Nuova Repubblica - anno IV - n. 13 - 25 marzo 1956
6 GIOVANI lE UN I VERSTT A' SCUOLA APER1~A La riforma ill senso democratico dell'istituto universitario è il terreno ·su cui è possi– bile un reale incontro .di laici e cli cattolici, sostituendo all'antitesi di clericalismo e anticlericalismo quella ben cliversamen,te vitale cli '!accademismo,, e "progressism(J,, di ALFREDO L l JI I I L CONGRESSO dell'Uniolle Goliardica ltalinna. si è , chiuso a Modena con l'elezione di Qn consiglio di ,, goliaTdia- che~ per i limiti politici chiaramente avver• ti.ti nel corso dei lavori congressuali e per la mancanza di una chiara linen di azione goliardica sul problema della riforma della scuola, non può pl'Odurre, di onesto, che un attivismo organizzativo non sufficente, certo, a soddisfare le principali esigenze delle associazioni e dello svilnppo tlell'UGI fra le basi stndentesche. Anche per cifr che ri• guarda i possibili influssi sirll'UGI <la parte di malngocliani e centristi oppure eventuali azioni politiche clell'o1·ganizza:– zione go\jarclica a favore di questo o quel settore politico– econornico, ct:edo sia possibile mantenere una certa tro.n– quilla vigilanza sia tenendo conto dei suddetti limiti delle persone che formano il nuovo consiglio di goliardia, le quali debbono per forza 1rnmtenere un. atteggiarn-ento cauto Per non fare troppi. passi falsi su un teneno per loro qnasi • sconosciuto; sia. pel' le gravose respons11bilità adden– satesi sull'UCI dopo il generico impegno di Grado e un conseguente srnanirnento della maggioranza di. ·Modena che non si sente affatto sicura delle proprie capaciti, dil'et– tive: lo ha àimostrato subito affidando le responsabiLità nell'unione nazionale ràppresentativa all'opposizione con– gressnalo (Ungari, Lunghi) e rinunciando in ta,le modo a una prop1·ia politica sul problema della 1·ifornHt della scuola. E', come si vede, una situazione qmisi pnrndossa-le, dove ·j vincitori di un congrnsso si siedono ai posti dll'ettivi del– ro1·ganizzazione e poi lasciano la politica, di è1uesta orga– nizzazione nelle mani non di altri inqualificati rna adc.lll'it– tura dei loro oppositori congress11ali, con cui avevano incrociato le armi perchè evidentemente non ne condivi– de:vano l'impostazione politica sn quello che è il primo problema dell'UCT: la riforma della scnola. Questa S;itnn– zione assurda potrebbe essere anche pericolosa per una UGI priva di una veri;,.direzione, proprio per quelle respon– sabilitiL che le si avvicinano e che oggi, sotto nn nitro punto di vista, rappl'esentano per essa anche nnn gnrnn,;ia in quanto « frenano» l'odierna maggiornnza raccogliticcia e 1e impediscono cli agi re in modo troppo sconsidel'a to. Sarebbe però sempre una sitnazione pericolosa se non ci Jossero qnei goliardi dell'UNURI dai quali c'è da sperarn una iniziativa politica intellig'ente é ~ictua, voltn. a svi– luppare i temi cJj Grado e a sostituire quella ipotetica del consiglio di goliardia « modenese», finchè. l'orgnnizza– zione golia1·clica non abbia ritrovato, attrave1·so una franc1; e apel'ta discussione lrn tutti i grnppi, cioè attraverso nn I).uovo congresso, una sua 1)01itica; e fìnchè alla clire– ziÒne di quest'altra poljtica, capace di conclizional'e la stessa iniziativa dei l'appresentanti goliardi in seno alla UNURI, non siano tutti quei gruppi che avranno colla– borato a tracciarla: e non altri, raccolti qua e là con grande confusione, per costituj1•e maggioranze di bravi giovani, i1?utilizzabili nell'affrontare una sel'ia politica delle cose. Nel frattempo ai gruppi pili qualificati e più seri all'in• terno deH'UGI, ai giovani radicali, democratici e socialisti, spetta il compito di· scoprire e perfezionare