Nuova Repubblica - anno IV - n. 15 - 8 aprile 1956
,ORIENTAMENTI E DISCUSSIONI ILMITO DELLO SPAZIO VUOTO di ADRIANO L , ERRORE, da cui han tratto origine non solo ·Ja fondazione del pattito radicale, ma prima di ess& la nota iniziativa La Malfa ed in genere tutti. i tentativi cosiddetti di « terza fo1·za laica », è quello che · potremmo definfre il rnito dell_o svazio vu_oto., o d_e ~la.se– dia vuota; esso è contenuto m, formulaz10n1 che rn ge– nere suonano all'inqirca come segue: in Italia esistono ceti che avvertono vivamente le esigenze del laicismo, e che nel contempo, pur essendo ~perti alle più ardite ri– forme socia.li , non sono socia.listi, in quanto conhari agli schemi del classismo ed alla sua ideologia; tali ceti rap– presentano una parte dell'elettorato magyio1·e che non ,ti c-reda, ed attendono con ansia chi sappia degnamente rappresentarli. Si insi:ste in genere nel - calcare !~accento st.lll'asser1.iohe che tali ceti sarebbero parte ma.or11,oreche -non si creda dèlrelettorato, e ciò si afferma apodittica.– mente con la certe;,-;\/.adi una Cede. E'' strano come per;,;one che pure sanno di storia, con– tinuino e si ostinino a basare la propria. azione politica su d~. un nssnnto chiaramente smentito dai fatti: e l'anda– ro~uto dei risultati elettorali parla abbo.stan;r.a. chiaro a t!i)11estoriguardo; il ricordarlo a queste p~rsone tuttavi~– notl serve, eonie non serve far loro notare clw se questi ceti 1aico-liberal-progressivi fossero una realtà sociale, sa– rebbero pu.! riusciti in dieci anni a manifestarsi attrn– vel'SO uno almeno dei tre partiti minori: a quest·ultima obiézione si risponde in genere che i paititi minori hfinno fallito il loro compito non per l'assen;,-;a di una posizione politica valida, ma a catJsa di loro erro1·i particolal'i .. Fra lo cause clie. determinano l'errore dello « spa;,-;io vuoto», un"" delle maggiori è l'influenza degli esen-1pi anglosassoni; non per nulla la esperienza del New Denl e del labul'lsmo lHibrnnico sono i modelli pl'ecliletti dei neoradicali. Insonnnn, poich~ non ci si vuole render rn– gione del come ciù ch'è i:.tato ed è possibile- in Amoricu. ed Illghiltena, non debba esser,1possibile a~ncbe in; Ita.lia, anche in Jtalia si inventa un elettol 'a.to laburista. Pme non è difficile render.,i conto doll'.infondate;,-;Y.a di tali paragoni: ognuno ha ciò ch'è appropriato alla sua storia, cioè alle sue shutture; e hl storia. del mondo Jatino-cat– tolico è purtroppo ~culiare, e ben divenrn. daJla. stbi·ia del resto clej popoli; anche senY.a,voler conbue quanto di ancora valido vi sia nel In frase che oltr·G\ einqùant'i1,nqJ fa il 1-abriola scriveva al C1·oce: « ... noi italiani, che vi– viamo fuori dalle grandi correnti della storia (la _sola cosa veramente storica pm· noi ~ iJ Pa))ll ... '». / 1 Siamo giunti dunque orn ad averJ il p;:ntito ni.dicale, ·,- 'ATTUALE momento politico è ~ontrassegnato da ..J. t1na grande offensiva della destra economica; of- • fensiva politica, annnnciata dai principali espo-_ nenti confincl11st1·iali, pt·eparata attraverso i cosiddetti centri di difesa economica e gi-à propaga,lclisticamente in atto con la prornoY.io11e di decine di raclnni e convegrii diretti allo stimolo cli interei;,si sezionali non mai dichia– ra.ti ma scn1pre accuratamente velati da affermazioni pa– triottarde e na7,ionali.stiche cli rara demagogia; offensiva che