Nuova Repubblica - anno III - n. 33 - 23 ottobre 1955
(81) · .nuova r.epubblica I SETTE GIÒRNI NEL MONDO IL·C-ONGRESSO DEI LABURISTI . IL MOVIMENTO operaio britannico non è rinscito a da're la prova'. ~~l 56.o congres-s_? laburi~t~ ~enuto · a Margate la sett1m_ana scorsa, d1 avere identificato e superato gli el'l'ori che gli hanno fatto perdere le dne · ultim~ elezioni politiche.· Nonostante il governo .conserva– tor<:l abbia già dovuto abbandonare per strada le promess~ elettorali della scorsa primavera, i snoi avversari laburisti' . non sembravano ancora p1;onti a passare alla controffensiva. La destra labnrista ha cercato di far ricadere la re– sponsabilità della sconfitta sui difetti organizzativì di un . apparato ·clie costa al movimento operaio britannico ben. due miliardi di lire italiane all'anno nelle annate non elettorali. La sinistra avverte bene invece nella carenza di JJn'.alternativa laburista alla politica del governo cons~r– vatore la causa centrale della sconfitta.,· ma si aceontenta di richiamare il · partito alla tradizione della « proprietà socialista » per ritrovare le virtù e le doti. che gli avevano fatto vincere le elezioni nel 1945. James Griffiths, infine, candidato centrista, assieme agli uomini della destra, Morrison e Gaitskell, e all'uomo della sinistra moderata, Harold Wilson, alla successione di Àttlee, ha co~rnnicato l'intenzione dell'esecutivo 'di dar mano nei. prossimi due o tre anni ad una serie di studi - sull'ugua– glianza, sulla proprietà industriale, sull'edilizia, sulle in– dustrie nazi0nalizzate, sulla società socia-lista e l'individuo, sulla pianificazione e l'iniziativa individuale~ sui problemi dell'energia nucleare e delle fabbriche. automatiche, sul– l'educazione, sull'agricoltura e sull'individuo 'eh società - che dovrebbero permettere di sondare le potenzialità· inno– vatrici del movimento laburista . . La sinistra ha schernitò questo ideologismo empirico a scadenza triennale .ed ha forse messo il qito sulla piaga quando ha' identificato nel controllo sindacale sul .partitò la ca~1sa prin_cipaJe. qell,a stia carel),za. Un partito operaio tr~e senza dubbio una notevole forza organizzativa dall'ap. poggio permanente ~ei sinçlacati ;· ma, quando si lascia a poco a poco- appesanti-re dal loro -oontrqll9 fino a, diventare _anch'esso· un gruppo -:di pressione· sull'ordinamento sociale esistente,. esso' perde la· s'ua · ragion d'essere dt_ partito politico operaio, di organismo, cioè, che per ipotesi do– vrebbe non solo migliorare la sorte dei lavoratori nei limiti di tale ordinamento, ma trasformare le basi ·e la- strut– tura di questo ordinamento. Anche la lotta per la successione di Attlee rischia quindi di assumeÌ·e un aspetto secondario davanti a questi vizi di stmttti.ra - ben più gravi di quelli' organizzativi rilevati nella· relazione vVilson - ai quali si deve pure imputare la mancanza di un'iniziativa politica laburistà in questi ultimi anni e··di una politica laburista veramente distinta da quella d~i éonservatori. Il problema aÌ quale la d~stra labi;iris_ta cerca di limitare il contrasto cQn la sinistra - pi{.· riforme o meno riforme - è in realtà problema - di .scelta fra una politica di, riforme di ~truttura e una · pQlitica di buona. amministrazione. Per fare la prima, • è indi,spensabile che il partito sia. socialista, per fare la secònda, basta che sia 'genericamenté democratico e onesto_. Come tùtti i movimenti operai che hanno esa.ur ~to al potere - dopo una p1·ima ondata di riforme - il loro pat,·irnonio di d~ttrina riformista e il loro potenziale ri– vo_luziçìnario, _e ~he hanno provato poi le prime delusioni a contatto dil'etto con la realtà che si proponevano di cambiare drasticamente, anche il movimento operaio· bri– tannico si domanda ,ora se sia ver.amente valida un'azione rinnovatrice perman'ente; ·e mentre la ·sua sinistra :risponde· di sì; anche senza essere - serripre capace di spiegarne il perchè, la. suà destra èsita a rispondere e si domand~ poi se a periòdi di rinnovamento non debbano ,ogni tantq segui re anche periodi di stasi. • _ .I. laburisti. inglesi sono· chiamati oggi a stabilire se, pur senza, ricadere