Nuova Repubblica - anno IV - n. 3 - 15 gennaio 1956

4 (95) nuova repubblica I L A v o R o E s J N o A. e A T I I Proposta di buon senso, ci sembri. Ma il nostro Ga.va dice • che è incostituzionale perché impegnerebbe i ~ilanci dei prossimi anni, su ognuno dei quali deve esprimeri:d, di volta in volta,. il parlamento, provvedendo alle maggiori spese con nuove fonti contributive. IjA SCORCIATOIA DI GAVA Oggi, ci troviamo di fronte ad una situazione veramente paradossale poiché le vie d'uscita vengono sistematica– mente bloccate, quasi con sadica fantasia, dal parlamen– tare napoletano. E si è ormai ape1-to un grave conflitto fra governo e commissione consultiva la quale minaccia, I RAPPORTI .tra governo e statali si sono andati se– riamente inasprendo; in questa ultima settimana. La situai,ione che, sin dal primo mòmento non si pre– sentava semplice - come già avemmo occasione di met– tere in rilievo qui -- va complicandosi di giorno in giorno attraverso una sostanziale diversità d'impostazioni e -di concetti esistente fra organizzazioni sindacali e governo, e fra quesfultimO e la Conu"hissione · consultiva istituita clalla stessa legge-delega. Anche la CISL sta versando molta acqua nel ·suo « vino » e, contrariamente a quanto avéva sostenuto sull'opportunità che fossero varati, entro il 10 gennaio, i provvedimenti delegati, pare voglia· assumere l'iniziativa parlamentare di una proroga.- Allo stato attuale delle cose, non vi può essere che una soluzione: prorogare i termini della legge-delega. Non ci è dato di sapere, mentre scriviamo, ·che cosa deciderà il consiglio dei ministri, in proposito: nel Suo seno, non pochi ravvisano l'opportu– nità di non agire di prepotenza e~di non fare, come espli– citamente vorrebbe l'on. Gava, colpi di testa, in conside- 1·azione anche dell'estrema delicatezza giuridica delta legge– delega che, come tutti i testi legislativi elaborati dai dc, si presta ad interpretazioni difformi e, talv"olta, contrastanti. Ma il ministro del tesoro non « moli&,» e fa la faccia feroce, da pa18.d.ino dell'inflessibilità del bilancio, cui si collegano - a suo dire· -- precise norme costituzionali. Il che è perfettamente vero, pel'Ò non in base alle capziose e stiracchiate argom~ntazioni del mediocre avvoc&to parte– nopeo. E' ben noto .che la legge 20 dicembre l!J54 art. 1181> che va ,sotto la denominazione di legge-delega, prevede un insieme di 11 provvedimenti, fissando l'entrata in vigore qì otto. di essi al 10 gennaio '56, e al 10 gennaio '57 dei tre rimanenti. In realtà., il governo, ·anche Se entrassero in vigore nella data prevista· i provvedimenti di cui ha predisposto gli schemi, sarebbe sempré legalmente inadem– piente: i provvedimenti, attorno ai quali si sta facendo tanto chiasso, non sono otto ma tre. Ed esattamente: 1) stato giuridico generale; 2) ordinamento delle caniere; 3) trattamento economico. Non si vede perchè, dato che la prnrnga ci dovrà essere, non debba essere totale, tenendo conto del fatto che la. legge, per avere attuazione, deve r.ecare la frase: « sentito il parere della Com.missione con- _ ~ultlv>t ». Si 11uò ohicttivamente affermare che il parere sia / L A FEDERAZIONE provinciale del PSI dì Ferrara ha tenuto il suo secondo convegno agrl:j.-rioIlei giorni 2 e 9 ottobre 1955. La relazione ihtroduttiva è stat~ svolta dal segretario della· federazione dr. Venerio Cattanì (Conipetizione democratica, Ferrara, 25 ottobre 1955), cui lo stesso on. Preti ha riconosciuto, in un'intervista concessa al quotidiano ferrarese Gazzetta Pudana (28 novembre '55L «preparazione» e « intelligenza vivace». Senonché il Preti non si è scomodato soltanto per dare atto al temibile av– versa1·io della sua se1·ietà lodevolmente aliena da tenta– ~ioni derrìagogi<'.lie, bensì soprattutto per reagire a~ aspre critiche mosse dal Cattani all'azione svolta dai saragattiani neHe campagne ferraresi. L'erticolo Il della legge 1.14 di disposizioni