Nuova Repubblica - anno III - n. 41 - 18 dicembre 1955
4 CONDIZIONI DI UN' OF ~ E NS I VA SINDACA J; E LE -QUARANTA OR:E ,- Nell' at~uale, difficile situazione sind.wa_le· ~cl economica·, la parola d_'ordine.. •~ orari i. 1·idotti,,_app,a1!eabile e inte.llig~nte;.ma 9isog~a pr~ved~re irischi in c~i un'.errata i~_.-_. postazi~ne_ deU3: lotta_può fa1· incorrer~. 11 ·no,,tro collabora~ore Ii esami113;qui pàrl!ita.:_. _µiente e illumina, con i molteplici profil! del problema, aie.une di.-ettrici essenziali · ~ T di PINO 1 .---iJ SEDE. di dib~ttitj precongressuali nella -CGÌL si· è · · _parlato a diverse _riprese di riduzione dell'orario cli la- . · ·vorò, · a parità di retribuzione sulla base di 48' ore 1 settimai\Jti: Nella 'riunione del Comitato direttivo :della ·CGIL;;a~ esempio, _i pareri sono stati, anche se non· acµ– ta·mente, ·discordanti. L'opinionE! di _Foa - che mi pàre la più rne_ditàta - .era '.che si tratta specialmente di condi– ioione· di lavoro, e che in questo quadro soltanto si pone ;( 'p;oblerna· della i·icl~~ione clell'ora~io. Opinione di 'altri era •ih.vece: che una· bat\aglia sindacale .intesa ad ottènere orari cli 36 o 40. ore senza dil:ninùzione di salario avrebbe portato ad una maggiore spartizione degli utili e ad· un ·asso~bime11tÒ di manodopera disoccupata ·da parte' delle fodustrie in espansione econ'omica. Da .. pàrte di tutti si ammetteva ''comunque che non si poteva prospettare la r.i~endicazione su -tutto il ironte,. ma settore per settore; e si faceva rilevare che le prime mosse erano partite pe_r aziende quali la Fiat e la Olivetti. La situazione, caratterizzata da forte tasso di disoc– cupazione, presenza cli aziende in forte espansione eco– nomica, zone ad alto livello salariale e zone ad alto li– vello di orario di lavoro, rende logica la parola d'orcline di una 1·iduzione di orari'o; la quale, evidentemente, ha per obiettivo : a) risolvere il problema dell'azione sindacale nelle aziende iri espansione, senza ricorrere alla richiesta di ul– tetioii auh1ent,i salariali che, tra l'altro, aggraverebbero la situazione ,di distacco tra livelli salariali nella stessa ca- tegoria industriale; . b) incidere egualmente sui pr<:>fitti aziendali, per mantenere tm' favorevole rapporto tra profitti reinvestiti e· profitti distribuiti al pe1·sonale, anche se in forma in– diretta; e) spingere le aziende in sviluppo ad aumentare la occupazione operaia, sollevando la disoccupazione locale; si risolverebbe così il problema della solidarietà di gruppi operai·« privilegiati » nei confronti dei compagni più di- sered·ati; ''' · d) forma·re un fattd,·e modificativo della distribu– zione dei 1:e<lditì, per una più ampia zona di consumo e unà migliohi capacità di acquisto; 'e) impostare· il problema sociale e politico del « tem– Jio li-bero » delle Ìnasse dei lavoratori, creando condizioni e':attività èducative, forniative, associative. ·. '· Intlubbiamenté, nell'attuale difficile situazione sinda– Mle· étl econoniica; là' soluzione « orari ridotti » appare abile e· 'intelligente. Però pénso che alcuni aspetti del problema ·rioh"debbano essere sottovalutati, e che anzi se ne debba 'i:liscuteì-e per averè una visione precisa della questione e perché; in tal modo, l'azione abbia maggiori possibilità di successo: , .. Oome :Semp,:è, in/atti, 'non basta che le soluzioni siano iibih ed intelligenti ; bisdgna che rimangano continuamente realizzabili' e non slittino fovolontariamente su un terreno · dlvèrso; è èl1e se n<i pl·ev'edano tutti gli effetti positivi e ?legativi. Se la parofa d'ordine per una riduzione d'orario il tntt'alll-ò'·che· erra'ta', 'una errata impostazione della lotta I , , . :MOTORI PÒMPE VENTILATORI ARZIGNANO L'ECO DELLA STAMPA , ;UFFICIO DI RITAGLI DA GIORNALI E RIVISTE· Direttore: Umberto Frugiuele Milano, Via G. Compagnoni 28 Corrlsp, Casella Postale 3549 Telegr. Ecostampa Biblioteca Gino Bianc per la sua· ·,·e.alizza~ione può far jnc_ol'l'ere in diverifi pe- ricoli, ·tra i. quali si può inèlicare:_ . . . . • a) non· rendérsi coofo · che 'la richiesta. di. i·icfu.:iione Md'orario a~p&rità\ di''.sa~a1·i significa,' iJl p'arol~ _pové"re, ·ri– c.hiesta di un· au'n1ento 1 di salario; ah ché se· in pa,'ticolari 'c~ndi,zioni e. con particolari effetti. Or!!,, chi g;.rantis~e e · ·come, che, dopo un. certo tempo, l'azienda elle I-ia 11ccet– tato_ la riduzione- non riporti .l'orario al_lo stesso li_vello di ·prima? Rimarrebbè. allora una