Nuova Repubblica - anno IV - n. 7 - 12 febbraio 1956
6 (97}.•nù11v11, repu'1'1lica •· IL CONGRESSO;, N . AZIO NA.LE DELLll .. CGJ·t ORIENT AM·.EN~I SIN.DACilLI Pubblichiamo il testo_ integi'ale del docume1ito orientativo che alcuni compagni di Unità Popolare ed al– cmii indipendenti presentano all'imminente congresso della Confederazione del Lavoro. I temi .di poli,- ' tica economica, di struttura sindacale e di solidarietà operaia affrontati in questo documento possono costituire utile strumento di lavoro per la determinazione di una rinnovata politica sindacale in Italia Premessa L A FASE politica e sindacale che stiamo attraversando è caratterizzata dall'attacco che gli industriali hanno sfenato contro i lavoratori nelle aziende, come ultimo atto. di una lotta che ebbe inizio all'indomani stesso della liberazione. Le discriminazioni, i licenziamenti arbitrari, le assun_zioni politiche, la pressione per eliminare dalla azienda ogni manifestazione di libertà sindacale o anche soltanto civile - tutti gli atti cioè che hanno provocato la nostra lotta pel' la difesa della libertà nelle fabbriche -, non s,ono soltanto espressioni della solita resistenza pa– dronale allo sviluppo di una coscienza e. di un'azione dei lavoratori. Essi sono gli atti di una ben calcolata politica che mira ad indebolire definiti,;amente le classi lavora– trici e a trasformarne le organizzazioni sindacali in organi di collaborazione economica. Ciò spiega perché, contrariamente alle sue abitudini, Ja classe padronale non esiti a sbandierare le sue azioni discriminatorie; a colpire apertamente, senza nemmeno nascondere la mano; a farsi una specie di sinistra pu,bbli– cità della forza, del ricatto e dell'oppressione. Ciò spiega però anche perchè, insieme a queste azioni di forza, ve.nga esercitata pure un'azione di ammorbidimento con conces– sioni salariali e premi, distinzioni tra sindacato e Sinda– cato, e con la montaturn tra ideologica e prog1·ammatica delle « relazioni mi1ane ». Lo scopo è chiaro: operare una frattura profonda tra i lavoratori; coinvolgere la reSponsabilità di una parte dì essi in~ una gestione economica tutt'altro che positiva .. E nello stesso tempo, dimostrare la -propria lealtà ai gruppi· intern~zion~li c~1è sostengono politicai11ente e fìnanziaria– m~nte questa gestione economica ~he può diventare l'OVi– nosa. E' la politica economica dei mo'nopoli che hanno bisogno di spezzare la resistenza sindacale e politica dei lavoratori per avere mano ·libera- nel campo_ economico come il), quello politico. . La nostra risposta a questo tentativo sta in una linea d'azione che si può cosl esprimere: battersi per la soluzione dei problemi economici nazio- nali, nell'interesse del movimento operaio; ' battersi per il rafforzamento del movimento operaio, nell'interesse· dell'economia nazionale. Ma _qtwsta politica rimarrebbe soltanto sulla carta se non dj~mo corpo p. .ciò che oggi è la nostra prima esigenza di fron,te ,al tentativo di di_viderci: la solidarietà cosciente " di tutt.i i !&-vora~ori.Non intendiamo con queste parole rij::)e, tere un. appello puramente sentimentale o indicare delle manovrett~. ~.lleanzistiche. Intendiamo uno sforzo che tra~ duca, questa. ide8.