiarezza critica per rappresentare e raccontare se stesso. Grazie a Serge, la tomba che si pre– tendeva di racchiudere su una intera generazione di uomini si è apeda. e quegli uomini sono dinanzi a noi, par– lano. vivono. E' un racconto doloroso di orrori e di terrori. ma è nell'as– sieme un racconto confortante; la , memoria» restitui~ce la parola a~ co– loro che la tirannia aveva fatto muti · e dà ai vinti una vittoria diversa ma non inferiore a quella che speravano. LA NUOVA. ITALIA. (107) quova repubblic11 ORIENTAMENTI E DISCUSSIONI ALTERNATIVA DISINIST di MARCELLO MORANTE. N EL VASTO e variopinto scliieramento politico ila~ liano vi furono anche, nel passato, coloro che - pur esprimendo in modo aperto un giudizio net– tamente negativo snl regime sovietico - si dichituavano tuttavia disposti a collaborare con i comunisti italiani per una politica democratica di sinistra; e così si com– portavano, non già. perché ignorassero il collegamento ideologico tra i comunisti italiani cd il regirne sovietico, bensì perché pareva loro che - ben pìù del collegameiito ideologico - importassero la qualitù e gli interessi delle forhe sociali che Partecipavano alla lotta politica ita– liana con l'etichetta comunista.. Purtroppo, furono ben pochi costoro, giacché il 99,99 per cento della classe po– litica italiana. fu sempte diviso trn coloro che - per essere pregiudizialmente filocomnnisti - si negarono al– tresì ogni critica, e coloro ohe - per essere pregiudizial- · mente anticomunisti - si negarono altresì ogni ·colla.– bo.razione. Furono poèhi; ma oggi hanno il singola·re pri– vilegio di poter affrontai-e la situazione 7)ar.z·ialmente nuova. che si presenta. ricbiamandosi apertamente a tale loro passato, sen'l,a alcuna necessità di aggiornarsi o di sostituire affrettatamente vesti nuove alle vecchie vesti. E tale p1·ivilegio non appartiene a nm,i"sun altro, neppure a colo.ro che votlei-o senza necessità spingei-e la. loro al– leanza con i comuni~ti fino a negar·si ogni critica nei c'onfronti del regime sovietico. Per mio conto, una volta che la vita politica ,ni offre un privilegio (e tali occa– sioni mi sono ;,1ss1;1in,re), non ho alcuna. intenzione di gettarlo via. Naturalmente, il primo rilievo che i recenti avveni– rnenti ci impongono è dato dal fatto che il nostro giu– dizio negativo sul regime staliniano riceve la pili auten– tica delle con Cci-me: e noi riteniamo che tale conferma investa - pur'" senza volerlo - il più generale e sfumato giudizio· negativo che- noi davafno e diamo sullo stesso sistema sovietico. Immediatamente dopo, però, occorre soggiungei-e. che anche le altre cose che noi dicevamo rinlangono vere. Rimati vero che, nella società. italiana, i « padroni del vap,)1·e »•sono quelli che sono. Rirnan vero che per eostoto l'a_nticonnrnismo è stato ed è null'altro che un ottimo prel"esto per meglio co 1 ndurre la lotta in difesa dei propl'i pi-ivik•gi e contrn i nat11T'ali nemici dei 1nede.:J;irniche sono le categoi-ie popolari . .Riman vero che, anche quando si accetti per-seguendo tutt'altri fini, l'anti– co11,1~~sm·o - in unH socieUt in cui buona parte delle categorie popoht.1·i sia comunista - finisce sempre pel– funzionar·e quale strnrnento in difesa di qnei privilegi e contro le categoi-ie popolari. Rinia.n vero che -il rifinto di collaborare con i comunisti rappresenta la miglio.- fonnn di collabo1·azione anticon111nista che alle forze di sinistra possano cliiede1·e le fo1·ze di desti-a, e quindi - per que– ste ultime - il più pre;,-,iuso degli aiuti. Riman vero che i con1Unisti itali,:mi. lianno fornito il più prezioso dei con– tributi alla lotta contTo il fasci:-;mo e per la costruzione di una repubblica democ-r-alica.; e che l'hanno fornito per la sola e sn'[Jiciente rngione ohe tale e1·a l'inter·esse delle categoi-ie che essi rappt·esenfu:vano; e che quest'ultimo in-. teresse è oggi .più vivo e pi1'1valido che mai. Riman vero, infine, che oggi in ]tulitt non può fai-s•i una politica di sinistra (né quindi ,·ompere la drammatica e pericolo.sa situazione., in cui ci stiamo trascinando) senza. una mag– giora,nza. di sinistra, e non può fa1·si