semplice maggroraziorfe di salario; e noh ;i p·uò rispondere semplicisticame~te èhe gli opérai si opporranno; direi anzi che l'industri_ale _che· vo– glia ritornai-e al vecchio oral'Ìo troveì'à nei lavoratori un tacito consenso, motivato dalla ·abitudine a lunghi orari, aa una insufficiente orgànizzazione dèl tempo libéro e· dal fatto cbe, quando si parla di salari « a·lti »; c·i si 'rifè~isce ad un livello relativo e non assoluto. Se non si prevedono anche le. forme strntturali, gimidiche e normative, di ac– cordi del genere, tanto vale che i sindacati prevedano un ·semplice aumento salariale richiesto in modo insolito; b) non stabilire una proporzione tra richieste e pos– sibilità· obiettive dell'industria. Qtiando si chiede una ri– duzione a 36 o a 40 ore, si chiede, in pratica, un aumento del 20% di salari, capitale tecnico totale investito, occu– pazione operaia; cict a parità di condizioni tecniche e di produzione, un aum )to dei costi di produzione di note– volissima entità. Questo solo fatto può fare di un'azione logica una semplice campagna a sfondo politico-demago– gico, già in partenza senza valore reale; e) non prevedere sufficientemente le possibili invo– luzioni di un'azione affrettata. Si possono avanzare al– cune ipotesi: 1) .si vede nella richiesta di riduzione di orario sol– tanto il pretesto di ottenere un aumento salariale e si im– postano le azioni in termini irreali, con domanda di ridu– zioni supel'Ìori a quelle che sono tecnicamente realizzabili, senza le garanzie cli aumento di occupazione operaia; la azienda concede la riduzione nella misura in cui sarebbe stata disposta a concedere un aumento salariale, e in un se~d? tempo ri_sale agli orari precedenti « per necessità urgenti e straordinarie »; . . 2) sotto la wessione sindacale ~m'azienda è indotta a concedere un'effettiva riduzione, poniamo del 10%. Non le rimarrà altra alternativa che di _inasprire. i tempi e i ritmi di lavoro; poichè, a parte forse qualche caso ecce– zionale, non e~istono in Italia aziende che possano di- · spol'l'e dei miliardi necessari ad aumentare gli immobili, gli impianti e le attrezzatme, i costi della manodopera, ecc. del 10% senza proporsi di recuperarne una parte so– stanziale con un tale aumento del rendimento che non lo si potrebbe più veder risolto sol_tanto coµ nuovi procedi– menti tecnici. Le proteste contro if taglio dei tempi di– venteranno anche più platoni<,he di quanto non lo. siano ora, e saranno state provocate tecnicamente d,illa stessa azione sindacale. Non è poi detto che alcune aziende non si servano cli un'occasione del genere per fare piazza pu– lita di tempi e ritmi considerati arretrati e insodclisfac'enti, e per introdurre personale politicamente selezionato. In ogni caso si favorisce, evidentemente, il processo di. con– centrazione capitalistica, e si provoca un ulteriore assor– bimento di crnditi e capitalj da parte di aziende che già ne assorbono la maggior parte; oppure si tenderà a li– vellare l'azienda sul livello produttivo più basso, con il conseguente scarto cli vendite su mel'cati u1arginali e senza incremento di occupazione operaia; · d) non esaminare il probl~i;na del « tempo libero». I livelli salariali italiani non sono ancora tali, anche nei casi migliori, da consentire una utilizzazione del tempo libero di tipo ricreativo-educativo a spese per,sonali del lavoratore. Si può prevedere uµ intervento e· iniziative 'cli enti pubblici o comunque qualificati; ma sappiamo bene come si risolvono queste iniziative, politicamente 'e social– mente. Spetta dunque ai sindacati affrontare ·e I ris.olvere il problema, ma ciò richiede un complesso di attrezzattlre, mezzi e persone che i sindacati sono ben lontani dall'avere. S ENZA rinunziare a· soluzioni nell'ambito sindacale, il problema dovrebbe perciò essere affrontato so'tto il profì-lo di « integrazione di attività economica» del lavo– ratore nel tempo libero, con una attività economie;~ 'per– sonale e associata. Sotto questo aspetto il problema della riduzione degli orari diviene più interessante particolar– mente nei settori di integrazione dell'economia' industriale con quella àgl'Ìcola, o di integrazione dei redditi fodivi– duali di lavoro con redditi prç,venientj da piccole pfo: prietà terriere. In questo èaso la riduzione dell'orario àn– che· con leggeri ritocchi salariali può avere aspetti posi– tivi, fo qu_anto consentirebbe comunque la formazione di upa maggiore capacità di