questa loro iniziativa, sempre nel quadro della riforma dell'istituto universittuio; da proporre al prossimo congresso dcll'UCJ. ·Iniziativa che deve esse,·e condotta nell'immediato prn– sente in seno all'UNU RI e nello stesso tempo resa nota, attraverso le associazioni meglio qualificate, agli nttnali dirigenti ,goliardici netla speranza ,4i un loro intelligente .... r._avvedimento. In f_ondo questi bravi dirigenti goliardi « modenesi » finora hanno dato vita solo a un maccarti– smo strapaesano frutto più del solito nostro provincia– lismo culturale e cli alcune gl'Ossohme mene di OTganismi interessati, che di una fredda e lucida visione antipro– gressi:5ta. Quanto alla più dannosa iniziativa deJl?asso– ciazione raureati, essa è rimasta nella mente di F'rnnco Roccella, .il quale ne sta cercando ancora, con qualche affanno, le strutt'ure e ta « maturazione ». Per i giovani democratici e socfalisti si tr:ittn di rispondere a queste manovre piccolo-maccartiste, ai timori e agli intrallazzi di vecchia scuola, con una solida ini– ziativa politica sulla riforma dell'istituto universitario: in base alridoneitl,· del movirnento democratico studentesco .('riconosciuta anche dal Pedrazzi sul 1'1ulino) a discn– tere sui'. p.roblemi · deJ rinnovamento scolastico; e in base alla natura stessa della democrazia universitnria che è assieme condizione e conseguenza del rinnovamento della ·scuola. Tre, a proposito di questa riforma, mi sembra siano i punti su cui la politica dell'UGI è a.rrivata con maggiore chiarezza: In partecipazione degli studenti al governo dell'università.; il miglioramento dei rapporti numerici, didattici, umani e culturali fra studenti, assistenti e .pi"o– fessori; l'apertura delle facoltà autonome alla produzione e alle professioni (quell'aggettivo autonome richiede però molti chiaI'imenii). Consideriamo quest'ultimo pllrito che, per adesso, è forse il più importante .per stabilire i -termini di una politica goliardica nell'ambito della democrazia nni• versitaria. L'apertura delle facoltà al mondo delle professioni e della' produzione sign.ifica, se si vuole saggiàmente· imper. niare la politica della rifOJ·ma snl concetto dì facoltà e sulla. sua autonomia, l'apertura dell'unive.ristà alla vita. della società, alla realtà politico-sociale del paese. In questa. realtà, {>olitìco-sociale esiste una forza, la 'forza cattolica, che ha cQndizìonato per tanti anni e condiziona ancora ogni riforma e ogni progresso. In questa realtà esiste una ini– ziativa socialista che ha suscitato un dialogo con le forze cattoliche e, in esse, delle forze progressiste che vogHono innova.re, anche se per adesso senza un Chiaro indirizzo, le strutture profondpmente invecchiate della nostra. società. C'è quindi un parallel-ismo fra IÌt situazione politica del paese e quella. dell'università: un parallelismo· che non sta tanto nei rapporti numerici fra le dh,erse forze politiche, i qnali anzi sono differenti, nell'università, da qnellj esi– stenti nel paese: qnanto in un desiderio comunemente diffuso, in entrambi i settori, di rinnovamento e di pro– gresso e nella persuasione •Che questo rinnovamento e questo progresso si debbono svolgere contemporaneamente nel paese· e nell'universitii, due settori e concetti i quali possono essern divisi soltanto in una concezione accade– mica della società e del mondo della scuola ma sono strettamente connessi in ogni discorso politico volente– i'OSO di progresso. B ASE del dialogo fra socialisti e cattolici nel paese ~ lò svilnppo della società, italiana. Base della politica nni– ,·ersitnria inh'apresa dagli studenti democratici ·nell'uni– versità è lo svil'uppo dell'università stessa, e il mezzo poli– tico attraverso il quale si manifesta questa politica uni– versitaria è la democrazia studentesca cioè l'organismo rappresentativo. Organismo rnppresèntativo unitario non più inteso conie la rappresentnnza degli studenti immessi in un unico COl'po accademico astrattamente formativo (cioè l'università inte'sa secondo un antiquato concetto 1m1anistico e conservatore) ma come l'organo den.. 1ocl'atico che assieme all'universi!j..