Nuova Repubblica - anno IV - n. 2 - 8 gennaio 1956

(92) r1ùQV i:epubblicà '-' IN V I STA DEL _CONGR,ES-80 MOZIONE PER LA RIPRESA SINDA I compagni• di Unità popolm·e che rnilita·no nella CGIL hanno ampiamente d-iicusso alcune linee di politica sin– dacale, da sottoporre cilla massima assise di quella orga- nizzazione. · _ La relazione integrale sarà pubblicata prossima·mente su Nuova Repnbblica: intanto .diamo qui il testo della mo– zione che vèr-rà presentata da, un gruppo di com,p'agni di UP e indipendenti ' L A FASE POLITICA e sindacale, ~he stiamo attraver– sa'ndo, è .. caratteriz·zata dall'attàcco ch0 gli industrfali . hànflo sferrato contro i lavoratori nelle. aziende còme ultimo atto <!ella ~piena :ripresa Pell'iniziativa econorpico– sQciale della cla~~-~~im_prend.itoriale e _coQ1e con~eguenza non solo di una certa· situazione politica interna ed interna-,., zionale, ma anche di un atteggiamento sempre più Passivo · del fronte opefaiÒ. · Il'_\ rapporto a. ciuesta _situ8zione _si impÙngono" delle scelte di ordine generale particolare e un nt_1ovo indi1:izzo strntegico· e tattico. · · ' I) Dir,ettive d} ordine generale La CCiL deve rip1·endere l'iniziativa negli avvenltnent! del lavoro, "innanzitutto svincolandosi da un troppo stretto legame della sua linea di azion-e con obiettivi di p9litica interna e. internazionale; in secondo luogo, contrattualiz– zapdo· tutti gli aspetti del rapporto di lavoro (dal salario minimo nazionale ai superminimi aziendali, all'assistenza e alle condizioni-di lavoro), avvalendosi, per conseguire que– sto risultato, di tutti i mezzi di pressione propri del sin– dacato, senza attendersi, dalla attività legislativa e parla– mentare, quello che dovrebbe essere invece il risultato del– l'azione diretta e dal basso. Da questo punto di vista è bene chiarire che la solu– zione di tutti i problemi di fondo dell'economia italiana - condizioni di pl'ivilegio dei maggiori complessi nei con– fronti delle piccole e medie industrie, politica fiscale e Cl'e– ditizia, investimenti per il Mezzogiorno, coordinazione delle partecipazioni statali _:_ non è di stretta competenza del– l'organizzazione sindacale, la quale, sopr.attutto nell'at– tuale rase involutiva, deve porsi sempre in primo luogo gli obiettivi della difesa degli interessi di classe. L'aJfron– tare i problemi di fondo è compito precipuo dei partiti di sinistra sul ·piario parlamentare, anche se, beninteso, l'orga– niz7.azione sindacale non mancherà di app'"oggiare tutte le iniziative che favoriscono gli intel'essi dei suòi organizzati. Per quanto in partÌcolare concerne il problema attuale dell'lRl, la contropartita che la CGIL deve richiedere ai gruppi dello schieraruento borghese interessati ad ottenere il suo appoggio per lo sganciamento dell'IRI dalla Confin– dustria,· deve consistere nella convalidazione degli ·orga– nlsmi di rappresentanza operaia, riconoscendo peraltro le CI non già come organi impegnati al1a collaborazione, qensì come strumenti della tutela degli interessi di classe. 11), 1 Dirett.iy~ su problemi particolari ,, J temi che il congresso deve quindi affrontare con più h1,1p~gno ci 1 sembra siano questi: 1) condizioni di lavoro; 2) ,salayi; 3) ,orari di lavoro; 4) libertà nelle aziende; 5) collocamento. 1. Condizioni di lavoro Sinora ci si è occupati più direttamente degli aspetti esclusivamente economici del rapporto di lavoro, trascu– !'ando di fatto altri elementi non meno importanti, come i nuovi processi produttivi, la definizione del ritmo di la– voro, l'inquadramento delle mansioni, la mancanza di ser– vizi assistenziali, le cattive condizioni igieniche, ecc. Bi– sogna tener maggiormente presente il rapporto tra le con– dizioni di la.voro e gli aspetti più direttamente economici. 