segue a quella giù. da. tempo intrapresa d,:1.lla cate• goria. impr·enclitoriale all'interno delle fabbriche per fiac– care la. 1·esistenza operaia. o per frl'etfrla. in tH1 collabo– razionismo suicida. A questo punto, o la cL,1sse lavo1·ati-ice si fa promo• - trico di un nuovo cp1·so politico oppure la bo,·ghcsìa capi– talistica avi·ìi nuovi a1·gornenti demagogici per. tutelal'e il proprio privilegio. Vogliamo dire che se la classe la\·o– ratrice sapl'Ù impostare i suoi piani di loUa a livello na– zionale~ cioè in senso produttivistico e liberato1·e, e- loca'• mente ai livelli pili alti possibili, solo in tal caso potrà riprendere l'ihiziativa politica nel paese. Non siamo più nella fase localistica., matteottii:rna de! socialismo; non sl tratta. più o non si trn.tta soltanto di creare nuclei di azione socialista o cooperati,·e o di conquistare dei mu– nicipi per i poveri del luogo. Ovunque bisogna dare una 'dimensione nazionale o ad alto ·li'vello all'ar,ione della 1in.istra. Ci parn indubbio che noi Per pt·irni dobbiamo fri1r1·G delle conseguenze: scelto pregiudizialmente il versante, inseritici organicamente nella sinistra, riconosciuti e Je. gittimati, per così dire, da una parte della sinistra tra– dizionale, quella socialista, che ha snputo avvertire il senso e il ...peso della nostra partecipazione alla battaglia della s.inisha mentre l'altra parte, la comunista, mostra ancora di preferire la concezione strumentale delle mino– ranze di comodo, è giunto M mornento, favorito dalle sca• denze che ormai non R_otevano tardare, di far di tutto per carattel'izzare questa battaglia col nostro intervento. In definitiva. quella parte dei ·minori che rivendicava. propositi o velleitù. progressivi è fallita. per aver scelto un'impostazione borghese-illuminata; ha perso il poco se– guito che aveva nella classe lavoratrice hon riuscendo a dissipare la fama di sudditanza allo forze conservatrici, o talora. reazionarie, che lentamente l'ha soffocata. E' noto che non si fa una politica progressiva senza. o contro la., classe operaia. Non è questo il momento del riformismo e della. me– dia'.clione. La frequenza. con cui gli esponenti radical-i pur~ VANZETTI la. formazione la.ica ideale, cioè, il « part,ito moderno». Chi ne ha seguito le fasi di formazione, non potrà- non essersi stupito dell'entusiasmo ,via via crescente, che come un'autosuggestione andava detel"lninandosi fra coloro che ]o costituivano. Dalla originaria amarezza. della scissione della sinistra liberale, ma.n mano che i programmi si precisavano, i neoradicali furono presi dall'entusiasmo pe-r Je loro stesse formulazioni; ancora una volta si pensò che !'astrattamente razionale dovesse essere ancbe stori– camente razioll.ale, si pensò che finalmente si era trovato il toccasana.; si disse, si ripetè, si ·ridisse (con costanza sintomatica} « liberi.lmoci dal cornplesso del piccolo par~ iito, del p1;u-tito minore; siamo un g1 1 andc partito mo– derno», e su questa. via si giunse, in occaf-;.ione del primo cÙnsiglio nazionale, a. scal't-are l'unica possibile strnda che forse la nuova. fonnar.ione aveva. di esser utile: quella. cioè di costituirsi in nucleo organi½zato .ristretto, dina. ,rnico, foi·temente a·ttivistico, volto a compif"re opera cli penetrazione in deterrninati settori del p11bblico, depo– nendo in un primo tempo ogni pr·eoccupazione elettorale. Si