-i.,' ente unitario, procura l'indi– pendenza finanziaria a.Ile facolfìL e ne assicura l'indipen– denza didattica e scientifica darle pressioni di forze estranee che, aj.!raverso diretti finanziamenti, potrebbero attentare clirettatnènte alle singole, e perciò deboli, condizioni di indi. pendonza di quelle facoltà. L'organismo rappresentotìvo unitario al ljvello della detnocrazia nnivetsital'ìa e l'istituto univer·sitar·io al livello scientifico e didattico dovrebbero essere elòri1enfi propulsò1·i delle facoltà opportunamente deeentrnte attraverso un sistema di ampia autonomia. E fra livello scientifico e didattico e livello demo– cratico studentesc~ sì deve creare un rapporto di dialogo concretato nelle jstituzioni dalla partecipazione degli studenti al governo dell'università. Alle stesse conclusioni dov,·ebbe cond11ne, nelle singole facoltà, il migliora– ·mento dei rapporti fra p.rofesShri e studenti. Orli, di frRnte a tutto questo vasto panorama, che rappreSenta un poco il sunto di quanto i goliardi hanno ragionato in tel'mini reali sul problema della riforma universital'ia fin dopo Grado, appare inevitabile l'aper– tura di un onesto dialogo con i cattolici, fortemente rap• presentati e impegnati negli OORR e nella base stu– dentesca. ll rapporto è così equilibl'ato, il settore è tal– mente de.licato che on urto violentemente polemico are– nerebbe la ba1·ca della riforma universitaria sulla medesima Cl'isi in cui hanno languito fino ad oggi l'UNURI e ,la 'grande parte degli 01:ganismi rappresentativi Inoltre, l'iprnn<lendo un tema lnsciato a roeth di questa non b1·eve nota, se· apt·iamo Je facoltà alle professioni e intendiamo ris.olve1·e i loro prnble-mì con questa apel'tura, noi ci accorgiamo della presenza cattolica in queste pro.' fessioni, in questo mondo della produzione; riconosciamo .in essa un pote1·e altissimo di · condizionamento a ogni tentativo di prngresso nell'attuale situazione; e alimentiamo la speranza di suscitare in cJuella presenza dei fermenti non la.bili di rinnovamento e di pl'Ogresso, di sostanziale laicismo cult'm·ale. D'altra pa.rte facoltà e mondo pl'ofessionale debbono avvicina.rsi sempre pìì'1 e sarù sempre pili difficile gino– care con due tipi di carte, a seconda dell'unò o dell'altro tavolo da giuoco, percl\é i" due .tavoli tenderanno a diventare uno solo. E non llli si dica che il dialogo con i cattolici è p.ossibile snl piano economico-sociale ma non su quell~ culturale perché nna sirni]e distinzione è altret– tanto conservatrice o almeno antiquata di quella fra mondo della produzione o delht professione e l'università .. Quale dovrebbe essere allora 11 compito degli stnden'ti socia'listi, aemocratici e 1·adlcali? Offrire all'UGI questa iniziativa di dialogo con i cattolici, suscitare nell'Intesa cattolica gli stessi fermenti antiaccademici che il dialogo socialista incomincia a suSciture tra le forze cattoliche in senso anticonservatore. Si tratta •in entrambi i casi di.un dialogo laico perché libero, che nell'università ,potrà avere un significato non pili vanamente anticlericale ma antiaccademico {e quindi anticlericale là dove clericale significasse ilJiberale e accadfimico - vedi « Sacro. Cuore» di Milano--) ; e nel paese avrà un sìgnificato non più an:ti religioso ma anticonserva.tore. .. 