Nuova Repubblica - anno IV - n. 13 - 25 marzo 1956

.(.105) nuova;repubblica 3 PROBLEMA IDUICO DEL MEZZOGIORNO ACQUE BIANCHE E,ACQUE_ NERE Ogni anno nel Mezzogiorno occorre una quantità d'acqua potabile maggiore. Ciò è dovuto oltre che all'aumento della popolazione anche al sensibile miglioramento delle abitudini igieniche degli strati popolari meno evo– luti. Connesso a quello degli acquedotti è il problema ·delle fognature: ci sono ancora in gran 1111mero citti, e paesi che non hanno neppure un cimale di scarico, in cui funziona ancora il "pozzo nero,, ambulante di DOMENICO TAR'ANTINI L 'ACQUA ò ancora uno dei principali problemi del Me,-,zogiorno. Non sono pochi i centri urbani dove, pe.r un complesso di ragioni, l'acqua viene ero– gata due o tre volte al giorno, e nelle ore pili scomode, perfino di notte o sul far del mattino. Se qualcuno perde il turno, deve aspettare mezzogiorno, quando di solito c'è la seconda erogazione, e ta.Ivolta chi è. in coda alla fila rimane con i recipienti vuoti, perchè jl tempo del- • 1•erogazione è finito. Discussioni e litigi sono tutt'altro che ra1·i, e solo quando i cittadini si mettor,o sponta– neamente d'accordo grazie al « razioni\mento volontfi– rio », ill\fece di litigal'e, si finif:!ce pedino col ridere. Un -----.1:iso amaro, che non sa pili di rassegnata passività. Ia· <leficiem-:a dell'approvvigionamento id1·ico del Mez– zogiorno è strettarnente legata, in primo luogo, alla po– vertii d'acqua, delle regioni meridionali. Ma la povertà è aggravata chtlla scarsezza degli impianti di conduzione dell'acqua e dall'inefficienza di gran parta di quelli in servizio. Fino al secolo scoi·so la costruzione di un acquedotto veniva realizzata per iniziativa locale, ed è noto il mar– gine d'iniziativa consèntito dal bilancio ai centri abitati del Mezzogiorno. Solo la legge sull'Acquedotto Pugliese, mezzo secolo fa, affermò nn pl'incipio nuovo, che la co– struzione di un ncquedotto l'ientra nei doveri dello Stato. lVIa lo Stato è intervenuto saltuariamente e frammen– tariamente; •è mancato un piano organico, che in qua.1- che ét'ecennio avrebbe potuto ottimamente risolvere il problema dell'acqua potabile, évitando quello sperpero di danaro pubblico che si è poi imr1ancabilmente avuta. per la ffammenta1·ietà delle iniziative. Nel Mezzogiorno, in– fatti, non pochi acquedotti sono «nati-morti», poichò già prima di essere ultinìati si rivelano insufficienti a coprire il fabbisogno delle popolazioni, essendo questo aumentate di numero negli anni trascorsi dall'approva– zione dell'opera alla s11a ultimazione. - Decine dì acquedotti attualmente in servizio nel Mez– zogiorno [urono costn1it:i nel secolo scorso, e non sono stati ampliali; in qualche caso non sono stati fatti nep– pure hwo1·ì di rnanuten:r.ione , pertanto que~ti acquedotti funzionano in concli;,,ioni sempre meno efficienti. Ne con– segue che' l'erogaz;ìone dell'acqua non può cOprire il fab· bisogno della. popolazione, e dove la situazione è più gravè, il problema viene risolto con la riduzioÒe del– l'erogazione. Nel U)50 il Commissariato per l'Igiene e la Sanità accertò che, su 4115 comuni, solo 3197 avevano l'erogazione continua. Negli altri l'erogazione avveniva: per più di 12 ore su 24, in 226 comuni; da G a 12 ore, in 368 centri urbani; da 3 a G ore, in 273; 3 ore su 24, in 141 comuni. Ma. il quadro diventa pili chiaro se si guarda al nu– mero dei centri abitati privi dì acquedotto, tenendo pre– sente che in questo caso per « centro abitato» deve in– tendersi un 1:ione, un qn1trtiere urbano: Con acq~~:!ft, tol Con ac<111a acquedotto insufficiente Abruz~i e :Molise 700 284 7IG Campa.nia 780 42G 83!) Puglia 325 31 12G Lucania. 