Nuova Repubblica - anno IV - n. 15 - 8 aprile 1956
"(105f'nììdvà·'t'epubbfita. MEZZOGIORNO NORD E SUD E' una rivista che merita simpatia per l'attenzione con cui segue la dinamica delle situazioni un1ane e istituzionali e per l'esattezza dei confini idcolooici e po• litici entro cui vuol esercitare un richiamo. Ma il distacco polemico ve~so le for– me concrete di riorganizzazione proletaria nel Mezzogiorno ne costituisce il limite DOMENICO NOVACCO I L PTANO <li lavo.ro <lella rivista Nord e Sud risponde in modo originale ad una chiara valutazione del problema del Mezzogiorno neJla politica italiana. Va– ]utazione chiara non vnol dire esatta valutazione: vuol dire però che a nostro avviso Nord e Sud ha corretta– mente definito il settore ·politico e ideologico entro cui intende esel'cita.1·e un richiamo per Ja maturazione di uno specifico progrnmma liberal-radicale. Le prerne.i.;se eia cui i 1·eda.ttori di Nord e Sud non hanno mai creduto di potet· prescindere, e che costitui– scono in qui-llche modo Ja ragione stessa della loro fa– tica· di i11terp.reti e di saggisti, sono: 1) la fiducia nella validitit e nella persi:stem:a. della cultuT'a democratica e 1·iformista del Mezzogiorno e, in conseguenza, 2)" il ten– tativo di te:::timoniare una presenza attuale, nel sud, pur dopo la diaspora dei relativi qnadri dirigenti seguita al rnassiccio ritorno sanfçicfo,ta verificatosi dtll '47 al '53. Lo sfor;~o lùcale · e nazionale per l'attivazione dì una opinione t1.utent:i•::t\111enteliberale nel sud (dove sempre ]ibernlismo ebbe significato di conservatorismo} parve esprimel'::;Ì, nel primo dopoguerra, nell'oi)em di Nitti, nelle enunciazioni del pa1lito popolare o nella battaglia liberale di A.rnenclola; rispuntò, alla caduta del fascismo, ln modo impetuoso, nel giacobinismo del. pa.rtito d'azione e, in modo p.iù o rneno pecuUare, divenne istanza condi– visa da tutti i gn1ppi politici. Questo evento grandioso potè far nnscere, per una stagione politicA, la sperunza in uno sforzo solidale -dell'intero paese per la rinascila del Mezzogiorno, . Ma, rotta. nel '4·7 l'unità antjfascista che a.veva dato flll'ltalia la. resistenza e le ist.itu:tioni repubblicane, il n1aggior pndito dello schieramento parlamenlare, la DC, sentì una ine,,istìbile vocazione a far blocco cpn i vecchi --:;~ia~~.;~n:~-ie\:elc:,~\~at~,1~·~v:l;;;~~~ f !~1~\~s}te:s~oi~Jt:~ i democraticì la bnttnglia per· l'immobilismo sociale, sotto riÌlSegna dell'antico bo1·bone. La DC venne assnmendosi così la. ga·avé i-espons;ibilità. di 1·idaJ'e prestigio alle squa– ]ificate clientele, cli puntare sullo stesso cavallo che ~veva portato in grnppa i vecchi fantini trnsformisti, i fedeli di Giolitti e, più tardi., i federali di Mussolini. In ciò 1a DC soggiaceva ad una apparente contraddizione con il sno proclamato meridionalismo: apparente perché libe– rava, in \·e1·itì1, e chiari\·a, un volto assai equivoco della conente cle1·ico-rnode1·ata che deteneva la maggioranza nel partito, I gn1ppi che ereditavano, sul terreno ideologico e su quello po!ihco, l'esperienza della demoe;razia nel sud, avrebbero an1to l'oppo1tunità, in quegli anni, di giocare la grande carta: porsi cioè come guida. cl.i,un processo ,di radicale 1·innoviunento nel sud, con coraggio e con mo– dernità di idee, a1·ticolando lo sviluppo democratico nel Mezzogio1·no come l'altni faccia della resistenza, come il definitivo compimento· deU·unità nazionale. Bisognava però chiudere per sempre la porta in faccia ad ogni camflleon– tico ritorno delfe cricche locali, spegnerne ogni YelÌeità di adognar.,,;i al nuovo costume minandolo dall'interno Hl fine che solo è delle cama1·ille privilegia.te . Ciò non• ac– cadde perché tali gruppi (la cosiddetta terza forna), pre– muti dal 111as~iccio fenomeno dell'avanzata· comunista nel meridione, in Italia, in Europa e nel rnonclo, prese1·0 pm;izione per una collaborazione con la DC. Così essi si resero corresponsabili del crollo· di ogni immediata possibilità. di recupero alla democrazia parlamentare di <1,uelle miu:~e contadine in cui solo consisteva la residua p,rospetti\·a di rinascita nel