Nuova Repubblica - anno IV - n. 11 - 11 marzo 1956

6 GIOVANI E UNIVEHSITA' IL GOLIARDO UBBIOSO Tanto il semplicismo che consisle nel fare della goliarcl;a una legione cli "ardili della riforma della scuola,, quanto l'anacronismo del marciare divisi a tutti i co- · sti, sono posizioni sfavorevoli ad un approfondimento delle esigenze universilarie di CESARE M J SEl\IBRA cho l'iniziativa degli an,ici di Nuova Ueznibblic(i, tendente a. risolvere. in. ape~t? diba!– ·tito quegli innumerevoh probleun d1 pohtica nm– versitariA connessi nl mondo ed alle organizzazioni stnden– tosche e di cui in fondo il congresso dell'UGI è solo occa– .sional~ pretQsto e tematica inlroduttiva, possa !'iusci1·c utile solo se attuata con ben definite caratteristiche. li partire da un congrnsso e, concediamo pure, dai snoi presuppost~ piuttosto che dalle sue conclm..io11i, porta a risultati fecor_1d1 unicamente quando si giunga a determinare le prospettive nuove che tale episodio bene o male ha apel'to. « Oltre il congresso di :Modena>, diciamo pertanto: pl'Oprio per sbloccare l'incertezza che le violente' ma innaturali con– trapposizioni del congresso hanno pm·troppo ingenerato nelle Associazioni, cioè negli organi che maggiormente dal dibattito avrebbero dovuto trarre vitalità. Siamo al punto che, di fronte a scndem:e molteplici che urgono, il pano– rama politico delle forze giovanili - riAesso di una analoga fase di as~estamento di quelle adulte - va assumendo nuove co1lfìgurazio11i. derivate ·a loro volta da nuove for– mule cli schiernmenti. ll nuovo lavol'O delle Associazioni deve prenderne atto con chiarewza e deve essere portato avanti con tutta la l'isolutezza conseguente. E comunque questo nuovo lnvoro delle a:-::-:ocinzioni, l'originale aUiviti1 che dovrebbe legittimame la dirigenza effettiva dell'Unione, come pure nel caos precongre~snale si era snfficienternente reso ovvio, non sussiste a sè, quale materia indistinta cui dar fisionomia periodicamente a proprio piacel'e; es~o è funzione diL·ettu. e immediata del Compito delle Rapp1·e– sentanze, e dal livello di es~e discende in via logica, quale 8UO complemento, o int<:>grazione, o semplice ousilio, o, rara1nente, sostituzione. Qui, com'è naturale, si deve chiarificare subito la que– stione del rap.por-to recipl'Oco Organismo Rappl'Csontati\·o– Associai,ione. E' bene sgomb-ra1·e inizialmente il campo da alcuni equivoci: il valol'e del fatto associativo non deve mai in alcun modo esi:-\eresottovalut-ato, anche se va indi– rizzandosi dalla b1rnalitì1 ric1·eativa degli Ordini, o dall'ana– cronismo delle feste delle mati-icole, alla consapcvolczzri di un contributo più impegnato all'attività dei gl'uppi goli.1r– dioi negli OORR. i\nzi 1 il fenomeno associativo è tanto più meritorio e ncces~u1·io. quanto pili si riduf'e .ad ambiento di comune studio clç.i temi eia attuare nelle Rappresen– tanze, cli comune cont ..ibuto al loro dibattito ed alla loro generale coscien:.-,u n4"gli studenti. Sart~ bene anche rico1·– dare che una cosa è la riforma scolastica sorgente dalla conve1·genza di esigcn;,:c dj una comunitù sia pur somnit,– riamente organir,zatn, \1n'altra ~ono gli aridi programnii schematici, trasferiti agli esecutivi delle Rappl'esentarw,e attraverso l'elabora,,.ione isolata cl('j componenti goliardi o l'elaborazione, forzatamente l'istretta, dei gruppi. Questo è tra Faliro anche un modo di evitare il verticismo dei di1·i– genti goliardi, altrimenti dep1·ecato a vuoto, cli renderli costanten1ente aderenti a quella base da cui in fondo trag-. gono il p1·estigio e;o;tc1·iore,e a favor·e della quale dovreb– bero inclirizzarn i loro sforzi. Né vale, giunti a ciò, rifugiarsi dietro l'affermazione che allora Organismo e Associazione si possono ·rar coincidere e che la seconda meglio esplicherebbe le sue forze scio– gliendosi e immcilendole dil'ettamente nel primo. No, h, 1·iforma dcllu scuola è un problema cli