una. maggioranza di sinisfra senza l'appot·to dei comunisti; i)er cui il ri– fiuto dell'apporto dei comunisti si tradt1ce in rifiuto di una politica di sinistra, a. tntto vantaggio della destra e con tutte le 1·esponsabilitù. storiche che necessariamente ne derivano. Neppme il pila abile dialettico riuscirebbe a dimostrare che tali ve1·ità siano venute meno, o sem– plicemente indebolite, per il solo fatto che i comunisti italiani ammettano oggi molte cose che noi proclatnavarno già ieri. S.i dice, peralt1·0, che i comunisti subirnnno lln deci– sivo indebolimento. Ciò è ancora da dimostrare: può darsi invece che, una volt.a superata l'inevitabile crisi, ~essi si rafforzino; dipendertÌ, certo, anche dalla. misura in etti i dirigenti comunisti comprenderanno che le masse procedono bene sol quando lrnnno piena coscienza. di quelJo che vogliono e fanno. Ma coloro che prnvedono come certo un indebolimento comunista,. non tengono nel •çlovuto co1Ùo il fatto che, se la Russia fa a meno del Cominform o di una politica cominformista, è pe.rchè - essendo divenuta potenza mondiale - nQn ha bisogno del Cominform o di politiche comiriformiste per condizio– nare i partiti operai dell'Europa. Allo stesso modo l'America non ha bisogno di simili strumenti per condi– zionare i partiti conse1·vatori dell'Europa. Comunque il nostro dovere non è certo quello di agevolare l'indebo– limento di un partito, che si presenta tuttora come uno sfrmnent~, anzi come 'il più valido stmmento per una po– litica di sinistra, cioè per la politica che nòi voglia.mo .a.ttuare, L'ipotesi dell'indebolimento comunista può inte– ressarci solo nel senso di renderci più vigili, sia. per evi– tare che ta.le eventuale indel,oliruento · si traduca in rn1 indebolimento della sinistra, sia per tamponare l'even– tuale falla con l'apprestare o con il raffor-La.1·e altl'i stm– menti, in --modo che questi ultimi riescano non giit stru– menti di maggior comodo per ht destra ma àl contrario strarnenti di maggior for-;;a per la sinistra. .Tale essendo la nosh-a impost..a.zionc, noi non possilHno né dobbiamo avere remor·e nel prospettare, qu~le sola ed effettiva. alternativa alla situazione attu~le,~ la formazione di una magg_iora.nza di sinistra per' uria -·Politica di si– nistra: e non importa che il terrnìne piii es-atto per desi– gnare tale prospettiva. sia quello· di « fronte popolare», termine screditato dalla mal_izia delllot destra e dagli er- . rori della. sinistra. "Non abbi&.mo le remore che ha, per esempio, il PSI: il quale non può evidentemente pro– porre il Fronte popolare o qualcosa (Ii simile, nel mo– mento stesso in cui è tutto occupato acl accentuare quel– l'autonomia dal :PCI, che noi, per il fat"to di averla sempi-e posseduta, non abbitlmO alcun bisogno di accen– tuare; ed è così costretto a ripiegarn, con molte ret.i– cenze cd insufficiente chiHrezza, sulla tattica della co!lit– borazione con i cattolici e dell'apertura ra sinistra. Ed è proprio sn queste prospettive di collaborazione cattoli~o-socialista (o apei·lura a sinistra. che dir si vo– glia) che è necessario intende1·si chiaramente. Rappre– s•mta essa -un'ennesima. riedir,ione cli quella tattica tanf·e volte -- a tol'lo o a rngione - rimp1·overnta. al PCl, che consiste1·ebbe ùl null'altro che nelht. ricerca di un corn– pi·omesso tra forze antitetiche, con il risultato negativo certo dell'immobilismo e con il· solo J"Ìsultato positivo di Jimitarn per la sinisb-a. i danni della permanenza a.l potere della, destra? In tal caso, lungi dal p1·ornettere una. soluzione autenticamente democratica - attraverso il ricambio del gruppo di1·igente -, tale pl'Ospet.tiva si muo– vei-ebbe ancora sul piano trasfonnistico e soprattutto 1·i– vel0tehbe quella sostan½i~ile sfiducia nella possibilità del ricambio democ1·atico (e quindi nella clernocrazia) pro– pria di coloro che attendono .piuttosto le occasioni sto– riche del ricambio al cli fuori del metodo parlamentare. Oppure, quella prospettiva., significa che si voglia, presto o tardi, più o 1peno lentnmente e scoperbunente, accet– tarn le posizioni anticomuniste dei cattolici in nome della formm:IOne di una nuova maggioranza? ln tal caso essa rapprosenternhbe soltanto una nuova. edizione dell'anti– comnnismo e del centrismo, destinata ad assolvern l'iden– tica (unzione già assolta cblle e:dizioni precedenti, ed anzi ad anecarn alla destra un vantaggio tanto rnaggioÌ·e q11anto più notevole è il peso del nuovo adepto, e cjpè del PSI. IN VERI'.l'A', dol)biamo attribuit·e alla prospettiva che domina l'l1ttuale politica del :P81. nn significato tattico limitato che non basta né ad invischiare lo stesso ·rs.