Nuova Repubblica - anno IV - n. 6 - 5 febbraio 1956

(96) nuova repubblica • 3 LE SOCIETA' TELEFONICHE IN ITALIA I SEGRETI DEL MICROFONO Che cosa accade quando un utente compone un. numero telefonico e risponde un abbonato diverso da quello richiesto? Erro. re di selezione, dicono i tecnici. Ma r· utente paga anche pe1· ci nesto errore. Poche lire per un utente non sono nulla? Molti. plicate queste poche lire per i quattro trimesll·i dell'anno e per i vari anni di uso del telefono e vedrete che non sono piìt poche. Moltiplicate poi per la massa degli abbonati e avrete un'idea di quello che le società telefoniche incassano indebitamente di DOMENICO TARANTINI Jr D A OLTRE undici anni gli utenti dei servizi telefo– nici pagano alle.socioU~ dello spezzatino telefonico in base a una tariffa mista. lijno al 1944 vigeva. il criterio della tariffa a forfait> che si r.isolveva in un danno per gli utenti minori. Il nuovo sistema è quindi preferibile al primo. Attualmente, ogni abbonato al telefono paga alta società che gestisce il servizio nella propria zona sulla baso di una tariffa mista, composta da un canone fisso e dal– l'importo delle conversa,-.ioni di supero. La massa dogli ab– bonati è stata divisa in cinque grandi categorie, che pa– gano un canone fisso trin'le8tn1le "diverso, il quale dit di– ritto a un cer·to numero di telefonate urbano, che varia da una categoria all'altra; le telefonate fotte in più nel tri– mestre vengono addebitate all'abbonato nella misura sta– biHta. Se 11.eltrimestre l'abbonato effettua un numero mi– nore di telefonate alle quali ha diritto, non può ricuperare nel trimestre seguente le telefonate nOn effettuate. Questa è la prima storbll'i.\. del contratto che ht societit concessionaria de"i servi¼i telefonici obbliga l'abbonato a sottoscrivere, o, naturaln1ente, si risolve a benericio della società. Nessuno afferma che non è giusto che ]'abbo– nato paghi l'importo delle telefonate in soprannumero ef– fettuate nel trimestre, ma non si vede perché a11'abbonato non venga riconosciuto il dii-itt.o di ricuperare nel trime– stre seguente le te1efonate non effethrnte ma regolarmente pagate alla socit)tà. Il sistema del compulo a consumo, secondo il numero dolio telefonate effettuate e risultanti dal contatore, è comune alle aziende che gestiscono i pili importanti_ ser– vizi pubblici, come l'Hcqua, la luce, il gas. Ma si deve subito rilevare che questo ai8tema non ò applicato inte– gralmente dalle società telefoniche. Onal'diamo, per esem– pio, il funzionamento del contatore. Le aziende doll'ncqun, del gas· e della luce forniscono a ogni cliente nn contatore, ed è in base a questo con111to1·eposto nell'abitazione del cliente che viene compilata lai fattura. Un imp~egato passa periodicamente per la lett111"a del contatore, e il cliente può constata.re personalmente il commmo realmente efret– tuato. S e il contatore si guasta, non è a.ffatto difficile con– ·statarlo e l'azienda interviene immediatamente pel' la ri– parazione. Va notato, in~omma, che l'utente ha la possi– bilità di seguire in qualunque momento l'andamento del consumo del gas, della lu('e e dell'acqua, perché ha in casa il contatore. La stessa cosa, invece, non 1)uò fo.re J'utente del servizio ·telefonico. Le socìetù telefoniche s ono 1e solo amministra– trici di un servizio pubblico di p1·imaria inwortanza a non fornire all'utente il contutore. li criterio s~eguito è quello '.del contatore centrale, ed è un sistema vantaggiosissimo per le società. Innanzitutto, come s'è già rilevato, non avendo il contatore in casa, l'utente dei servizi telefonici : non può seguire l'andarnento del Consumo, e perciò non è in grado cli