esigenze immediate, di programmi da mntare con urgcnzu, di schemi e metodi da abolire o trasfo1·mare, di nuove voci e nuovo la\·oro da immeitere e far ascoltare nell'Istituto universitario; ma è anche sfonw di educazione degli uomini, integrazione delle capacitit culturali dogli indjyiclui e loro potenziamento, preparazione e sensibilizza.zione dei destinatari alle riforme, perché queste siano più feconde e - diciamolo pure - meno campate por aria, pili realistiche ed idonee alla situa– zione di fatto. La riforma della scuola è impegno politico a vasto raggio,· è grande battaglia per tutta la nazione (secondo le mozioni approvate dal Congresso dell'UNURT a Grado) proprio in quanto non si limita all'azione di rottura, alla rivendicazione, al sindacalismo dannoso anche se inconsapevole e negato; ma proprio in quanto unisce :razionalmente miglioramento délle funzioni tecniche con progresso di coscienza civile e democratica. Niente vellei– tari movimenti giovanili: solo, rifo1;ma della scuola e riforma dogli scolari, mutamento di programrni e nozioni e m.iglioramPnto delle teste che se ne servono, in un~ parola Organis,no Rappresentativo e Associazione. Ma allora, se l'azione per una riforma integrale di questo tipo è obbligata a legarsi alla continuità di un impegno politico in tutto il mondo dell'istruzione e delh, cultura, si allargano e si chiarificano anche i terreni di attività e di interesse dell'Associazione, Dalla scuola media all'Università, e nell'Università gumdando al mondo della pro~e_s~ion~e preparandosi all'inserimento in essa, la resp on– sab1b~a eh una prer-(enza si fa, più continua e intanto p.iù orgamca. La scuola secondaria con i suoi non effimeri fel'menti, ha delle analogie con 1 Ja situazione universitaria dell'immediato dopoguerJ"a; allora era 1lna sensibilizza– zfone generai~ degli studenti quella che necessitava, una certa formazione prol_lrninare, o, oggi che nelle Uni\·e1·- COLOMBO siti\ urge di pili il momenlo rappresentalivo, tale rurw,ione passa alle libere associazioni degli studenti medi. L'inte– ress!) dell'UGI verso queste non dove scadere nell& gene– ricitìl del richiamo da pe1·sona a pel'sona, nè deve risol– versi nell'ingerenza p1·iva di giustificazioni formali; deve esse1·e tentativo di adcg11al'e cèrti temi a. mentalità che nppena cominciano ad accostarvisi, di stabilire un nesso logico - e perciò politico - frn. certe insufficienze; certe 1·esponsabilitù, e certe deci~ioni. Deve sboccare insomma in un'attenzione l'i~pettosa dell'autonomia, e volta non certo a ingrossare le file dei goliardi poco consapevoli e meno ancora capaci di restJOn~abilità, ma tendente im·ece a preparare e ad educare i futuri aderenti alle Associazioni ottrave1·so le loro stesse e!-iperienze, anziché a. cercarli e quindi a conservarli, come si fa ora, in fo1-zosa con- vivenza .. Una penetrnzione sifl'ictttn, qnes:to sforzo cli far tradurre nell'impegno del militante l'adesione generica dell'inte- 1·essato, è chiaro che ha un senso màggiore se praticato nell'evoh-ersi del tempo anzichè nelh1. <·ontingenza propa– gandistica, magnri solo nl momento delle elezioni univer– sitarie. E cosi pure l'inte1·,·ent0 nella prospettiva post- 11niversital'itt della pl'Ofessione, anche a non sollevare più il velo sulla hagicomica espel'ienza dell'Associazione Lau– reati, si persegue inquadrando una pili adeguata posizione ciel laureato-pl'ofessionista in una più funzionale rispon– denza del rnomento-Facoltù. Non si è prnfessionisti facendo 1111 salto nel buio dopo la luul'ea o risalendo foticosamente la co1Tente d1 una conconcnza cui l'el'udizione scienti– fica. non ha prepa1·ato; si è prnfessionisti nella misurn in cui ci si sa servire degli strumenti di ricerca e di libera atli,·iti1. che l'Istituto hn consapevolmente fornito. L'auto– matismo di questo insediarncnto, la sufi n11tul'alezza, diremrno quasi, si perseguono quindi ancorn in sede univer$itoria, anco1·a con la. 1·iforma o talvolta con una sernplice più p1·e– cisata efficienza dei pl'Ogl'ammi delle singole Facoltà. Del resto, se questo sistematico elaborare una propria ternatica continuativa di fronte alln scuola, come organismo politico, l'iprnpone in ogni momento una produzione culturale rin– llO\.:~ è e\·id~nte che richiede anche ,m esame delle conQc-zioni ideologiche clte ivi vengono dibattute. N .