Nuova Repubblica - anno III - n. 37 - 20 novembre 1955

4 P. D:_,_.o.·n. L'. E· _·_ v .I.._r.D_ _ ._·.·.E: _I, : ·_1..1_, -1,·-_·,.N. __ ,-D· _ : .:A_,' -~-_-~-.I;-, 1_· .. S U; ,o _____ - , ·:-·_:· ,. . ~.iva,'del• controllo .azi~ nda.le ,dow,sse" ,-é,iire da:I ·Mfoistèi·o . _-,~ . _ J..f\ _-. _A - _ ~ _ A . 1,I_ . ::• ·,-~ · ~d~ll'lt,dustria ·e.:€d'oiiriÌ;reÌ~';Qosr,?iJ~b'blat<i~"il;!'~\)~etio ,, , .:- - · ': 6d -estromèssi .successivamente i partiti ,di, .• siniska dal ______ .;...:. ___ ;_ ___________ ;...,._-,--",,-:,--e--,-,,--,---,,,.,..,,.,,,...,....,.,...-,----,-.,--,--,--,-,--,--,-..,.,.-,,.,-..,,;= .. ,..,'_,; '.'.'.governo, la base aziendAle e sindacale non· Titrovò pi~ ' 1a forza dì;-µna_J,n~roti,\';~·•fw_. ii: n8~ à~b _òY,i,@presa_.:' in mano -f,queì,;;p~chl- \'1''!JU.lJ e '•11\~.!>j . e as~,nsero. la patern\yl ptit~t ,va. ifa. ¼/. \\!,>~- · '.-.. , i!·. ., Se si;ivuol~J }ta.~i i;,,"lWi\ii3ce(litì~nto i~ato a,, pmpo,ito' ,ll.éi , ~?mstgli ifi · Òri~ ìi!i,trj:,lìoitil nel ~ish_·, ~à- ~ del sinda~àtQ :~c~fÌa çf( p •; llbri' è:'..bag_lÌ'ito e i~omb-; ·< PARAOCCHI" P,OLITICl 1;, ' ,.. J - J[ P ERSONALMENTE credo I che si ~arebbe fatto un enorme passo in avanti sciogliendo il sindacato dal - pa,-tito e ·dando così luogo a una plnralità' di 01·ga– nisini rai)p.l'eSent-ativi aùtoriorni,- ch·e inte·1;vengtjno più effi-= cacemente a ro,mp.ere -l'atmosfera iropalndata, delle inteh pretaz.ioni e cleJfe ·dirèttive uniche., La· neeessità di' ·que– sta diversificazione degli ol'gan,ismi. sindacàli dai partiti, che pur co1·i'ispondo~o i,ell'impostazione · ideologica di fondo, sta né! fatto· che ,divet'si· sono ·i -cnmpi di applica– zione del partito e del - sindacafo e di verso è iI mezzo di azione.· Ambedue questi Ol'ganisrni eSistOno e si giustificano in· q11anto esiste una situazione di conflitto tra l'ol'dine costi– l11ito e l'ordine nuovo. Tutte lè situnzioni particolari che non vengono ricondotte all'idea· generale sociologica di conflitto, non trovano adegua.te soluzioni. Così, quando si dice che l'operaio deve provare maggiore soddisfazione nel suo lavoro, si cade in 11ndifetto di psicologismo ecces• sivo, poichè si crede che in realtà la· fonte del conflitto 1·isieda. nell'insoddisfazione provocata dalla fatica e· dalla snbordinazione assoluta ai dirigenti tecnici e ·amministra– tivi. Sarebbe anche errnre pensare che solo un adeguato a11mento dei salal'i possa risolvere il conflitto esistente tra datori di lavoro e lavoratori. Per ciò che riguarda i partiti ì,. la stessa cosa; la soluzione dei conflitti parziali, un accordo temporaneo con i partiti governntiv-i su questioni marginali, non risolve il conflitto· di fondo, quello -strut– turale. Questo lo ha.nno ormai capito_ tutti, tanto· è vero , che i reazionari. non hanno •quasi :-più voce in capit-010 e ·, non riescono a prendere la mano a.i conservatori di turno. Convinti tutti della inevitabilità del ·conflitto tra l'ordine costituito e l'ordine nuovo, si sono creati istituti parti– colari pe1' smorzarn·e l'tu·to: la forma ·deHa democrazia parlament.aì :~ e "~l sistema deU" 'maggioranza: sono, 1:(ìna, '· la istituzion'àliizàzione :del conflitto·,. e l'altro, :lo strumento che lo r.i~o!ve ora in t~n• sens·o or-a fo ~ un --a1tro. E per, quanto questo sistema sia difettoso, è il migliore di quelli tìno,·a sperimentati. li sindacato però non agisce :sul governo,. t1·a•mite i_!