2. Salar·i E' necessario tener presente che accettando il livello aziendale di contrattazione, la CGIL scende su un terreno particolarmente favorevole alle direzioni aziendali ed alle organizzazioni scissionistiche. Abbiamo visto che nelle aziende più favorite, gli aumenti salariali ed i premi sono stati usati con larghezza come strnmento di divisione tra i Javoratol'i. E' dunque necessario presentare in tali aziende 1·ichieste che tendano a drenare gli .utili eccessivi degli industriali per portarli verso impieghi non esclusivamente salariali: occorre chiedere il miglioramento funzionale delle assistenze sociali - case, asili, scuole professionali .di azienda, ecc. -, sulle quali estendere il controllo operaio con appositi organismi. S. Orario di lavo1·0 La riduzione delle ore di lavoro da 48 a 40 settima– nali1 a parità di salt.Hio, deve essere posta come rivendi– cazione a carattere generale e simultaneo. Non spetta ai lavoratori preoccuparsi del modo come gli industriali po– tranno dsolvere i nuovi problemi posti dal soddisfacimento di una rivendicazione che tutte le condizioni dell'eco– nomia europea e mondiale rendono ormai indispensabile. -4. Libertà nelle fabbriche Su questo punto non si può .nofi denunciare il grave errore commesso dalla nostra· organizzazione, sottoscri– vendo accordi sui licenziamenti individuali e sul funzio– namento delle CI, che in pratica hanno offerto alle dire– zioni aziendali gli strumenti giuridici per un'azione di di– scriminazione contro i nostri militanti e di progressivo esautoramento delle CI. A ciò si è aggiunta la passività con la quale - a parte le violenze oratorie e le petizioni - si è tollernto che in decine di fabbriche avvenissero Jicen– zillmenti e limitazioni alla attività sindacale deÙati da mo– tivi puramente discriminatori. Per ·l'estaurare la libertà - nelle: fabbriche non c'è altro, da fare che lottare con deci– ,sione per impedire l'ulteriore prosecuzione di questa.- po– litica. Bisogna che le direzioni aziendali si rendano conto che 1 ogni volta: che adottano provvedimenti lesivi delle li- ..bertà.~sindacàli, '°concino il rischio di provocare scioperi im– rnediati ed a tef[lpo indeterminato, che sono i soli che pos– sano costituì.re p~l' esse ~otivo di preoccupazione. · 5. Collocamento · Il collocamento· come ora è eCfettuato è un altro stru– mento di discriminazione ai danni d~lla classe operaia. Il s9lo ,nodo per ottenere dagli uffici del lavorò una corretta 'applicazione depa pur insufficiente legge esistente è quello di organizzare .i ,layOratori !"'Onoccupati in modo che que- · sti p.ossano esercita1:e una pressione dal basso. Essi però non dov}'anno costituire. una categoria a se stante, ma ri– manere organizzati entro le varie categorie industriali,· na– turalmente esonerandol,i dal pagaOlento delle.quote s'inda– cali e creando orgftni speciali per coordinare -l'aziofle di. riven_dica_zione. lii) I lav9ratoÌ-i e l'organizzazione ,, .. , Uno dei ...~no'tivi che hanno 1·eso possibile l'azione pa– dronale di· frattura del movimento operaio è il distacco tra base e vertici e tra organizzazioni orizzontali. Per ciò che. rigua:tda il primo problema, noi vediamo la causa di talé distacco .nell'assen~a di un dialogo demo– .cratico effettivo, nel mancato rispetto delle forme elenio- cra,tiche nell.e elezioni dei di!