acquisto e la satuniione e lo sfruttamento pieno di risorse economiche non utilizzate· per l'eccessivo parcellamento della proprietà terriera ·o per mancanza di temP,o del proprietario. (89) nuova repubblica Diversamente, il problema economico del maggior tem– po libero può essere risolto proficuamente accompagnando la riduzione di orario con concessioni di prestiti a basso tasso di interesse e a luqga scadenza perchè i laYoratori si. impegnino in attività economiche che abbiano caratte- 1·istiche cli moltiplicatore· (édiljzia, ad es.). T,ilto- ciò con– duce ne,cessariamente ad alcune conçlus~oni che non vo– gliono it'ègare né svalutare la camp~gnalsindac~le per la rid,izione qell'oi·ario di lavoro, ma soltanto renèleda an– che più aderente alla realtà: a) la questione dovi·ebbe essere impostata come pro– blema _a lunl;lO termine e da risolversi q_uincli· con larga « gradualità>», non soltanto per n6n, urtarsi a difficoltà ecOnon1ich~ ob.iettive, ma anche per nòn incoi-rere in ina– sp1·i111enti'dél'ie condizioni· di lavorò; mi pare· cioè im– probabile ché un processo di riduzione degli orari del 10%, a parità di salari settimanali, possa essere realizzato in meno cli uno a due anni, senza che se ne abbiano rj_pe1·– cnssioni negative sui ritmi di lavoro, i prezzi dei· pro– dotti e il livello produttivo. Comt;nque mi pare più 0 logico impostare la questione su t;n obiettivo cli 44 ore settima- 11ali, sp_ec_ia_lmente se si c_onsidera che i sindacati, ançhe in aziende a salari superiori alla media, non mancano di bat– tersi per il ripristino dell'o.rario cli 48 ore, quando esso, anche per motivi contingenti,' viene abbassato a 40; b) la questio11e va impostata anche ·sul ·terreno gi'u– ridico, fornendo alla CI istruzioni e direttive intese a sta– bilire pu.nti precisi di carattere. normativo per garantire gli obiettivi_ raggiunti, tenendo specialmente co11to del fatto che è estremamente difficile garantiisi in altro modo quando i sindacati hanno abbandonato gli strnmenti tec– nici di controllo e cioè ; Consigli di gestione; . e/ ogni soluzione impone comunque la presenza at– tiva dei sindacati ·zona per zona, sul terreno dei prob-!emi economici zonali, per promuovere e sostenere attività eco~ nomiche collaterali che tendano a dare funzionalità al tempo libero, e non a farne soltanto uno sfogo in svaghi dopo! avoristici ; d) questa azione va considerata come l'occasione principe per impiantare una reale iniziativa sindacale sulla base di studi seri sulle condizioni aziendale e zonale, e per contrapporre alla pretesa « capacità economica.> dei sindacati interclassisti soluzioni economiche cli classe; e) va infine chiarito, ad evitare equivoci, che si tratta di un'azione sindacale con ca,,-atteristiche ben diverse dalla non11ale azione per aumenti salariali. Una parola dovrebbe forse essere detta anche sulle pos– sibilità e i mezzi che rimangono al sindacato in sede giu– ridica e di contrattazione collettiva. Un esempio: si è vo– tata qualche tempo fa ed è ora entrata in vigore una legge che stabiliva una maggiorazione del 15% per le ore di lavoro straordinario o\tre le 48 settimanali, maggiorazione da versai·e ad una apposita cassa. Induj)biamente i sinda– cati. l'avranno discussa ed appoggiata, ma c'è da chie– 'dersi perché non l'abbiano fatta conoscere, non vi abbiano impiantato su una campagna nazionale pretendendo che la maggiorazione, anziché del 15%, fosse del 30%. E anzi– ché· partire dalle 48 ore, partisse dalle 44 or.e. Con metodi di questo genere si' preparano le ragioni « strutturali » di · una riduzione di orario senza riduzione di salario. E' cioè il problema dei mezzi economici, o meglio, degli angoli economici ~a cui affrontare. una questione sindacale; il problema di arrivare ad una visione sintetica e, nello stesso tempo, ad una tatticità sul terreno economico che non lasci ~ngòli scoperti e ZQne silenziose: '– Avete provatQ o scrivere sulla Lettera 22 f Uno strumento energico e veloce scema. ad alJineore le.parole: e ltP imprime • con la nitidezza che 8$ , r~ljj§g,1 qg "" eemiW..-o ~r~i~fl<~ Av~te provqto Olivetti Lettera. 22 ' ' I Pc,o: t(g. 3,7 - Gi.r,!_tajfl 11!1 ~ Preu.o PI' c :çnbir.tl modello·LL. -:-.,:iJ,t 41,00Q-t I.O.e. w•llt~.fle11lliJ!iJ{lt 3.QQ.Q. + l.0-~ p., aeq11l1tl :1:'l;e~.ri!1•~:;!~1·i;~v•::1 e a q~eOIdi m•cc:hl11•per vffielo; .7,' =~·:~~::~ 1 ! 1 1:1: :::'~1 -' ' t J I i I . ; I
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