\8('11 C01':iÌ l'inter.rogati\·o. ~ell'As~ociazione goliardica 4:: aperln > o «chiusa>, c1oe rnumta o meno di fronte ulla dialettico interna tra grn1Jpi opposti, quasi un'altemaU– Vtt l'l'a posizioni cli trnnquillit,\ o di agitazione; inutile ripe– t.e1·eche ~i trt,lbt anche q11id'un equivoco. L'Unione Goliar– dica non è una pentola col coperchio da mettere o togliere a seconda della \·inilenza dei bollori interni, né è prov– vista di sel'l'atu1·c eh sicurez:1.n.-Si riesce e si è obbligati ad appa1-tenel'vi, come dice Chiantgi, solo limitatamente alla Clll'iositù e alla clisponibilitù individuale cli ognuno; per il fatto che uno studente chiede di esservi isc,·itto, si afferma il suo interm,se ud un modo di cornportarsi che è alieno dn etichette, e questa « virtll > è da trattarsi laicamente. Comunisti, socialisti e - perché no? - cattolici e monarco-fascisti, all'atto sies .:;o ih cui, rifuggendo dal comodo schema incl\lcato alla cellula, alla parrocchia o alla sezione, si pongono con le loro esperienze divergenti u contatto l'un l'altro nel dibattito conùme, sono legittimati a fa& pa1·lc del costume dernocrntico O liberamente laico delle Associi1,.;ioni goliardiche. Sarà naturale il tentativo e In corsa all'espugnazione dall'intemo; ma ci si difende di più e pili a buon diritto reagendo in secondo tempo ullu sco1·1·ettezza cl~ questi tn.tt1cisrni che non premunendosi col reticolato iste1·ico del processo alle intenzioni. Chi entra nell'UGI con secondi fini. o non li rivela e allorn ha compiuto un'azione inutile, ~!agli sviluppi della quale vuò anche venir suo malgl'ado sopni.ffalto; oppure getta, come si suol di1·e, la maschen.l e allorn riconoscerà, volente Q nolente, che il suo terl'eno è ultrove, perchè di polemica e non cli collaborazione e convergenze. Se infine queste terrificanti « quinte colonne> saranno così numerose da avere il sopravvento e da autodefinirsi in conseguenzà la golia1·dia vera, ebbene, sal'it poco male trasferirsi altrove e ricominciare la nostra buttaglia sotto una qualifica qualsiasi che non incrimìnerìl le nostl'0 concezjoni di fondo. E neanche l'eggo l'obiezione, come qui è stato SCl'itto, che, in questa ci1·costanza, con l'UGI calderone confusional'io di tutte le tendenze \"el'l'cbbe in fondo a identificarsi l'UNURI, cioè la Rappresentanza Nazionale. Affatto: una cosa è il consesso di tipo parlamentare, un'altr.a, ben differenziata, sono dei circoli ape1·ti ove il l'isultato più pieno e decisivo è r·appresentato dal forni1·e una tribuna a tutti perché dnl giuoco comune delle idee si arrivi a un comune miglioramento di esse e dei loro estensori. Forso che la carnevalat:a elettorale e l'ammini– strazione dei bilanci esauriscono tutto il fenomeno di vita politica praticato da una cornunità universitaria munita di rappresentanti? Ben altro significa es~er goliol'di: compiere un eser– cizio quotidiano di discernimento, contro ogni precon– ceito , e tra.volgendo ogni schematismo artificiosamente (101) .nunl'arepubblica apprestato, stabilendo analogie e sfruttando tutto quanto pennetta piattaforme di •iniziativa comune, usare il lai– cismo dav\·e1·0 solo come metodo. L"affermare con tra– cotanza, di fronte alle altro fol'ze politiche, universitarie e no, « ... ma noi siamo lnici, e loro per niente ... » significa f•onfondel'e il laicismo con una dichiarnziono program– nrntica, farne una sorta cli assnrda metafisica, e quindi negarne l'essenza. E' ben vero (• he con m arxisti e cattolici si dialoga con