[ sul piano del trasformismo, né a tnl.sfer·ido snl piano del– l'aniiconrnnisrno. ll PST è costretto a muove1·si in questa linea tattica dalla posizione in cui si trova a caus,1 della politica condotta, con i me1·iti e gli errori 1·e!Rtivi, negli 1 1.iltimi dieci anni; ma non per questo esso perde la sna sostanza, chn lo qtrnlit"ica come il gruppo potenzialmente pft, idoneo f\. pl'O))0l"l'e la ben divei-sa prospettiva dell!i maggioranza di sinis.tra. Noi tuttavia non possiamo igno– r,ne o sottovallltai-e questo- 1 impo1·tantissirno punto di di– stinzione dal l?SJ per il solo fatto che esso dei·iva da esi~ genze tattiche: dobbiamo, al contrn1·io, mett1wlo in evi– denza, dobbittmo individuai-vi una delle nostre ragioni cresser·e, anch~ perché - come spesso accade - le ra– gioni tattiche potrebbe1·0 inta<'care e ti-a.volgere la. so– stanza. Noì dobbiamo proclamai-e cho la collaborazione ·immobiljstica. trn fo1·;1,eantitetiche (dernocra:,,;ia cristiana– socialistif non rappresenta. ancora la condizione fisiolo– gica della dem6c1·azia: che invece la condizione fisiolo– gica della democ1·azin è rappre;,;entata dalla proposizione aperta di nna alternativa di sinistra - senza i derno– cristi1rni che sono di fatto I:'. destrn, e con i comunisti che costituiscono di fatto una parte cospicua della sinistra .. Il PSI non può pl'Oporre apertamente tttle alterna– tiva, 1:ireoccupato com'è di muoversi piuttosto in senso opposto, di pervenìi-e cioè a. quella. posizione di a.utonornia. dal PCI sulla quale noi siamo da. un pe:--,zo. Forse potrà farlo ha un anno o due, quando si sarà Assestato sulle nuove posizioni; o forse tra un anno o due tutto sarà m11tato, e il problema dei rapporti con i comunisti si porrà. in modo diverso. Ma fino ad allora. resistenza. di 11n terzo gruppo di sinistra - autonomo i.n egual miSw·a dal PSI e dal PCl - apparisce tanto più utile quallto più si c1·eda alla necessità di opera1·e per la formazione di una. ma.ggioranza. di sinistr1:1 .. J,n 111·os11eltiva volitica f)osla in questo scritlo do/ COlfl/Hl//110 :llorrwtc non corrisponde. com·é omlio, rt tJ11ellrl ace.olla e .'feguila. dafl(t m(1gaim·wna del 11os/l"o Jlovimento, Se infatti si considera. la /J(; come 1111 blocco omoaeneo 11ece:,·.M1:iame11te schierato ft de8tm. é i11evilctf,ile che .'fi costituisccwo in _Mocco contra1~posto le fori<! di sinistra: ma, 1tf11wuo (ino a~ oggi, le esperiewze di fronte povolare h(rnrw dimosfl'aln di non essere capaci, sul via110 demo– cratico, di fa,• prevalere le i.~trune di ri111wva111e11to .tociole .~11 quelle della co11u1·va::io11e <le(Jli i11leres.1·i consµlidali. IJ'altro11de. 11011 1,embra niu.di/lr :;ato il corwillcime11to di dare· ver' fal{ito lo .'ffor:(J di associare staPilmcntc <al una volitic(t democratico di s_i11islr<t varie delle fon.e caltoliche. I.a rotlurrt dell'equivoco della. 1111itlf. religiosa sul piano politico redd'" C~.çi(ie11:a 1ohdament<ilc, , dellrt democrazia italiana. e non si può sperare di pervenirPi se preyitldizialmente si consideri quell'equivoco come de/l11iti1w. Lfl /Jre1mrazio11c d'una piattaforma com1111e di lolla fra catlolici di .jinis/r(I e laici di .,·inislrQ t:i .~emf,r1 sia· Vrcci.<iame11tc il compito del PSI, 1'1111ictt for:a. cqva.ce di propor.,elo se11rn tra.- 4f!rmarfo III pegiudiziale a11tico1111rnis'mo. T111tr111ia flbf,iltmo fmb/lficnto 1•ole11/ici•i questo sc,-itlo. 11011 sollm110 verchf! i! 11oslro r,~ornafe, è al)erlo a tutti i compagni. ma flnche perchi! i11 esso vi sono molle ossc1·muio11i deane di rilic-1•r., e di di:rc1usiu_11c, lN.d.O.)

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