148 19 112 Calabria 58G 254 GOG Sicilia 479 351 581 Sardegntt 313 17G 311 La situt\zÌone indubbiamente grave, pur essen.do il problema. ai)erto anche nelle altre regioni ~l'Italia. Dei 7084 comuni itali1rni, in fotti, solo 565G (72,5%) sono ser– viti da acquedotti; gli altri 2148 (27,5%) sono approv– vigionati da po,-,zi e sorgenti. Si tratta di 431 comuni fino a 1000 abitanti, 983 da mjlle a tremiJa, 397 da tre– mila a cinquemila, 271 da cinquemila a diecirnila, GG da oltre diecimila. aLitnnti. Alla povet·tà dell'approvvjgionamento id1·ico fa ri- ' scontw il continuo auruento del fabbisogno popolare. Ogni anno, nel Mez,-,ogiomo, occorrn una q~rnntità d'acqua potabile maggio.re . L'incremento è dovuto, oltre che all'aumento della popolazione, anche al sensibile miglioramento delle abitudini igieniche negli strati po– polari meno evoluti. La vasca da bagno, naturalmente, è a.ncora ai ma'rgini della cOllettività., è un lnsso, nn pri– vilegio di pochi, e non solo nel Mezzogiorno. Secondo un rapporto dell'ONU, infatti, pubblicato qualche tempo fa., in Italia nel 1950 solo il. 2·% degli appartamenti erano forniti di vasca da bagno. La graduatoria internazionale vedeva al pr·imo posto la Svizzera, col 75% degli ap~ parta menti' con vasca da bagno; seguivano, nell'ordine: USA G9%, Canadà 52.%, Germania 42%, Danimarca 38%, Svezia 30%, Portorico 22%, Belgio 14%; Gran Breta• g_na 13%, Francia 6%, Spa.gna 3%~ Cessata Ja guerra, s'è cominciato ad affrontare nel Mezzogiorno il problema dell'acqua potabile. La Cassa per il Mezzogiorno ha \10 « Servizio a~quedotti e fogna– ture>, con un ufficio progetti, un ufficio lavori e un re– parto amministrativo. Vi 1avorano tecnici ben prepara.ti , che s'avvalgono della collaborazion~ della Commfa;sione del Ministero dei Lavo.ri Pubblici per i piani regolatori·~ degli acque'dotti. Non abbiamo il biJa.ncio dei lavori di questi ultimi tre anni, ma fino al . 30 aprile 1952 la Cassa aveva approvato 202 ·prog"etti pe.r un importo com– plessivo di 25 miliardi di lìre, e neflo stesso periodo era stato dato il via a lavori per· 169 appalti per -l'importo di 14 miliardi 867 milioni di lire. lì'ra gli acquedotti attualmente in costruzione, il pili importante è forse l'acquedotto campano. Sarà costituito da 46 chilometri di canali a pelo libero e 740 chilometri di condotte in pressione, Un ramo dell'acquedotto, per 12 chilometri, sarà posto sul fondo marino e po1·terà l'acqua potabile alle isole di Procida e Ischia. L'acque– dotto campano 1 che richfoderi\ 11n lavoro di dieci milioni. di giornate-operaio, potrà assicurare a Napoli un ap– provvigionamento idrico massimo di 350 litri pro capite al giorno per i periodi di maggior consumo. Gli alti:i centri urbani potranno invece aVere un approvvigiona– mento massimo di 120 .litri a persona. Un'altra opera importante è quella del Consorzio degli acquedotti degli Aurunci, che è in gran parte- finanziato dalla Cassa del Mezzogiorno. L'opera interessa un terri– torio di cinquemila chilometri quadrati, per seicentocin– quantamila abitanti