Mer.zogiorno. Le rna.::;se contadine, con rapido spostaffiento, im})re– veduto dai <:ircoli della destra. saputissima che avevano ipotizzato per i millenni avYcnire le modalità della pro– pria egemonia socio.le , si vennef'O di,;taccanclo dall'omaggio al signore, al padrone, al gt\bellotto, e, pur sulla base di e'guivoci non ancora sufficientemente chiariti, finirono per attestarsi all'nltrn sponda, entrando a costituil'C I.a massa di manovra del movimento comunista. Qt'lesto fatto è te– stimoniabile ·statisticamente osservando i risulta.ti elet– torali nel Mezzogiorno dal '46 al '53, i rapporti di forza tra ]e destre e ·il l'.)CI nel quale vennero a rifluire gran ,...-parte dei voti raccattati un tempo col piagnisteo sul re in eSilio ( « orfani du rinzzu ») o còn le madonne che si muo– vono, ·_o con il mito del tradimento perpetrato dagli anti– nazionali ai danni della.· patria imperiale e fascista. I g'ruppi attivi, le cellule di avanguardia,, seppero for na– scere finalmente una fìducia e una speranza nel brac– ciantato agrario e talvolta, ma non ancora abbastanza, nel sottoproletariato urbano. Nell'ambito cli questa situazione i redatto1·i di Nord e Sud appaiono pienamente consapevoli dei gravi rischi connessi alla involuzione in a.tto nella DC (e pérciò si ttffa.nnano a sperare in ogni. tenue sintomo di resipiscenza del partito di maggioranza ai problemi del Mezzogio.rno, non come pròpaganda, come è aCcaduto fino ad oggi, ma come iniziativa nell'amministrazione e nel costume); si rendono conto che avendo perso l'autobus una prima volta, non è certo molto facile l'ipresentare una. alternativa de– mocratica nel Mezzogiomo dove occorre im-ece favorire e accelerare il processo di qualificazione sociale dèlla lotta politica. Posizione, come si vede, assai incomoda. Nord e Su.d sa che la DC non ha fiducia nella collaborazione dei « pa– renti pove1·i ». Infatti i dc possibilisti punt8.no sull'aper·– tura a -destra come smrogato del vuoto ideologico. e come tent~tivo ~~r ereditare il segrnto di una s~colarn ege– moma pohlico-sociale dell~ conenti moderate; gli inte– gralisti l'.itengono che i loro prinèipali nemici siano Ma– chiavelli, Ca.rtesio, Kant e insomma la civiltà e la scienza mode1·na; i cattolici Sociali sono piuttosto· propensi ad amoreggiftcre ·con il movimento contadino sperando in un suo autonomo sviluppo antiliberale e, insieme, anticollet– tivista. Nord e Sud sa ancora che l'opinione pubblica me– ridionale è in ·fase di spostamento a sinistra mentre la classe politica si va a.rroccando a destra, e avverte il ri– schio di tale situazione che contiene obiettivamente, sep– pur potenzia]mente, i dati di una frattura rivoluzionaria. A chi giudichi le cose da tale punto cli vista il paterna– lismo degli enti di iifor·ma agraria appare un sostan– ziale tradimento della i.Stanza da cui il mondo contadino era, e rimane, agitato, mentre il sottogoverno dc lascia malincohicamente sospettare la perennlt.à. di un ristagno mora.le che risale assai indietro nel tempo, oltre l'unità ed oltre i borboni. O RA ·quaJe può essern I~ effettiva presenza di una voce, come. Nord e Sud vuole essere, capace di porsi come rermento di metodo democ1·atico agli uomini del centro dc e agli uomini della. sinistra socialista? Nata sul finire del '54, qua~o 1.'.jnvoluzione del qua– dripartito di Scelba c1·eava le ·premesse per un immobi– lismo pe1·manente, Nord e Sud optò subito per una poli– ti.ca em:op~Ì;~Jica. ]:'integrazione europea farà. del l\iezzo– gwrno 1taharro-..•un-a1·ea depressa continentale, impegnerà Je forze ecorlorniche d.ell'Eul'Opa in una solidnle opera di recupero. Sa:ri~ vero. l\fa, a parte il perlcolo che l'inte– grnzione eurnpea integri e renda solidali le classi pr.i– vilegiate dei vari stati europei (ed è vecchia espe.i.-ienza. ormai tante volte 1·ipetuta che non c'è cont.raddizione alcuna tra il progressismo alrinterno e l'appoggio ai gruppi reazionari ull'estei-o), J'atteggi8rnento di Norcl e Sud tocc:\ un problern3: di fondo che pnr va rnesso in luce e segnalato. L'Rppello all'Europa ,nuove da s[iducia nel potenziale politico locale: nasce..._dall'esperienza del fascismo e insieme dal fallimento di...