Nuova Repubblica - anno III - n. 39 - 4 dicembre 1955

(87) nuova repubblica SE'l''l'EGIORNI NEL !UONDO LE «BATTUTE>> DIKRHSCEV Q UASI ~E::,,"'Lì:-SO si è occupato in Italia dell:inter– Yista _conccssa al ~ 1 ew York 1'i1nes dal n1i~isìi'o degli,, esteri canacl~se Lester Pearson al suo ritorno dal– l'Cnione Sovietica. Il Pearson, che è stato costantemente un difensore della politjca atlantica, ha ,·eduto a l\Iosco. Bu lganin e l{ruscev, e ne ha riportato una sel'ie d'impres• sioni e d'inforn,azioni che n1eritano di essere versate nel fascicolo della distensione dopo il recente fallimento cli Ginevra. J.estel' Pea1·son ha ricavato un'impressione cli ca1·atte1·e generale dalla qua 1e deduce alcune proposte importanti cli !'evisione della.politica tedesca clell'Occiclente. « Non sotto– valu!iamo - egli ha eletto - la pama che prova l'URSS davanti all'alleanza occidentale. Questa paura è reale: le basi americane all'estero e il riarmo atlantico della Ger– n1ania; riempiono di spavento i di1·igenti sovietici>. JI Pe1u·son è perciò convinto 0 che l'attuale politica cli 1·iarmo della Germania e la tesi dell'integrazione di una C:ern1ania unificata nell'alleanza occidentale costitui,cono l'ostacolo fondamenta!e a un'effettiva distensione fra Oriente e Occidente. Pm ritenendo che l'ORSS, persuasa cli ,·incere a lungo andare la gara pacifica col capitalismo, non pensi a una guerra d'aggl'essione, egli ten1e le sue rea– zioni SI quelle che essa potrebbe considerare delle « p1·0,·o– cazioni > e invita gli Stati Uniti ad evita,·e e come la pe– ste qualsiasi provocazione, anche ve,·bale ». In altri termini, continuando a po1·si sul terreno della forza e dell'estensione del si ·tema delle basi occidentali attorno al mondo sovietico, l'Occidente rischiei·ebbe di creare anche nella nuova classe politica sovietica quell'in– cubo clell'acce1·chiamento che fil proprio della generAr.ion• bolscevica, incubo al quale l'odierna Unione Sovietica, molto pi,, potente cli quella di trentotto anni fa, potrebbe anche l'eagire con la forza. ' Effetto di questo incubo, che esiste gii, allo stato la– tente, debbono considcrnrsi le stupefacenti dichiarazioni Ialte eia .Krusc·ev al ministro ca.nadese sui partiti co,nu– nisti occidentali. Al Pearson, che faceva presente al se– grntario del partito comtinista sovietico che i partiti comu– nisti occiclPntali pote,·ano ritenersi equivalenti alle basi stranie1·e americane, Kn1scev avrebbe l'isposto: e I partiti comunisti occidentali riguardano l'Occidente. Che COSSI vi impedisce cli liquidarli o di mettere i loro isc,·itti nei campi di concentramento? :t. E' nota la libe,·tà cl'esp1·cssione ciel segretario ciel PC so,·i<'tico, 111a Siuebbe enato soffermar~i solo sul ca1·a.t– tnP illilw,·ale della sua dichiarnzione, che ha quasi l'a,:.ia cli 1111>1 bnll11ta di S'1irito. L'affermazione cli l<ruscev, posta fl nanco delle irnpre .... sioni sintetizzate dal n1inistl'o cana.-. dcsr, significa 111f>1tti che l'URSS potrebbe esse,·e disposta a oif1·i1·e all'Octidente qualsiasi garanzia - compreso il ·uo di8intel'0Ssnn1('nto per la sorte del co111unis1110 orci– dentale - purchè l'Orciclente accetti cli rinnncin,·e a po1·si sul tenono della fo1·za. ln altri lennini, se l'Occidente fosse disposto a trat– tare la ne11t1·alili1della Germania - çhe potrebbe fo,·se in tal caso riunificarsi - l'URSS potrebbe sblocca,·e certe posizioni comuniste marginali, ciel tipo di quella che fu 1·appre$entata da Markos in Grecia alcuni anni fa, e ri– nuncio I·e a ce1·te posizioni oltranziste ciel co1nunisn10 occi– dentale, come quelle, per esempio, 1·appl'esentAte in Fran– cia alcuni anni fa dagli scioperi minerari o dalle agita– zioni contro Riclgway che dP.terminarono l'arresto di D11clos. L'URSS potrebbe cioè rinunciare - anzi, in parte ha già l'inunciHto - a una ce1·ta politica ti-po « scacco al piano Marshall », come !11 defìnita la politica oltranzista dPI comunismo occidentale nel documento costitutivo dPI Gorninfo,·m concordato trn i capi eomunisti orientali e quelli de, due maggiori i)artiti oc.cidentali, quello francese e quello italiano. Anche in sè, però, la «battuta» di Kn1scev sui partili comunisti occidentali non Ya pre. a troppo alla IPggera. E' ,·ero che una effettiva distensione fra i clne blocchi non potrebb11 d<Jterminare in Italia o in Frapcia una « li– quidazione> del comunismo occidentale ciel