decise invece cli p1·ese11tarsi alle· elezioni arn,winistm– tive, di « co~tarsi ». Ma al di lù. della ~ntingenY.a elettol'ale, su cui ora non ci soffermiamo, ci sernbta non sia dubbio il destino di codesto a trocco.rnento della liberti\. (non altrimenti sa– premmo definire quello che è un vero e prop1·io tentativo di « chiusur·a » del laici-srno, ed implicitamente un'affer. Qlazione di monopolio): ed a. quei:.to proposito ci siano concesse alcune consicleraY-i(mi sulla. libei-tà; intendiamoci, non sull'ideale astratto di liberti,, ma. concretamente sul concetto cli libe1-tll, in Jtalia, oggi, qual'è appunto cohfi. gmalo dai «laici~ neorndi('a!i che ne fanno la. J)ropria bandiera e di cui si llffermano tutori .. Analir.zandone il contenuto, ci sen1bra che hde libertit si riduca in so– sfam~a, agli istituti storici acquisiti della libci:l. i:i, consista cioè -Òelll}li~e.1·l?1. di opiniqne, di stampa, di riunione, <li A.ssociazione, di voto politico, costituzionalmente sancite; ora, noi siamo ormai abituati a sentir t1ffernHHe che Ja libet·tà - cioè queste lihertit - è un bene ii-rinunziabile, che la sua tutela è concli;,-;ione p1·egi11çlir,ialead og9,i azione politica. :Ma a, nostrçi ,avviso - cd è un~opinione tutt 'a.lt! 'O che originale - que1te libei-tù per• cs:,er·e desiderate ed eiercitate, eyJ ancl,;ie semplicemente QJese_ in conìid n1- Y-ione.,- J!re:mpponqono la Lil>erl,àdal_ bù,ogno, e questa è la ve/i\ pregiudiziale; e chi -in regime costituzionalmente Ul,ero aff~t·1va co nel. irrinunziabile in via prelirninfl!'e ed a:':.:sol~ila il bene del1a tliher-tit, c~i ogni altra preoccupa- !ano cli 'l'itomo a Giolill·i indica precisamente che anche essi, per qwrnto in fase più avanzata rispetto al quadri– partito, non hanno saputo trarre le estrep1e conseguénze dal follirnento della politica CPntrista; non hanno insomma ancora scelto con chiarezza il ,·ersante dal quale lottare. D'altro canto le ripeL·cussioni del revirement della po– litica sovietica sul pa,·tito comnnista. italiano provocano indubbiamente in noi 1'111a certa apprensione e il timorn che la. crisi, chii1ramente e non da ora, in atto nel par~ tito, diventi in una ce1·ta misurn la crlsi della classe la– voratl'ice e quincli della sini:;tra italiana. Che i comu– nisti elica.no di non avve1·til'c alcuna scos·sa. pN la Joro ar.ione politica nell'affe1·mazione della. « via pa1·lamentare del SO(·iali:sri10 » è una cosa che ci convince ben poco. Non è che essi abbitino da tempo sostennto in Italia. la ,·ia Parlamentare come « YÌ~l italiana» per il socialismo; hanno sostenuto la via parlamentare solo perché non hanno avuto la capacitù, la fot·Y.;1o la poSBibilità di fare njcnt'a!tro. Infatti: hanno n111i pl'ecisato che cosa signi– fichi ill concl'eto, nel nostro paese, in questa particolare situazione, accettare ·tale impostazione? Hanno mai detto quali strnmenti d'azione politica, Ol'gan.izzativa, educa– tiva pensavano di usare in questa fase? E' forse consono a tale impostazione il rifiuto pregiudiziale del Piano Va– noni, quale l'isulta dai discorsi delPon. Giorgio Amendol~ alla Camera, in luogo della 1·icerca di ciò che veramente pnò interessare la classe lavorafrice in tutto questo, cioè vna. 7>olit·icada Pimw Vanoni, quale ad es. può risulta1·e dai ben djffereàti discorsi dell'on. 1 Riccardo Lombardi? Da un lato falliscono· i niinor·i, ma in particola.re i