regolarlo, per non correre il rischio di con– . sumare un numero di telefonate superiore a quello fissato · dal canone cl'abbonamenlo, ovvero dl effettuarne un nu– mero m.inore. La società, naturalmente, ha tutto da gua- dagnare. Perché, se il cliente non effettua un_ certo nu– mero di telefonate alle qual.i ha diritto per averle pagate, la società non gliele rimborsa né gli riconosce il diritto di effettuarle nel trimestre successivo; e se il cliente effettua un numero di telefonate IYHlggiore, incassa rego1armonte l'importo corrispondente. Ma questo non è che un rilievo dei meno importanti. La mancanza del contatore nel proprio domicilio non con– sente, Ira l'altro, all'abbonalo di controllare il funziona- , mento del contatore stesso, di verificare so il computo delle telefonate corrisponde esaltamento a quelle effetti– vamente effettuate. Perciò, rutente è costretto a pagare l'importo della fattura trimesll·ale, senza possibilità di con- . trollarne l'esattezza. Deve fidarsi degli uffici amministrativi j della società, e credere che non ci siarro sviste o errori. Nes– , suno accusa le società di alte1·azione volontaria della. fattu- razione, perché è inconcepibile che la società addebiti vo~ lontariamente all'abbonato un numero di telefonate mag– giore di que11o segnato dal contatore: ma chi non ha mai commesso un errore in un conteggio? E basta sbagliare anche 1mlo qualche telefonata per abbonato, per incassare trimestra}m~nte una som111a di qllalche milione cli lire. Poche lire por un utente non sono nulla? Ma moltiplicate queste poche lire per i quattl'O trimestri de-ll'anno, o per i vari anni di usò del telefono, o vechete che le lire non ri– mangono pilt poche. E moltiplicatele poi per la massa de– gli abbonati di tutta l'Italia, e potrete avere un'idea cli quello che versano indebitamente alle società telefoniche. Ma c'è nna considerazione anche più importante. Quan- : <lo la svista, l'erl'ore di fatturazione non deriva. dagli uffici amministt·ativi, ma dal contatore centrale. Le società tele– foniche, fra le varie ragioni che mettono in conto per so– stenere la necessitù. del contatore centrale, annove1·ano quella. dell'estrema faciliti\ e rapidità. di lettura del con– tatore centrale. E sostengono che il contatore centrale eli– mina un vasto &ervizio di veririca e sorveglianza tecnica al domicilio degli utenti, il cui costo graverebbe sulle tariHe. Naturalmente, le soc.ietà si guardano bene dall'accen– nare ai vantaggi che l'utente avrebbe dal contatore singo1o. I tecnici non negano che il contatore centrale può sba– gliare. Affermano· che gli errori di conteggio sono possi– bili, e possono dipendere da cause meccaniche per difetto del contatore o da cause elettriche del circuito di comando. Sostengono inoltre che, mentre jn ·uno di questi casi )'er– rato conteggio si risolve in 'vantaggio dell'utente, perché il contatore segna in meno, in entrnmbi i casi l'errato fun– zionamento viene notato immediatamente e riparato. Il margine di perdita da parte dell'utente sarebbe pertanto così limitato da venir coperto da quella minima percen– tuale di conversazioni che la società assegna in più ad ogni ute nte, pr oprio per assorbire le perdite derivanti da un e,- "cntua.le calcolo errato del contatore. N OX ABBIAMO la possibilit,\ tecnica, né questa._ è la se- de adatta. per dibattere a fondo l'argomento. La cosa, poi, può interessare ·fino a un certo punto. Vediamo, per esempio, che cosa accade quando un abbonato compone un numero telefonico e risponde u·n abbonato diverso da quello· richiesto. Dicono i tecnici che si trat,ta di un errore di se– le,-,ione, cioè di un errore che non dipende dall'utente e non può