Nuova Repubblica - anno IV - n. 7 - 12 febbraio 1956

10 gresso. Gli Stati Uniti vogliono dimostrare .che è possibHe · (usando le parole di Mario Einaudi nell'introduzione all>ot– timo libro Nationalization in France and in I taly) « rag– giungere i fini della pianificazione senza modificare i rap- porti di proprietà». · Il primo bilancio repubblicano si richiamava decisa– mente a concetti :tradizionali; ~l secondo meno; il terzo ancora meno. Al quarto il salto è stato fatto. Si t.ratta di una di quelle svolte fondamenta1i di cui spesso non avver– tiamo. l'importanza perchè si verificano senza violenza, o almeno senza vociare di sta.mpa. In che consiste la svolta è facile dire: in termini generali, i repub~licani aveva.no la tendenza a concepire la libertà economica come a ssenza di legislazione - sottoposta sì a leggi di Ìlatura, ma non a leggi umane; per i democratici del New e del Fair Deal, come precedentemente per quelli dei tempi di ~.ilson, Cleveland e· J ackson, la libertà economica si attua attra– verso leggi umane che a differenza di quelle naturali non sono eterne e che vanno modificate a seconda che cambiano le situazioni. E' la differenza che nel campo politico distin– gue l'anarchia dal costituzionalismo. Ci sono naturalmente dei 1·epnbblicani che· brontolano, i pesci grossi per i qu~li anarchia, politica od economica che sia, significa la possi– bilità di mangiare i pesci piccoli, e di diventare sempre più grossi e più voraci. Ih Europa non siamo riusciti, almeno nelle maggiol'Ì nazioni, ad inventare. il costituzionalismo economico; o era anarchia o era. dittatura; o liberismo più o meno integrale o economia di Stato, più o meno integrale anch'essa, ,collettivistica, corporativistica o neo•mercantili– stica che fosse. Non abbiamo appÙcato al c/mpo dell'econo– mia i princìpi che politicamente ci hanno dato i regimi costituzionali, repubblicani come in Francià e in Italia, mo– narchici come in Inghilterra e in Svezia. Gli americani, a furia di errori e di tentativi, sono forse (insisto sul forse, ··ché in' questo ·campo tutto è fluido) riusciti a scoprire in pratica una formula che gli econornfati dovranno ora spie- gare teoricamente. · Parlando del bilancio, occorr~ tener presenti al@!)i altri fatti. l) In termini di spese che si corrispondono (burocra– zia, difesa, interessi, ecc.) i còntribueI,?-ti americani, mal– grado le cifre astronomiche, pagano - relativamente ai loro redditi - di meno dei contribuenti europei, occidentali od orientali che siano; vi è cioè un ampio margine prima -di ar1~ivare alla saturazione fiscale; se c.'è da fare uno sforzo, gli Stati Uniti sono iri gra.clo di farlo. 2) Il bilancio, come anche quello di quest'anno, sarà in pareggio; vi dovrebbe anzi essere un'eccedenza delle entrate sulle uscite di circa· mezzo miliardo di dollari (che .con tutta probabilità sarà superata· a meno che non si verifichi qnalche cosa. d'im– previsto); mancherà in ogni caso la spinta inflazionistica caratteristica di malte economie europee. 3) A parte la necessità di provvedere ai soliti servizi e alle solite fun– zioni, il bilancio ha cortie scopo non solo di regolare e stabilizzare l'economia, ma anclie di agire da stimolo; chi spera, o teme, una crisi dell'economia americana, può an– darserie a casa; tutti gli americani sono d'accordo nel non _volere una crisi e l'esperienza _dell'ultimo quarto di secolo . dimostra come si agisce per non avere crisi (come opinione I)ei·sonale, affermerei che l'economia americana ha snpe– rato la fase ciclica, e disastrosa, del capitalismo. 4) Negli Stati Uniti, come dovunque in Europa, lo Stato è il mas– simo fattore economico; un decimo e più della popolazione attiva americana è impiegato direttamente dagl.i enti pub· blici, è lo Stato che fornisce un settimo di tutti i redditi individuali. 