Nuova Repubblica - anno III - n. 37 - 20 novembre 1955
3 .. .CA.rRTELLO .MONDI A.LE DEL PETRO.LIO ii Se la Gulf non intensificherà' il proprio sfruttamento della zona di Ragusa, per estrarre tutto il greggio del giacimento ci vorranno un paio 9i secoli, mentre fra· vent'anni è probabile che l'energia atomica renda superflua quella petrolifera di N ON SI POTREBBE comprendere la polemica po– litica attorno alla legge degli idrocarburi, che, con taluni emendamenti, verri,. a brevissima scadenza sottoposta all'esame del Parlamento, né si potrebbero va– lutare le posizioni dei diversi partiti e dei gruppi eco– nomici italiani, senza avere un'idea sulle potentissime forze monopolistiche internazfonali che si muovono attorno al problema del petrolio. Forze potentissime che impongono e fanno cadere governi, che - tanto per citare gli esempi più noti ·--,- hanno eliminato ·Mossadeq in Persia, Getulio Vargas in Brasile, che hanno voluto e sorretto la dittatura · di Perez nel Venezuela. Queste forze .si raccolgono nel « cartello mondiale del petrolio >. li cartello internazionale si compone delle seguenti grandi compagnie: Brilish Petroleum (inglese, già Anglo– lranian Oil Co.), Gulf Oil Corporation, Royal Dutch-Shell (anglo-olandese), Standard Oil Corporation of New Jersey, Standard Oil Co. of California, Socony Vacum Oil Co., Texas Oil. Il cartello, in tempi successivi, si è accaparrato, con gli accordi e con le « operazioni » che qui di seguito specifichiamo, quasi tutta la produzione del greggio estratto nel mondo, nei paesi non comunisti: 1928: l'Anglo-lranian, la Shell, la Standard Oil of New Jersey e la Socony Vacum, con l'accordo denominato « Red Line Agreement », si assicurano - dopo aver posto fine nel Medio Oriente alla politica della < porta aperta> - quasi tutta la zona in esclusiva, eccezion fatta per il Kuw!'it e per qualche altra regione di scarso rilievo. .1933: la Gulf e l'Anglo-lranian riescono ad avere le .concessioni del Kuwait e danno vita ad una nuova società: )a Kuwait Oil Co. l!J36: altre due società del cartello - la Standard Oil of California e la Texas Oil - intervengono nello sfrutta. mento del greggio nel Medio Oriente mediante la costi- tuzione della ~ocietà. Arameo. , 1937: la Standard of N. J., la Shell e la Gulf ottengono il 94,8% dei giacimenti ricchissiµù del Venezuela. Nel periodo compreso fra gli anni 1928 e 1932 le societì,. del cartello rivedono il loro precedente accordo, Io perfezionano e fissano i criteri - tuttora in vigore - della. politica dei prezzi e della .produzione del petrolio. · La produzione del greggio è attualmente controllata dal c!!_rlello nel)e seguenti proporzioni: il 30% della _produ-. ·zione negli USA, il 90% nel Venezuela, il 100% nel Medio . Oriente, il 30% deUa produzione dei restanti paesi non comunisti che, per altro, rappresenta una entità. trascu– rabile. Ne consegue che le società del cartello hanno il controllo dell'88 % della produzione mondiale, esclusa quella degli USA e quella delle nazioni del blocco sovietico èhe non viene esportata. Se ancora si considera che il 12% che sfugge al cartello viene consumato dai paesi produttori e non trasferito su.i mercati internazionali, non si stenterà a comprendere che il 100% della produzione destinata al commercio mondiale è solidamente nelle mani del cartello. Nel settore della raffinazione il medesimo cartello detiene il, 77 % dei prodotti; ed esattamente in queste proporzioni: il 42% negli USA, il 98% nel Vene– zuela, il 38% nel Medio Oriente, il 25% nei restanti paesi ·non comunisti. Ma.poichè dispone della totalità del.greggio, le raflìne-.ie indipendenti gli sono soggette per gli approv• vigionamenti della materia prima. • Il prezzo internazionale viene- determinato dal car– tello sulla base dei costi ipassimi dei piccoli produttori •statunitensi (anche, ad esempio,. per il gruppo del M. O, ,che ha notoriamente costi m,olto più bassi). Al prezzo fis: 'sato con un tale criterio di prepotenza finanziari&i viene aggiunta una quota per spese di ·trasporto (nolo) 'pari a ·quelle occorrenti per un percorso prefissato: dal Golfo del Messico alla Gran Bretagna. Tanto per esemplificare, diremo che il petrolio estratto in Sicilia e consumato in Sicilia . viene ad essere gravato della stessa tariffa standard di nolo, come il petrolìo prodotto nell'Iran e consumato in Inghilterra. Il cartello poi, per impedire che una maggiore dispo– nibilità di greggio ne faccia decresoore, per effetto di tma richiesta inferiore all'offerta, il prezzo, è indotto a regolare la produzione in conformità alle esigenze cartellistiche per cui il prezzo non deve subire oscillazioni in senso negativo. Ed è esattamente quello ché sta accadendo in Sicilia ove la Gulf, per le ragioni su esposte, non ha nessun inte– resse a sfruttare