·igenti e. degli ·or~ani rappre-' sent.ativi, nei pl'Ocedimenti autoritari pér lungo 'tem!po iiclot: tati e nella insufficienza' di una attività cultrlrat~ è' ·rorn1a.: · tiva all'interno dell'organizzazione. A iuttd questo occon·é porre rimedio. ·, Per ciò che riguarda il secondo problema del distacco tra organizzazioni orizzontali, dobbiarno dire che J'~sistenza di organizzazioni provinciali ricche e poveI:e av1:ebbe do- ,, vuto suggerire da tempo non già l'erogazione di aiuti $al-'· tuari, ma l'istituzione. di una cassa di compensa;,.ione per– manente. Lo stesso dicasi, sol piano dell'area cl.i ii-Wu'eiiz& delle CdL, del distacco tra lavoratori di indushi'e po,;ere e lavoratori cli industrie ricche. Qui non è solo problema di ~assa di compensa.zione locale, ma anche• di, azioni riven- . dicative combinate e di solidarietà in . appoggia.ai lavora-. tori- delle industrie in condizioni di i,nfE'!riorità. Un'azione , da noi suggerita in questo campo è. la _pressione c_he gli . , operai di industrie-chiave possono es~rcitare sulle loro di• rezioni per far ottenere alle, industl'le àusiliarie e dipen• · denti condizioni di,commesse più favorevoli, il che darà ai lavoratori di queste ultime una base· per. le loro proptie rivendicazioni. Per coordinare azioni di questo tipo bi- · sogna che le CdL diventino veramente il centro di raccordo di tutte le iniziative che interessano l'economia. della pro- ~ vincia. Sempre su questo piano si può cr~are ur efficace legame tra _gli interessi della classe operaia e le cate~orie degli artigiani, dei piccoli commercianti e dei contadini. Riteniamo in questo modo di dare un contributo po• sitivo alla elaborazione di una strategia e di una tattica sindacali che permettano alla COIL di divenire l'efficace ' strumento della ripresa sindacale dei lavoratori italiani. - 1 A v OR o E s 1 No A e A 'r I I COMeETENZ,E--- E G~l{Al{Clf IA N ONOSTANTE che lo sciopero dei ferrovieri sia rien- ~ i'"rato, dietro as~icurazioni piuttosto vaghe e gene– riche dei ministri Conella e Angelini alle segreterie della CGIL e del SFI, le categol'ie dei dipendenti pubblici permangorio in stato di preagitazione, a causa della legge delega. Ragioni di metodo e di costume democratico scon– sigliano che un provvedimento <li tanta importanza e così delicato come quello della delega, entri in vigore, senza essere stato discusso e atiCntamenìe esaminato con senso di responsabilità dall'apposita colllmbsione consultiva. Il tempo concesso a quest"ultima per il suo lavoro è ... roppo breve e sussiste il dubbio clie lo stato giuridico dei pub– blici dipendenti possa passa(e come una imposizione del potere esecutivo. In realtà, le finalità per le quali la delega era stata concessa non sono state realizzate. Si tenga presente che il presupposto fondamentale di essa avrebbe dovuto es– sere quello di ridimensionare i gradi della carriera buro– cratica in base al principio della funzionalità: secondo tale criterio, diametralmente opposto a ,quello del sisteina ge– rarchico introdotto nel 1923, ad ogni g~ado dovrebbe corri– spondere una sfera specifica di competenza. Ora il prov– vedimento predisposto dal governo non apporta sostan– ziali modifiche al vecchio « stato giuridico> fascista, la– sciando scorgere qualche mal riuscito tentativo di conci– liare il principio del grado funzionale con qL1ello del grado gerarchico. In questo sforzo di trovare una impossibile ar– monia, il legislatore è riuscito soltanto ad aumentare la confusione del testo; dallo schema cli decreto governativo risulta che una certa sfera di autonomia è lasciata solo ai direttori generali per quanto concerne le funzioni « ad essi attribuite direttamente da leggi e regolamenti >, ITla an– che questa « autonomia> ci pare. del tutto aui generis poi– ché non vediamo come un dirèttore generale la cui nomina è di competenza governativa, possa essere autonomo dal capriccioso volere del pal'tito di maggioranza che detiene il governo. I capi divisione che, com'è noto, rappresentano l'ossatura dell'apparato burocratico debbono limitarsi ad organizza.re e dù-igere « secondo le disposizioni e nelle ma– terie ad essi attribuite dagli organi superiori >. Non parliamo poi dei gradi intermedi: non hanno che una funzione puramente esecutiva e strumentale. E si noti che lo snellimento della burocrazia e ancor più un costume democratico nell'amministrazione