e provvi– denze_ a fa\rore della pie.cola proprietà contadina dice: « Nell'eventualità di ,dispos.izioni limitative della proprietà fondiaria appartenente ai privati non _si terrà conto, nel– l'applicazione dei lifniti, di una superficie pari a quella dei terreni che vefranno venduti o ceduti in enfiteusi ». Così commenta il Cattani: « Ecco· quindi che un pròprie– Ìario di 800 ettari ne vende Ùggi a caro prezzo 300, e in– veste un buon_ gt·qzzoletto in altri settori produttivi; esce Ja legge di riforma che sancisce ii limite di proprietà a 100 ettari, ma per compensarlo dell'opera buona oltre_ ai 100 dì spettal),za gliene rimangono 300 ettari. Chissà che bella riforma fondia1·ia ne avremo se e quando verrà! Con il che si comprova che la DC non vuole la riforma agraria, ma semplicernerite la moltiplicazione forzata della piccola proprietà contadina 1>. In queste condizioni la legge 114, moltiplicando la domanda, fa salire jl prezzo della ·terra, pur senza renderne inattuabile l'acquisto, che anzi avviene per mezZo di un sistema identico a quello delle case a ri– scatto, cioè attraverso un mutuo di trent'anni presso le banche. « li risultato J?iù negativo dell'applicazione della 114 - continua il Cattani - sta nella fungaia di cooperative sorte negli u_lti"mi tempi specialmente ad opera dei sara– gattiani, ma qua e là anche delle ACLI ». E ciò, se ho 1·ettarnente interpretato· il pensiero del Ca.ttani, non perché certe cooperative nascono Sotto lo stiinolo di un partito po– litico o di un·organizzazìone asSistenziale, ma perché dalla tena - su _cuihanno lavorato fino al giorno precedente - sono stati allontanati mezzadri e compartecipanti eviden– temente noh graditi; perché insomma quelle cooperative attuano una vera e propria discriminazione, iniqua e fa– ziosa. Ciò è accaduto, per esempio, a Portovenara e a I>ontelangorino. Scrive il Cattàni: « Esprimendo il nostro parere circa le cooperative sara.gattiane, io ribadisco una convinzione che· non si potrà mai toglierci da.Ila testa: che abbiamo fatto male a Jasciare questa iniziativa alla socialdemo– crazia. A- un partito finito, storicamente e politicamente, a una cricca di mestieranti, noi abbiamo dato ·non solo la possibilità di organizzare un elettorato fluido e cadente sulla base ~i interessi concreti, ma quella di ammantarsi con l'orpello del riformismo cooperativo. Noi abbiamo sem– pre il motlo di distinguerci _dai saragattiani: e s,ta nel fatto, stato ... sentito avendo il governo presentati a tale Organ~ se non le sarà data garanzia che :i suoi emendamenti sa- i suoi p1;ovvedimenti soltanto due settimane fa? Il solito ranno accolti, di sospendere i suoi lavori per rendere irnpos- Gava sostiene di sì e ha rafforzato questo suo convinci- sibile l 'enti-a.ta in vigore dei provvedimenti governativi. Ma, mento asserendo che ii go'verno può non tener conto del per Gava, anche un siffatto atteggiamento corrisponde- parere e degli emendamenti della commissione. Anzi a suo r8bbe ad nn parere, un parere negativo, è vero, ma al avviso non ne dovrebbe tener conto perché se li àcco- governo - dic0 lui - non può in_teressare se il parere è ~ gliesse co,nproruetterebbe quel bellissimo e correttissimo negativo o positivo: baSta che ci sia. Di diverso avviso si bi!Jncio statale, nelle cui pieghe riescono ad esser.e,:..ecli'~-.,/ è -rh~hiJestato l'on. Go!)