_ pai'lamento; il ,Sl!Ocampo d'azione, per ciò'che·si riferisce al conflitto, è la fabbrica, l'aziend.t commerciale o agricola. Nella f&bb1·ica e nell'azienda, non esistono ancora condi– zioni pe,· una' demo_é,•azia· del' tipo politico. -L'istituzione che t.'isolve •in un .. senso o nell'altrò il conflitto' sono ·il - A NOI" OHE' CERCHIAMO di eogiie1'e la -so·stanza-. deHe· cose· 'è sempre sembrato che ·.Ja-,CJSL· ·sia.,-sott6 · il ,,efo _del ·sindacalismo democratico, un -sindacato.– cattolico. Canini, ·Pari·i e· pochi alti-i opporfonisti; priYi cli un qualsiasi segÙito fra le masse operaie, non sono suffi– cienti a configurare diversamente la confede,·aziòne tlel– l'on. Pastore, -la cui base ·organi'zza-ta è ·tutta di- ,-forma-: zione confessional~, come lo sono, sia -al centro che· alla periferia, i suoi dirigenti di· qualche ·rilievo. · Il congresso delle AGLI di Bologna, invece, c1 e ve-· nuto a dire che le ACLI non sono rappresentate nell'01·– .ganizzazione · dell'ona Pastore e che,_ dal --1948 in poi, ai sono vòlutamente astenute dal prendere - posjzione - « sul– fatto sindacale».' Ma di ..grazia 1 non -è· fo1·se-l'on. l'astore un aclista? ·e non sono- adisti quasi tutti ·.glj -iscritti alla CISL? E n_on hanno forse proprio lè ACLI· costituito, nel 1948, là LCGIL, ·divenuta CISL in seguito alta--fusione.con Canini e·Parri? La r-ealtà è che-nel mondo cattolico, ognuno· ha -la suà pa1·te; il che consente alle ACLI, · che si defi- 11iscono ·«'il ·movimento operaio cattolico»,' di en.unciare dei bellissimi programmi sociali senza .avere gli· strn– menti -·che ne impegnino· la responsabilità per· ia loro realizzazione: La CISL, cattolicà quanto le ACLI ed ACLI essa stessa, ha il•'compito ·di operare e·di accetta,·e·i com: promessi, 'senza ·che questi ricadano formalmente sul « mo– vimento- operaio cattolico», che, sui problemi concreti - è stato detto a· Bologna - può a·nche ·consentire ad una provvisoria· confluenza di sforzi con le sinistre. Ma clii ope– ra questa: convel'genza? Le AGLI no; perché non- sono né sindacato né partito. E questi ultimi (CISL e DC) non la fanno, anzi .la fuggono. A Bologna· sono state dette cose interessanti ma che hanno 'il semplice significato di enunciazioni '8Stratte per– ché non si sa· dove andai'e a ricercare le fot·me, materiali del « niovl,ùento operaio cattolico » che sfuggono nasco• stamentè ·nella CISL e nella DC, che cessano di essere mo– vimenti operai pei• divenire -genericamente· democratici. La base vera delle AGLI non ha afferrato la tortuo' sità del discorso dell'on. Penazzato che vuole le ACLI siano «guida»· dell'azione sindaca.le senza· ~ssere · sinda– cato, che ha « insoddisfazioni » e nel contempo « mo– tivi di soddisfazione», che non vuole la lotta di classe come fondamento dell'interpretazione dell'evolversi della società· secondo Marx, ma· come fatto transitorie che con– senta ai lavoratori di pervenire &d un livello di eguaglianza senza del quale la « c<;>llaborazione » non può realizzarsi. Ma· sòprattutto; Penazzato ha detto di ,,olere il « rilan- - cio aclista », e$pressione che del convegno è stato-· lo slogan Biblioteca Gino 1anco ·::·-~•nisti agirono i-nsensatamente solo --perchè si illusero che '-• lo,sse' vici,no i_l loro tul'no di comari do. ·Ma se si_ pensa ._ alla 8ociqliwazfoi;et, é~'{lii-èi aiiche a.Ila na,:'ionàlizzazwne; ~ entro un" sistetll~ éii rappt'eSentanze · den1ocr8tjéhe·.