dello Stato non sono possibili Senza la dvalutazione delle singole persona– lità degli impiegati, che hanno eia essere uomini investiti di un potere funzionale e non caporali di un esercito di di– sciplina e di abitudini borboniche. I provvedimenti predi– sposti in esecuzione della delega hanno proprio un sapore autocratico che mal si concilia con le promesse formulate dal governo per ottenere dal parlamento il voto sulla legge delega. Potrà la commissione consultiva, ammesso che rie– sca a sottoporsi ad un lavoro impossibile, mutare il tono, il camttere, l'indirizzo dello schema del governo? E' chiaro che non Io potrà fare. Ha potuto e potrà emendare ancora taluni articoli 1 quelli che appaiono più tirannici ed ana– cronistici; niente di più. Ora non si tratta solo di qualche articolo, ma di tutto il testo: la sua formulazione « gerar– chesca>, retorica, enfatica - a volte - non può essern in nessun modo accettata. La commissione ci si è messa di irnpegno ed ha compiuto un buon lavoro, modificando, nello spirito o nella lettera, non pochi istituti e non poche espressioni. Così che, per esempio, alla dizione « doveri cli obbedienza> è stata sostituita quella di « doveri di uffi– cio:., più impe!'sonale e meno avvilente; e abolito è stato il criterio dell'esecuzione « dell'ordine superiore i cui è su– bentrato il concetto secondo il quale l'impiegato « è te– nuto ad eseguil'e gli, o·rdini inerenti alla esplicazione della prop1·ia funzione e mansione che gli siano impartiti dal– l'ufficio da cui dipende>. Pure-ritoccati nella sostanza sono sta.ti gli articoli sull'orario di lavoro, sulla sospensione del servizio, sul congedo, sulla qualifica, e all'articolo 71, che prevede le sanzioni per dete1·minate inadempienze, il com– ma i·elativo « all'abbandono volontario del servizio> ha la– sciato il posto ad una f9rmulazione che non compromette il diritto cli sciopero: « per trasgressione grave ai doveri d'ufficio>. La commissione, per procedere con maggiore snellezza, ha demandato i suoi compiti ad un comitato ristretto formato da sindacalisti; però, l'esame non sarà comunque ultimato. E ammesso e non· concesso che venisse condotto a termine, sarebbe difficile ritenere che il governo accetterebbe, in tutto o in parte, gli emendamenti che al suo provvedimento sono stati apportati da.ll' organo consul– tivo. A stare al parere dell'on. Gonella sembrerebbe di sì, ma è nota la predisposizione del ministro'" veronese, non condivisa dalla maggior parte èlei suoi colleghi. E' certo che il governo una soluzione dovrà tl'ovarJa e non la troverà facendo entrare in vigore il 10 gennaio il provvedimento. Se ciò facesse, provocherebbe una vera on– data di malcontento fra i pubblici dipendenti e incomince– rebbe male questo nuovo anno che, secondo una recente previsione dell'on. Saragat, dovrebbe vedere risolta, fra le molte, anche la vexata quaeslio degli ~stÀtali. Le ipotesi più probabili sono comunqlle due: o la presel!tazione in parlamento di una «.leggina> per la proroga della legge– delega; o la presentazione, sotto forma di disegni-legge, di tutti i p1•ovvedimenti che la commissione consultiva non avrà avnto il tempo di approvare entro il 10 di questo mese. Que$te le ultime notizie ufficiose - al momento in cui scriviamo - notizie non confermate dagli ambienti re– sponsabili. Frattanto i professori daranno inizio alle operazioni di scrutinio dei" primo tl'imestre, senza però - è stato pre– ciSato - abbandonare l'agitazione che è da presumere ri– prenderà a breve scadenza. Sempre per rini.anere nel settore degli statali, va se– gnalato lo sciopero proclamato per tre giorni (3, 4, 5 gen– naio) dai dipendenti degli uffici provinciali del Tesoro e delle ragionerie presso le Intendenze di Finanza. FRANCO VERRA

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