convenientemente .la zona. Si pensi che il giacimento di Ragusa ha, secondo le stime più pruden– ziali e per esplicito riconoscimento dell'autorevole « Times > del 10 ottobre, una capacità pari a 250 milioni di tonnel– late di greggio. La Gulf ha attualmente in funzione, in tale giacimento, o\to pozzi, da ciascuno dei quali estrae 100 tonnellate di idrocarburi liquidi. Dall'epoca della sco. pert.a del petrolio, che risale al 28 ottobre 1953, a tutt'oggi, ha perforato solo gli otto pozzi di ctù s'è. detto, impe– gnandosi ad attivarne altri quattordici entro il 31 gen• naio 1956. Si tratta di un ritmo di produzione àssoluta– mente inadeg_uato 1 la cui spiegazione è appunto da ricer• . BibliotecaGino 1an GIULIO SANTORO carsi nella politica dei prezzi del cartello. Se la Gulf non intensificherà. il proprio sfruttamento della zona di Ragusa, per estrarre tutto il greggio del giacimento, ci vorranno un paio di secoli, mentre fra vent'anni l'energia atomica avrà avuto un così vasto campo di applicazione da ren– dere superflua l'energia petrolifera. .& L TESTO originario della legge sulla ricerca e coltiva– .a zione degli idrocarburi (progetto Malvestiti 1949), sono stati recentemente apportati i numerosi emendamenti predisposti 4!-al ministro Cortese e la legge, nella sua nuova formula, v&rà. a brevissima scadenza esaminata dal Parla– mento, il quale è augurabile che l'approvi non senza averla prima ulteriormente emendata per quelle parti che si possono prestare ad evasioni o a non precise interpre– tazioni. Gli scopi che, con 1a:·1egge -nel testo governativo, il governo! intendé ,realizz'are/ seco do quanto iha dichiarato U ministro dell'Industria, sono essenzialmente tre: 1) incoraggiare le ricerche petrolifere; 2) : pooire lai..formaz.ione di monopoli~ .( 31 arantire allo s'tato ul).a congrua percèb le di utili. La prima domanda che vien fatto di porsl e questa: c'è corrispondenza fra il test@ legislativo e ·gli scopi che si vogliono consegtlll'e con la higge ! L:a risp()$ta non è sem– plice: la ~egge è /ormalment. liberi,sta; pel' quJntO invece attiene alla sua sostanza, ci pare che debba essere valu– tata nell'ambito della reale situazione delle forze econo– miche che operano nel settore degli idrocarburi, poiché è in tale situazione che è destinata ad agire. Essa intende incoraggiare la libera concorrenza, per sollecitare le ricer– che petrolifere : ma, in · pratica, la concorrenza non potrà esercitarsi che fra iniziativa privata e iniziativa pubblica (ENI), per la semplice ragiono che, nelle descritte condi– zioni di monopolio mondiale, la concorrenza fra. privati rimane un'enunciazione puramente teorica. Il provvedi– mento legislativo, pur parlando di società private come se ne esistessero di idonee alla ricerca degli idrocarburi non collegate al cartello (il quale è proprio l'antitesi dello scopo antimonopolistico della legge), non prescinde del tutto dalla realtà delle cose attribuendo all'ENI una importante implicita funzione concorrenziale: ma pone ·questo - sulla base di una inconcepibile parità fra l'inte– resse collettivo e gli interessi di cartello - su un piano di sostanziale eguaglianza di diritti, per la concessione dei permessi di coltivazione, con le società cartellistiche. Né può trarre in inganno il fatto che la legge non prevede per l'Ente Nazionale limitazioni territoriali, previste invece per le compagnie (50 mila ha. per ogni permesso, 15 mila ha. per più permessi relativi ad una medesima regione, 300 mila ha. per l'intero territorio disciplinato dalla legge). Difatti l'ENI potrà ottenere quanti permessi vorrà, solo in teoria : poichè, in pratica, gli saranno concessi con le stesse modalità. previste per i privati, non essendogli con– sentito nemmeno il diritto di prelazione: di volta in volta dovrà presentare, secondo la normale procedura, la pro– pria domanda per la concessione del relativo permesso. La 'legge intende inoltre assicurare una congrua per– centuale di utili allo Stato mediante la riscossione delle ,-oyalties e una conveniente imposizione tributaria, ammon– tante complessivamente al 60% dei profitti. Le 1'oyalties sono state fissate in queste percentuali: 12,50% fino ad una produzione di 240 tonnellate al giorno; 16,66% oltre una produzione di 540 tonnellate al giorno. e Per le produ– zioni intermedie - dice la legge - ~ applica l'aliquota del 12,50% su\le prime 240 tonnellate, e l'aliquota del 20% sulla produzione eccedente le 240 tonnellate, fino a rag– giungere complessivamente l'aliquota del 16,66% >. Questi, molto sommariamente, i criteri informatori della legge, Gli è che tali criteri, per tornare alla domanda che ci siamo posta, non possono essere valutati in astratto, nel qual caso, ad un liberista, potrebbero sembrare accetta– bili, ma devono essere valutati in