>.~ · ciit· ~ contrnttò, ,oollettj,•ò:..di h,vorq e:tutte le forme pal'ziali 6 -, g,hit J'ol'ma il pl'0gramma massimo del partito socialista loca)i .;che ne derivano. Non es·iste il sistema della- m'af·, ftalian_o :- il p,·oceqimento è sbagliato. Jn. ogni: -caso il gioranZa. e·\ cl~il.a \riinforanza: ·~nell'azi;,n'da.. Y-it& éi :11aut'1~- d ~ prnce imento è inaccettabile se s~ vuole, come si. dice di crazia del prop.rietario dii·igente, da, cui derh,a una gera·r- volere, la emancipazione dei lavorato,·i. Emanciparli vuol cl;ia a sènso unico, o l'-oligarcl;ia dei membri del consigiio dil'e renderli j:,a,-tecipi delle deliberazioni <:he ·inf\uen.zano generale di !fi'rezione; .i,L quale è responsabile di fronte aL il lol'o déstino. La partitocrazia, con i processi dall'alto in consigJio 4i. 8.'n1n1iriistra'iione ..no1ninato d~ll'assemblett de~lj~ basso che inipone, non la, Ja\,otisce. Che una direziof\e azi9nL\ti. In questa seconda forma spesso il possessore del a~iendale dipenda dalla volontà di una pernona 0 9 i un maggior pacchetto d'aaioni detta legge e spesso, 'quando grnppo di persone 0 dallo Stato, si tratta sempre di una le az~oni• ·f?ono irinumerevoli e sb1'.'iciolate, il corpo dei diri- direzione· dh ·orzia.ta dai lavoratori: c'è senipre una linea genti tecnici e a1'nn1inistrativi diventa. autonomo, crea i . di confine tra chi ordina e· chi esegue. Anzi lo Stato è di,·èttoti gèneralj e, salvando il principio di operarn per ancora più lontano dal Javqratore di quel che non lo sia la difesa del profìtto e della continuità dell'impresa, agisce 1a direzione privata; lontano nello spazio e. spiritualmente ftiori del controllo degli azionisti. In tùttì questi casi però estraneo. Non vale dir-e che~esso rappresenta la. vol_ontà si ha, da mia J)art~, la dir-ezione e, dall'altra, i lavo- di tutti o, peggio, la volontà del proletariato .. In realtà 1·atori dipcnde11ti. I pochi organismi rappresentativi che quella che è volontà di tufti o volontà del proletadato, è (ìnora si sono reàlizzati, eletti parzialmente. o totalmente il prndotto di un'interpretazione .soggettiva d~ una élite dai )avoratori,-o hanno il compito di controllare l'appli- rigida di nuovi potentati. Se è inevitabile lo Stato, almeno cazione del contratto collettivo di lavoro - come le Com- facciamo sì che la parleeipar.ione ad esso sia effettiva da i,;·issioni Interne·-; o hanno compiti di consulenza con parte della base, ciascuno -nel suo rntto1·e e nel suo ruolo, searso potere deliberativo o li1i1itato comunque· à settol'i ii lavoratore nell'azienda, come i 11,.,mbl'i di famiglia nella marginali della vita aziendale - come i Consigli cli Ge- fafniglia, .come i cittadini nel comune ove vivono. Non stione - ; o gestiscono autonomamente le attività ricrna- parlo di libera determinazione secondo interessi indivi• ti,,e cultmali e sociali, ma ancl1e qui