tipo della li– quich-1:z.ione del con1unisrno greco, anche perché non si li– quidano tanto semplicemente dei partiti cosi profonda– mente radicati nella classe operaia come il PCT o il PGF. l\fa, nel determinare un indebolimento- di questi partiti, potrebbe determinare anche un temporaneo indebolimento della classe operaia ita.li, wa o francese e della sinistra in generale, al quale solo un raggruppamento delle fo1·ze so– cialiste o democratiche potrebbe reagi,·e efficacemente, ti-aendone !o,·se lo spnnto per una ripresa delle forze ispi- 1·ate al socialismo e alla democrazia nel nostl'o paese. Di– remmo quasi che si ·trnLta di un circolo vizioso: ché senza 11na vigorosa azione cli queste forze, la distensione rischia di rimanere lettern morta in Occidente, menti-e senza di– stensione una parte note,·ole delle forze di sinistra rimane bloccala e isolata attorno alle tradizionali posizioni co– n1uniste. PAOLO VITTORELLI Biblioteca ·G,noBianco 5 (Il udo riel/a 'Cina mniouali ... la all'in(Jre:o,u 11t'lrO.\'U della. .\longnlin est,•ru<1, IJfoçca l'w:c,Jl'do /1·0 le 01·<111di 11nle11ze per l'ammi.'isioue di diciotto paesi, llolia iucluso) (Ois. di Dino Boschi) Quando il diavolo ci mette il codino! Lt'fTEHA ~ I N I)A U A rr I E , CERTO ancorn troppo presto per concludere che la fondazione dei sindacati cristiani nella Repub-· blica cli Bonn ha fatto molto. rumore per nulla, ma è gi;t possibile tentare un p1·i1110bilancio deJ tentativo scissioni tico della grande lega sindacale unitaria (DGB) ad opera-di alcuni deputati democratico-cristiani. Per ca– pire con1e e pel'chè si sia giunti a questo punto è neces– se rio intanto fare qualche passo indietro. Occorre ricor– darn anzitutto che l'unità sindacale· accettata dai lavora– tori ~ocialisti e da que'li c1·istiani con il ripristino della li– bertà sindaca~clopo la parentesi ciel nazismo è stata sem– p,·e loute di un' certo malumore per entrambe le grandi conenti sindacali. Ciò è facilmente comprensibile, e,senclo l'unità inclacale fnndata sul p1•psupposto della neutralità politi,·a. del DGB, p1·esupposto facile a stabilire in teoria n,a assat diffici!e a realizzare 1n p1·atica, anche per le con– tinue intede1·enze tra proble1n1 politici e questioni sinda– cali. Fatto sì è cl~e i 1nal11111ori dei ~indacalisti cristiani si sono progres!-iivamente accentuati via via che il DGB assumeva posizioni sen1pre più vicine a quelle della social– democrazia. Nulla di pPricoloso, non essendo né il DCB né la 8PD n1ovimenti sovYe1·sivi (al c.ontl'al'lo, entran1bi mostrano aspnazion1 conse1·vAtrici i1nélie troppo spic;cate), ma questo è bastato perché fos,e lanciata contro il DGH l'accusa cli essere venuto meno al p1·incipio della neutra– lili, politica. Secondo i sindacalisti cristiani non rnstava perciò che una sola st.racla per 1·icond1uTe il DGB d~ntro i binari ar--segnatigli dal patto unital'io, l'<lffol'zare la cor- 1·ente c1·istiana per neutralizzare ogni velleità so~ialistoide. Ma la critica dei sindacalisti c1·istiani dimenticava cli chia1·ire se si trattasse effettivamente cli rnclicalizzazione del DC:1:1,radicalizzazione che sarebbe venuta alla luce cosi in occasione delle elezioni politiche del 1953, allorché il DGB si rivolse ai lavoratori in modo alquanto an,biguo invitandoli a votare pe1· un « parlamento migliore» (il che la C:DO interpretò come un invito a votHre pe,· la social– clen1ocrnzia), sia nel dibattito sul 1·iarn10, quando le orga– niz:.r.a:.-,ionipel'i(eriche antil'iarn1i~te ripol'tal'Ono Ja vittoria .'ulla assai più cauta pòsizione della. di,·ezione .centi·ale. In 1·ealtà, più che cli radicalizzazione del DGB si doveva par– la,·e cli isterilimento p1·ogressivo dei farmcnti sociali della CDU e di gravi ca1·enze sociali cli tutta l'opçl'B ciel governo Adennuer. In altre parole, non basta accu. are il DGB cli essersi spostato a sinistra, ma è da vedere $e non siano piuttosto i sindacalisti cristiani e la CDU a spostarsi a destra. D'altrnncle è un fatto che la grande maggioranza dei 6 milioni cli lavoratori organizzati dal DGB sono· Iavo– ratol'i socialisti, sicché non può fare n1eraviglia che oggi ben sette dei nove membri della direzione centrale siano socialisti. Queste cifre 1·ispecchiano bP.ne i rapp'orti cli forza esistenti· tra le due grandi co,-renti in seno al DGB, rap– porti di forza democraticamente sanziionati nelle assisi con– gressuali. La