5) Cresce l'in:iportanza delle società (il cui avere coiltituisce cfrca la metà della ricchezza nazionale aroeri• cana) dal punto di vista della pianificaziòne federale; un _terzo delle 'entrate previste proviene dall'imposta s~1lred– dito delle società e gran parte dei 30 miliardi che deve fruttar l'imposta sui redditi in <l.iv~ duali sarà pagata dai prop·rietari ed impiegati delle so cietà stesse (sì calcola che i profitti lordi ammonteranno a circa un miliardo di più di qnelli dell'anno corrente, cioè a circa 44 miliardi: la metl, va allo Sta'to, un quarto viene riinvestito ed un quarto viene distribuito ·agli a.zio'nisti). • Passando ad un altro argomento : in gentlaio Dulles è stato attaccato con violenza maggiore del solito, sia negli · Stati Uniti che fuori. L'articolo su Li/e che ha suscitato le proteste dei democratici e della stampa europea era &lquanto esagerato. L'articolo ha menzionato tre occa'sioni in cui l'at– teggiamento energico voluto da Dnlles avrebbe evitato un conflitto in Estremo Oriente. In primo luogo è assurdo pen– sare che la Cina si sarebbe messa a combattere g1i Stati Uniti se questi avessero volnto agire sul serio. In secondo luogo la politica estera americana, malgrado gli sforzi di Dulles stesso, riflette la volontà della maggioranza dell'opi– nione pubblica, espressa attraverso il Presidente, e l'opinione pubblica non vuole conflitti grandi o piccoli che siano. La– sciando da parte l'episodio della liberazione dei prigionieri di guerra internati nel sud della Corea 1 ordinata da, Rhee, restano gli altl'i due episodi in cui, a quanto si dicev~ allora a \Vashington, le cose non starebbero come descritte Ilell'articolo apparso su Li/e. Sembra che in quelle due occasioni (primavera del '54 e inverno del '55), Dulles, d'accordo con Radford, Ni.xon, Knowland ed altri sarebbe stato in favore d'un intervento diretto americano per aiutare i francesi nel Vietnam e i nazionalisti cinesi di· Formosa. Chi si sarebbe opposto all'intervento sarebbe stato il presi• dente appoggiS:to dal centro· e dall'ala sinistra del partito repubblicano e dalla maggioranza dei democratici. Nei iiguardi delle relazioni con il mondo comunista, Dulles è un attivista, Eisenhower (éome la grançl8 maggioranza della nazione) preferisce temporeggiare e sperà che il tempo eserciti un'azione pacificatrice. Gli europei non devono di– menticare che con l'andare del tempo la Personalità politica di Eisenhower si· è venuta raHOrzando, che, còntrariamente a quello che avveniva nel '53, il Presidente guida invece di farsi guidare. E' 'a lui che si deve in gran parte la svolta verso il deali,m nella politica economica e sociale; è a lui pure che si deve il merito principale (s8. è merito) del non intervento, Di questo ·occorre tener conto nel valutare la situazione americana e le prossime elezioni. MASSIMO SALVADORI .· DELIBERAZIONIDELLA DIREZIONEDI UP . . , UN INVITO PER LEAM'MlNlST ·1· A DIREZIONE nazionale di Unità popolare si è rin– ..J,, n_ita a R~~a -il 5 Iebb~aio, per_ l'e~ame della situa- . z1one poht1ca con particolare nfer1mento alle pros• sime elezioni amministrative. La ditezione, integrata.dai membri eletti nei convegni regionali che si sono tenuti nel corso di gennaio, ·è risul• tata così definitivamente composta: PARRI, CODIGNOLA, COSSU, VITTORELLI, SA– GONA, CALEFFI, MALVEZZI, ZUCQARINI, ASCA– RELLI, FINOCCHIARO, PEYROT (eletti dal Comitato centrale), DUCA, ~ERBOGLIO, DE MEIS, R. LEVI, PINCHERLE, GIORGI, RAMIREZ, CALACE, SABBA– TUCCI (eletti dai convegni regionali). L'ultiino rappresen– tante regionale è stato eletto il 5 febbraio dal convegno emiliano nella persona di TELMON. ... Dopo Rmpio esame delle situazioni Jocali, la direzione ha preso alcune deliberazioni di çai:attere organizzativo, tendenti a garantire un funzionamento democratico for– male dei gruppi, in vista anche di nn eventuale congresso tlazionale. Sul casò Dolci, Rami'rez ha relazionato sulla situazione in Sicilia. Si è deliberato di esprimere ufficialmente ]a solidarietà di tutto il Movimento a Danilo Dolci emet– tendo il seguente comunicato: La dJezione nazionale di Unità popolare " esprime la sna _yiva fraterna solidarietà. ·a Danilo. Dolci e' 8gii altri lavorfltori impegnati insieme-.. a !ui in un'opera di redenzione umana. e sociale di alto valore morale, auspicandone l'immediata liberazione, conside1-à · questo