distribuiti in quattro province:· Fro– sinone, comuni 48; Latina, 20; Caserta, 1 ; Campobasso, 1. Il complesso idrico, che a\rrà una portata complessiva di GOOlitri d'acqua al secondo e una lunghezza di condotte ,di 400 chilometri, è diviso in sette tronconi. Approvato nel 1952 dal Consiglio superiore dei LL.PP ., è stato sud– diviso in 8 lotti, dei quali il primo e il secondo sono in esecuzione, per una spesa di un miliardo cinquecentodi– ciotto milioni di lire. Complessivamente, i primi sette lotti comporteranno una spesa di 5.340.000.000 di lire. Nel complesso, sono attualmente in esecuzioÒe i se– guenti la-vori: Abruzzi e Molise 12 20 Campania 3G 27 Puglia 10 1 Lucania 13 Calabria 49 9 Sicilia !GO ·44 Sardegna 29 28 Il ritmo del Ja.voro non sembra abbastanza sollecito, come dimostra il complesso delle ope1·e eseguite l'anno scorso.• Nel 1054, infatti, furono costruiti, in tutte~ .le re– gioni d'Italia, solo 620 chilometri di nuove condutlure., e- ne vennero riparate per 133 · chilometri. Connesso a quello degli acquedotti è il problema delle fognature, che sotto certi aspetti è più grave dell'altro. In Italìa lo smaltimento delle acque sozze non a.vvfone nel migliore dei modi dappertutto. Ci sono città e paesi che hanno una fognabna efficiente, ma ce ne sono a.Itri che non hanno neppure .un canale di scarico. Secondo i dati del ministero dei lavori pubblici, nel J !)51 la situa– zione nel Mezzogiorno era la seguente: Campania GG5 387 124 Abruzzi e .Molise 29G 85 9G Puglia 24G 121 114 Lucania 12G l.'i!J 34 Calabrja 401 233 78 Sicilia. 3G3 14G 164 Sardegna. 31G 225 83 Lo smaltimento delle acque sozze nei comuni senza fognature avviene nel modo pili disparato, nei to1·rentl, in altri ,piccoli corsi d'acqua, senza che si tenga conto dei pel'icoli d'infezione che comporta siffatto smalti .. 1nento. E si. arriva anche al punto di usare abbondan-– temente i liquami come fertilizzante negli orti, col ri– sultato di produrre verdure che possono essere molto nocive e di inquinare l'a1·ia della zona così concimata. La costruzione di una fognatura non è semplice; di– pende, in primci luogo, dall'entitti della popolazione che, deve servire. Lo- sviluppo della tecnica idrosanitaria ha suggerito l'uso di speciali impianti per• ottenere il mi .. glior funzionamento delle _fognature. Sono impianti che possono essere già applicati a fognature in servi:1;io,. e, perta.nto tutte le reti, piccole e grandi 1 possono essere migliorate. Ma non risulta che questi impianti vengano sufficientemente utiliz;zaii. Le condizioni delle vecchi() fognature, pertanto, rimangono sempre precarie. Il pozzo nero è il surrogato numero uno della fogna• tura nel Mezzogiorno. :Ma in numerosi paesi funziona ancora il « pozzo nero> ambulante: è un carro-serbatoio che gira mattino e pomeriggio per il paese. Ai crocicch l delle vie sosta più o meno a 1ungo: il tempo necessario perché le donne vuotino il vecchio cantero colmo .. E spesso si verifica perfino quest'assurdità: il carro sosta sulla fognatura costruita quindici-vent'anni fa. So1o, si tratta d'un troncone, inservibile pel'Ché la rete ha da essere tor• minata. Quando, non si sa.. Secondo i dati pii'l recenti. in tutta l'Italia l'anno scorso furono costruiti 36G chi– lometri di nuovi collettori, e ne furono riparah pel' GG chilometri.

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