polemica tra le due correnti sindacali si è svolta per molti mesi in sordina, anche per evitare il ri-' schio cli una scissione, alla_ quAle si sono semp,·e opposti gli stessi esponenti più qualificati clèlla sinistra clemo– cralico-cristiana, quali Kart Arnold, presidente dei mini– st,·i della Renania-\'~stfalia, e il ministro per gli affari pan– tedeschi Jakob Kaiser. Alla scissione Arnolcl preferisce la via delle trattative; di recente egli ha chiesto in sostanza alla direzione del DGB che sia ri ervato alla corrente cri– stiana un te1-zo cli tutte le cariche di,·ctliYe della lega sin– dacale nonché la" po.i-tecipazione paritaria cicli? due cor- I) A BONN renti nelle redar.ioni degli 01·gani cli ·stampa ciel DG13. Ma l'azione cli Arnold non è sembrata evidentemente .·snfficiente ai più intransigenti sindacalisti cristiani delle· due confessioni. li 15 ottobre scorso i tre deputati della · GDU Even, Wilkelhe,de e Voss, i primi due cattolici e il terzo evangelico, costitui,-ano un comitato d'azione per la fondazione dei sindacati cristiani, seguita il 29 ottobre dalla promessa di aiuto fìnanziario della Confederazione i11ternuzionale dei sindacRti cf'i~tiani. ll nuovo n10Yimento sindacale ha fatto ~ubito un debole tentativo per essere accolto come conente 111 seno al DGB, minacciando altri– menti di provocAre 1111A sci. sione. Il DGB naturalmente r,on ha preso in considerazione una tale l'ichiesta e il l no– ,·embre ha denunciato in un appe_llo ai Ia,·orntori le mene • cli un gruppetto di impenitenti fanatici». Le co~e sono ,·imaste praticamente· a questo punto e lìno,·a il DCB non ha dovuto lamentare alcuna frattu,·a. < 'iò in primo luogo pe1· la !'recida, se non acldil'ittura ostile, 11ccng:ienzA riservata Hnclie dallo stesso cle1·0, cattolico e prote ..;tante. nll'ini~dativa dei sindacalisti cristiani, che è ·t11ta 11. pr>11,.r,te sconfessata eia Arnolcl. Più ambigua, la CDL: ha pre;erito clichiaral'e la sua neuti·alitit nella pole– mica sindacale in co1·so, 111entre gli stessi liberali non hanno 111a11e:ato di denunciare nella manov,·a dei deputati della CUU 1111nuovo tentati,·o per accentuare la cleri– calizzazione delln Repubblica fede,·ale. Se le conseguenze immediate del tentativo scissioni– stico sono state sostanzialmente nulle, diverso è il pro– blema, della sua incidenza futura. A questo proposito bi– sogna tenel'e present~ che il DG13 è tra,·agliato Ol'mai da ten,po da una g1•aye crisi, di cui i rapporti tra le due principali con·enti rappresentano soltanto un aspetto. li DGB infatti si tl'overit presto a un bivio, dinanzi al di– len1111a di fnre 1111 ~el'io esame di coscienza, o di ras~egnal'SÌ a diwntarn passivo strnmento di un apparato burocratico privo di slanci e cli \'edute a lunga scadenza, cristalli:.r.~ato nella politica del gio1·no per giorno e condannato all'inerzia pe1· paurn di essern accusato di comunismo. La stessa uniti, si11clncale, che è la sua grande forza, rischia in tal modo di diventare anche la g,•ancle debolezza del DGB. li recente allontanamento dalla direzione dell'i111porlante Jstitnto cli studi economici del DGB di Viktor Agal'lz, teorico socialistn, nolo oppositore della politica economica del governo e critico dell'attuale indirizzo del DGB, è un sintomo grnYe, che dimostra l'impos ibiliti, cli una seria azione critita all'i11terno ciel DGB. E se tutto dovesse finire semplicemente con un accordo ai Yertici per la ri– partizione dei posti di comando tra le due conenti il risultato della c1·isi sarebbe veramente deleterio. Ed Amolcl riusciriL certo ad ottenere aln,eno in parte l'accettn'l,ione delle sue richieste, tanto più che l'iniziativa di Even e compagni avrà. p1·op1·io l'effetto di tenere viva la, minaccia di una scissione e cli esNcitare pertanto una indubbia p1·essione sull'atlu11le direttorio ciel DGB. A dieci anni dal ,·ipristino della libertà s·(ndacale il DGB si ti-ova dunque in una condizione tutt'altrn che bril– lante, con una 01·ganizzazione robusta e un lal'go seguito tra le n1astie lavol'atrici, n1a senza idee chiare ·sull'azione da s,·olgcre e con la paura di una scissione, più gl'ave forse dj una frattura, stessa, che rischia cli paralizzare ancho quei pochi fNmenti nuovi dai quali potrebbero ve– nire utili inclicaz.ioni 11eI· uscir·e da una situazione precaria. lllARTIN FISCIIER

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