-,ogni autoctono ten– tativo di rinnovamento. Ciò prop1·io mentre la classe contadina meridionale si rnuo\·e per esernitare il peso rivoluzion~rio di c'ui si avverte ogni giorno pili urgenÌe il bisogno. Ma tale classe si è fatta o si va facendo co– munista: ed allora appelliamoci c11!'Europa anticomunista (con la CED, l'America e il 1·esto) per conseguire l'obiet– tivo di realiz7,nre una. societù democratica a cuj, magari, ripugna l'effettiva struttura dei rappo.rti tra le classi e dell'economia locale, Constatata Ja esistenza di condizioni nuoYe nel pro– blema. meridionale, Nord e Sud niole indica.rne i ter– mini agli uomini politici. E' in ciò un"a corretta inter– pretazione dei dovei-i dell'uomo cli cultu.ra. Constatata. la p1·essione che s.i esercita sui ceti intellet– tuali da destra e da sinistra, No·rd e Si1d reagisce indi– cando una positiva e valida tradiziòne democratica·. Il conformismo dc apre le porte {in un recentissimo mani– festo preelettorale il pal'tito di Fanfani si qualifica ponte per tutti i passaggi) ai d~lns-i e agli speranzosi, offre e p1·omette garanzie e sistemazioni. Or3. che la piccola e media borghesia non subisce più l'attrazione del blocco~ agrario, essa sta per ess\;lre captata dai comunisti, pro– prio per l'assemm di fatto di una alternativa democta– tica e realmente progressista. Il PQI diviene la speranza dei disperati, degli attendibili e, in ultima analisi, degli elementi autenbcamente liberali. Almeno nelle individuali intenzioni. Che poi il comunismo sia altro ed altro an– cora possa divenire, è un diverso discorso, Il PCI offre il fronte popolare, la coalizione delle fmze democratiche per l'attuazione della Costituzione. In guesta situa,done ai gruppi laici di terza forza non rimane che Pubbli– care una rivista, .simpatizzare con taluni atteggiamenti, dell'on. La Malfa e spernre in· Pietro Nenni. Ed è questa, mi pare, la condizione sentimentale segreta dei redat– tori di No1'd e Sud> una condizione oggi, non puntual– mente ma gene1·icarnente, diHusa in tante disperse isole di quello che po'teva essere ed ancora non è stato il mo– vimento socialista e democratico in Italia. La rivista ha tenuto fede, con encomiabile coerenza, al programma enunciato nell'editoriale di apertm·a e ha dato vasto· saggio su concrete situazioni meridionali, nei precedenti, nelle prospettive e nella incidenza sulla vita. attuale dell'intero pa,~se. .Per .I~ ~·eT~Vt-si p,uò cogliere unh. certa disposizione a 1denbf1care li sud c·on le province 1 più tipicamente na– poletane, del regno cioè che s'imbOrga di Bari di Gaeta e di Cat?na. Solo un paio di volte, infatti, si è parlato della Sardegna (ora in tono _pressochè favol'.istìco e ro- 1~1.~ntico, ora, c~me yreteslo cli polèmica · metodologica). I 1u spesso st e rag10nato della Sicilia, ma con ro,~chio e· l'accento degli ·inviati speciali, come di chi abbia l'aria. di guardare dall'esterno certi fenomeni. 8111 piano della lotta delle idee No1'd e Sud ha con– centrato le sue batterie contro i cornnnisti. J,'in dal primo numero, quasi ad esemplificare la riprovazione· del nan• ~heggi~me~to e d,el ~e.il !usioni e v~nità che portano adeJ)~i mtellettualr alle 1mziahve cornumste, G. Gianizzo si sca– glia contro l'equivoco imJ)licito neJla formula del T'ap– porto tra cultura e società contadina. E' nelle polemicho i?eoto_giche.,di Giarrizzo, di I!e Capra.riis, di Compagna 1-.a~petto prn debole della 1·ivista. Emerge in quei dibat• tib un sottofondo anticomunistico nel senso pili gretto del.la . parola: quella posizione che inclina a ripiegare sul solito e const~eto personale e sul deperito bagaglio frleale eh? per secoh ha costituito l'arma dellfantica oppressione de1 galantuomini sui contadini. · E' QUES~l'O_ che bisog~a distinguere nettamente 1,ei numerx. cli Nord e Sud: da una parte le inclt:iesle esempla1·i e illmninant.i s11pl'Oblemi specifici delle pro,..