essere addebitato che alla societi\. Invece, l'utente paga. anche per questo errore, poichè il contatore centrale segna regolarmente la conver-sazione appena due apparecchi sono stati messi in comunicazione. Quanti 'erl'Ori di selezione si verificano annualmente in Italia! Non è possibile dirlo. Ma basti pensare, pe1· farsene un'idea, a. quello che accade nei gl'Ossi centri urbani, dove il traffico telefonico è intenso e continua a crescere. Gll errori di sele~·~e sono pilt frequenti di quant~ si pensi. Lo pl'ovano, se èe: ne fosse bisogno, le intederenze, che ci fanno udire le conver·sazioni altrui o fanno ascoltare a un estraneo la nosha. ?ila il discorso non è finito. Le società concessionarie dei se1·vizi telefonici hanno il diritto d"incassare l'importo cli una conversazione non avvenuta! La domanda è così as– surda che non dovrebbe esser neppure posta. E' infatti evi– dente che nessuno hn il diritto di richiedere un compenso per una prestazione che non è stata effettuata, e le so– cietiL telefoniche non sono per nulla ingen"t1e, quindi non si sognerrmno mai di sostenere il loro di.ritto a. farsi retri– buire unn com,.e1·r:;aiione telefonica. non r'effettuata. Quel che conta, per· le concessionarie, non è difendere un diritto, ma incassare. -E incassano, Senza che la gran massa. degli utenti se ne acco1·ga. Ouardiamo, dopo gli altri casi esaminati, uno dei più « innocenti », quello della telefonata da un apparecchio a. gettone installato in qualunque locfllè pul~blico. Tutti sanno come funziona. l'appa.recchio. S'introduce il gettone nella scanalatura, si forma il numero, s'attende che la. persona chiamata risponda, e si preme il pulsante affinché il get– tone, passando attraverso lo speciale dispositi,·o, permetta di fal' udire la propria voce a chi è venuto a rispondere all'altro capo del filo. Ma facciamo il caso che venga a rispondere una per– sona che voi riconoscete dalla voce e co_n la quale non avete voglia di parlare. Voi riappendete tranquillame.nte il ricevit.ore, riprendete il vostro gettone e ve ne andate. Non vi sentite in obbligo di pagare, perché non avete par– lato, il proprìetar·io del locale pubblico ritiene che non ha il diritto d"incassare l'importo della telefonata, perché non vi ha sentito parlare ed è certo che non avete effettuato la conversazione, e la società concessionaria ... incassa alla chetichella e tranquillamente il prezzo della conversazione, pagata senza saperlo dnl gestore del telefono pubblico. Già, poiché basta che qualcuno risponda all'apparec– chio chiamato, perché, anche se voi riappendete subito il i-icevitore senza profferire una parola, all'apparecchio c"t1ia– mante venga addebitata la conversazione. La stessa cosa può accadere ai:tche se voi non sentite nessuna voce e riappendete il ricevito1·e. Può infatti capitare che, nell'at– timo in cui voi staccate dall'orecchio il ricevitore e state riappendondo1o, qualcuno sollevi la cornetta dell'apparec– chio chiamato: scntta perciò il contatore, senza che voi ,·e ne accorgiate. . Quanti casi cli questo genere si veriCicano ogni anno in Italia? Ci se ne può fare un'idea pensando che solo a lii– lano funzionano circa quattromila telefoni pubblici, per la maggior parte a gettone. Moltiplicate le centinaia di mi– gliafa. di conversazioni non effettuate, ma regolarmente pagate, per l'importo 'unitario, e vi renderete conto delle decine di milioni di lire che entrano indebitamente nelle ·casse del le società concessionarie. Dicono le società: , Noi non truffiamo; se incassiamo è perché effettivamente la prestazione del servizio da pa.rt & nostra c'è stata, poiché esso consiste nel mettere .in comu-– nicazione fra loro due apparecchi, e nessuno può negaro che in questi casi i due -apparecchi sono stati messi in comunicazione::.. J L DISCORSO è semplice e logico, e sembra inoppugna- bile. Invece 1 è un argomento falso. La prestazione del servizio non consiste nel mettere in comunicazione fra loro due apparecchi qua1siasi, ma.