Nuova Repubblica - anno IV - n. 9 - 26 febbraio 1956

(99) nuova repubblica * BIBLIO'l'ECA * I LALOTTA CONTRO I MONOPOLI Q DESTO libro (Piccardi-Ascarelli-La Malia-Rossi, La lolla contro i nionopoli. Bari, Laterza, 1955) rac– coglie il testo delle quattro relazioni tenut'e a Roma nel marzo 1955 in occasione del convegno slli · monopoli organizzato dagli « Arnjci del Mondch. Vi si discusse degli stmmenti di direzione econorn.ica dello Stato in funzione antimonopolistica (1·el.atore Piccardi), della riforma delle socif,tà per azioni e dei rapporti tra politica ftscale e legi– slazione anticonsortile (relatore Ascarelli), degli scambi cçm l'estero in rappOL'to ai monopoli (relatore La Malfa) e; infìne, delle nazion·aJizza..:ioni (Rossi). Apre il volume un'ampia introduzione di Eugenio Scalfari che illustra le fasi preparatorie, il significato dottrinale e polltico del convegno anehe in l'iferimento alla legislazione di nltri paesi (Stati Uniti e Gran )3rebigna). Ciascuna l'elazione è corredata da:gli interventi succedutisi in sede di discus• sione :· intel'venti, in qualche caso, di i·ilevante importanza. Lè note salienti dell'impostazione teoi-ica e dei corol. lari politici suggeriti si 1~ossono raccogliere entro· un quad1•0 sufficientemente omogeneo. Ripudiato corne inattuale. il liberismo puro, la dot. t1·ina. classica dell'equilibrio naturale delle for~/4eecono• rnid1e, gli studiosi. radicali indicano il processo monopo• Jistico come un fenomeno proprio del mel'cato capitali• stico, feno1neno però non strutturale ma subordinato ed eliminabile. Perciò propongono una operazione di recu• pero verso un COl'l'etto gioco tra forz,e di base e inter• venti statali. La produzione e )a clisttibuzione della rie• chezza. non ubbidiscono alle ipotetiche armonie del Ba• stiat ed è perciò necessario rinte1-vento dello Stato che fissi la dire:t.ione legiferando pianificando stimolando con• trollando vietando agevolando. Però tale intervento deve csercitai·si con parsimonia, caso per caso, con la convin– zione che il peLfoolo più grav~ sarebbe proprio quel 1·adi– cale capovolgimento del sil:itema capace di tagliare per sen;p,·e le unghie ad ogni forff1a di attività monopoli. stica del capifàle e di conseguente pressione dei ristretti gruppi cli capitalisti sulla· società dei consumatori sia sul piano economico- sia- sul piano politico. I 'ANALlSI del fenomeno dei monopoli nell'indnsb-ia .,J italiuna, quale risulta dal libro, è semplicemente impressionante. La sitna:,,ione delle società elettriche è mi documento drammatico delle condizioni reali del paese. Sono pagine che aiutano a capire, che aiutano a 01·iental'si. Chi comanda in Italia? Qual'è il vero oStacolo ad uno svol• "gimento democ1·atico e popolare de.Ile norme sancite n~lla Costituzione? Ma, per una apparente inconseguenza, gli antimono• polisti radicali, peL' attual'e una politica che pohemmo de• finire,. con termine di 1.noda, di•« rìlancio » liberale, si l'Ì– volgono a quelle stesse forze da cui la spinta monopoli. stica ha preso l'avvio. Essi commettono l'erJ'OJ'e di soprav• valiltare il peso pratico delle soluzioni teoriche pl'Oposte, considerando perciò l'ipotesi di una politica antimonopo• Jistica ineccepibile sotto il profilò della logica formale, ma completamente estl'anea all'effettivo rappmto delle forze nel paese. Piccardi afferma che le propol'zioni nrnc1·oscopiche dei monopoli di settore invadono di fatto, se non ancora nella 1c~toi-a t-fella legge, la sfera del diritto pubblico. E' una osservazione incontestabile. L'incertezza dei confini tra pubblico e privato, la situazione paradossale per cni ciò ciie è pubblico (enti, opere pie, ecc.) risulta spesso asso– lutamente privo di 'incidenza sulla vita collettiva, mentre ciò che è pl'ivato (Montecatini, li'iat, ecc.) controlla di fatto la vita dè"lla nazione, impongono ben alfri rimedi di quelli proposti da Piccardi che si limita ad auspicaJ"e l'istituzione di un organismo politico per la direzione del– l'economia nazionale, organismo che dovrà essere più efficiente e di più ampi p.otel'i dell'attuale Comitato Inter• n)inistel'iale dei prezzi ma dovrà pur sempre operare in 1,.na- ibrida· situazione di coesistenza. tra speculazione pri• v,i.t_a e _pianificazione. · · \ . E' vero, com.e osserva Piccardi, che- lo Stato non può lare, ..corne oggi si sobbarca {l fare, la concor1·enza econo• 111icaall'i1ùziativa privata. Il fine dello Stato non è l'utile, ma il vantaggio della collettività. Il rimedio ad una situa• zione del genere è la nazionalizzazione. I