socialdemocratici, per aver· tentato di cucinare una. poli– tica apparentemente per la classe lavoratrice, in realtà schiava dell'immobilismo conservatore democristiano; dal– l'altro falliscono i comunisti per non·. aver mai indicato una poHtica della. classe operaia. italiana. Vanto del PSI è quello di non aver perso l'aggancio con la. classe lavoratrice dopo che .il fallimento dol fronte (105) :1100-va re'pubblica zione va subordinata, è in gene.raie gill- sostanzialmente Jibero, in 'q_Ùanto libero dlcl:lbisogno 'e .quindi in grado ·•di desid~ri;tre e di esercitaré~jlfottivai:nente -le-'-'"!lbè.rtà sancite da:ll'a 1egg0; e come talé, 'i'n ltalia, oggi, costituisce nna. minoritnza, e Ja sua. ,con'dizjone è condizione di privilegio; così su questa· via fa difesa della libertà in posiY-ione cli chiusura diviene la difesa di un privilegio, e in qunnto tale, fatalmente, l_a difesa dei pr·ivilegi cli og~i natura. « Un concetto comè quellQ cli lihertà, che si pt·esta ad essel'e impiegato dagli stessi gesuiti conti,o i liberali ... non è a.ppunto solo un iq,·olucro concettuale' che vale solo per il nocciolo reale che ogni gruppo sociale vi pone? ... » scriveva Grnmsci. In genere il pr·ocesso che si verifica è il seguente: accanto alle libertà sl1elencate si insinua ad un ccr·to punto la « libertà economica», cbppl'irna mode– sta, poi man ma.no espandentesi sino ad occupare tutto lo spazio dell'involucro. E' accaduto nel partito liberale, ed è fatale che accada dovunque- si cominci col trince– rarsi su posizioni di difesa vreaiudiz-iale z>a.ssiva delle li– bertà gi.uridiche, dovunque la. libè1·tà -sia prèsentata come fatto acquisito dtlll'esperienza st01,ica, da difendere quindi, anziché eia conquish1re, dà approfendi1·e, da far vivere nel seno delle nuove condizioni storiche. NESSUNO oserebbe potTe in dubbio la purezza di in- tenti dei fondatori del pai·tit.o rndicale. l\Ia. noi pen– siamo che essi sbaglino, e che il 101·0ei·rore sifl. conchin~ nato all'insucces::;o politico, quando non li porti a di\'e– nil'e, sostanzialmente se non fo1·malmente, difensori di quelle posizioni eéono111iclie privilegiate che son sospinte dalle co:,:e alla r.icerca _cli trincee sèmpre più p,·ogressive; e eiò sarù tanto più vern ()uanlo più procccle1·à. l'evoln– ,-,ione delle forze di sini:-:;tr•a,per gli impub:i dei risultati· del l'ecent:e congrer-;,,:o del PCUS o alt;·o; menh·e certa Jotta anticornuni~ta ancfri1. moRtJ·a.ndo sempre più chiara– mente il propriq Vf,1·0 volto cli lotta antiopernia, ed un i'lntiMn:tt1ni,-ano programn111tico ed oH.1·1:rnzi,stasi giustifi– clierit sempre 111eno. Non cli un nuovo partito c·era bi.<sogno 1 per'ché lo scltie. ramento politico jtcdi.-rno è completo, ed un nuovo partito non fa. che rende1·e incli:-;ponibili delle e1iergie p1·e?.iose: in. quanto offre una fom1a cli eva.-.ione quando manchi il co~ raggio e l'umiltà di « inset·ire le propde istanze, senza. pre,·enzioni e sem::a timo1·i, nel18. concreta realt,'.t della vita del paese e dt•i snoi pl'Oblemi sociali». La concreta realt1\ dell.-1 vita del p1rnse è quella. che è, fedelmente esp1·essa dnlle forY.e politiche la. cui rnzio~ nalitù stol'ica è pro,·abt da un'adesione di massa; tutto il r·esto sono illnf.;ioni. .;: « Gr-ande partito laico:, pnò diventare i! PSI, ed an– d1e « pal'ti~o moderno». Gli jntellettuali laici dovreb– bP1·0 hov31·e l'umiltù. <li adegual'.',i alla 1·ealtìi delle co;se e di pr-ender co;-.:cien:--.a delle funzioni che la situazione lol'o ossegna: nuella cli agir cla stimolo, cla « ferm~nto » nei confronti dell"alirni iniziati\·a, inserendosi, o meglio, incontrand,.u.