doloroso episodio specialmente éspressivo dei metodi e della mentalità con i quali si con-' tinuano a valutare, da parte delle Q.utorità, le angosciose situazioni di miseria che possono essere inasPrit~ soltanto - dalla violenza. di interventi polizieschi, e, ritenendo particolarmente urgente richiamare su ·tale problema l'attenzione dell'opinione pubblica, indice a Roma e in altre località itaHane pubblici dibattiti snl tema « Miseria e polizia> che - traendo oc· casione dagli episodi non occasionali di Venosa e di Parti– nicci - cont1·ibuisca a creare più chiara coscienza deJla necessità di una politica orientata a soccorrere la miseria ed a rimuoverne le cause e non a soffocarne bmtalmente le manifestazioni. Infine, sulle elezioni amministrative, la élirèzione è.Stata unanime nel defermillare la funziono di UP nel tentativo Il' LETTERE AL A MEZZO· NOVEMBRE ... SIENA, 5 febbraio 1956 C0:rp Oodign,ola, t- - avevo intenzione di scrivere un lettera aperta al co– mune amico Cavallera 1 per tirare le somme di una nostra conversazione romana e a. dire il vero ci ho a lungo pensato,. ma quando ho preso in mano la penna mi- sono ritrovata come quel pescato1·e che getta in acqua le reti e le ritira a terra vuote: non sono, irifatti, riuscita a de– terminare i motivi di sostanziale dissenso che han'no spinto il dinamico Cavaliera ad ancorarsi su a.Itri scogli e mi è rimasta la dùbbiosa impressione che, in fondo in fondo, non li conoscesse chiarame1e neppure lui. ~ Io gli dicevo che la situazione italiana così comp1icata com'è, con le destre monarchiche abbraccettate. ai missini, che tirano 'insieme per la giubba il leader liberale; con una democrazia cristiana proteiforme, che trascina a rimorchio i cosiddetti partiti laici e occhieggia a destra, patetica; con uno schieramento social•comul'!ista che sa quello che vuole e lo vuole davvero, se~pre più capace ·di polarizzare le aspettative deluse di un'opinione pubblica ormai stanca. dei soliti raggiri, delle solite "promesse non mantenute, delle eyolitevalanghe di belle parole; questa particolare situazione italiana - gli dicevo - non può permettersi il lusso (chè lusso sat'ebbe) cli una politica radicale, che promette tutto quello che non può m'ant0ne·re, ecCettuato la sua dichiarata_ aVversione al comunismo, il che significa., propri() in questa depreca.bile situazione, rifiutare di rimbalzo le istanze so– cialiste e scivolare, nolenti o' volenti, alla deriva della con– servazione. Mtl, in un ·paese come il nostro, dove si spara• sui braccianti che scioperanO alla rovescia e si mettono le manette a Danilo Dolci, che in ·nOme di una Costituzione non attuata, difende chi ha fame, dalla miseria e dalla vio– lenza, non so davvero cosa si po~sa onestamente conserva.re t Ebbene, tutto questo dÌcevo a Cavallera e aggiungevo che, a parer mio, Unità popolare aveva scelto da tempo la posizione più chiarà, almeno per chi, come me, finché una scelta è possibilè, non se la sente di inghiottire per 'amore delle sue aspirazioni sociali, il rospo troppo. ruvido della. prassi marxista e del /unZionari,mo, tutt'altro eh~ demo• cfàticO;"-'orlll';i frf·voga· nella ).POiitica. int1el'nii dei' pa'rthi di d' sostituire anche nelle amministrazioni locali alla formula quadripartitica· una forfnula di collaborazione fra so~ialisti e democristiani, con ]a partecipazione attiva dei raggrup– pamenti minori di tendenza socialista o democ-1·atica. Dove le condizioni locali non consentissero di realizzare tale schieramento, le amministrazioni di sinistra do,trebbero ve– dere accentuata la qualificazione socialista e democratica. Per il raggiungimentò di tali scopi,' UP dov1·à prendere l'iniziativa di larghi schierninenti unita.r.i dei• gruppi mi– Ìlori, che possano determinare un peso effettivo, alla sola condizi ne di preventivo accordo su tale politica. Ecco il testo del comunicato diramato al termine dei lavori: La direzione nazionale di Unità popolare ha preso in esame il problenia delle prossime èonsultazioni elettorali per il rinnovo delle amministrazioni locali, rilevando come l'attuale crisi della