nel vuoto mito della « rivoluzione per– manente », il socialismo debba aspirare a costruire, sia pu-l'e a gradi, quella società ideale statica, ipotizzata nel mito dello Stato che svanisce, caro a Engels, e prima ancora di lui a John Stuart Mill (società ch·e costituisce anèora il sogno di mòlti comu'nisti sovietici) ; oppure non debba invece considerarsi un processo di rinnovamento permanente della ,c;;ooietàe degli uomini, che dal progresso della produzione economica trae solo alimento· per· pro- muovere un illimitato perfezionamento umano. . •La, mat.urità del movimento operaio britannico per-mette leg-ittimamente di sperare che presto •esso esca dalla crisi che· lo travaglia e ch_e,alla maniera empirica che ha sempre caratteri~zato là. sua azione;- si ponga nuovamente obbiet– tivi linHtati ma pre~isi di un'ulteriore tappa ne}la costr'u- zione di un nuovo ordinamento economico e sociale. . PAOLO VITTORELLI ( Dis. di Dino Boschi) PROBLEMI DI MAGNATI - << Un centrattacco per la squadra o un reattore per l'industria?» LE T T E·R A· DA LONDRA UNCAMPANELLO' D'ALLARM Q U~STA VOLTA la mia corrispondenza !arà riecheg- . giare un campanello ·d'allarme che scatto tra la fine , di settembre e i pTimi di ottobre. Era da; mesi in preparazione ·a Londra una Conferen– za Inte1:nazionale sulla Pianificazione Regionale, appog– giata da otto università inglesi e una stl;l,tunitense, finan- . ziata ançhe Jla,l,le N az-ioni• Unite,¼ orga.niz~ata ·d1;1, .P~isona– "'lità ... illustri ·(ufficiali) ~-:·presieduta daìla:sorella ·,di N:ehru, alto con\-mi1sarjo per l'Indi'B/ prespo hi' Cor~e inglese:. Cen– tinaia di s'pec.i' alisti d'ogni parte del mondo· (escluso il mondo comuni fa, pur invitato ti·amite le ambasciate), de– cine di governi, aveva.no assicurato la propria partecipa– zione. Si doveva discutere sul concreto, ·esaminando quat– tro progetti o ·realizzazioni: la ·Tennessee Valley Autho--. rity, l'lndian Community Village Projeèt, il Volta River Project ( Gold Goa.st), la Pianificazione regionale in Italia con particolare riferimento agli studi sul Canavese (Pie– monte) e. all'azione del Movimento Comunità .. Ebbene; pochi giorni prima dell'inizio della Confe– renza tutti i governi della linea NATO. (per dir così) si sono ritirati .(il governo italiano non· ha creduto opportuno di comunicare ufficialmente che si -ritirava, ma nessuno è compar-so: qùestione di educazione?) i privati cittadini appartenenti a codesti governi sono stati invitati a, non partecipare, o a ritiraì:si nel bel mezzo della Conferenza (si è distinto il governo USA, in questi 4: avvisi»') ; l'Home Office, o ministero degli interni inglese, ha; diffidato i fun– zionari dal partecipare (e l'azione dei governi stranieri, si apprese, era determinata da confidenziali avvertimenti del l~oreign Office). Tutto questo, a causa di, « indèsidernbili affiliazioni politiche» di alcuni componenti la commissione o'fganizzativa. Su quindici membri, si sospettava che quattro fossero comunisti, o di simpatie comuniste! , Ora non è nemmeno il caso di far rilevare che di quei quattro, solo uno è dichiaratamente comunista (ma rico– pre un• incarico molto importante in una città chiave della industria inglese), uno simpatizzante, e due non c'entr~no per nulla (ma chi accettò di accogliere i1ella propria ~uni– versità un-a. Mostra di Architettura Sovietica ... che··poi non si svolse; e chi fece un viaggio, anni or sono, in Polonia ... criticando poi dtirameµte, alla ·radio inglese, l'operato di quegli urbanisti ...). E neanche vale la pena di sottolineare che, fossero stati tutti comunisti gli organizzatori, che cosa ne veniva fuori? Lo Spectato1·, che per procacciarsi una clientela a destra sta diventando sempre più reazionario (si parla tanto della indipenden-za della stampa inglese i ma la. dipendenza dalla caratteristica di essere i giornali, qua, imprese industriali che. debbono far profitti, dove la mettiamo?), accennò alla possibilità per i sovietici di pro– curarsi, con la Conferenza, carte topografiche: davvero un· rnachiavèllismo troppo costoso, ché basta ordinarle -ai ri– spettivi uffici tecnici ufficiali ! , No: il grave è che