entro certi limiti duali o cli gruppo; ma ,Z.i libera detenni;iazfone insieme, cont-rollati - i CRAL, le mutue interne e simili. entro certi schemi di interesse generc.le che ·10 Stato potrà Nessuno. di questi organismi, può intervenire, tramite ,:nggerire; come potJ-e6he farlo un quals,asi' ufficici-sfodi .. il sistema della rapprnsentanza e col mezzo· di decisione b•me inlo,·mafo. · della maggioranza, nella politica dell'impresa. E ci 1·iesce li siodaéato sfa ancora· ,-ivendo la slia crìsi che semi 11 'e ugualmente difficile immaginare oggi - per quanto lo si p1u ailità una màturnr.ione conservativa. Ciff'è''J.ier· l'ordine possa deside1·are - ·tutta una gerarchia di capi che si costituito - e i' sindacati CISL e ·UIL, a imitazione dei costituisca sele,,ionatldo cfJ,''im còrpÒ eletto a suffragio sindacati ameJ'icani, lo sono - non- ha nulla da·-perdere a· azie-ndalè, sulla base di rose di nomi distinte per com- causa della loro dipendenza dai partiti dell'ordine e. a petenza. ' causa della protezione più o meno larvata dei datori di • Tuttàvia il sindacato ha, entro se stesso delle risorse lavol'O, poichè son . d'ac~ordo sul fine cpnservativQ delfa enormi· per ·i11~ervenire ·vieppiù indirettail?entè e per. pre-. struttura di fondo dell'attuale società. Chi è per un ordin11 ., pararsi ad· •intervenii·e tm ·domani direttaniente•nella guida. nuovo_ non ba invece nulla da guadàgnare da questa dipen:. aziencl.ale. /\fa la strada-,n<;>n ·può èssei:e .quella :ché ·sugg~>- clenza, che. diminuisce· sensibilmente la facoltà cre'atì~,à- l'iscono le di1'e~ioni dei. partiti. I pa.rtiti sono pòrtati, · pe"r spontanea di ·forme organizzative ·ed. esp1·essi've nuove· (si loro st:es·a naturn, a riformare le leggi e costituire organi e pensi àlle cooperative di lavoro,' alhì commissioni interne, comitati e commissioni gov,emativi. Anche quando, subito agli stessi soviets russi pdma che fossero tl'asformati in d~po. la ser11da);uèna -rnopdiale, esst,suggerirono i Consi- cellule statali). La burocrazia di partito, eome tutte •le· gh d1 Gestione, s, preoccuparono cl, dar. loro un!I, struttura bnrocrazie, anche quel'la sindacale, finiscono col venerare· ti·avalicante i limiti dell'azienda e collegantesi, attraverso la forma, e in nome dcli& forma, scambiando il Illezzo _per, organismi provinciali e regionali e nazionali, allo Stato iì fin'!,. og'!i origin!',lità_ è . annullat&. I paraocchi delle (ricordi:lÌiì'lo il progetto Mornndi sui Consigli· di Gestione), -giretti ve__uniche poss<;>no essere buoni a percorrere .un.a •di medo -ehe .si fece sempre più str.ada. -1'-idea che l'ù1izis,- strada~ nùn le infinite strade che conducono a una· meta. fLA VORO E SINDACA.Tll R I -L. A. N,(JI () 'A () L.:I·S T A. e elle s'inse.risce· nella girandola delle· frasi·• ermetiche che· sono state dette dal p1·esidente -delle ACL!:- La base · è stata assai meno e1·metica e ·ha ·fatto intendere· che le- con-. traddizioni nei rapporti con -la CISL è le -riserve ·mentali . devono ·cessare per. lasciare di• posto ad -una maggiore ca– ratterizzazione cristiana ·e· che il·« rilancio· aclista > d6- vrebbe avere" appunto questo significato ·contro· le « astu– zie » dell'on. Pastore, aclista, democratico, labu-r,ista, ·con– servat.ore e rivoluzional'io - sempre·-a parole - a seconda delle circostanze. Un cattolico· è integralmente cattolico, ovunque: -in parlamento, nel- sindacato, nel· partito. E le ACLI devono tener fede p, questo principio. ·Penazzato ha.