èlla, il quale ha esclusa l'ipotesi che sate decine di miliardi. Ed ecco alcuni esempi che confar- ,,' i. ,deCreti delegati possano-entral'e in vigore senza il parere tano le tesi del nostro: elevare la quota degli scatti bien- ella commissione, con la q\.iale, ritiene, debba addirittura nali dal 2 % al 2,5%, secondo la proposta castigata dell'on. sussistere un ·intesa del governo. Cappugi, compo;i'lerebbe un maggior onere di 10 miliardi anntd; taluni ventilati adeguamenti di pension-i gravert;)b– bero di ben 30 n1iliardi -il bilancio, i cni aggravi com– plessivì sono già previsti in 221 miliardi. Infatti, secondo - i calcoli del Tesoro, gli aumenti che dovrebbero entrare in vigore_ il l.o lnglio '56 varierebbero, in rapporto ai gradi, dalle 5006 alle 30.000 lire. Il che non è minìmamenté vero, poichè il Gava., nella pubblicazione delle sue tabelle, ha fatto esclusivamente affidamento sull'ignoranza del_ grosso pubblico ed ha fatto passare per concessioni nuove gli aumenti, sommati insieme, di questi ultimi anni. N atu– ràlmente non potevano essere tratti in inganno i sindaca– listi che, alle preoccupazioni per i provvedimenti delegati di cui conoscevano il t~sto, ha1~no dovuto aggiungere la presa in giro della manipolazione grossolana delle tabelle. Per cE }:}iù si sono sentiti dichiarare che ,sarà presumibil– mente van◊ il massacrante lavoro che ha tenuto impegnata la Commissione consultiva, poiché il governo farà quello che vuole. Tanto che lfl commissione minaccia di non dare il suo parere, indispensabilè per la validità ~:Jella legge; Situazione confusa ed intrigata, dalla quale ha ten– tato di trovar.e una ·via d'uscita Bitossi, prospettando la possibilità di una graduale soluzione dél problema econo– mico, che è pur sempre alla base di quasiasi rapporto - sia pubblico cl1e privato - di lavoro, non solo nella sua parte retributiva ma a.nche nella sua parte normativa ed istit.uzionale. Così, si traducono in valòre economico istituti che paiono rivestire un'esclusiva importanza. giuridica: ]a, quescenza, gli ·scatti, la unificazione dei gradi, i gradi funzionali, ecc. Secondo Bitossi, se una definizione inte– grale e immediata del prob_Jpmatiegli tataH--è-i-1Hpresa– impossibiJe, non c'è che da-élilazic_mal'ia in ternpi successivi. tOOPERATIVISMO E CLIENTELE fondamentale, che costruendo le loro cooperative essi sono obbligati a discriminare, a ca.. cciare" J~voratori per pren– derne altl'i, a imporre cùercizioni sul pensiero politico e quindi· sulla dignità dei lavoratori. E' questo, alla fine, e non altro, il loro segno distintivo e la colpa che .gli nega ogni qualifica dj i·iformisti. E' 1ì il punto dì differenza tra la ~oro cooperazione e que!la di PrampoUni, Baldini, Massarenti ». E VID~~TEMENTE dupÌice. è la _critica ..~el.l'esponente socialista: da un lato egh esprtme l'op1mone che il partito t'socialdemocratico si sia ridotto, storicamente e poli– ticamente, a strumento di u'na « cricCa di mèstìeranti »; dal– l'altro egli formula un giudizio sui fatti, accusando i sa– l'agattiani di « discriminare ... cacciare lavoratori.. imporre coercizioni sul pensiero politico e quindi sulla dignità dei lavoratori ». Il Preti non poteva non 1·eagire rontro l'as– sai poco lusinghiera opinione espressa dal Cattani sul conto del PSDI: e infatti noi troviamo nella sua rèplic3. l'apologia. d~I PSDI ( pnl'troppo basata sull'abusato e in– sussistente lu·Jgo comune di « quel che avvie1~e in Eu- 1·opa »; ,ma come avrebbe reagito il Preti circa il giudizio sui fatti, se i fatti stessi non cordspqndessero a verità? Avrebbe dovuto an'cl1'egli sdoppiare la propria replica, e alla difesa politica del partito far seguire non già quella privata dei « di1;ige1lti del stto partito a Fenara », bensì la smentita veemente e indignata dei fatti àttribniti _~l suo pal'tit"v nelle campagne~ la p1·otesta impetuosa e accesa che è propria della coscienza morale ingiustamente offesa e calu_nniata. Nulla di tutto questo, invece, nella sua 1·i– sposta, che riporto integralmente: « Prendo atto c-vn pia~ cere che il dr. Cattani riconosce il valore della coopera– zione agl'Ìcola e prescinde dalla demagogia nel giudicare le cooperative agricole che· si appoggiaÌìo al PSDI. Mi spiace che egli padi di noi come di "un partito finito sto– ricamente e politicamente". Basta che" egli guardi a quel che avviene in Europa, per rendersi conto che la soefal– democrazia è tutt'altro che finità, anche se i lavoratori italiani oggi non -sono in g,·an pal'te