· nel collegare aU'appa• recchio chiamante l'apparecchio chiamato. E, d'altra parte, perché nessuna società metto in guardia il gestore del te• lefono pubblico su questa pos8ibilità di perdita da parte sua? E perché il gestore deve far le spese di un servizio telefonico organizzato in modo che le società non ci per• dano mai? Poiché, se le società ritengono, com'è giusto, di non rischiare perdite per colpa degli utenti, provve• ciano a garantir~i onestat>nente eia ogni possibilità di per• dita causata o dall'onore o dalla disonestà di chi si serv(} del telefono, e non Cacciano ricadere l'onere sul gestor& del telefono pubblico. Dicono ancora le società: « La tecnica più progredita. non è oggi in grado di eliminare finconveniente ]amen• lato». Così, grazie all'a.rretratezza della tecnica, quanti milioni di lire entrano indebitamente ogni anno nelle casse delle società telefoniche italiane? Ma s'è poi pen• sato seriamente a. eliminare questo inconveniente? Più volte è stato chiesto alle società. di rimediarvi con un sistema forse non tecnico ma molto semplice e attua• bilissimo. Basterebbe fornire al gestore del telefono pub• blico un apparecchio a gettone che possa còrltenere qual• che migliaio di gettoni._ L'apparecchio dovrebb'essere chiuso in tal modo da poter esse1·e ape1·to solo da un impie– gato della società, il qual~ farebbe periodicamente il . ·giro di un certo numero di gestori, che pagherebbero tante conversazioni telefoniche quanti sono i gettoni tro• vati nell'apparecchio. Sembra anche al lettore che questo sistema sia sem• plico e attuabile? Sì, ma c'è un inconveniente: non piace alle socieHl. Perché! Per alcune ragioni molto semplici. Dicono le societìt: < Costrni1·e migliaia di apparecchi con 11rra.gi- ande cassetta. per i gettoni comporta una grossa spesa, che dev'es8ei-e poi riversata sugli utenti. Ma il si• sterna è inaccettabile anche perché comporta un'elevata sposa.. di gestione, poiché è necessa-1·io assumere un mag– gior numero di dipendenti che facciano il giro dei ge• stori, effettuino i conteggi, ecc. >. Qu"esta, nat.l1ralmente, è la vernice, con la. quale si cerna di nascondere la vera ragione del rifit to. Poiché, se è, vero che il sistema pro• posto cotnporta una spesa ffiaggiore di quella attuale, non è men vero che il vantaggio per gli utenti ò cosi grande, che essi avrebbero interesse a. sostenere le mag•. giori spese di gestione, pur avendo tutto il diritto di ri• chiedere questo sistema e rigettarne le spese a carico delle società, anche a titolo di parziale risarcimento dei danni avuti in tanti anni di gestione e che continuano nd avere. Ma la ragione vera del rifiuto è facilmente in• dividuabile: le societù non vogliono rinunciare ai mi• lioni .di utile indebitamente sottratti dalle tasche dei ge– stol'i dei telefoni pubblici a gettone, anche perchè lo Stato non ha finora effettuato un controllo efficace. ORIENTAMENTI SINDACALI è il titdlo del do_pur,ienlo clte alcuni com• pagni di Unità vopolare e alcuni indi– pendenti, milita:nti nella CGIL, presen– tano a.l Congresso Nazionale della Con– federazione del Lavoro, fissato per il 27 febbraio p. v. a Ronia. Il testo del documento verrà vubbli– cato integralmente come suvplemento del prossimo numero del giornale e vo,, se– parataniente, come Quaderno di Nuova Repubblica.

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