politica quadripartitica attribuisca un valore particolare alle elezioni amministrative come indi– cazione degli Ql'ientamenti dell'opiniOne pubblica, almeno nei ]imiti di vigore del sistema proporzionale. Poiché è interesse nazionale che questa indiçazione ab– bia la maggiore chiarezza, Unità popolare auspica che la riforma in senso proporzionalistico ,·enga ulteriormente al– largata, restringendo il sistema maggioritario alle località con popolazione inferiore ai 10.000 abitanti, e deplora che. una riforma analoga non sia stata proposta anche pèr le , elezioni provinciali. - Unità. popolare ravvisa nella stretta intesa tra forze democratiche e forze socialiste di ogni tendenza l'obiettivo politico da perseguire; ritiene che per superare la perniciosa polurizzaziorie dei due blocchi contrfipposti debba mirarsi alla formazione di giunte comunali fondate sul partito so~ cialist~ italiano,· sulla democrazia crist.iana e su urla piena •iiartecipazione di una concentrazione delle altre forze de– mocrntiche e socialiste. A tale scopo rivolge un invito a tutte le formazioni del centro-sinistra di organizzarsi in schieramenti elettorali unitari che hanno la loro condizione nell'abbandono della posizione qlladripartitica. Nei comuni nei quali la formazione di una giunta del tipo indicato non -sia realizzabile, la concentrazione proposta potrà. ·valida– mente rappresentare nel quadro di una amministrazione di sinistra le posizioni della sinistra dernocratica. Queste po– ~izioni non potrebbero invéce éssel'e sostenute nell'ambito 4i amminiStrazioni conservatdci o centriste alle quali Unità iJopolare· rifiuterà comunque il suo appoggio .. DIRETTORE Il sinistra (e non solo di sinistra!) ; ma sa altrettanto bene che non si possono r~alizzarc deJJe concrete riforme per una maggiore giustizia distributiva, senza };appoggio attivo di quelle forze sociali, che a queste riforme sono più da vicino interessate: intendo dire del proletariato operaio e conta– dino, che per l'appunto e non a caso, rriilita quasi Compatto Ilf3i partiti di estrema sinistra. Il problema di Unità popolare, è proprio quello, mi sem• bra, di democraticizzare, con un dialogo sempre più aperto, l'azione politica delle sinistre e di rendere possibHe la'. for– mazione di una piattafo~ma comune, ·che possa davvero costituire un punto d'incontro tra democrazia e sociali_smo, in un momento in cui la distensione inte1·nazionale s;uota di ogni significato molti comodi slogans elettorali. Un lavoro lungo e paziente, che impegna ]e forze più vive del nostro paese e scava in profondità, ampliando 01·izzontalmente lo schieramento delle forze socialiste, in• tenzionate a realizzare, con il diritto concesso dalle. libertà costituzionali, ·una Repubblica italiana finalmente fondata Sul lavoro. Questo dicevo. a Cavaliera e -non poco .mi sono stupita, quando mi disse che pel' l'appunto la pensava nel me– desimo modo e quindi spera.va che, prima o poi, ci sa– remmo di nuovo ritrovati sul 1pedesimo scoglio. •(Quale?). Soltanto mi rimproverava di essere incorsa in una piccola inesattezza, poiché non avevo tenuto conto che i radicali Ìton sOno affatto un Partito conservatpre, ma anzi la loro maggioranza di schietta sinistra (quale?) preannunzia, fin dall'inizio .della sua attìvità politica, nn programma di apertura ... e cosi via. Il resto è ovvio. · Ho saluta'to l'amico Cavallera con la mali~conica con– vinzione che, presto 'o tardi, .l'equivoco si sarebbe davvero chiarito, ma piuttosto amareggiata, percli.è in un Paese.come il nostro 1 dove, purtroppo non si ha mai la pazienza ·di aspettare e... a mezzo novembre, pe1· dirla col poeta, non giugne quel che tu d'otiobre fili, con le nostre mani ci met– tiamo tra- i piedi gli ostacoli pér inciamparci sopra, anche quando sappiamo benissimo di volere le medesime cose e di potere, almeno in piirte,. realizzarle pazientemente insieme: Ma che vuoi farci? Così è e a noi non resta.che dimostrare, con chiarezza, che I~ nost;a· strada è ancora la nùgliore.' CordiJtlmente, ··nru'nO Talluri

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