-;i con le forze « stol'iche » e condizionandone parzinlmente 1'11zio11e,fact?ndo valere in esse e quindi at– tn1verso cii e,._:se,le proprie istanz~; e quella infine e so• prattutto dello studio cli nuove str·utt1ne per un socia– li.,rno moclei-no e vernmente adeguato alle mutate con– dizioni, per uno Stt,to sociolista c:;he sappia comprendere in sè !"eredità. di una tradiY-iono dì ci,·ìltA e di culti1rn. itv.rebbe potuto· indune a cecler·e• a seduzioni socialde– mocratiche. Si tratta orn di condun.e la classe la\ ·o.ra – ti-ice a una fase dì attacco, cli pl'ornozione, di inve11tiv,1, cli i·icerca, cli governo insorntna. Che il partito socialista, pe1 1 non pet·dern l'appoggio della classe. ope1·aia, aLl:)ia dovuto p~ga,·e dei prezzi è innegabile; ma è altrettanto innegabile che Ol.'a non è pili necessario pagarli. Tiriamo clun()ue le nostre conseguenze~: quando ci sianto riconosciuti nella sinistra abbiarno 1·iconosciuto un dato obiettfro nel fatto che la sini1:iha ha bisogno di noi. I.a linea. che 01 ·a.si va affel'mnnclo è pi-ecisan-iente quella che sen1pre sostenemmo. Non terniamo di froval'Ci in po~ i:.izione subalterna; questo è ll- timore cli chi si accoda, di éhi si pl'esta. Se il J?SJ l'ibadisce or-a la validità di qnesta .impostazione, questa è una grande vittoria nostra che ci alliete1·ìt il cnrnmino, sperimno HS1:itiilungo, che compiremo insieine. Le forze politiche non si sma1-riscono quando !a lol'O scelta si va af[ermando, al conhario. Kon per·cliarno di vista però che J'impo!'tanY-a di tin contri– buto alla politi('a della sinistra 1·esta tale finché ci si sappia irnrnettere dinamic~1mente in tutte le iniz.iative politiche prese dalla sinistra. Alle organiz-r,az-ioni cli 1a– von1tori di cui faccinrno parte dobhian10 recare il peso di una partecipazione clie trascen<le ampiamente la no– stra entità nurnez·ica. E così dovrA accadere pel' i consigli comunali e pro– vinciali cui _parteciperemo, soprattutto se avremo ano– cato un contributo decisivo per una vittoria democratica. Solo mantenendo le nostre soluzioni e le nostre scelte al Jivello più alto po.ssibile e battendoci perché le orga– nizza;r.ioni cli lavol'atori facciano altrettanto, potremo spe- 1'8/'e di inquadl'are i problemi locali dal punto di Yista. conci-eta.mente autonomistico. Non perdiamo peraltro cli vista l'importanza di avviare con i radicali e i repubblicani rapporti di alleanza po– litica per la l'ealizzazione di programmi comun.i, perché è nostro compito costitufre l'anello di congiunzione e cli saldatunt di quello schiern.mento poliUco che dovri~ risol– vere il problema principe della. vita ·poJiUca italiana: co– str.inge1·e la DC a. nna scelta, che non potrà non port:uo con 8è un fatale ridimensionamento dei suoi ranghi. Una parola a Roveri: pei·ché, invece di ricei·care la. formula che si adatti a noi, socialista, labul'ista o gradua– lista. che sia, col pericolo di tornare a. disquisire sul vero sociali.sta, non ci rnettiRmo a chiama.re le cose col loro nome e a dire che questa irnpostazione si chiama Unità popolare! FRANCO ~IORGAN'l'I
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