~forza in azioni sul terreno economico, in riven~icazioni che superino nnteresse egoistico, in aper– ture strutturali ed organizzative che rendano più efficiente e libera la nostra organizzazione sindacale proprio nel mo– mento in cui contro di essa sono dirette le manovre indu– striali. Intendiamo, con queste parole - solidarietà ·di t~1tti i lavoratori - uno strumento e ne11o stesso tempo un fine che si raggiunge solt~nto con una politica corag– giosa, spregiudicata, realistica. Di fronte al ritorno a condizioni pili normali di vita economica dopo le deformazioni politicizzate della guena fredda, dobbiamo infatti operare una scelta precisa. Dob– biamo cioè decidere se opporre ai problemi economici che ci si presentano un se!3co diniego, chiudendo la lotta sin– dacale in un ambito poco più che .Salariale e affidando ]e trasform azioni di struttura all'azione politica; oppure se vogliamo affronta.re questi problemi, al vertice come alla ba.se, per tentare quelle soluzioni che siano immediatamente possibili nell'ambito della situazione attuale. Bisogna deci– clere e decidere a ragion veduta. Il prezzo della prima alter– nativa può· essere la continuazione dell'immobilismo poli– tico e sindacale che ha favorito. i gruppi pili reazionari e può essere pagato con la nostra assenza da sviluppi tecno– l0gici ed economici di cui non possiamo oggi prevedere ]e ultime conseguenze sociali. Il prezzo della seconda alter– nativa sta nel pericolo di scambiare delle soluzioni imme– diatamente possibili con un puro e semplice riformismo sindacale, e di chiudersi nei compromesSi per insufficiente orientamento idcolégico e per mancanza di elasticità. Ma è anche chiaro che, senza un'analisi approfondita della situazione e senza una deliberata scelta della linea politica con cui far fronte alla situazione, ci troveremo a J'ispondere all'offensiva calcolata e totalitaria del capi• talismo con _dei mezzucci e· dei ripieghi che non potranno n~i costituire. una linea d'azion'e logica. E sbaglieremmo H primo obiettivo, perderemmo la nostra arma più impor– tante: la solidarietà dei lavoratori. LA SITUAZIONE ECONOMICA La situazione economica italiana è caratterizzata da · una distorsione sempre più evidente tra industrie dinami– che ed ihdustrie statiche. Alcune industrie, infatti - quelle che possono essere definite «monopoli» ed altre - stanno 1·apidamente espandendosi, mentre altre - grandi, medie e piccole, ma specialmeote medie e piccole - manten– gono faticosamente posizioni arretrate. Un'analisi delle cause· che hanno provocato questa distorsione sarebbe alta– mente istr.uttiva: basti pensare alla capacità, passata e presente, di molte industrie di manovrare le leve della politica fiscale e creditizia e doganale del governo. Importa però. maggiormente notare che le industrie dinamiche sono caratteriz~ate da forti margini di profitto, da un elevato tasso di investimento e da una concentrazione di capacità produttiva in settori economici normalmente secondal'i, perchè limitati a beni di consumo durevole, anziché di beni strumentali. · · La espansione di queste -industrie porta ad una con– centrazione di çred(to. e i capacità produttiva che si risolve a danno dellè altre industrie, in particolare di quelle m_edie e piccole non protette da una politica gov_er– nativa in canipo fiscale e credhizio che fornisca loro la possibilità di rammodernarsi e di competere con le indu– strie dinamiche. Oltre a ciò questo sviluppo economico unilaterale, que– sta distorsione ef'onomica, determinano ~m rapporto .sempre più sfavorevo)e tra mercato interno ed espoi-tazione, sino ad un punto di <:risi in cui ampi settori dell'economia ita– .Jiana sono. affidati a mercati esteri e alle legislazioni relative, per non parlare dei ricatti politici. Infine, rientra. nel qlladro l'indfrizzo recente della poli– tica della Confindusti-ia C:1e rimane formalmente uflitaria, ma che, in realtà, si è ai·ti~olata piegandosi alle diverse realtà aziendali, favorendo in prntica la conèentrazione eco– nomica in alcuni settori. li fronte confindustriale viene cosi a lasciare una· maggiore libertà d'azione ai singoli' gruppi industriali, pur mantenendo la sua tradizionale politica generale - evasioni fiscali, opposizione all'IRI, .Prote– zionismo, intromissione di capitali