rapporto alla situa– zionè reale, nel qual caso, invece, non possono essere accet– tati se non con moltissime riserve, eccezion fatta per i rappresentanti dogli :interessi del cartello che troveranno mille modi di eludere la forma del testo legislativo. E' infatti necessario 'rendersi ben chiaramente conto che ini– ziative nuove di privati, nel settore petrolifero, non se ne possono sviluppare: sia perchè il cartello le annienterebbe sul nascere; sia perchè richiederebbero una disponibilità enorme di attrezzature e di capitali. I tempi dei pionieri del Texas sono finiti da· un pezzo! Dunque, l'iniziath;a privata - sul terreno della realtà - non può manifestarsi che attraverso le società del car– tello e le società monopolistiche italiane ad esse collegate: la Edison, la Montecatini, la SNIA. Stando così le cose, dove sono le società. in grado di coprire l'intera super• ficie coltivabile italiana che, dalla linea gotica al Salento, si ·estende per 10 milioni di ha.! Al massimo possono essere dieci (càlcolo ottimistico) le società e,lle quali, in" bas'.e ai requisiti ·richiesti dalla legge, potranno essere asse– gnati i permessi. E dieci società non potrebbero coprire, al massimo, che 3 milioni di ~a. Se le cose andassero così. un vasto tenitorio verrebbe lasciato all'iniziativa dell'ENI, che dispone delle attrezzature e dei tecnici necessari ad un'efficiente opera di ricerca (l'Ente ha una disponibilità di ben trentaquattro sonde, mentre le società. ne dispongono di sei soltanto). Ma i limiti terrifurial, saranno certamen\e elusi e superati con il facile espediente della costituzione, da parte del cartello, di. una catena di società. di comodo. E poichè è notorio che il cartello è interessato a non incrementare la produzione mondiale del greggio, al fine di non turbarne l'andamento del prezzo, imposto dal car– tello stesso sui mercati internazionali, c'è il pericolo che il _,petrolio venga estratto solo in minima parte. (La Sicilia sta a dimostrare la fondatezza di questa preoccupazione). Ci si oppone che il permesso, concesso per tre anni. e prorogato per quattro, può essere revocato ove la soc· ~à ·cui è stato dato non adempia agli obblighi di un adeguato sfrutta.mento delle superfici che le siano state attribuite. Però a nessun pnò sfuggire che sette anni, nell'epoca dell& . energia nucleare, sono un. lungo periodo di tempo. Per ovviare al sicuro pericolo, pur rimanendo nell'ambito della presente legge, non ci sarebbero che due mezzi: o con– cedere il diritto di prelazione sulle concessioni all'ENI, o passargli il permesso del privato che, nei tre anni della originaria durata della concessione, non abbia fornito suf– ficiente affidamento di capacità e di volontà. di ricerca. p ER QUANTO concern~ la partecipazione agli utili d.a parte dello Stato, si tratta anche qui di una enuncia– zione puramente teorica, poiché non sarà possibile con• trollare la reale entità dei profitti delle società.. Si ponga mente al fatto che le stesse imprese italiane sfnggono con estrema facilità al controllo tributario. Figuriamoci se potremJTIO esercitare un serio controllo sulle società inter– nazionali, assai piìt potenti di molti governi I In queste condizioni, la iegge sugli idrocarburi è desti– nata a consentire una serie di evasioni, che saranno faci– litate dalla complessa struttura della nostra burocrazia. Esempi, anche in questo senso, non mancano: basti citarne uno. L'ENI - a quanto si dice - s'è vista respinta una sua domanda di permesso di coltivazione, a favore di una azienda privata che aveva presentato analoga richiesta al ministero dell'Industria due giorni prima dell'Ente dello Stato. Infatti, i permessi vengono dati - accertati i requi– siti delle società. richiedenti. - in base al criterio assai semplicistico della priorità nella presentazione della do– manda. Del resto, la potenza che esercitano sul nostro Stato i gruppi monopolistici ha avuto proprio ora una clamorosa conferma: il dono di cinque miliardi annui fatto ai gruppi elettrici dall'on. Andreotti con la tsssa· sul metan9, che viene a colpire l'ENI per una somma superiore di un miliardo al suo attivo dello scorso anno. E' vero che la Confindustria, a sua volta, si dichiara insoddisfatta della legge, della quale, per altro, ha ben considerate le ampie possibilità di evasioni. Essa sostiene che il prelievo del 60 % degli utili da parte dello stat<> non invoglierà. l'impiego di capitali stranieri, lamenta eh• all'ENI non sia stata imposta alcuna limitazione terri. toriale nella fase della ricerca. Ed infatti, rispetto alle tradizionali pretese confindustriali, la legge appare restrit– tiva. Ma le e pretese tradizionali> erano fuori persino dal limiti formali della rag_ione. Eat modus in rebtu !
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