radicali, lo sanno bene. Ma sono, su questo punto, perplessi. e ·cauti, come colui che percorre la via ma si l'ifiuta di raggiungere la meta; Essi rit~ngono infatti di poter separare nella so• cietù. bo\·gbese, istituzioni m.alate e istituzioni e prin– cipi sani. Asoarelli sostiene la funzionalitù. anticonsortile di una riforma delle società per· azfoni tendente ad impori·e ad esse la pubblicità dei dati di gestione, l'analiticità dei bilanci, un effettivo contrnllo democratico nell'ammini. stt"azione e la tutela d~lle maggioranze azionarie contro 1'intrapre~dente iniziativa delle minoranze. La tributa. zione delle riserve societarie dovrebbe integrare tale legge sn1antellando gli accumuli massicci di capitale che sfugge,'· di fatto, l'imposta coniplementare. •Visentini mostl'.a come una politica fiscale possa svol• ge1·e solo un'azione indiretta contro i monopoli e come di (Dis. di Dino Boschi) {Vi/Iorio r.assmfU1 .~i sfa csihen do nei 110.~lrl teatri {11 11n «Recital» d11ra11/e il quale ,leclama poesie, e r/u(rl• che /Jra11<1 dell' A111felo i crifi<-i che 1111rammirano le doti ha11110 parlalo {li « /l'(u/i111e11to del teulro ») LA VII QUADRIENNALE ASTRATTO E CONCRETO 7 Caro Codignola., TORINO, 13 febbraio 1956 « Astratto e concreto», l'articolo di Crispolti in occa– sione della Qua.driennale romana, non ci è piaèiuto: non per la mancanza di sensibilità critica ma per Ja man• canza di una jmpostazione politico•culturale. La sua cri• tica formalistica va bene per tutte le conenti (perchè parla solo di a1·te o di arte pura che è lo stesso), ma proprio pe; questo non va bene per nna posizione che nella realtà si è impegnata socialmente e non certo estetisticamente. « Non è difficile accorgersi come sia impossibile preScin– dere da questi nomi se si voglia cogliere ciò che di più vivo e qualitativamen~e elevato esista oggi in Italia, quanto ad al'te figurativa», dice il Crispolti, e i nomi sono dei pittori che formano la compatta falange della noiosa accademica avanguardia, pompata dai critici, Jm. mancabili premiati di ogni esposizione ufficiale, i Cor– pora, Afro, Bfrolli, Cassinal"i, Ma.gnelli, Ajmon~, Carmassi, Romiti, Scialoja, Merlotti ecc. Questa « la nuova cultura · figurativa che si è formata in Italia dopo il 194.5 » auspice Picasso da un.i parte e (io aggiungerei) Kandinsky, Klee, Mondrian dall'altra. Ma questa cultura è arrivata in Italia con almeno trent'anni di ritardo, e la vecchia lezione non solo ha perduto il suo senso, ma· non è neppure stata ben capita. L'inuma.nìtà feroce e spregiudicata di Picasso si è liquefatta in mille incomprensioni: nelle ripetizioni di Birnlli e di un certo Morlotti, nei sogni inconsistenti di Afro, nella cifra di Santommaso e di Carmassi. A met– ter vino in questa povera acqua è venuta la forma astratta, il rappo~·to cromatico, il valore della materia, tutte cose che derivavano dalla più assoluta incomprensione di Kan– dinsky, ascetico spiritnalista rnrnantico (che in un grotte• ... sco capovolgimento vedeva le sue formule diventare pretesto per una blanda quanto epidermica sensualità). Da ciò cosa è venuto fuori? Ce lo dice il CriSpolti: « Una ripresa diretta ed emozionale dalla natura, risolta in una equiva– lente e musicale struttura cromatica (qualcosa come "im– pressionismo astratto") ». Ma bisogna chiarire che la na• o" Recital" mentre, preso dal delirio, tura è solo pretesto, --perchè tanto si risolve in una mu~ non so più quel che dico e quel che faccio i, sica le strnttnra cromatica (l'equivalenza è discutibile). fatto oggi, in Jttllia, essa discrimini a favore dei grossi Non ,.-oglio dilungarmi nei particola1·i, perchè basterà dire e dei piazzati' contro i piccoli e contro i._nuo.Y.i.-~~-- che la « straord_inaria coerenza e densitù. poetica», il « rap- La Malia sostiene che per abbattere i privilegi mono- porto struttura-colore» e simili non dicono ancora niente, polistici nostrani bisogna creare uno spa;,,io economico o meglio dicono che l'artistp. (e il cl'iiico che lo approva) eul'Opeo, capace di inserirsi come te,-zo spazio tra il mer• ha evaso il dovere di una prncisa scelta di uomo tra gli cato socialij;,._t;_a e -il mercato americano. uomini per dedicarsi ad arbitrnri quanto inutili giochetti Rossi i~fffl~ espone le ,·agioni per cui due provvedi- di mestiere (e anche di mestiere dei sentimenti quando si menti sonò di i,nprotogabile urgenza: la nazionaliz:t.a• gioca sui ricordi estetizzati e sui sogni a buon mercato). zione de11e indusfrie elettriche e della intera rete telefonica. Gli esponenti di questa pittura nfficiale che a volta a volta Una somma di argomentazioni illuminanti, di esempi cerca un equivoco attacco alla realtà ora nella materia ora irnpi-evedibili, di dati che non sono certo di comune no• nella natura, sono gli assertori clell'autopomia e autosuf~ :t.ione, moltiplicano .l'interesse tecnico del libro. 