stranieri; politica gene– rale che nemmeno le industrie medie e piccole hanno mai avversato, anche quando, come oggi, essa 1~ danneggi più _che favorirle. I si~acati coadiuvanti A questo sviluppo econoriiico si .accompagna la ricerca di sindacati coadiuvanti da parte delle industrie dinami– che. Sfruttando da. un lato la contrapposizione di diversi ofganismi sindacali e dall'altro la possibilità di larghe concessioni economiche grazie al volume di profitti accu– mulati, le industrie dinamiche t_enta.no cioè di separare alcuni gruppi operai dal resto della classe. operaia e di operarne il lc,ro inquadramento, in posizione di aristo– crazia operaia, in sindacati ?i ._tipo americano.· A ciò si' accompa.gn8.l l'impiego di tecniche tra ideologiche e psico– logiche e sociologiche moderne; la loro alternanza con siste– mi di pressione intesi ad eliminare !''opposizione interna; Ja rivalutazione di organismi di rappresentanza operaia nel– l'azienda da contrapporre alle organizzazioni na"zionali; e la manovra scope1·ta dei licenziamenti e dèlle assunzioni discriminatorie, in dispregio delle leggi che regolamentano questi aspetti del rapporto di lavoro: sino all'azion~ intimi– datrice nei confronti delle più elementari espressioni di libertà e dell'esercizio dei diritti civili più semplici all'in– terno dell'azienda .. Sa.rebbe un errore trattare tutto ciò come un semplice rigurgito del sottofondo fascistoide del capitalismo ita– liano., Si tratta di una politica a vasto raggio che vuole incapsulare, non eliminare il movimento operaio; una politica pericolosa specialmente per le sue bivalenze e per gli. aspetti nuovi che essa presenta. E' chiaro comunque che ciò significa, per l'econon-ia nazionale: aumento della dis~ccupazione tecnologica. 1 per la cÌ·isi crescente delle medie e piccole industrie; . inde_bolimento ulteriore delle possibilità di assorbi- mento del mercato interno; • , impossibilità di manovrare un credito sufficiente ad alimentare nuove iniziative o a sviluppare le industrie meno avanzate; · esportazione di capitali sotto forma di investimenti -.ll'estero a sostegno delle possibilità di smercio su mercati stranieri, o per la costi·uzione di impianti' di fabbricazione o montaggio; aggravamento d~lla situazione. econ9mica del Meri– dione. E per i lavora tori: pericofo di frattura, provocata dalla formazione di un'aristocrazia Operaia a carattere economico, che, tra l'altro, comprime i minimi sindacali nàzionali indebolen– done la capacità. di acquisto e impedendone l'aumento; indebolimento generale dello strumento sindacale per Ja presenza di nuove tecniche padronali di direzione del personale; impossibilità di intervento nella vita econon1ica del ' paese per l'aumento della disoccupazione; peggioramento delle condi,doni di lavoro presso le az~ende arretra.te per l'ovvio tentativo di queste di man-R• tenersi a galla sòstituendo al miglioramento tecnologico nuove dosi di sfruttamento fisico della manodopera. Si può concludere che raramente è stata così evidente la coincidenza degli interessi generali del paese con gli interessi del movimento operaio nel suo complesso; e cb~ raramente questi hanno così fortemente dipeso dalla solu– zione dei problemi economici della nazione. Obbiettivi sindacali Il quadl'O che abbiamo tracciato suggel'isce da solo sn quali punti deve battere la politica della CGIL e .quali 1 siano gli indici di 01·ientamento generale di Questa politi'ca. Essi sono: · richiesta di un"a politica fiscale e. creditfaia adeguata alla situazione economica attuale; miglioramento dCi minimi sindacali; potenziamento delle industrie lRI; imposizione dell'osservanza delle leggi sul Ja,·oro, in particolare sull'assunzione; sviluppo del Meridione . Sono i gi-andi temi di una politica sindacale