maturi per questa idea politica. Anco1· più mi spiace che egli, a Ferrara, parli di noi come di una "cricca di meStieranti". I dirigenti del nostro pattito a Ferr~ra sÒno tuÙe persone di specchiata onestà e di buona fede per unanime ricono~cimento, men• tre viceversa qualche· assai noto esponente del PSI (il D I RRONTE all'asprezza delle posizioni di Gava, le orga. nizzazioni sindacali stanno spontaneamente assumendo posizioni unitarie e vanno predisponendo i Iol·o piani di ì~ azione. In tal senso la CGlL precisa il propt'io atteggia– rhento, asserendo che « nessuna soluzione è possibile se, non si viene incontro ad alcune esigenze fondamentali sol– levate dalle passate e recenti· agitazioni. sindacali». Tali ' esigenze si riferiscono alle seguenti questioni: modificazione delle tabelle degli stipendi; scatti; pensioni; ruoli transi. , tori·; eliminazione dei contratti a termin'e creati dal fasci- • smo; •situazicini particolari relative alle categorie dei poste• legra_fonici, dei fenovieri, dei professori. « Dobbiafno infine dire - prosegue la dichiarazione della CGIL - che se i voti dei lavoratori interessati non dovessero trovare riscontro nei provvedimenti c_he saranno emanati dal governo, si giustificherebbe la legittima rea– zione delle categorie mediante l'azione sindacale >. Non è quindi improbabile che la «grossolanità» di Gava ci porti ad una azione massiccia delle categorie sta– stali; la cui responsabilità non può che ricadere sul governo._ Non si capisce infatti come la difficoltà di iscrivere nel bilancio qualche miliardo in più - anche se reali ed oQbiettive - possano essere l'ite'nute argomento valido e .sufficiente per lasciare andare alla «malora» la scuola italiana, o la burocrazia che si sta avviando al livello di quella pel'siana o €)giziana o dell'Arabia Saudita (senza - Dio ce ne guardi -.voler offendere nessuno!). La buro– crazia e la, scuola vanno rafforzate, epurate, democrati– cìzzate:' questo vale una maggiore spesa, perchè è di qui che passano talune" fondamentali «linee» della democrazia. FRANCO VERRA \ dott. Cattani _lo saprà) è considerato tutt'alb-o che bene dalla pubbli;a opinione». Tutto qui. Parnle non ci ap– pulcro..,_ L'on. Preti non dica poi che gli pare sia diventata una nostrn consuetudine « qnella di denigrare i socialisti demo– cratici e di da.re giudizi positivi sugli atteggiamenti del PSI» (Nttova Repttbblica, 2 ottobre 1955). Quando un dil-igente 1·esponsabile socialista redige un documento· sce– vro dalla facile ·demagogia dei sindacalisti comunisti, in cui dimostl'a la, capacità di un indirizzo politico autonomO e realisticamente spregiudicato, come la relazione che tutli possono leggere sulla citata rivista, e quando i « socialisti democratici » non hannp nulla da replicare e non possono Slllentfre le gravi accuse loro rivolte di discriminazione politica nel seno delle loro cooperative, ebbene, ci dica al– lOl'a lo ~tesso on. J'n"ti se dobbiamo proprio fare il viso dell'ar~i al P~n per rlsospingerlo nelle accoglienti braccia del PCI, e osanJ?,are invece alla lezione di toJleranza e di umanità del cooperativismo socialdemocratico o. meglio; alla proficua opera clientelistico-elett.orale dei suoi dirigenti. . A. R. ELIZABETH WISKEMANN L'asse Roma-Berlino con prefazione di GAETANO SALVEMINI Questo è il primo tentativo serio di tracciare la storia dei rapporti diploma– tici fra l'Italia fascista e la Germania nazista, culmi nati nella firma del Pat• to d'Acciaio e nell'Asse Roma-Berlino. L'Autrice ha potuto consultare an– che numerosi documenti ancorà: celati negli archivi J;iei vari Ministeri degli Esteri e ha interrogato parecchi diplo– matici italiani che hanno assistito da vi– cino al grande dramma che ha coinvqlto l'Italia nella sua vicenda più disastros~. « DOCUMENTI DELLA CRISI CONTEMPORANEA»· N. 18 - Pagg. XVI-464 - L. 2000 LA NUOVA ITALIA FIRENZE

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