in Inghilterra, in un paese normal– mente creduto libero da isterie, le burocrazie governative· operassero una tal sorta di discriminazione. E che imme– diatamente un gruppo di stati, come la· Norvegia, l'Au– stralia, l'italia, l'USA, ~cc., si met_tessero sù codesta strada. Non c'era possibilità di sfruttamento politico della Con– ferenza da p'arte comunista, ·non c'erano ·comunisti a do– minare la organizzazione,· ma· bastò « dire il nom·e » e i fatti avvennero. Dopo di che, è legittimo do.mandarsi pér– ché a Ginevra gli scienziati si son potuti incontrare, ·pèrché sempre prn spesso si parla (e si fanno) di scambi culturali con i paesi di oltre col'tina. For, e che codesti scambi sono possibili solamente so_tto l'egida governativa? A me pare di sì, e che questo rappresenti una minaccia ben grnve,. e immediata, alla libertà umana. . . . Si capisce che ui1a parte della sta~pa (la stampa chr fìni:uiiiariame~te si sostiene 'proprio sulla ind~pendenza di giudizio,_ accont~ntandosi di tiratnre più modeste)' ha rea– gito (il 'l'imes, il .Mrmchesler Cnardùm, l'Observer, l'Eco– nomist); e che si annunziano pei la riapel'tura della Ca– mera çlei Com~ni precise interrogazioni in me1;ito ·(intanto se ne è discusso anche alla tele,,isione: e al s_olito, i labtJ– risti erano contrari. a quanto avve·n~e, i cqnservatori ·favo– revoli s~mpre per questione di p1·incipioJ senza che né gl~_ uni né gli altri andassero .a fondo alla; qpestione). Ma. il fatto rimane, in tutta la sua gravità. In sede culturale la sepa.razione tra mondo capitalistico e mondo comunista è ancora così operante da provocare episodi del genere; la sordità degli apparati statali è tale,' da non avvertire· il .ridicolo di decisioni del genere; e l'opinione pubblica è in– formata solo a spizzichi (se ne è parlato in Italia, da parte dei nostri solerti corrispondenti dalla piazza di Londra?), quasi sempre in tòno semmai scanda.listico e « politico>, I L BELLO è che la Conferen~a s'è tenuta io stesso, con la partecipazione di ·più di trecento studio~i. L'ameri– cano incaricato di 'parlare della TVA (già Assistent Ma– nager di codesto corpo) ha, letto la. propria rela~ione, ha risposto alle domande, e poi « si è dimesso. su avviso »; l'indiano non s'è nemmeno accorto che ci fossèro pròblemi di politica internazionale nel sottofondo (ma g~à, gli in– diani son « neutralisti») ; l'uomo della Gold Coast hà mandato da leggere il proprio testo, perché « impossibili– tato a pre~enta.rsi »; e per l'Italia, chi sc_rive è da mesi in J nghilterra e, guarda caso, si· interessa proprio di quei pro– blemi sicéhé poté àrrangiare una ·relazi_one pressoché de– cente .. Ma, più bello ancora, il leit-mc:itiv_ di tutti gli inter– '1ent1 è stato: « è necessario che gli specialisti non dimen– tichino ·l'anima a vantaggio della tecnica; è indi!-pensabi_le _ che si parli in termini di economia sociale, poiché nelle aree sottosviluppate ·l'econonùa tradizionale non serve più; la preminenza della industrializzazione per elevare il li– vello di vita di una popolazione va sottoposta. a una at– tenta revisione, e comunque occorre evitar di parlare con– tinuamente ·in termini di inçlustria pesante; il decentra– mento regionale non è un puro strumento amministrativo, ma Ùn mezzo-e-fine per sciogliere le incrostazion,i del po– tere centrale ... · e s( ripete, questa necessit.à decéntratrice, all'intemo. di tutti gli org1mismi: nell!t struttura ·a~min~– ~.trativà come in quella di una fabbrica, o di un OL'ganii;;mo sindacale, ecc. ecc. ». Su queste idee, felicemente, conver– gevano economisti agrari e professori di sociologia_ indu– striaie, architetti ed economisti puri, geografi e funzionari, medici e- amministrativisti: erano d'accordo André Philip, membro dell'Esecutivo dello SFIO, che tenne il discorso di chiusura, e i catt'olici (sempre per restare in Francia) di Economie, et Umani:nne che hanno delegato uno de! loro a far parte del comitato provvisorio per la nuova Asso– ciazione di Piani,ficazione · R_egionale. Diremo, allora, che qualcosa SI nrnove? A me, pare di sì. CARLO DOGLIO lio eca Gino Bianco·
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