da affron– ta.re. con tutti i mezzi a disposizione, sul piano parlamen- ta re come su quellQ dell'agìtazione sindacale. · In Italia non si dice niente di nuovo in materia di politica fiscale e creditizia; •la recente ap.provazione della· legge Tl'omelloni - sulla quale è bene mantenere delle 1·ise1·ve per le sue limitatezze· - permette di fare molta strada e pl'esto in qnesta di1·ezione. Ma bisogna che la legge sia applicata con severità e rigore: cosa non molto solit~. Importa perciò vedel'e questo problema non come definitivamente risolto o come uno dei tanti la cui ·solu– zione è destinata a rimanere f0rmale, ma come una que– stione di vitale importanza per l'economia italiana e quindi per il movimento operaio. Ma bisogna:~ evidentemente, che alla politica fiscale si·· accompagni una precisa e vigorosa politica cred,_itizia che vo?lia _impedire la formazione di queste .zone depresse pruna che sia tardi, e manovri una strnttura banca!'ia - che in Italia è md'derna <-:cl ~lastica - per ovvial'e è.gli effetti della distorsione economica, provocata da espansioni troppo parziali del complesso industriale italiano. Lo svi– luppo di unà politica creditizia· gover·nativa· che implica una politica economica più ampia e più interventista (ed in Italia non ne mancano i mezzi .e gli ·stn11nenti), è una delle condizioni essenziali per un miglioramento dei minimi salariali, uno dei maggiò1·i problemi economici e sociali attuali. Non si possono condurre delle vaste campagne di miglioramento salar'iale in zone ind'ustrialÌ economicamente depresse se non esiste almeno la còndizione di un loro sv~l~ppo. L'impossib~lit.à , ~i ~istribu~.r~,. 'in salari, degli nhh per la mancanza o la scarsità· degli utili stessi, o per la necessità di reinvestirli in assenza di un credito esterno costituisce infatti una grave minaècia di limitazione del~ l'azione sindacale e di peggioramento progressivo delle condizioni economiche del movimento operaio legato alle· industrie arretrate. ' Certo, la richiesta di miglioramento dei minimi s"àlnriali non .può attende1·e una po)itica fiscale e c1·editizia o esserle· s ubordinata . Ma bisogna- manovrare la richiesta di minimi sindaca.li più èlevati come uno sprone alle indu. strie statiche, perchè non si rifugino nella pigrizia dello sfruttamento fisico della manodopel'a e perchè imp0stino dei piani aziendali nei quali il credito dovrà entrare ·come • -condizione vitale. La richiesta diviené- così un atto orga– nico nel quadro clelle responsabilità dell'organizzazione cli fronte a.I movimento operaio e al paese; non un atto di politica organiz.:,,ativa indifferente alla sorte delle inclu• strie interessate. In questo modo, inoltre, le due fasi della politica della Confederazione si coll_egano stret.tall)ente. Alla azione par– lamentare si accompagnerà ~n'azione di base generale ed· una aziendale, accompagnàte da un'attenta osservazione dei problemi economici aziendali, da azioni intese a miglio– rare tecnicamente il processo pl'oduttivo, a ridurre gli sperperi, a pianificare la produzione, nell'interesse delle masse opernie. Il problema dell'IRI Una politica. sindacale condotta su questi binari e in questo spirito è giàr profonclam.ente e. concretamente nel-· 1 l'ambito di un'azione anti-monopolistica. Migliora1·e le condizioni dell'industria media e piccola e comunque della. industria arretrata, nonché del movimento opel'aio ad essa legato, significa contrappor;i alla. concentrazione econo– mica- de~ monopoli e delle aziende dinamiche. Uiò tuttavia non basterebbe. Occorré sviluppare l'azione per uno sgan– ciamento dell'lRI dalla Confindustria e per il suo poten– ziamento. L'episodio -ENI dimostra quali ripercussioni può
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