1 fìCieri.za della pittura, del suo valore fuori e al di sopra Ma, sotto- il pi-ofilo politico, assa.i diversa risulta la. qua• di ogni rapporto sociale (e non per niente il nostro cri- Jilicazione dei risultati del convegno. Appare incomp.ren• tico pal'la di intimismo, d'introspezione, di assunto fanta~ sibile infatti come gli economisti radicali ignorino fesi- stico), sono i qualunquisti, i pericolosi assenteisti dalla stenza. di una precisa politica sociale da p~i·te dei par• lotta politica, coloro che salvati dalla tela dipinta pren- titi della classe lavorat1·ice. E' t~no sj;rano modo di ,·isol. dono con facilità qualsiasi tessera e rinunciano in· par• vere i problemi della vita economic1i, nazionale ignorando tenza ad un Javol'O effettivo di critica, di comprensione e le attese di un terzo degli italiani. Dicono. che )a demo• modifìca.zione della realtà. Crispolti ha sbagliato nel cre- Cl'azia da loro ipotizzata renderebbe for~almente possi• <lerli i rappresentanti « dei pochi reali valori della nostra bile la lotta .politica senza più il peso del p 1•ivilegio. cultura fìgm·ativa », e ne consegue la citazione di Maccari Ingenuità? Ottimismo? Dottrina1·ismo? Come Manlio Rossi• tra i minori, la scarsa considerazjone per un Guttuso, la Do1·ia disse ne.I corso del suo intervento al convegno, il omissione di Carlo Lev.i. Ecco perchè ci sembra. sia sba- pl'oblema dei monopoli è posto male finché si ]imita il gliata l'impostazione critica: perchè il pittore, per poter bersaglio al grande monopolio il cui mimetismo è mas• dire qualcosa., deve avere scelto la sua responsabilità so- simo e il. cui danno è perciò meno evidente al grosso· pub• ciale e politica, e questa scelta deve realizzarla anche nei blico. Bisogna propagandare la lotta contro i monopoli quadri; la natura perderà allora quell'incanto sognatore, in tutte le forme _che essi assumono, anche quelle di li- la matetia finirà di esser fine a se stessa, e nasperanno ~· mitato sfruttamento locale. Ma allora ci si accorgerebbe persQnaggi, e i campi, gli albe,·i saranno campi e albe1'Ì che tutta la società italiana non è sè non una rete di dell'uomo, e gli uomini saranno denunciati sulla tela, monopoli_ lega.li e illegali, anim9ti da buon.e o da eattive JTI' così. che inizia un discorso sul realismo, su quella po.. intenzioni, ma capaci comunque di frazi0nare il tessuto sizione cioè che vivendo di una integrale coerenza, spezza economico•sociale-politico della nazione in una miriade di l'individualismo arido deJl'astratto•concreto, per scendere isole su cui 1·iesce più difficile il processo di attiva:t.ione con l'arte in un dialogo aperto con gli uomini. democratica. Sì, è vero, i monoppli sono llnpedimento alla Cordiali saluti, vita delle lihe1:e istituzioni in Italia: ma i grandi mono- Fausto Amodei poli sono soltanto i gL·ossi esemplari di un tipo che è diffuso nel nostro ambiente, e che mostra Una vitalità pro- teiforme, come dice berie il Rossi. Non si ca.pisce bene perché gli economisti· radicali, che sanno come l'unico vero rimedio sia la nazionalizzazione, si arrestino però di fronte ad esso. Il lol'O discorso rimane accademico e dottrinario proprio per questa voluta limi. tazione delle .prospettive dell'esame. nuova repubblica I rimedi proposti, proprio perché marginali, sono ~llu– sori. Peggio ancora, sono frutto di un moralismo profes• sionale deletm·io. E' un' lavoro mentale inutile, perché quei teorici, profeti disarmati, ruinanÒ, pur nella saldezza dei loro edifici di sillogismi. Manca infatti in essi lo sfoi-:t.o di. tJ;asformare la realtà economica dell'Italia in modo organico e sistematico. E così i loro pensamenti sal'anno, come sono infatti, esecrati sulla sponda di destra, la cui politica classista crede di aver bisogno di ben altri apostoli. Ma, poiché, come è noto, una destr·a in Italia non esiste e la vera destra è il centro; poiché d'altra parte il discorso dei relatori non vuol essere dvolto agli uomini della sinistra, non si capisco bene in chi sperino i radicali per una rigene1·azione democratica in Italia. DOMENICO NOVACCO ABBONAMENTI: Annuo •• Semestrale Trimestrale L. 1500 " 800 " 450

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