– aggirato il problema che - secondo .lui - è condizionato dalla -situazione•·italiana in ;cui si ravvisa la necessità di non sopprimere la formula sindaca.le che-. censente « la maggiore unità ·possibile ». Pensiero che ha esp1·esso· anche Pastore, elencando i successi elettorali che la formula de– mocratica ha permesso di conseguire. alla GISL. Ma la base - che sa come stanno le cose - non ha dimostrato di essere ·convinta di tanti trionfi. Assai più esplicito, il polemieo Ra.pellj ha proposto· la costituzione di una vera e propria corrente sindacale cristiana, ben delineata nei· suoi fini e nei suoi caratteri, pel'ché, egli ha detto, « un movi– mento opei<aio senza sindacato non è un movimento ope– Taio e le ACL'l non possono arrivare sino alla ·porta.· del sindacato senza penett'arvì ». Sempre ingenuo il buon Ra– pelli: ·facendo 'finta di non ·entrine nel sindacato, _si,,ba ·ii· vantaggio di non addossarsi la grossa -responsabilità di di- · rezione e di guida che il n;ovimento imporrebbe alle ACL!. Ma Rapelli pensa. che il sindacalismo -deve avere una.« sua, anima» e teme; nella QISL; « gli agguati ideologici». Ma -di chi?. forse di Canini? La cosa -pare buffa davvero! La• ·« corrente'» e non; il sinde.cato, perché· « ce ne sono troppi.– e ·c'è già la. :CJSL che non· fti'n,:iona »; potrebbe daTe- nuovi ·sviluppi al movimento .operaie cattolico. · li congi.·esso ha av,1tb spunti di ,,ivacé polemi<fà ·41 ap·.· ·passionati interventi di ·del~gati-, m& si è ccincloso con un•· <: tutto come· prima>, ben mascherato dal "ril,incio acli-. · -sta», .anche se. la mozione conclusiva _contiene punti pr-0•, g,·ammatici di l)otevole impegno: rifol'ma fondiaria;. giusta causa nei patti agrari, pei·equazione fiscale, lRI. e id:r:Q:. ·earbmi. Uellissime cose, importanti anche sotto il semplice aspetto -dèlle enunciazioni, che riadcendeianno la è~ntro~ versia tra AGLI e Conlindtistria, ma èhe. rest~ra~no' !'et~ •tera 01orta, -perèhe i 'dép'a't:Ìti aclisti, I'èna,;zato, Pàstore;· Rapelli · ·e èoinpagnia ·èontinuet'/mno disciplinatamente· à fue 11uello chJ s11rà l'i,itei'e~ise della. de111oci'azia cristiana, FRANCO VERRA E'. usci"to, '' - ELIZABETH WISKEMANN L'asse "Ronì.a - Berlino con prefazione di GAETANO SALVEMINJ Questo è il primo tentativo serio di tracciai-e la storia dei rapporti diploma– tici fra }'Italia fascista e la· Germania . nazista, culmi nati .11ella firma del Pat· to d'Acciaio e nell'Asse Roma-Berlino. L'Autrice non Si è contèntata èli uno studio minuto di tutti i documenti già resi pubblici; ha potuto consultare an– che numerosi documenti ancora ceiatf negli archivi· dei vari Ministeri degli– Esteri e ha interrogato parecchi diplo– matici italiani che hanno a'ssisÙto da Vi-• cirìo al grande dramma che ha coinvolto– l'Italia nella sua vicenda più disastrosa. • DOCUMENTI DELLA CRISI CONTEMPORANEA. N. 18 - Pagg'. XVI-464 . L. '2000 LA N UOV A. I T A L J· A FIRENZE.' ( .. i

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