·inc 6 meridionali (e di Roina): e cito qui ad es. q11ella del Salvi, sul turismo tra. i due golfi (n. JO, pagg. 73/103), Dall'altra pal'te le esigenze della lotta su due fronti cho dii. luogo a rrequenli giri di valzer ora con l'uno ora con l'altl'o dei leade!'s della vita politica italiana. Dist1.ll'bano, ad esempio, certe benevole e ingenue concessioni alle Ìrn• postazioni dc, concessioni di ·cui si fa puntualmente am• menda un paio di numeri più tardi. Ma non è, credo, su questo che bisogna insistere. Penso sfa. più utile sottolineare quanto vi è di nuovo nel metodo della r.ivista, e q11ale volto ignorato del sud emerge attraverso le sue inchieste. Citei·ò qui gli studi di Rocco Scotellaro su ~ Scuole in Basilicata» (nn. I e 2), d.i Aldo Musacchio e di Gian"franco Manganella s11 aspetti socia.li di Roma (nn. 3, 5, 11), di Salvatore Rea. sutremigrazione (n. 4), di Compagna. e di altri sulla stampa meridionale (nn. 1, 2, 4 3, 6, 7, fl), di Guarfno sulJa mafia e la camona (nn. 12, 13), Una rivista così attenta ulla dinamica de'ne situazioni umane e istitu7,ionali è cosa tanto rara. in Italia che, vale la pena parlarne con sim1)atia anche se non se ne condividono. le finalità. e i presupposti. Soprattutto. è rara. una rivista che riesca ad accoppiare Papertura al con• .creta con la ferma difesa di taluni p1·incìpi. E' lì, nella difesa dei princìpi, che si incontra il limite, o che al– meno !:iiamo costretti a sottolineare il nostro dissenso. °Il limite sta in un discorso ampio e spesso conLrnditt"o1:io sn Croce e De Snnctis, e sui comunist;i come faraoni della cultura. Discorso che non- tiene -nel dovuto conto il fatto che le formule talora semplicistiche, è vero, di parte cO. munista. sono però strumento di azione progressiva e H. berale proprio Jà dove le formule sapute e dialettiche degli intellettuali si erano spuntate contro la lega cli se– colari internssi. Nelfe presenti condizioni, oggi, non è pos– sibile combattere la. battaglia liberale nel sud su altra trincea che non sla la trincea della classe lavoratrice. L'atonia e l'inferiorità civile dei ceti medi e il gregarismo costituzionale degli uomini di éultura hanno distrutto, pel' il momento, ogni possibilità di maturazione orga– nica, della società e consentono solo di sperare in nna cle– rnoçrazia nuova i cui protagonisti non siano più i .falsi dèi di ieri, ma, i nuovi catecumeni, ma coloro insomma cho hanno un effettivo intere;;:se a ricominciare tutto daccapo. sc·uoLA IN MOVIMENTO I L I'ROBT,EMA. c1e11u, 1·iforrna scolasfica è ri.tornalo, da qualche tempo, all'attern~ione dell'opinione poli• tica e culturale. J l pericolo delle rifom1e tecniche, pa• raYento ed usbergo a riforme 'politiche clandestine, sembra supernto. Se Conella tentò cli sostituire anodini questio– nari e pronunciamenti elabor.?,ti nel chiuso di 1·istretti am– bienti docenti a quel grnnde dibattito sulla scuola, aperto a tutta la pubblica opinio.ne più o meno qualificata, che_ si imponeva ier.i ..come si i,npone oggi, il tentativo si ò chiuso col fallirnento più completo. Dal H)53 in poi, da quando cioè un più incerto equi• librio delle forze politiche ha solle,·ato la cappa _di piombo delle maggioranze assolnte, i pa1titi sia di governo che di opposizione (e con loro le fo,,zc e corren-ti di altro or– cline e di alt.rn naturn) sono entrali in un clima· di nnov.i e diversi interessi politici, di inquietudini e revisioni oggi tutfaltro che concluse, di attenzioni specifiche ad argornonti prima quasi dimenticati. Dalla astmtta « di– fesa della democrazi,a » a concreti problemi di sviluppo democratico: l'inte1·esse per la scuola viene ad assumere una attualità. di pr.i,nissimo ordine. Botta.glia sindacale, e non sofo si1idacale, degli inse• gnanti, congresso nazionale degli studenti universitari, cong.resso dei giovani comunisti, cornitato centrale dtl }:lCI, con\"egni giovanili socialisti ·e democristiani, .pro• cesso alla scuola degli « An-1ici del Mondo:., ampia & vivace trattazione i.n giornali e riviste di ogni indirizz~, conf~renze e dibattiti. . Qualcosa ò veramente in moto e sarà molto difficile fermado, anche se, da pa1<t.e dell~ autorità ecclesiastiche e della stessa DC, si tace tuttora sull'argomento, ~l'anto_
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