maggior risolutezza quando.le posizioni 1·ispet– ti\·c sono distanti al plmto da dll.1·luogo a differenti entità. O!'ganizzative; ma in questo caso la questione ù appunto di \'edere dove, e in che occasione, e perchè questo avvenga, e se debba continuare a ~ucccdere per forrn. Una inda– gine minuziosa nelle varie sedi. di fronte ad ostacoli contingenti, ·universitari e più ~mpiamente politici, da affrontare assieme o meno, giuslifiche1·à ancora di più il « laicismo ambientalo> dell'UGl e ne farà ln ogni caso formazione idonea a svilupparRi in sincronia col suo luogo e col suo tempo senza ipocrisie nè conformismi. L'erigero a parola c1·01-dineil semplicismo che consiste nel fare della goliardia la « legione strnniera » il più possibile nume– rosa di « arditi della. 1·ifol'rna scolas,tica >, o l'anacronismo del marciar divisi a tut.ti i costi, sono posizioni di per sé naturalmente sfavorevoli ad un approfondimento delle esi– genze dell'universitario. La supedìcialità. del giudicare, comunque, non riesce ad evadere per lungo tempo gli intcr110gativi a cui si pone rimedio solo chial'Cndo definiti– vamente a cosa si vuol al'rivare e qual~ shumento si clesi• dera llSi\l'O. A DIRE il vero, a Modena, di fronte al « vecchio cen- i ro > delle frasi fatte, dei pa1titi, del me1·iclionalismo discutibilo ma giustificato, non si è risposto con altret• tanta, almeno formale~ chiarezza di posizioni. E il racco• glierf-i, per amor di confrapposizione simmetrica, in alleanze arnb.igue, equivale nella sostnnza a fa1·e i giochi di corridoio e le compre di \'Oti che tanto si deprecano. Lo slogan del movimento giovanile non è forse altrettanto generico ed abusato come il moralismo di chi additava i « ripetenti della cultura> sem·.a spiegare, volendo sostituirli, cosa pen– saS;Se unitarinmente dell'esame di Stato o del riconosci– mento giuridico degli 0('.)RR?,. Jn realtà, un pensiero siffatto non si poteva. esprimere, perchè tra gli « oppositori » c·erano concezioni opposte e non passibili di mediazione. A rompere le allean~c equivoche e non a. farne delle nuove, ma a riscattarne l'iniziativa in programmi final– mente unitari, pen.~eranno le Associazioni più consapevoli, come scr•jveva Spaz.zali su queste stesse colonne. Perso• nalrncnle non srnmo confortati dalla fede in un pl'ossimo Congresso tocca~;rna, e d'altra parte in tali sedi non avviene cli solito che uno scnmbio di espel'ienze scoperte e vis• sute ciascuno a casti propria; ma la speranza che da n110,·e posizioni __;_nate da 'nnove personalità con In loro Ol'iginale educ.-1zione - si conc1·eti una linea. politici\ scevra da in,•el'tezze e sb1rndt1menti, è l'unico elemento che informa e giu~tifica la nostru azione. E' uscito VICTOR SEHGE Memorie d unrivoluzionar dal 1901 al 194-1 E:' la storia di un rivoluzionario che: dopo lotte, eventi, mutamenti di ogni genere, nel suo esilio messicano, dal quale non doveva far più ritorno. non aveva rinnegalo nulla degli ideali. in– completi o parziali che fossero. i quali l'avevano guidato' nella sua azione po– litica. e tuttavia aveva già raggiunto una sufficiente chiarezza critica per rappresentare e raccontare se stesso. Grazie a Serge. la tomba che si pre– tendeva di racchiudere su una intera generazione di uomini si è aperta, e quegli uomini sono dinanzi a noi. par– lano, vivono. E' un racconto doloroso · di orrori e di terrori. ma è nell'as– sieme un racconto confortante: la , memoria» restituisce la parola a co– loro che la tirannia aveva fatto muti e dà ai vinti una vittoria. diversa ma non inferiore a quella che speravano. nihllolera J,eone Gin1.b11rg - 11. 12. 1~d. De Siiva, flfl. ,XVJ-5S~ . I,, 2700 LA NUOVA ITALIA FIRENZE L'ECO DELLA STAMPA UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE Direttore: Umberto Frugìuele / Mi I ano, Via G. Compagnoni 28 Corrisp. Casella Postale 3549 Telegr. Ecostampa

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