005) nuova repubblica I cattolici mostrano giìL interesse per questa. w.done politica.. E se l'UGI accetteriL questa iniziativa politica. che, ritengo, dovrebbe esserle offerta d{ti giovani demo– cratici, :radicali e sociali::;t-i: essa nvr.\ la possibilità di rea– lizza.re se medesima e di pervenÌl'e nl s,110successo « sto– rico» concretnndo la ri(orma nni,·ersitaria in una azione positiva. _ · Naturalmente stabilendo un preciso parallelo fra una sitm\Zione di dialogo esistente nel paese fra i cattolici e le forze progressiste rappresentate da ben ·determinati par– . titi e. movjmenti, e la augurabile situazione di dialogo che dovrebbe esistere fra cattolici e laici goliardi nellR. universitit, non intendo Cl'eare nn qnalsias.i rappo1·to di soggezionè fra UCI e quelle forz popolari marxiste o pTogressjste. Intendo soltanto enunciare e çhiarire una « realtà. delle cose 1> la qua.le è poi Jl frutto della storia del movimento progressista. in Italia; e precisamente di quella. parte di storia piÌI vicina a noi che \•iene d'alla Resistenza a oggi: da. quella Resistenza che è la nobile origine < pros• sima » dell'UOI. ' Precisiamo che questo discorso sull'antitesi tra acca– demismo e progressismo, che panebbe sostituire i termini « c.lericalismo 1> e «laicismo», non porta immediatamente a conferire valore assoluto a qnantò vanno dicendo, a questo proposito, alcuni .cattolici che danno già per fatto. o possibile questo fronte del progresso culturale e già inse– rito il movimento cattolico su questa linea laica. Innanzi tutto non intendiamo il valore clèi « fronti culturali ». E poi la cultura cnttolica. - e quindi la sua. proiezione nel campo specifico della democrazia studen– tesca, èioè l'Intesa - non ha ancora scelto: è un poco sulla stessa posizione dell'UGI « ufficiale», « modenese>. Quando avrà scelto e sarù. divenuta movimento cattoHco nri.'iversital'io e progressista ~ssa dialogherà fruttuosa– mente con l'UGI: la quale speriamo sarà anch'essa. dive~ nuta Ol'ganismo davvero democratico e laico. E sulla base di questo colloquio si condurrà la lotta per il rinnuova– mento degli strumenti della cultura italiana, la scuolR. e l'universitù. Ma le posizioni resteranno sempre quelle, cattoliche e laiche, sia pure accomunate in una azione «laica.», perchè nuova e tesa a un rinnovamento pyo• gressista: e il dialogo e la discussione fra queste diffe– rnnti ispirazioni sarà la base viva operante e di· una nuova scuola e di una nuova cultnrn. E 1 usct'to VICTOR SERGE Memorie d unrivoluzionari dal 1901 al 194,1 . E' 1a storia di un rivoluzionario che, dopo lotte, eventi, mutamenti di ogni genere, nel suo esilio messicano. dal quale non doveva far più ritorno, non aveva rinnegalo nulla degli ideali. in– completi o parziali che fossero, i quali l'avevano guidato nella sua azione pb– litica. e tuttavia aveva già raggiunto una sufficiente chiarezza critica per rappresentare e raccontare se stesso. Gl'azie a Serge, la tomba che si pre– tendeva di racchiudere su una intera generazione di uomini si è aperta. e quegli uomini sono dinanzi a noi. par– lano, vivono. E' un racconto doloroso di orrori e di terrori. ma è nell'as~ sieme un racconto confortante: la « memor:ia » restituisce la parola a co– loro che la tirannia aveva fatto muti e dà ai vinti una vittoria diversa ma non inferiore a quella che speravano. nibliotcca rfone Gi1i1.h11rg• n. H. Rd, ne Sil\'a, PJI. XV[,(.S-1 . L. 2700 LA NUOVA l'fALIA FIRENZE QUADERNI DINUOVA REPUBBLIC Sono usciti: 1) ANTONINO RAMIREZ, Otto anni di autonomia siciliana 2) GIUSEPPE GESUALDO, La riform~ fondiaria in Sicilia 5) Orientamenli sindacali
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